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Nuovo sacerdote a Gela: Francesco Spinello viene ordinato il 26 marzo in chiesa Madre

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Continua seppur a piccoli passi, ad aumentare il clero. Sabato 26 marzo Gela potrà contare su un altro sacerdote. Francesco Spinello sarà ordinato ufficialmente dal vescovo Gisana alle 10.30 in chiesa Madre di Gela. Un sogno che si avvera per un giovane che ha conseguito il baccalaureato in Teologia presso la Facoltà Teologica di Sicilia in Palermo e attualmente sta frequentando i corsi per la licenza in Teologia Fondamentale presso la Pontificia Università Gregoriana di Roma.

Appartiene alla comunità parrocchiale di San Francesco d’Assisi, dove fin da bambino ha maturato la sua vocazione, sentendosi ‘provocato’ soprattutto in occasione delle giornate del Seminario attraverso le testimonianze vocazionali dei seminaristi e della domanda fatta da questi “chi di voi vuole diventare sacerdote?” C’è voluto un po’ di tempo per capirlo, per rendersi conto e accettarlo. Grazie all’aiuto dell’allora parroco di San Francesco don Giorgio Cilindrello, pian piano, “tutto quello che avevo nel cuore, – ci dice – è iniziato ad emergere, a vedere la luce, a vivere”.

Per questo, raccontando la sua vocazione, dice che il Signore lo ha chiamato nell’esperienza della vita ordinaria, “perché non tutti abbiamo la stessa ‘fortuna’ di Paolo che lo ha incontrato sulla via di Damasco”, e soprattutto dice che la sua vocazione che è un dono di Dio alla sua vita non contempla meriti speciali, ma risponde ad un disegno della Provvidenza che “da sempre mi accompagna e che da sempre è presente nella mente e nel cuore di Dio”. Prima di rispondere alla chiamata del Signore ha studiato presso la facoltà di Scienze della Formazione Primaria e lavorato come insegnante di recupero, esperienze che lo hanno fatto crescere e scoprire altre passioni come quella, per l’educazione e la formazione dei giovani, o l’amore per la letteratura.

Con il diaconato inizia realmente la tua donazione a Dio nel servizio alla Chiesa. Cosa provi alla vigilia dell’ordinazione?

Il mio cuore non ha potuto fare a meno di esprimere attraverso la gioia e soprattutto la preghiera quei sentimenti di gratitudine e di responsabilità che mi fanno dire attraverso un pensiero del cardinale Martini che “innamorarsi di Gesù” non può essere considerato “un sentimento passeggero” ma “significa chiedere a Dio che prenda possesso del nostro cuore e di tutta la nostra vita, con una forza tale che ci impedisca di separarci da Lui”.

Persone significative per la tua fede e la tua vocazione

Non posso non iniziare dalla mia famiglia, in particolare dalla mia nonna materna che oggi si compiace dal cielo. Ma punti di riferimento solidi sono state di certo le mie vicine di casa che fin da piccolo mi hanno accompagnato in chiesa e mi hanno educato alla preghiera e all’ascolto attento della Parola del Signore. Occupa poi un posto particolare nel mio cuore suor Santina Amico delle Figlie di Maria Ausiliatrice che, grazie alle attività oratoriali che proponeva nei locali dell’ex asilo mons. Antonino Catarella, mi ha fatto scoprire quel volto di Chiesa giovane e radiosa e mi ha sempre spronato a vivere una vita autentica e a non annacquare mai i talenti di cui il Signore ci ha fatto dono. Non posso non ringraziare il Signore per i parroci che in questo tempo si sono succeduti a San Francesco: don Vincenzo Iannì che mi ha battezzato, dalle sue mani ho ricevuto per la prima volta Gesù Eucarestia e sotto la sua guida attenta ho iniziato a svolgere le prime attività in parrocchia. Don Giorgio Cilindrello pastore buono e, accompagnatore amorevole durante il mio cammino di discernimento vocazionale. Don Pasqualino di Dio grande maestro e padre con il quale ho consolidato durante questi ultimi anni il rapporto di stima e di fiducia e con il quale in questi ultimi anni di formazione ho anche conosciuto e collaborato con i fedeli  della comunità di Sant’Agostino e i volontari della Piccola Casa della Misericordia. Ringrazio il Signore per aver posto sul mio cammino don Luca Crapanzano, al quale mi sento di appartenere con sentimenti di apertura e affetto filiale; dallo scorso mese di agosto egli ha infatti assunto la mia direzione spirituale, continuando così il percorso spirituale intrapreso già anni addietro con il carissimo don Angelo Passaro che insieme a don Benedetto Mallia mi hanno accompagnato in questo tempo divenendo punti di riferimento e testimoni credibili capaci di farmi crescere ancora di più nella relazione con il Signore a partire dalla logica della donazione totale. E, non per ultimo, tutti quei volti giovani che ho conosciuto, accompagnato e incoraggiato durante questi anni.

