Notte di fuoco quella scorsa per la terapia intensiva di Gela che ha dovuto gestire un arresto cardiaco di un paziente positivo proveniente da Niscemi ed un altro decesso. In più c’è il pienone del reparto con otto posti letto di cui sette pazienti di Gela; per non parlare dei ricoveri ordinari che non bastano mai in quanto le richieste provengono dal territorio. In realtà da mesi i pazienti di Caltanissetta confluiscono a Gela nonostante la dotazione di personale della terapia intensiva dell’ospedale Vittorio Emanuele sia di tre rianimatori più il primario ( la pianta organica ne prevede 12) mentre all’ospedale Sant’Elia la dotazione organica conta 14 rianimatori ed un primario con una pianta organica di previsione di 28 posti letto. Eppure la terapia intensiva arriva resta solo a Gela con le ambulanze sfrecciano per la città continuamente.
Ha creato un pandemonio l’accusa della Cgil sulla chiusura dalla Terapia intensiva covid di Caltanissetta cui il Manager ha risposto dicendo che a Caltanissetta non ci sono pazienti covid. Certo, vengono ricoverati a Gela..! Insomma un altro mistero come lo sono le dichiarazioni dell’assessore alla salute Razza che sostiene che le rianimazioni non sono piene. Lo stesso mistero che la Cgil vorrebbe chiarire.
Il segretario generale della Cgil Rosanna Moncada ed il segretario della Cgil FP Angelo Polizzi nel prendere atto delle dichiarazioni del Direttore Generale Caltagirone manifestano piena disponibilità ad un incontro o meglio all’apertura di un tavolo di confronto con tutte le parti sociali coinvolte. “Non vogliamo alimentare una infruttuosa diatriba – dicono la Moncada e Polizzi – ma ciò che abbiamo affermato viene confermato dai fatti e da tempo lo abbiamo dichiarato nelle innumerevoli richieste di incontro. Ciononostante, tra le tante cose dette e accuse mosse, ci preoccupano le parole del DG in merito alla mancata apertura del reparto di terapia intensiva Covid per assenza di pazienti, ma sicuramente non saremo noi ad augurarci il contrario, secondo questa logica se per un periodo non ci dovessero essere infarti: cosa si fa si chiude emodinamica e gli operatori si mandano a fare altro? Noi non crediamo che sia questo il modo di affrontare la questione. Di certo il DG potrà chiarire le logiche che sovrintendono alla gestione su un servizio in questa fase di fondamentale importanza per la salute della nostra Provincia”.
Dal Vangelo (Gv 15,1-8): In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Io sono la vite vera e il Padre mio è l’agricoltore. Ogni tralcio che in me non porta frutto, lo taglia, e ogni tralcio che porta frutto, lo pota perché porti più frutto. Voi siete già puri, a causa della parola che vi ho annunciato. Rimanete in me e io in voi. Come il tralcio non può portare frutto da se stesso se non rimane nella vite, così neanche voi se non rimanete in me.
Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me, e io in lui, porta molto frutto, perché senza di me non potete far nulla. Chi non rimane in me viene gettato via come il tralcio e secca; poi lo raccolgono, lo gettano nel fuoco e lo bruciano. Se rimanete in me e le mie parole rimangono in voi, chiedete quello che volete e vi sarà fatto. In questo è glorificato il Padre mio: che portiate molto frutto e diventiate miei discepoli».
«Ogni tralcio che in me non porta frutto, lo taglia,e ogni tralcio che porta frutto, lo pota perché porti più frutto».
Si potrebbe dire che questo agricoltore taglia sempre, a prescindere dal fatto che la vite porti o non porti frutto! Dal punto di vista esteriore è così.
Cambia tutto, invece, se si considerano le conseguenze del taglio: c’è un taglio che porta alla morte del ramo e un taglio che porta a un frutto più abbondante.
La vita è fatta inesorabilmente di “tagli”, in cui perdiamo a volte ciò che abbiamo di più caro: dai familiari agli amici, dalla salute al lavoro… Ma nel vangelo di oggi Gesù ci vuole aiutare a capire che ci dovremmo preoccupare non tanto del rischio che arrivino dei “tagli” – anche perché non possiamo fare nulla per evitarli! – ma della nostra capacità di mettere in campo la fede quando i tagli arrivano. Ciò che fa la differenza è la nostra FEDE IN GESù!
Se, infatti, abbiamo fede e rimaniamo uniti a Gesù, come il tralcio alla vite, ogni taglio diviene una “potatura” che porterà frutti di amore, letizia e pace. Chi si fida di Gesù sa bene che «tutto concorre al bene, per quelli che amano Dio» (Rm 8,28) e che “non perdiamo ciò che amiamo in Colui che non si può perdere”, come insegnava sant’Agostino.
È la logica della Pasqua, per cui ciò che sembra una perdita diviene un guadagno e ciò che sembra una disgrazia diviene una grazia più grande. Tutti i “santi”, cioè gli amici di Gesù, hanno vissuto in questa logica.
Ciò che conta, ciò che è davvero “vitale”, è mantenersi ancorati a Cristo e la via migliore per farlo è la santissima Eucaristia, ricevuta tanto più spesso possiamo. Gesù, infatti, ha detto: «Colui che mangia me vivrà per me» (Gv 6,57)
Palermo – Anche questa settimana i dati sono confortanti. Sono scesi del 21,47% i nuovi positivi al Covid-19, rispetto a sette giorni fa, con un’incidenza di 6 casi ogni 100.000 abitanti.
Palermo è la provincia che ha fatto segnare il numero maggiore, 100, quasi un terzo del totale regionale, seguita da Siracusa e Caltanissetta. Tutti i dati di quest’ultima rilevazione sono contenuti nel nuovo bollettino settimanale redatto dal Dasoe, il dipartimento Attività sanitarie e osservatorio epidemiologico dell’assessorato regionale della Salute.
Palermo – Prosegue la discesa delle infezioni da Covid-19 in Sicilia. Nella settimana dal 26 giugno al 2 luglio il sistema sanitario regionale ha registrato 358 nuovi casi di positività al virus, con un lieve decremento rispetto ai sette giorni precedenti (-3,76%). L’incidenza media nella regione si attesta a 7 casi su 100.000 abitanti. Tutti i dati di quest’ultima rilevazione sono contenuti nel nuovo bollettino settimanale redatto dal Dasoe, il dipartimento Attività sanitarie e osservatorio epidemiologico dell’assessorato regionale della Salute.