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Una comunità alloggio nel nisseno per accogliere le donne vittime di violenza

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CALTANISSETTA – Storie di coraggio e riscatto di chi ha trovato la forza di uscire dal tunnel dei soprusi, ma anche un’occasione per riflettere e confrontarsi sullo stato di attuazione dei protocolli antiviolenza. Sono stati questi i temi dibattuti oggi durante l’incontro “Dalla tua parte: storie di donne e di rinascita” svoltosi al CEFPAS, dove è stato presentato il progetto finalizzato alla creazione di una comunità alloggio nel nisseno che possa ospitare, anche temporaneamente, le donne vittime di violenza. L’iniziativa è promossa dal Comitato nisseno della Croce Rossa Italiana e dal locale Sportello Antiviolenza della CRI.

Ad aprire i lavori il Direttore generale del CEFPAS, Roberto Sanfilippo, che ha affermato: “Condividiamo gli obiettivi del progetto perché rientrano appieno nella missione del Centro di promozione e valorizzazione della persona nella sfera sociale. Sostenendo questa iniziativa, il CEFPAS conferma il proprio ruolo istituzionale di prossimità al territorio e ai cittadini, contribuendo a migliorare la qualità dell’offerta del sistema socio-assistenziale regionale che deve avvalersi sempre di più di personale altamente qualificato e con adeguate competenze professionali nella gestione delle relazioni d’aiuto. La scelta di fare rete tra le istituzioni, anche in questo ambito, è la migliore risposta all’autonomia e all’indipendenza delle donne vittime di violenza”.

Hanno portato i saluti il prefetto Chiara Armenia, che ha rivolto un pensiero alle donne ucraine e al difficile momento che stanno vivendo, soffermandosi in particolare sull’ospitalità che è necessario offrire loro. Sono intervenuti anche il sindaco di Caltanissetta Roberto Gambino, il deputato Matilde Siracusano, membro della commissione Giustizia della Camera dei Deputati e Nicolò Piave, presidente del comitato locale della Croce Rossa Italiana.

Le finalità del progetto sono state illustrate dall’avvocato Federica Laverde (responsabile progettuale e referente dello Sportello Antiviolenza CRI), che ha conversato con alcune donne che hanno trovato il coraggio di denunciare i propri aguzzini. “Con questa iniziativa vogliamo offrire un ulteriore strumento di supporto, ascolto e consulenza legale alle donne che subiscono ogni genere di violenza, con l’obiettivo di arginare possibili situazioni di pericolo – ha detto Laverde -. Il progetto “Dalla tua Parte” vuole creare un alloggio-comunità per le donne vittime di abusi, idoneo ad ospitare nell’immediato le vittime, anche solo temporaneamente, e ad offrire loro la possibilità di promuovere la ripresa della propria autonomia. Una struttura che non sia una casa rifugio segreta, ma un luogo idoneo anche solo per qualche ora, a far comprendere che esiste una vita, fuori dalle quattro mura domestiche o lontano da realtà critiche e violente”.

Durante l’incontro – moderato dalla giornalista Ivana Baiunco – al quale hanno partecipato numerosi studenti, è stato trasmesso il video della toccante testimonianza di Tiziana, una giovane di Piacenza che nel 1997 aveva 18 anni quando fu violentata da tre conoscenti, poi arrestati e condannati. A coordinare le indagini l’allora capo della Squadra Mobile Emanuele Ricifari, oggi questore di Caltanissetta e tra i relatori della tavola rotonda.

Emozionante, inoltre, la testimonianza di Barbara Bartolotti che, nel 2003, ha subìto i maltrattamenti e le violenze atroci di un ex collega che ha provato ad ucciderla. Dopo quattro anni dal tentato femminicidio Barbara ha dato alla luce Federica, la sua terza figlia. Sono inoltre intervenuti il sostituto procuratore Chiara Benfante che ha detto: “È auspicabile un serio intervento riformatorio che non punti solo all’aspetto repressivo, ma guardi alla cultura della prevenzione contro ogni situazione di squilibrio tra le mura domestiche, ma anche nei contesti professionali e nell’accesso alle cariche elettive”.

Il primario del Pronto soccorso dell’ospedale “Sant’Elia” Giuseppe Amico in rappresentanza dell’Asp 2, ha parlato dell’attuazione del “Codice Rosa” nei Pronto soccorso degli ospedali del nisseno in favore delle vittime, evidenziando il prezioso supporto del team di psicologi e psicoterapeuti nella gestione delle relazioni d’aiuto. Interessanti anche i contributi della psicologa forense Silvia Spanò e del cappellano del carcere “Malaspina” di Caltanissetta, don Giuseppe Alessi. I relatori hanno evidenziato come nelle politiche di contrasto alla violenza sia fondamentale generare fiducia tra le vittime, promuovendo una maggiore sensibilizzazione sul tema e ribadendo la necessità di rafforzare la rete di ascolto e di tutela istituzionale per contrastare ogni forma di maltrattamenti e violenza.

