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Terza manovra. In pensione a 70 anni

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Roma – La legge Fornero continua a produrre effetti . Il governo Meloni ha bloccato i pensionamenti anticipati con vincoli, tetti e uscite allungate.

 L’ultima doppia novità in materia di pensioni riguarda i dipendenti pubblici. Dal prossimo anno si alza a 67 anni il limite ordinamentale per l’età di vecchiaia per i settori che lo prevedevano a 65 anni. E si può arrivare fino a 70 anni se serve all’amministrazione e con l’accordo drl dipendente per la staffetta generazionale o esigenze organizzative. Esclusi magistrati, avvocati e procuratori dello Stato. Ma non militari.

Ecco quali sono le novità per il 2025 introdotte in legge di bilancio.I canali ordinari: vecchiaia e anticipataSono quelli di sempre, in vigore dal 2012. Si va in pensione di vecchiaia a 67 anni con almeno 20 anni di contributi versati. E in pensione anticipata con 42 anni e 10 mesi di contributi (uno in meno per le donne), a prescindere dall’età anagrafica.

La Quota 103 e’ confermata ancora per dodici mesi, con i vincoli del 2024: permette l’uscita a 62 anni con 41 di contributi, ma con il ricalcolo contributivo dell’intero assegno. Mantenuto il tetto all’assegno, pari a quattro volte il minimo (2.466 euro) fino al compimento dei 67 anni, requisito ordinario della vecchiaia. Poi l’importo torna pieno.

Due le finestre di uscita: per i dipendenti pubblici 9 mesi, per i dipendenti privati 7 mesi. Il governo stima 6 mila uscite con questo canale nel 2025.

Bonus Maroni

Chi ha i requisiti per Quota 103 e decide di restare al lavoro può usufruire del Bonus Maroni che permette di trattenere in busta paga, anziché versarla a Inps, la sua parte di contributi previdenziali. La retribuzione si alza del 9,19% al mese per i privati e dell’8,80% per i pubblici, per un periodo fino a cinque anni (dai 62 ai 67 anni di età).

Due le novità del 2025: il bonus è esentasse e vale anche per chi ha i requisiti per l’anticipata a 42 anni e 10 mesi a prescindere dall’età (un anno in meno per le donne) e decide di restare. Il governo stima 7 mila beneficiari del bonus Maroni nel 2025.

Opzione donna

Prorogata ancora per un anno, anche nel 2025, con le restrizioni ormai note. Servono 61 anni e 35 di contributi da avere al 31 dicembre 2024. Sconti solo per mamme con un figlio (60 anni) e con due o più figli (59). L’assegno è (da sempre) tutto ricalcolato con il metodo contributivo. Rimangono limate le categorie di donne che possono richiedere l’Opzione: caregiver, invalide almeno al 74%, licenziate da aziende con tavoli di crisi aperti al Mimit. Il governo stima 2.600 uscite con questo canale nel 2025.

Ape sociale

Non si tratta di pensione, ma di “assegno ponte” assistenziale che traghetta alcune categorie di lavoratori più fragili – disoccupati, caregiver, invalidi, precoci – verso la pensione di vecchiaia a 67 anni. L’Ape sociale viene prorogata di un altro anno. Si può prendere a 63 anni e 5 mesi con 30, 32 o 36 di contributi, a seconda dei casi. L’importo massimo resta a 1.500 euro lordi mensili.

Cumulabile con redditi da lavoro subordinato fino a 5 mila euro lordi annui. Le finestre rimangono tre (marzo, luglio, novembre). Il governo stima 18 mila uscite con questo canale per il 2025.

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Il 25 aprile a Gela

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Il Comune di Gela ha celebrato la Libertà, la Democrazia, il coraggio di donne e uomini che hanno lottato per consegnarci un’Italia libera dall’oppressione e dalla dittatura con un raduno di associazioni e rappresentanze istituzionali per la classica deposizione della corona d’alloro al monumento dei caduti .