Gli anni di formazione in Seminario

Sono entrato in Seminario il 21 settembre del 2015 festa di San Matteo, mi accolse a Palermo l’allora rettore padre Vincenzo Cultraro, il vicerettore don Luca Crapanzano il padre spirituale don Angelo Passaro, l’economo don Benedetto Mallia e la comunità. Da subito ho instaurato con tutti rapporti fraterni e sinceri, distinguendomi a volte per la troppa vivacità! Diverse le esperienze vissute in questi anni: il pellegrinaggio a Lourdes come barelliere e l’esperienza presso il Cottolengo di Torino. Gli anni del seminario sono stati scanditi dalla preghiera, il discernimento, la vita comunitaria, lo studio presso la Pontificia Facoltà Teologica di Sicilia e le esperienze di studio della lingua inglese a Manchester accolto nella comunità dei Padri Oratoriani di San Filippo Neri. Durante questi anni, insieme alla comunità ho accettato le sfide e il cambiamento del rettore, del padre spirituale e la revisione del progetto formativo del seminario. Abbiamo, dopo una ristrutturazione intensa, anche inaugurato i locali storici del seminario di Piazza Armerina voluti fortemente dal nostro vescovo.

A quale ideale di Chiesa pensi di dover lavorare in collaborazione con gli altri confratelli e con i laici?

L’idea di Chiesa che sogno, è quella ampiamente presentata dal nostro vescovo Rosario, una Chiesa che si mette in ascolto dei bisogni e delle urgenze della sua gente, una Chiesa che attraverso l’operato dei suoi sacerdoti si riconosce “esperta di umanità”, una Chiesa che si riscopre “fragile” ma ancora punto di riferimento per un territorio che vive gravi situazioni di precarietà morale, economica e sociale. 

In genere, quando si pensa al prete si pensa sempre alle privazioni, la moglie gli affetti, la sessualità, per cui quasi c’è uno sguardo di compassione verso il prete.

Penso che, se presentassimo al mondo sacerdoti felici, consapevoli della loro scelta di vita, che vivono nella gioia l’essere sacerdoti, che testimoniano in maniera credibile il loro ministero, non potrebbe esserci spazio per la compassione.

Quali pensi debbano essere le virtù fondamentali per essere un buon diacono e poi un buon prete?

Un ministro ordinato deve essere “mediatore dell’amore di Dio e non intermediario, capace di stare vicino al suo popolo e a perdere se stesso per unire le parti”. Altre virtù fondamentali che ritengo fondamentali prima di tutto per me stesso sono: l’autenticità, l’umanità, la capacità di sperimentare la vita comune, di intessere relazioni personali e di accettare armonicamente la sfida del celibato.

C’è una immagine ideale di prete a cui vuoi ispirarti e perché? Come vedi il tuo futuro di presbitero della Chiesa?

Vorrei essere Sacerdote secondo il cuore di Dio! È Lui l’esempio più grande, la fonte alla quale tutti attingono. In verità non vedo ancora il mio futuro come presbitero della Chiesa, per adesso mi basta vivere questo “già e non ancora” pregando per Essa e sognando senza ambizioni particolari, ma seguendo i suggerimenti del Vescovo, di togliere alla mia Sposa già bella e radiosa una ruga per renderla ancora più avvenente e splendente. E questo attraverso la mia testimonianza, la collaborazione reciproca con i confratelli, l’obbedienza al Vescovo e attraverso il mio amore che si traduce in preghiera, fedeltà e servizio. Sono certo che in questo cammino ci sarà al mio fianco la Vergine Maria Immacolata Madre dei Sacerdoti e Modello di tutte le Vocazioni. da Settegiorni.net

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Medicina di genere: percorsi di transizione

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Caltanissetta- Ha riscosso molto successo l’evento dal titolo “Medicina di genere: percorsi di transizione”.  L’appuntamento di sabato 5 aprile 2025 ha richiamato l’attenzione di numerosi professionisti appartenenti non soltanto al campo medico, dato che il corso di formazione è stato organizzato grazie ad una collaborazione tra l’Ordine provinciale dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri, l’Ordine degli Psicologi della Regione Siciliana, l’Ordine delle Professioni Infermieristiche di Caltanissetta e l’Associazione Italiana Donne Medico.


