“Un primo spiraglio c’è ma bisogna individuare e condividere soluzioni che assicurino stabilità ai lavoratori di Riva e Mariani”. Il segretario provinciale dell’Ugl chimici Eugenio Cavallaro non si lascia andare a conclusioni definitive quanto all’esito dell’incontro tenutosi proprio rispetto alla vertenza Riva e Mariani. L’azienda Termisol, che ha ottenuto il contratto, a oggi, ha assunto due ex Riva e Mariani, a tempo indeterminato, e potrebbe aggiungerne altri due, a tempo determinato.
“Il fatto che i trasferimenti dei diciassette dipendenti siano stati congelati dall’azienda – aggiunge il sindacalista Ugl – è un passo che va seguito da altri passi. Tutti dobbiamo agire e decidere, tenendo in considerazione assoluta la salvaguardia dei lavoratori”. Per ora, sono state aperte soluzioni per vagliare l’ipotesi di un subappalto in favore di Riva e Mariani, così da impegnare i dipendenti. Si è in attesa di capire se la strada sia praticabile. Ci sono poi opzioni che conducono al pensionamento dei dipendenti che abbiano maturato i requisiti. I lavoratori Riva e Mariani, in questi giorni, hanno tenuto un sit in, dichiarando lo stato di agitazione, per ora sospeso, all’indomani della riunione alla quale hanno partecipato le aziende e i referenti di Sicindustria Caltanissetta. Per l’Ugl chimici, c’erano il segretario Cavallaro e la Rsu Salvatore La Rosa, che hanno insistito sulla sospensione dei trasferimenti.
I dottori Gaetano Alberghina, Cesare Francesco Cannemi, Antonio Carvello, Antonia Elia Dell’Aira, Michele Geraci, Antonino Aldo Lo Piparo, Benedetto Sergio Lombardo, Gennaro Rosario Longo, Calogero Mazzara, Salvatore Narese, Silvio Maria Perricone, Rocco Antonio Salerno, Francesco Tommasi e Biagio Roberto Torregrossa sono i professionisti che hanno raggiunto il traguardo dei 50 anni di laurea. Per loro l’OMCeO provinciale di Caltanissetta ha previsto una targa e una medaglia, un’onorificenza rivolta a chi ha svolto per mezzo secolo “il difficilissimo lavoro del medico, con impegno, dedizione, serietà, passione, coraggio ed umanità”, così come ha precisato nel suo discorso il Presidente dell’Ordine Provinciale Giovanni D’Ippolito. La consegna di questi riconoscimenti è avvenuta venerdì pomeriggio 11 aprile 2025 in presenza di familiari, amici e soprattutto dei nuovi colleghi e nuove colleghe, che nella stessa giornata hanno effettuato il Giuramento di Ippocrate.
“Siate consci che questa professione, bellissima e per niente facile, se vissuta con le regole e dunque eticamente esercitata, si sviluppa giorno dopo giorno, con lo studio continuo e con l’esercizio dell’umiltà – ha ribadito il Presidente D’Ippolito rivolgendosi ai nuovi medici e odontoiatri- ovvero abbiate la consapevolezza socratica “di sapere di non sapere”, che è lo stimolo per essere al passo con l’evoluzione della medicina. Soprattutto considerate che voi siete quelli che ci dovranno curare, mai perdendo di vista il valore della persona e l’umanità in ogni vostro atto. Sappiate tuttavia che la riconoscenza e la gratificazione di quanti si rivolgeranno a voi, ripagheranno tutte le fatiche e le inevitabili amarezze. Un buon medico è colui che sa ascoltare prima l’uomo e poi il paziente, è colui che è capace di stabilire con il proprio paziente un legame basato sulla fiducia e sull’alleanza, un legame insomma basato sulla relazione. La relazione di cura è un momento di contatto, di unione con il paziente. Momento che si nutre non dell’autorità del medico ma dell’autorevolezza. E l’autorevolezza ci viene riconosciuta, non è dovuta ma si alimenta con la relazione stessa”.