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“Ecce homo” del maestro Iudice alla collettiva di Parma “Se questo è un uomo”

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L’opera “Ecce homo” di Giovanni Iudice (olio su tela, 176 x 180 cm, 2008) sarà esposta a Parma dal 12 Aprile al 25 Maggio 2025: nell’ambito dell’ottantesimo anniversario delle Celebrazioni per la Liberazione, al Palazzo del Governatore di Parma si terrà infatti la grande mostra collettiva “Se questo è un uomo. L’Arte ricorda. L’Umanità resiste. Opere 1945-2025”, a cura di Chiara Canali e ispirata all’omonimo romanzo di Primo Levi.

La mostra propone, attraverso la rilettura del libro di Levi, un affresco sull’umanità del Novecento, che ha vissuto i drammi della guerra, la frammentazione dell’identità e l’irruzione dell’inconscio. L’esposizione costituisce una testimonianza dell’impegno morale dell’arte nel risvegliare le coscienze di fronte alla tragedia della guerra, alla follia dei campi di sterminio e alla strenua lotta delle resistenze.

Al tempo stesso, la mostra indaga il volto e la figura umana nel Novecento, sempre più spesso espressione del male e della sofferenza, riflesso di un’ “umanità dolente”. I volti e i corpi, privi di tratti fisionomici definiti, sono sfigurati da smorfie o urla e recano impresso il marchio di un dolore acuto e l’assenza di speranza dell’uomo contemporaneo. Nella sezione del contemporaneo, cui è inserito il pittore gelese, sono presenti le opere degli artisti della corrente della cosiddetta Nuova Figurazione Italiana, nati tra gli anni Sessanta e gli Ottanta, dallo stile post-espressionista oppure iper-realista, dalla linea dolce oppure più graffiante, dal tono pittorico evocativo e simbolico oppure marcatamente crudo.

Qui la figura umana sembra vivere in una prigionia di terrore, solitudine e sofferenza interiore, come se fosse in un pre-Inferno terreno, dove l’uomo perde il suo nome, il suo volto, la dignità e la speranza. Per il maestro Iudice, l’ennesimo riconoscimento della sua arte in un contesto di notevole spessore. 

(L’opera “Ecce homo” di Iudice)

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Bloccato dalla burocrazia regionale il progetto della rete fognaria a Manfria

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“L’Assemblea Territoriale Idrica (ATI) di Caltanissetta, a seguito della mia richiesta di accesso agli atti sul progetto di completamento della rete fognaria nella zona di Manfria , è stata chiara: nonostante il progetto sia stato approvato e finanziato per 3,3 milioni di euro, la Regione ha bloccato l’avvio dei lavori per delle ‘verifiche’, impedendo di fatto il completamento dell’assetto idrico-fognario dell’area.La denuncia viene dal senatore Pietro Lorefice.


“Un film già visto: il Governo dei ‘pronti’ che non è pronto.L’ennesimo caso – dice- di intoppi burocratici figli di una politica disiniteressata alla Sicilia, se non a favore di selfie. Mi rendo conto che l’argomento ‘fogne’ non sia così di moda come un mastodontico Ponte sullo Stretto o una borsa ‘fake in Italy’. Ma la Regione Sicilia,a braccetto con ilGoverno centrale, ha l’obbligo morale ancor prima che politico di occuparsi anche di zone di cui non sa probabilmente neanche l’esistenza. Che la Regione sblocchi tempestivamente l’iter e autorizzi i lavori per un’ infrastruttura necessaria per raccogliere e smaltire le acque reflue e migliorare le condizioni igienico-sanitarie di quella zona. Al contrario, Manfria resterà senza un sistema fognario adeguato, con il rischio, anzi la certezza, di inquinamento, disagi per i cittadini e uno spreco di fondi pubblici.
Infine, ricordo sommessamente che il progetto, al di là delle volontà dei patrioti, deve essere attuato poiché riguarda un’area coinvolta nella procedura di infrazione avviata dall’UE per il mancato rispetto della Direttiva sul trattamento delle acque reflue urbane. Il suo adeguamento è dunque indispensabile per garantire la conformità alle normative ambientali europee.”

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L’arte delle donne, ancora nascosta….

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Niscemi – “La tela di Penelope. Arte di donne. Donne di arte”. In occasione del Marzo, tradizionalmente legato alla figura della donna, l’Inner Wheel di Niscemi, presieduto da Carmelinda Pepi ha organizzato una singolare iniziativa: una passeggiata nel mondo dell’arte al femminile.

Quell’arte pittorica che c’è sempre stata ma nessuno ha visto abbastanza perché coperta da una coltre di segreto che la società ha permesso per millenni. Una tela intessuta finemente da centinaia di donne ma mai esposte per essere apprezzate, mai quanto gli uomini.

L’elenco è lungo: Sofonisba Anguissola , Giada Policicchio, Adriana Capriotti, Lavinia Fontana, Consuelo Lollobrigida. Fede Galizia Artemisia Gentileschi, Rosa Bonheur, tanto per citarne qualcuna, ma non figurano nei testi di arte….

Dopo i saluti del sindaco Massimiliano Conti, dell’assessore alla cultura del Comune di Niscemi, Marianna Avila, del direttore del Museo Civico Enzo Liardo che ospita la conferenza, della presidente dell’Inner Wheel, con la moderazione della segretaria Tiziana Liardo, ne parlerà, sollecitato dalla giornalista Liliana Blanco, lo storico dell’arte Prof. Giuseppe Ingaglio, al Museo Civico venerdì 7 marzo a partire dalle 18.

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