La Presidente nazionale di quest’ultima associazione, non potendo presenziare all’evento, ha mandato i suoi saluti attraverso un video. Presente invece come una delle moderatrici Carmela Ricotta, rappresentante provinciale AIDM, la quale ha sottolineato l’importanza per la stessa associazione di discutere di queste tematiche e dunque di medicina di genere e della diffusione della giusta informazione in merito. Proprio per questo è stata accolta con entusiasmo l’occasione di partecipare attivamente all’evento “proprio per affrontare un argomento che pensiamo coinvolga tutta la società scientifica, tutti i professionisti dagli psicologi, ai medici di medicina generale, agli specialisti e pensiamo ancora di essere molto impreparati – ha concluso la moderatrice nonché nefrologa Ricotta – su questo argomento, pertanto lo scopo del convegno di oggi è proprio questo, cioè cercare di imparare tutti a gestire questo tipo di situazione quando ce la troveremo davanti”.


“Noi siamo dell’avviso che qualunque argomento sanitario debba avere ormai un approccio non soltanto multidisciplinare, quindi più specializzazioni all’interno della classe medica, ma multi-professionale- ha esclamato il Presidente dell’OMCeO nisseno Giovanni D’Ippolito- tant’è che oggi c’è il coinvolgimento in questo interessantissimo convegno, che si svolge qui nella sede del nostro Ordine, sia dell’Ordine degli Infermieri che dell’Ordine degli Psicologi, quindi con una approccio a 360° che mette sempre al centro il paziente”. 


La sinergia tra le parti viene considerata dunque una grande opportunità anche per l’Opi di Caltanissetta, cosi’ come ha spiegato la Presidente Maria La Greca: “Oggi l’Ordine ha accettato di buon grado l’invito dell’Ordine dei Medici perché credo che le collaborazioni facciano crescere insieme tutti i professionisti della salute, perché noi lavoriamo insieme, in sinergia, fianco a fianco, non siamo quindi professioni distanti ma viviamo giornalmente le problematiche dei pazienti e siamo qui ad affrontare tematiche molto importanti”.  E in merito alla formazione ha aggiunto: “Tutti i corsi di formazione servono a crescere e soprattutto a creare un dibattito costruttivo che possa portare alle migliorie della medicina in generale e soprattutto per un buon equilibrio non soltanto fisico ma anche mentale dell’individuo”.


Sono stati approfonditi diversi aspetti nel corso della mattinata che riguardavano la medicina di genere: dalla disforia alla varianza di genere, dall’identità e assistenza agli approcci infermieristici per una cura sensibile e inclusiva.
“La varianza di genere esprime la modalità con cui un individuo può esprimere la sua identità sessuale -ha precisato l’endocrinologo Mario Giuseppe Vetri- che può essere corrispondente a quello assegnato alla nascita e quindi avere una persona cisgender, può invece non diciamo essere coerente con il sesso assegnato alla nascita e abbiamo una persona transgender”. Per quanto riguarda dunque l’identità di genere il “modello binario ha lasciato il posto ad un modello rivoluzionario – ha aggiunto- dove sono presenti molte configurazioni”.


Ma si parla anche di variabilità dell’identità e di novità in termini di trattamenti farmaceutici. “Dal 2020 il trattamento per queste persone, per le persone transgender è un trattamento a carico del Sistema Sanitario Nazionale. Noi abbiamo costruito un’équipe multidisciplinare nell’ambito dell’ASP di Catania – precisa ancora il dott. Vetri- in accordo con l’Istituto Superiore di Sanità dove le persone possono accedere con ricetta del medico di famiglia per visita endocrinologica e diciamo, espletata tutta la fase di assessment, possono ricevere la prescrizione con piano terapeutico”.


Non sempre ci si trova di fronte ad una disforia di genere. “Oggi anche nelle definizioni mediche, diagnostiche il termine disforia di genere è stato allargato e sostituito dal termine incongruenza di genere, varianza di genere, per specificare che appunto l’essere non binari, con tutto quello che significa chiaramente perché è un mondo molto vario, non significa necessariamente avere un disturbo – ha sottolineato Vincenza Zarcone Presidente dell’Ordine Psicologi Regione Siciliana – non significa necessariamente soffrire di depressione, di attacchi di panico, quella purtroppo è una conseguenza che in molti casi sopraggiunge per le difficoltà che queste persone si trovano a incontrare nel nostro contesto sociale”.


Cruciale diventa anche l’aspetto preventivo, “come psicologi -ha aggiunto la Presidente degli Psicologi Zarcone- ci concentriamo molto anche sulla prevenzione, quindi sull’aiutare le persone, le famiglie ad evitare che si innestino e si inneschino situazioni che poi possono portare al disagio psichico”.
Altra moderatrice dell’incontro è stata Mirella Milioto, componente nazionale del Centro Studi e Ricerca FNOMCeO “Promozione all’educazione Terapeutica e alla medicina di Genere”. Si tratta di una commissione “che si occupa di creare informazione e formazione secondo quanto prescritto della legge Lorenzin del 2018 che poi è diventata attuativa nel 2019 – ha spiegato la pediatra dermatologo Milioto- e quindi siamo tante rappresentanti e tanti rappresentanti a livello di tutte le regioni che dobbiamo fare formazione attraverso questi incontri, però poi dobbiamo passare all’atto pratico, dopo gli incontri dobbiamo ovviamente creare delle apposite istituzioni all’interno delle aziende sanitarie con degli ambulatori dedicati diciamo a tutti i generi, quindi non soltanto al genere maschile e femminile ma anche altri generi”.