Parole dirette quelle pronunciate dal Presidente D’Ippolito per infondere coraggio ed entusiasmo ai giovani medici e odontoiatri, ma anche per ricordare le responsabilità che derivano da tale ruolo, i punti saldi della professione, esplicitati all’interno del Codice Deontologico consegnato insieme al giuramento, per ribadire quali sono le difficoltà affrontate dai professionisti e soprattutto professioniste nella realtà che ci circonda, come il tema della sicurezza dei medici spesso aggrediti non solo verbalmente ma anche fisicamente mentre svolgono il proprio lavoro e ancora dall’impatto dell’utilizzo dell’intelligenza artificiale, alle sfide che affronta e dovrà ancora affrontare il Sistema Sanitario Nazionale.
La cerimonia, che anche quest’anno ha affiancato la celebrazione di un inizio con il riconoscimento di anni di esperienza, rappresenta una sorta di passaggio di consegne tra le “vecchie” e le nuove generazioni di professionisti. “Ai giovani è inutile raccomandare le norme che sono già insite nello spirito che li accomuna, che ci accomuna- ha sottolineato il dottore Cesare Francesco Cannemi- ma qualche piccolo suggerimento io lo vorrei dare, innanzitutto lo stile di vita, quello deve essere importante. Dobbiamo avere più rispetto di noi stessi, perché noi medici abbiamo, come dire, una certa propensione a trascurarci e questo deve essere un principio che deve uniformare sempre la nostra vita, aprire alla mentalità di dovere avere più rispetto per noi stessi. Questo è un significativo suggerimento che io voglio dare ai giovani medici, si va bene certo la missione è quella di protendere per la salute del prossimo, ma anche la nostra salute è importante. Non voglio aggiungere altro- ha concluso – la prevenzione soprattutto”. Un concetto che ha ribadito anche il dottor Gennaro Rosario Longo: “a volte capita che ci trascuriamo per dedicarci completamente ai nostri pazienti con senso di liberalità, di abnegazione -ha affermato per poi aggiungere – il maggiore riconoscimento effettivamente è quello di constatare che il paziente, il soggetto che si affida alle nostre cure grazie a noi appunto sta meglio e questa è la migliore gratificazione che si possa avere”. In merito all’onoreficienza ricevuta ha dichiarato: “Questo riconoscimento in occasione della celebrazione del 50° anno di laurea mi fa prendere coscienza che effettivamente sono passati tanti anni, anche se forse non me ne sono bene accorto- ha commentato così il dottore Longo- di quanto sia stata una carriera piena di soddisfazioni ma anche di piccole sorprese”.
Gli occhi lucidi e pieni di orgoglio dei cari presenti nella sala conferenze dell’OMCeO provinciale sono stati la conferma della grande commozione condivisa durante questo momento di festa. “L’emozione è tanta, tanta perché è frutto di sacrifici di un lungo percorso e anche perché carico di responsabilità nel fare un mestiere comunque importante, la responsabilità appunto della salute del prossimo e dei pazienti”, ha esclamato il giovane medico Marco Antonino Averna. Di responsabilità ha parlato anche un’altra giovane professionista Giovanna Giannone che ha raccontato delle sue impressioni subito dopo la laurea, “l’emozione è stata forte e realizzare di avere la responsabilità di aiutare il prossimo, perché i sei anni di studio effettivamente non mi avevano proiettata, com’è successo poi nella realtà lavorativa, nel mondo del lavoro e non avevo effettivamente realizzato quello che era il lavoro che avrei dovuto appunto svolgere e quindi l’emozione era proprio quella di mettermi in qualcosa di nuovo”.
La cerimonia si è svolta al termine dell’Assemblea Ordinaria per l’approvazione del conto consuntivo 2024 e bilancio preventivo del 2025, nel corso dell’evento sono stati anche ricordati i medici che hanno perso la vita nell’ultimo anno, a loro è stato dedicato un lungo applauso e un minuto di silenzio.
