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Giudiziaria

TAR bacchetta l’Amministrazione demaniale di Agrigento: illegittimo arresto della sdemanializzazione dopo decenni

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 S.D.,  nel 1997 ha presentato la richiesta di sdemanializzazione di un’area demaniale marittima in località Marinella del Comune di Porto Empedocle, con concessione demaniale marittima.

La pratica di sdemanializzazione si è protratta per diversi anni, nel corso dei quali, S.D. ha evaso le richieste dall’Amministrazione demaniale compreso il pagamento del canone concessorio annuale.

Nel mese di aprile 2021, l’Amministrazione demaniale oggi denominata  Struttura Territoriale dell’Ambiente (S.T.A.) di Agrigento e Caltanissetta, al fine di completare il procedimento di sdemanializzazione, aveva chiesto alla richiedente il pagamento di una somma quale integrazione dei canoni dovuti per l’utilizzo dell’area demaniale in questione.

S.D. ha pagato quanto richiesto per il prosieguo della pratica di sdemanializzazione ed ha richiesto di concludere il procedimento con l’emissione del decreto di sdemanializzazione.

A distanza di oltre un anno dal sollecito della Ditta richiedente, con nota del giugno 2022, l’Amministrazione demaniale ha comunicato alla sig.ra S.D. che la pratica non poteva essere conclusa poiché dalla disamina del fascicolo sarebbe emersa l’assenza della “Conferma interesse”  sul Portale del Demanio marittimo della Regione Sicilia entro il 30 giugno 2021, così come previsto dall’art. 3, comma 2 della L.R. /20.

Secondo la nota dell’Amministrazione regionale, dunque, in mancanza di tale adempimento entro il termine previsto dalla legge regionale, avrebbe dovuto presentare sul citato Portale del Demanio marittimo istanza di rilascio di nuovo titolo concessorio e ricominciare da zero il procedimento amministrativo che si protraeva già da oltre venti anni.

La sig.ra S.D., con il patrocinio degli Avv.ti Girolamo Rubino e Vincenzo Airo’, ha proposto ricorso innanzi al TAR Palermo per chiedere l’annullamento della nota dell’Amministrazione che, di fatto, vanificava oltre venti anni di attività procedimentale per un’asserita irregolarità formale.

In particolare, gli Avv.ti Rubino e Airo’, a sostegno delle proprie censure hanno dedotto, tra l’altro, che i termini previsti dal predetto art. 3 comma 3 della L.R. 32/2020 devono ritenersi  ordinatori e non perentori e non prevedono alcuna ipotesi di decadenza qualora sia palese la permanenza dell’interesse in capo alla Ditta istante.

Il TAR Palermo, in esito alla domanda cautelare, in accoglimento delle tesi degli Avv.ti Rubino e Airo’, ha ritenuto che “il provvedimento … non sembra congruamente motivato con riguardo alla qualificazione di perentorietà del termine dell’art. 3, comma 2, della L.R. n. 32 del 2020 che non trova supporto nel dato normativo testuale (la norma de qua non commina alcuna decadenza di diritti o facoltà del privato; non è contenuta l’espressione “entro e non oltre”)” …

ritenuto, altresì, anche sotto il profilo della delibazione del periculum, che l’impugnato atto imprime all’iter volto alla sdemanializzazione un arresto procedimentale non positivo in ragione della paventata e gravosa necessità di un riavvio ab initio, nonostante la sua pendenza ultradecennale”.

Con la predetta pronuncia il TAR Palermo ha, dunque, imposto l’obbligo a carico della Struttura Territoriale dell’Ambiente di Agrigento e Caltanissetta  di riesame dell’atto impugnato alla luce dei sopraindicati profili entro il termine di 90 giorni.

Per effetto dell’ordinanza del TAR Palermo il procedimento amministrativo di sdemanializzazione dovrà essere concluso dopo oltre venti anni di attesa.

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Giudiziaria

Tre arresti della Polizia per condanne definitive

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Tre provvedimenti emessi dalla magistratura, sono stati eseguiti a Gela e a Caltanissetta dalla Polizia.

A Gela un quarantaquatrenne è stato arrestato dovendo espiare la pena definitiva a 8 mesi per tentato furto; un ottantenne, condannato per omicidio stradale, deve scontare la pena di un anno e 6 mesi di reclusione. Nel Capoluogo, un giovane di 30 anni, è stato tratto in arresto dovendo espiare la pena definitiva a 2 anni per il reato di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti. Quest’ultimo è stato condotto al carcere di Caltanissetta; gli altri due, ammessi al beneficio delle misure alternative, sconteranno la pena in regime di detenzione domiciliare.

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Giudiziaria

Condanne definitive, due arresti

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La Polizia di Gela ha dato esecuzione a due provvedimenti emessi dall’Autorità giudiziaria nei confronti di altrettante persone condannate all’espiazione di pene definitive.

Un settantenne e è stato arrestato dovendo espiare la pena definitiva a 2 anni e 12 giorni di reclusione per i reati di atti sessuali e violenza sessuale con minorenne, commessi nel 2022; un sessantenne è stato, invece, arrestato dovendo espiare la pena della reclusione a un anno e 4 mesi per aver percepito indebitamente il reddito di cittadinanza, reato commesso tra il 2019 e 2020. Dopo gli adempimenti di rito entrambi gli arrestati sono stati condotti, il primo in carcere e il secondo nel proprio domicilio, ammesso al beneficio della misura alternativa della detenzione domiciliare.

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Giudiziaria

Condanne definitive, 9 arresti della Polizia

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La Polizia, a Gela, Caltanissetta e a Niscemi, ha dato esecuzione a nove provvedimenti emessi dall’Autorità giudiziaria nei confronti di altrettante persone condannate all’espiazione di pene definitive in carcere. Nel capoluogo, una 70enne, è stata tratta in arresto dovendo espiare la pena definitiva a 3 anni, 4 mesi e 5 giorni per il reato di sequestro di persona e abbandono di minori. A Gela un 20enne è stato arrestato dovendo espiare la pena definitiva a 3 anni, 4 mesi e 17 giorni per tentata rapina aggravata; analogamente un 25enne di Niscemi, condannato per rapina e detenzione di armi.

Gli altri arrestati devono scontare pene definitive per essere stati condannati, a vario titolo, per violazioni di leggi urbanistiche, lesioni aggravate, indebita percezione di denaro e violazione degli obblighi di assistenza familiare.

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