A Paul Harris è dedicato uno dei riconoscimenti piu’ prestigiosi del Rotary. Ma chi era? Qual è stata la sa storia?
Nei locali dello storico Palazzo Mattina nel cuore di Gela, il Rotary Club Gela ha presentato il libro “HARRIS” il fondatore del Rotarty. Dopo una breve allocuzione di Valentino Granvillano, presidente del Club, Francesco Paolo Orlando, presidente del Rotary Club Piazza Armerina, autore della pubblicazione ha presentato in un modo insolito il libro coinvolgendo i presenti e destinandoli ad essere protagonisti della serata.
Il libro non ha scopo di lucro ed ogni offerta sarà destinata alla Rotary Foundation.
Alla fine un interessante video ha concluso la manifestazione, provocando lusinghieri consensi.
Harris nacque il 19 aprile 1868 a Racine, una cittadina del Wisconsin, ma all’età di tre anni fu mandato a vivere con i nonni paterni a Wallingford, in Vermont. Dopo un periodo di studi universitari in Vermont e a Princeton si laureò in legge all’Università dell’Iowa nel 1891.
Dopo aver avviato il suo studio legale a Chicago, Harris organizzò una riunione con dei professionisti per discutere sull’idea di formare un’organizzazione per professionisti del posto. Harris pensava a un posto dove i professionisti di vari settori professionali potessero scambiarsi idee e allacciare amicizie significative e durature.
Il 23 febbraio 1905, Harris, Gustavus Loehr, Silvester Schiele e Hiram Shorey si riunirono nell’ufficio di Loehr, nella famosa stanza numero 711 dell’Unity Building nel centro di Chicago, per quella che viene considerata la prima riunione del Rotary club.
“Ero sicuro che c’erano tanti altri giovani che venivano come me dalla provincia, dai paesi di campagna, per farsi strada a Chicago…Perché non provare a riunirli? Se anche gli altri cercavano un affiatamento di questo tipo, forse saremmo riusciti a creare un qualcosa di utile”.
A febbraio 1907, Harris venne eletto terzo Presidente del Rotary Club di Chicago che ricoprì fino all’autunno del 1908. Verso la fine della sua presidenza, Harris pensò di estendere la presenza del Rotary al di fuori di Chicago, ma all’inizio alcuni soci opposero resistenza all’idea per evitare ulteriori responsabilità finanziarie. Ma grazie alla persistenza di Harris entro il 1910 il Rotary si era diffuso in altre grandi città degli Stati Uniti.
Harris è morto il 27 gennaio 1947 a Chicago all’età di 78 anni dopo una lunga malattia.
Dopo la sua morte da tutto il mondo sono pervenuti al Rotary International molte donazioni a suo nome che continua ad evocare la passione e il suppoto dei Rotariani e degli amici del Rotary.
Sono giornate importanti per la comunità salesiana di Gela che questa settimana si prepara alla festa di San Giovanni Bosco. L’apertura delle iniziative è stata caratterizzata dalla presentazione della Strenna 2025 alla famiglia salesiana gelese da parte del direttore dell’oratorio don Antonio Lauretta, sul tema “Ancorati alla speranza, pellegrini con i giovani”.
Ieri grande giornata di divertimento ed entusiasmo in oratorio con la festa dei ragazzi, aperta da una speciale passeggiata per le vie del quartiere Villaggio Aldisio. Oggi è arrivato in città don Pascual Chavez Villanueva, rettor maggiore emerito e IX successore di don Bosco, che celebrerà il triduo a Don Bosco.
Tra gli appuntamenti più importanti, giovedì alle 20 la veglia di preghiera cittadina che si terrà presso la chiesa di San Sebastiano martire, mentre venerdì 31 giorno della Solennità di san Giovanni Bosco ci sarà alle 10 all’auditorium del Liceo delle scienze umane un incontro con i giovani delle scuole.
Alle 19 è invece prevista la solenne concelebrazione eucaristica che si terrà al PalaDonBosco, durante la quale ci sarà anche la promessa di Liria Ferraro come nuova salesiana cooperatrice.
Altro lavoro per il blogger e vignettista ragusano, Emilio Tringali. Dopo la pubblicazione di “Sbirromafia, la mafia delle mafie” e “Sbirromafia 2. Dall’Addaura alle Alpi. La sussidiarietà oltre il sistema Montante’”, esce “Sbirromafia dossier volume 1, il blitz di Villarosa”.
In quest’ultima fatica letteraria, Tringali affronta una vera e propria inchiesta giornalistica su quanto avvenuto il 3 dicembre del 2007 in provincia di Enna, con la morte del latitante gelese di “Cosa Nostra”, Daniele Emmanuello.
Sensibilizzare gli studenti al tema della memoria storica e stimolare una riflessione profonda sulla nostra società, attraverso una modalità coinvolgente e educativa.
Questo lo spirito che ha mosso l’attività “Sfilata: testimoni della Memoria”, organizzata dall’Istituto comprensivo “San Francesco Capuana” di Gela diretto da Maria Lina La China, in occasione della Giornata Internazionale di Commemorazione in Memoria delle Vittime dell’Olocausto.
Ogni classe è stata invitata a partecipare creando una rappresentazione simbolica dell’Olocausto tramite oggetti, abiti, disegni, citazioni, poesie, letture o canti, su una passerella predisposta. Una sfilata per turni, con ogni gruppo, ha raccontato poi un aspetto della Shoah.“Onorare le vittime della Shoah, sensibilizzare le nuove generazioni e incoraggiare un impegno contro l’odio, l’intolleranza e soprattutto contro la guerra sono gli obiettivi di questa giornata”, spiegano gli studenti coinvolto nel progetto.
“Questa giornata è importante per non dimenticare e per educare le nuove generazioni sui crimini della Shoah”, continuano.Il 27 gennaio 1945, lo ricordiamo, è la data di liberazione del campo di concentramento di Auschwitz, uno dei più noti e tragici luoghi dell’Olocausto. Questa giornata è stata istituita in Italia nel 2000 e ha lo scopo di mantenere viva la memoria storica degli eventi che hanno portato alla persecuzione, alla deportazione e allo sterminio di milioni di persone, in gran parte ebrei, ma anche rom, disabili, prigionieri di guerra, oppositori politici e altre minoranze.
Negli anni, il 27 gennaio è diventato anche un momento importante per ricordare l’importanza della pace, della giustizia e della solidarietà internazionale, con cerimonie e testimonianze educative.
Gli studenti, nel corso degli interventi, hanno compiuto un viaggio nella riflessione con performance simboliche e d’impatto tutte realizzate allo scopo di promuovere un messaggio di speranza e di impegno, ricordando l’importanza di mantenere viva la memoria, di combattere l’odio e di promuovere valori come la pace, la giustizia e il rispetto reciproco: dall’accensione della candela della memoria all’ascolto di musiche passando per la letture di alcune pagine del diario di Anna Frank, di versi della poesia “La farfalla” di Friedman e di passi del racconto su “ La bambina del treno” di Lorenza Farina; passando per la presentazione di alcuni personaggi cruenti della storia della storia dell’Olocausto.