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Studenti del Nautico “Majorana” alla Challenge velica a Palermo vincono il “Trofeo dell’Amicizia”

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Quattro studenti del Nautico “Majorana” hanno conquistato il primo posto al Trofeo dell’Amicizia. Una vittoria che è una soddisfazione doppia. Il successo per questi ragazzi arriva in condizioni difficili se non addirittura proibitive perchè Gela non ha il porto agibile e gli studenti non hanno potuto svolgere i dovuti allenamenti per partecipare nelle stesse condizioni altri studenti dei Nautici siciliani alla Challenge Velica. Una grande festa dal tema “Una vela senza esclusi svoltasi dal 4 al 6 Aprile nel Golfo di Palermo.


L’Istituto Ettore Majorana è stato presente con una delegazione di 4 studenti velisti dell’Indirizzo Nautico, sia Coperta che Macchine. Tre giornate di regate sulle boe a bordo delle coloratissime Hansa 303 e delle Azzurra 600, che hanno visto protagonisti gli equipaggi formati da studenti anche diversamente abili degli Istituti Nautici provenienti da tutta Italia.L’edizione 2025 si è avvalsa della collaborazione nazionale recentemente siglata tra la Lega Navale Italiana e la Rete Nazionale dei Nautici d’Italia e la F.I.V. Due giornate sono state dedicate alle regate sulle boe con equipaggi composti esclusivamente dagli studenti degli Istituti Nautici “Mario Paglietti” di Porto Torres, “Vendramin Correr” di Venezia, “Enrico Fermi” di Bagnara Calabra, “San Giorgio” di Genova, “Alessandro Rizza” di Siracusa, “Ettore Majorana” di Gela, “Duca degli Abruzzi” di Catania, “Gioeni Trabia” di Palermo e “Leonardo da Vinci” di Milazzo. Accanto alle regate, la manifestazione ha offerto un ricco programma di attività a terra, aperte ai cittadini, alle scuole e alle associazioni interessate a scoprire il mondo della vela inclusiva. Durante le tre giornate è stato possibile partecipare a laboratori tematici e lezioni di vela aperte al pubblico.
Ma l’emozione più forte per i ragazzi del Nautico è stata vincere il Trofeo dell’ Amicizia, classificandosi al 1° posto.
La squadra era composta dagli alunni del Nautico: Alberto Cirignotta, Matteo Cauchi, Francesco Albo e Lorenzo Mezzasalma. Gli studenti sono stati guidati dal loro insegnante, Prof. Enzo Insalaco, che li ha preparati con dedizione ed entusiasmo alla gara.


Soddisfatta la Dirigente dott. Linda Bentivegna che ha partecipato all’ evento assistendo per l’intera giornata alla manifestazione da una imbarcazione isola. “Il mondo della vela arricchisce la formazione dei nostri studenti e contribuisce a dare voce a una visione del mare come spazio di incontro e di crescita condivisa.Uno spazio dove nessuno resta indietro, dove ognuno può sentirsi parte di un equipaggio, di una rotta, di un progetto che ha nel vento della solidarietà la sua direzione”- ha dichiarato la dirigente del Majorana

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“PretenDiamo Legalità”, vincono due scuole di Niscemi

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Si è conclusa l’ottava edizione del progetto/concorso “PretenDiamo Legalità” della Polizia, per l’anno scolastico 2024/2025, e sono state due le scuole vincitrici in ambito provinciale.

Tra i numerosi e significativi elaborati pervenuti in Questura, per la scuola primaria, ha vinto l’Istituto Comprensivo “Francesco Salerno” di Niscemi, plesso San Giuseppe, con gli alunni della 5^ D, che hanno eseguito un elaborato di testo dal titolo “Lo stemma della Polizia”; per la scuola secondaria di primo grado, ha vinto un altro Istituto niscemese, il Comprensivo “G. Verga”, con l’alunna Emma Di Gregorio della 1^ D, che ha composto una poesia dal titolo “La Polizia”.

Il concorso, promosso in collaborazione con il Ministero dell’Istruzione e del Merito, è rivolto agli alunni e studenti della scuola primaria e secondaria.

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Direttore Responsabile: Giuseppe D'Onchia
Testata giornalistica: G. R. EXPRESS - Tribunale di Gela n° 188 / 2018 R.G.V.G.
Publiedit di Mangione & C. Sas - P.iva: 01492930852
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