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Cucina

Sulla sabbia di Gela…

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“Sulla sabbia di Gela colore della paglia mi stendevo fanciullo in riva al mare, antico di Grecia con molti sogni, nei pugni, stretti nel petto.”

Inizia così la Poesia (con la P maiuscola) di Salvatore Quasimodo, poeta siciliano, Nobel per la letteratura nel lontano 1959, uno dei più grandi esponenti dell’ermetismo italiano.

Ed a questa meravigliosa poesia è ispirato, molto più modestamente, il mio piatto preferito intitolato appunto “Sulla sabbia di Gela”. Vi descrivo il piatto, si tratta di un risotto allo zafferano, con i frutti di mare. Anche io, nel mio piccolo, sono un ermetico della cucina, nel senso che mi piace attribuire significati “complessi” a cose che per un profano della cucina significato non hanno.

Mi spiego meglio. Anche un semplice risotto può assumere molteplici significati, in base a chi lo cucina, a come lo cucina, dove, quando e (persino) perché. Io adesso vi mostro i miei significati…

Promozione del territorio…

Uno Chef che si rispetti parte sempre da lì, dalla difesa del proprio territorio, delle proprie eccellenze. Ebbene, il protagonista del piatto è lo Zafferano, questa spezia miracolosa che trasforma in “oro” il risotto, proprio come il colore dorato della nostra sabbia. Vi do una notizia-bomba: questo “oro rosso”, come viene chiamato solitamente il pregiato Zafferano, lo produciamo a Gela! E lo produce una mia carissima amica, Martina Bella. Possa il Signore benedire le sue mani e il suo lavoro.

Ricordi dell’infanzia…

Chi di voi, da fanciullo, non affondava le mani sotto la sabbia in riva al mare nella speranza di catturare qualche tellina da portare in dono alla mamma o alla nonna? E poi, se la pesca non era banale, non ci scappava uno spaghetto con le gustose telline? Ecco, io nel mio risotto ho usato questo “ingrediente”, un ricordo dell’infanzia.

Il Golfo di Gela…

Quanta grazia sulla nostra costa, sulla nostra spiaggia, nel nostro mare. E proprio in questo mare ho scelto il miglior pesce, i migliori frutti di mare, per fare un omaggio alla mia città e ai suoi (superstiti) pescatori. Triglie, seppie, telline, muggine (o cefalo che dir si voglia, di cui utilizzo la preziosa bottarga), e tutto quello che il nostro mare offre, di mese in mese. Perché il pescato non è sempre uguale, come avviene ad esempio per gli ortaggi, esiste una stagione anche per ogni singolo prodotto del mare.

Stagionalità…

Voi in foto vedete solo una versione, una delle tante, o meglio la versione “giovanile” del mio piatto, quella in cui passavo il mio tempo a cucinare e a fotografare piatti. Oggi, dopo anni e anni di sperimentazione, preferisco la versione “stagionale”, più matura, vale a dire quel risotto che mostra il meglio che il mare offre in quel preciso momento, rispettando appunto la stagionalità del pescato.

Effetti speciali…

Un impiattamento che si rispetti deve seguire delle regole, bisogna “giocare” con i colori, con i sapori, con le forme, con le consistenze, con le simmetrie e con le asimmetrie. Quando si riesce a trovare una sorta di equilibrio in questo “caos”, ecco che l’impiattamento funziona! Io li chiamo, per l’appunto, “effetti speciali”.

Potrei tediarvi con altri mille significati, ma per il momento va bene così.

Oggi è il primo giorno del nuovo anno, ed è il momento dei buoni propositi. Dopo un dimenticabilissimo 2020, l’augurio che vi faccio è quello, quest’estate, di andare a mare e godervelo come mai prima d’ora, sulla nostra splendida sabbia dorata, con i nostri familiari e i nostri amici accanto. Il luogo che ogni gelese preferisce, il luogo dove si respira la libertà che profuma d’aria salmastra.

Chef Totò Catania Appeteating

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Lo chef Totò Catania propone: Pancia di maiale cotta a bassa temperatura

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Pancia di maiale cotta a bassa temperatura, crema di ceci e finocchi brasati”. Vi do un assaggio del nuovo menù invernale che troverete nel mio ristorante. La ricetta è un po’ elaborata ma il risultato è al top. Per prima cosa dovremo occuparci della carne: useremo della pancia di maiale disossata e privata delle cartilagini, se vi piace potete tenere anche la cotenna. Massaggiate la carne con del sale, dello zucchero di canna, dell’olio evo, del pepe nero, del coriandolo e delle erbe aromatiche: rosmarino, salvia, timo e alloro.

Mettete la carne sottovuoto e lasciatela marinare per mezza giornata, poi passate alla cottura al roner per 24 ore ad una temperatura preimpostata sugli 80 gradi. Sì, ci vuole un giorno di cottura paziente ma il risultato sarà insuperabile.

Mettete in cottura dei ceci precedentemente ammollati per una notte. Quando saranno morbidi aggiungete un soffritto di cipolla e semi di finocchio in olio evo e frullate il tutto, aggiustate di sale e pepe. La consistenza deve essere cremosa, non troppo spessa e non troppo liquida. A parte tagliate dei finocchi a grossi spicchi e rosolateli in padella a fuoco vivace, appositamente conditi con sale e pepe.