Gela ha ricordato ed onorato la memoria di caduti della Resistenza e di tutti coloro che, con il sacrificio e l’impegno civile, hanno reso possibile la nascita della nostra Repubblica.

” L’Amministrazione Comunale – ha sottolineato il sindaco Di Stefano- ribadisce con forza il valore dell’antifascismo e della partecipazione democratica come fondamenti imprescindibili della nostra comunità.

Il 25 Aprile non sia solo una data da ricordare, ma un impegno da rinnovare ogni giorno, per costruire una città più giusta, libera e solidale”.

Peccato che questa testimonianza è stato ascoltato da uno sparuto numero di cittadini adulti! Messaggi di questo tipo dovrebbero essere destinati alle giovani generazioni.

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25 aprile, Festa della Liberazione

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Il 25 aprile in Italia si celebra la festa della Liberazione dal nazifascismo. L’occupazione tedesca e fascista in Italia non terminò in un solo giorno, ma il 25 aprile è considerato una data simbolo perché nel 1945 coincise con l’inizio della ritirata da parte dei soldati della Germania nazista e di quelli fascisti della Repubblica di Salò dalle città di Torino e di Milano, dopo che la popolazione si era ribellata e i partigiani avevano organizzato un piano coordinato per riprendere il controllo delle città.

La decisione di scegliere il 25 aprile come “festa della Liberazione” (o come “anniversario della Liberazione d’Italia”) fu presa il 22 aprile del 1946, quando il governo italiano provvisorio – il primo guidato da Alcide De Gasperi e l’ultimo del Regno d’Italia – stabilì con un decreto che il 25 aprile dovesse essere “festa nazionale”.
La data fu fissata in modo definitivo con la legge n. 269 del maggio 1949, presentata da De Gasperi in Senato nel settembre 1948. Da allora, il 25 aprile è un giorno festivo, come le domeniche, il primo maggio, il giorno di Natale e la festa della Repubblica, che ricorre il 2 giugno. La guerra in Italia non finì il 25 aprile 1945, comunque: continuò ancora per qualche giorno, fino agli inizi di maggio.

Durante la seconda guerra mondiale furono molti i volontari, uomini e donne, che rischiarono tutto per sconfiggere il nazifascismo. Il secondo conflitto mondiale ha infatti due facce. La prima è quella rappresentata dalle schiere degli eserciti regolari, di cui sono noti i nomi dei generali e dei capi di stato, dei luoghi delle battaglie decisive. La seconda è invece la guerra clandestina dei popoli vinti, combattuta nell’ombra dalle formazioni partigiane. La Resistenza in Europa assume caratteristiche che variano da paese a paese, ma il fine è ovunque identico: la liberazione del territorio nazionale, da cui dipende l’avvenire di tutti

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Interruzione della condotta Ancipa – Blufi

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Caltanissetta- Il fornitore di sovrambito Siciliacque ha comunicato nella tarda serata di ieri che, a causa di un guasto riscontrato lungo la condotta Ancipa – Blufi, ha dovuto interrompere la fornitura destinata ai comuni di Caltanissetta, San Cataldo e Serradifalco.

Caltaqua – Acque di Caltanissetta SpA, gestore del servizio idrico integrato per il territorio della provincia di Caltanissetta, ha consequenzialmente rimodulato la programmata distribuzione come di seguito indicato in dettaglio:

Caltanissetta: restando operativa solo la fornitura dall’acquedotto Madonie per circa 75 l/s, non sarà possibile garantire l’erogazione H24 ad eccezione delle utenze Ospedale e Carcere che saranno regolarmente servite. Distribuzione garantita altresì nel centro storico Sant’Anna e Centro Balate.

San Cataldo: distribuzione sospesa.

Serradifalco: distribuzione sospesa

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Direttore Responsabile: Giuseppe D'Onchia
Testata giornalistica: G. R. EXPRESS - Tribunale di Gela n° 188 / 2018 R.G.V.G.
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