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Giudiziaria

Tar sul concorso per forestali: accolto il ricorso del figlio dell’ex dirigente

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Palermo – Il Tar Palermo si è pronunciato sulla querelle relativa al concorso per forestali, annullando i provvedimenti regionali che avevano invalido gli esiti del concorso. Come si ricorderà, infatti, circa un anno fa fece molto scalpore la diffusione della graduatoria dei soggetti che, tra i circa ventimila partecipanti, avevano superato la scritta del concorso per n. 46 agenti del corpo forestale siciliano.

Ciò per una ragione: il concorrente che si è collocato al primo posto della classifica, A. M. S., è figlio dell’ex Dirigente Generale del Comando del Corpo Forestale. Tuttavia, con riguardo al concorso in questione, l’ex dirigente regionale non era intervenuto nei lavori concorsuali avendo potuto nominare il presidente di una Commissione che, nei fatti, non aveva preparato le domande della prova o corretto le risposte fornite dai candidati.

Le operazioni inerenti alla prova scritta del concorso in commento erano, infatti, state affidate ad un soggetto terzo, la “Formez PA”.Pur tuttavia, a seguito della diffusione della graduatoria e delle polemiche inevitabilmente sorte, il Presidente della Regione nominava un collegio ispettivo al fine di verificare la regolarità del concorso.

Sulla base dei risultati della citata ispezione, la Regione annullava in autotutela gli atti del concorso, ritenendo violate le disposizioni sul conflitto di interessi, senza però contestare alcunché in ordine alla correttezza della procedura concorsuale.Ed allora, A.M.S., con il patrocinio degli Avvocati Girolamo Rubino, Giuseppe Impiduglia e Giuseppe Gatto, presentava ricorso davanti al Tar Palermo, evidenziando l’illegittimità dell’annullamento in autotutela adottato dall’Assessorato delle Autonomie Locali e della Funzione Pubblica. In particolare, gli Avvocati Rubino, Impiduglia e Gatto evidenziavano che non poteva sussistere alcuna situazione di conflitto, in quanto, all’epoca della nomina del presidente della Commissione, il Dirigente nominante non era a conoscenza della candidatura del figlio e che in ogni caso era impossibile per la Commissione incidere sui risultati della prova, avendo, l’Amministrazione, incaricato un soggetto terzo per l’organizzazione di ogni attività inerente alla prova scritta.

Si costituiva l’Assessorato regionale, sostenendo l’infondatezza del ricorso.Il Tar Palermo, sez. V, condividendo le tesi degli Avvocati Rubino Impiduglia e Gatto, con sentenza pronunciata in esito all’udienza del 04.12.2024, ha accolto il ricorso del sig. A.M.S. annullando il provvedimento a mezzo del quale la Regione aveva invalidato l’intera procedura concorsuale.Più in particolare, il Giudice Amministrativo ha sancito che “l’asserito vizio di nomina del Presidente della Commissione non avrebbe potuto in alcun modo comportare alcuna interferenza sull’espletamento dei lavori concorsuali, visto che la prova scritta si è svolta, come previsto dal bando (art. 3 e 6), su domande a risposta multipla predisposte da un soggetto terzo (Formez PA), estratte a sorte e con procedura completamente automatizzata”. In ragione di questa pronuncia, la graduatoria dei soggetti idonei alla prova scritta del concorso per forestali risulta valida ed efficace.

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Giudiziaria

Tre arresti della Polizia per condanne definitive

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Tre provvedimenti emessi dalla magistratura, sono stati eseguiti a Gela e a Caltanissetta dalla Polizia.

A Gela un quarantaquatrenne è stato arrestato dovendo espiare la pena definitiva a 8 mesi per tentato furto; un ottantenne, condannato per omicidio stradale, deve scontare la pena di un anno e 6 mesi di reclusione. Nel Capoluogo, un giovane di 30 anni, è stato tratto in arresto dovendo espiare la pena definitiva a 2 anni per il reato di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti. Quest’ultimo è stato condotto al carcere di Caltanissetta; gli altri due, ammessi al beneficio delle misure alternative, sconteranno la pena in regime di detenzione domiciliare.

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Giudiziaria

Condanne definitive, due arresti

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La Polizia di Gela ha dato esecuzione a due provvedimenti emessi dall’Autorità giudiziaria nei confronti di altrettante persone condannate all’espiazione di pene definitive.

Un settantenne e è stato arrestato dovendo espiare la pena definitiva a 2 anni e 12 giorni di reclusione per i reati di atti sessuali e violenza sessuale con minorenne, commessi nel 2022; un sessantenne è stato, invece, arrestato dovendo espiare la pena della reclusione a un anno e 4 mesi per aver percepito indebitamente il reddito di cittadinanza, reato commesso tra il 2019 e 2020. Dopo gli adempimenti di rito entrambi gli arrestati sono stati condotti, il primo in carcere e il secondo nel proprio domicilio, ammesso al beneficio della misura alternativa della detenzione domiciliare.

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Giudiziaria

Condanne definitive, 9 arresti della Polizia

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La Polizia, a Gela, Caltanissetta e a Niscemi, ha dato esecuzione a nove provvedimenti emessi dall’Autorità giudiziaria nei confronti di altrettante persone condannate all’espiazione di pene definitive in carcere. Nel capoluogo, una 70enne, è stata tratta in arresto dovendo espiare la pena definitiva a 3 anni, 4 mesi e 5 giorni per il reato di sequestro di persona e abbandono di minori. A Gela un 20enne è stato arrestato dovendo espiare la pena definitiva a 3 anni, 4 mesi e 17 giorni per tentata rapina aggravata; analogamente un 25enne di Niscemi, condannato per rapina e detenzione di armi.

Gli altri arrestati devono scontare pene definitive per essere stati condannati, a vario titolo, per violazioni di leggi urbanistiche, lesioni aggravate, indebita percezione di denaro e violazione degli obblighi di assistenza familiare.

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