Un messaggio whatsapp che ci giunge da un amico o da un nostro parente: “Vota la figlia della mia amica”. Attenzione è phishing!
Negli ultimi giorni il messaggio ha imperversato su whatsapp: è una truffa, e chi ci casca si fa sottrarre dallo smartphone i dati della rubrica.L’avvertimento giunge direttamente dalla Polizia.
ll messaggio ci arriva da un contatto che abbiamo sulla rubrica del cellulare, sembra innocuo: una giovanissima ballerina che potrebbe accedere a una borsa di studio se ottenesse abbastanza voti. “E’ la figlia di una mia amica”, è il messaggio che arriva su whatsapp. Non c’è richiesta di denaro, sembra una gentilezza da nulla.Chi clicca sul link deve loggarsi, poi riceve un sms con un numero da copiare in una casella. A quel punto è fatta: i truffatori si sono appropriati del nostro account whatsapp. In pochi istanti lo stesso link viene inviato a tutti i contatti della rubrica del nostro cellulare e così via.Sta succedendo anche nel Nisseno.Si tratta di un metodo usato dai cyber-criminali per impadronirsi dell’account whatsapp, sfruttare il servizio di messaggistica istantanea per compiere ulteriori frodi utilizzando il numero di telefono della vittima, e per avere accesso ai contatti salvati nella rubrica. Nel caso di messaggi sospetti, tra le raccomandazioni che giungono dalla Polizia, c’è quella di non cliccare mai sui link che ci vengono inviati e di contattare telefonicamente il mittente per accertarsi che sia stato veramente lui ad inviarceli.
Salvatore Porsio, coordinatore PeR (Progressisti e Rinnovatori) Caltanissetta e vice segretario provinciale e Francesca Porsio segretaria cittadina e provinciale dei giovani PeR hanno richiesto ed ottenuto la revoca dell’ obbligo di tamponi Covid per accedere ad alcuni reparti dell’ospedale Sant Elia.
Nel merito una circolare interna, riferita a norma covid decaduta, obbligava i familiari dei ricoverati ad effettuare tampone Covid ogni 48 ore con costi a carico dei cittadini (solitamente 15 euro a persona). “Si è evidenziato- dice Porsio- che la decadenza delle norme anti covid ha posto la parola fine ad un drammatico periodo storico. PeR, Progressisti e Rinnovatori, ritiene giusto che gli ammalati siano tutelati ancor più se in condizioni di gravità, ma ciò deve avvenire nei giusti modi, nel rispetto delle norme vigenti e senza alcuna particolare distinzione per il covid. Perché il covid è un infezione virulenta e pericolosa come potrebbe esserlo qualsiasi altra infezione potenzialmente letale. Un tampone ogni 48 ore per ogni familiare, per una degenza del proprio caro che può perdurare anche per periodi lunghi, ovviamente rappresentava un costo non indifferente sulle tasche dei familiari e in famiglie con difficoltà economiche ha rappresentato la possibile esclusione di parte dei familiari. Con rispetto per l’impegno, la passione e la professionalità del personale medico e paramedico,si è però inoltre evidenziato che erano difficilmente comprensibili le motivazioni che obbligavano i familiari dei pazienti e non il predetto personale, così come anche dichiarato da parte di personale in servizio nonostante anch’essi entrano ed escono dal reparto dopo aver vissuto a contatto col mondo esterno). Anche perché per diversi familiari tale condizione creava una ovvia e ingiusta disparità”.
“Con spirito di vera tutela della salute e dei cittadini si è quindi chiesto all’ASP, alla direzione del presidio ospedaliero S. Elia e ai primari delle U.O. di annullare l’obbligo di tampone antigenico e in alternativa di valutare diverse precauzioni quando realmente necessarie che possano anche prevedere la fornitura di eventuali idonei presidi medici ai visitatori”- concludono gli esponenti di PeR.