Devono rimanere un po’ croccanti. Adesso manca l’ultimo passaggio della carne. Tirate fuori dalla busta del sottovuoto la pancia di maiale e porzionatela. Massaggiate ogni pezzo di carne con della salsa teryiaki e passate la carne in forno a dorare leggermente. Non ci resta che assemblare: crema di ceci sul fondo, pancia arrostita e finocchio brasato. I sapori si abbinano alla perfezione. Per crederci dovete venire a provarlo oppure dovrete replicarlo a casa. Chef Totò Catania

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Cotechino e lenticchie dell’altro mondo

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Dato che la fusione tra tradizione e innovazione è un po’ il marchio di fabbrica della casa, finiremo il vecchio anno con la tradizione del cotechino e lenticchie e inizieremo l’anno nuovo con un pizzico di innovazione nella ricetta del legume più gettonato di capodanno. Per cominciare, ammolliamo un paio d’ore le lenticchie, male non gli farà. Con un abbondante trito di sedano, carota, cipolla e due spicchi di aglio avviamo dolcemente il soffritto.

Quando iniziamo a vedere una leggerissima doratura della verdure aggiungiamo una bella cucchiaiata generosa di curry e lasciamo tostare le spezie per qualche istante. Aggiungiamo le lenticchie e ricopriamole con del latte di cocco. Portiamo a bollore e aggiungiamo subito del cavolfiore tagliato in piccolissime cime. Aggiustate di sale, di pepe nero e di peperoncino secondo i vostri gusti. Per portare le lenticchie alla giusta cottura avrete predisposto un bella pentola con del brodo vegetale fatto come Dio comanda, ci tornerà utile.

Quando le lenticchie saranno morbide, aggiungete gli spinaci freschi, giusto gli ultimi due minuti. Per un risultato più cremoso potete frullare una parte delle lenticchie lasciando le altre integre. Servite la vostra zuppa di lenticchie dal sapore esotico assieme all’immancabile cotechino. Buon anno! Che il 2025 vi possa riservare la gioia della convivialità che è il sapore più sublime che esiste.

Chef Totò Catania

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Il miglior piatto per la vigilia di Natale

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Baccalà cotto a bassa temperatura, insalata liquida di scarola, saor di cipolla rossa al cardamomo e pinoli. Per la cena della vigilia di Natale, la tradizione vuole “magro”. Allora vi sfodero uno dei miei cavalli di battaglia, un piatto che è la rivisitazione in chiave moderna di una pietanza povera gelese: il merluzzo in brodo con la cicoria. Questo piatto è stato inserito nella cena a 6 mani che abbiamo celebrato a inizio mese col nome “Miseria e nobiltà” ed è andato pubblicato su importanti guide gastronomiche regionali. Insomma, per la cena della vigilia caliamo il carico di briscola.Partiamo da un bel filetto di baccalà già accuratamente spugnato. Lo spelliamo con una pinzetta, rimuoviamo tutte le lische e lo porzioniamo ricavando dei bei filetti. Condiamo leggermente con del sale, del pepe, del timo limone e dell’olio evo e lo mettiamo sottovuoto. Lo cuociamo nel forno a vapore, o se preferite nel roner, impostando la temperatura a 54 gradi per circa 40 minuti. Nel frattempo in una pentola con l’acqua bollente tuffate per due minuti le foglie della scarola precedentemente lavate con cura. Contate due minuti dalla ripresa del bollore e a questo punto tuffate le foglie di scarola in acqua e ghiaccio, questa operazione preserverà un bel colore verde brillante. Scolate la scarola e frullate con dell’olio all’aglio, una punta di peperoncino regolando di sale. Dovrete passare il tutto in un colino a maglia fine così da separare il liquido di scarola dalla parte più fibrosa. In una padella scaldate l’olio evo e fate tostare per qualche istante del cardamomo in polvere. Aggiungete della cipolla rossa affettata e lasciate appena soffriggere, dunque aggiungete dello zucchero di canna, dell’aceto, del sale e lasciate stufare. Negli ultimi minuti di cottura aggiungete dell’uvetta ammollata nel marsala, la cipolla dovrà risultare fondente con un bel colore viola vivace. In un padellino a parte tostate dei pinoli. È arrivato il momento di impiattare. Scegliete un piatto fondo sul quale verserete l’insalata liquida di scarola, adagiate il baccalà e sormontate col saor di cipolla rossa. Infine mettete i pinoli, un giro di olio evo e qualche germoglio e petali di fiori eduli a completare l’opera. La dolcezza e l’acidità della cipolla verranno bilanciate dal leggero retrogusto amarognolo della scarola ed esalteranno la carnosità di un baccalà che si scioglierà in bocca, i pinoli tostati aggiungono una nota croccante e il profumo agrumato del cardamomo sarà il tocco finale. Buon Natale dal vostro Chef e da Appeteating.

Chef Totò Catania

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Direttore Responsabile: Giuseppe D'Onchia
Testata giornalistica: G. R. EXPRESS - Tribunale di Gela n° 188 / 2018 R.G.V.G.
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