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Cronaca

Sulla “mala movida” disposti controlli dal Prefetto a Gela,Niscemi e Sommatino

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Nello scorso week-end, in attuazione della direttiva d Ministro dell’Interno del 17 aprile 2024, riguardante la movida urbana e l’abusivismo connesso al circuito del divertimento il Prefetto di Caltanissetta, nel corso di una riunione tecnica di coordinamento delle forze di polizia tenutasi lo scorso 19 giugno, al fine di assicurare che il cosiddetto circuito legale del divertimento si svolga senza abusi e compromissioni dei diritti dei cittadini, ha condiviso con i vertici delle Forze di Polizia importanti indicazioni tese a elevare la cornice di sicurezza della attività di intrattenimento.


Con successiva ordinanza emessa dal Questore, è stata così programmata un’attività di controllo interforze, svoltasi nel week-end appena trascorso nei comuni di Gela, Niscemi e Sommatino con l’impiego di circa 50 uomini delle forze dell’ordine.


In particolare, sono stati effettuati servizi a carattere straordinario, volti al controllo e alla sicurezza delle aree urbane ove maggiormente si concentrano attività di intrattenimento al fine di rafforzare e promuovere un circuito del divertimento e contrastare forme di illegalità diffusa che possano influire negativamente sulla percezione di sicurezza da parte dei cittadini: spaccio e assunzione di sostanze stupefacenti, eccesso di consumo di alcool, atti vandalici, danneggiamenti, offese al decoro, risse. Particolare attenzione è stata rivolta anche al fenomeno dell’abusivismo commerciale.


L’importante operazione di controllo svolta da Polizia di Stato, Arma dei Carabinieri, Guardia di Finanza, con la collaborazione dei comandi di polizia Locale dei Comuni interessati ha permesso di identificare 303 soggetti, 40 dei quali con precedenti di polizia e controllare 112 veicoli.


Nel corso delle verifiche, sono state inoltre contestate 16 infrazioni al codice della strada e controllate 26 attività commerciali.
Le attività volte al controllo della “mala movida” continueranno per tutta la stagione stiva e interesseranno anche gli altri comuni della provincia

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Cronaca

Sparatoria dopo rissa in discoteca, gelese in manette

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Un gelese di 27 anni, è stato arrestato dai Carabinieri del Reparto Territoriale, in esecuzione di ordinanza di custodia cautelare in carcere: il ragazzo è ritenuto responsabile di porto e detenzione di arma clandestina e ricettazione. La misura, emessa dal Tribunale di Gela su richiesta della locale Procura della Repubblica, trae origine dalle investigazioni avviate dai Carabinieri a seguito di una sparatoria avvenuta a Gela la scorsa estate. In particolare, la notte del 28 luglio scorso, i militari dell’Arma erano intervenuti nei pressi di un’area di servizio, dove un 33enne era stato raggiunto da diversi colpi d’arma da fuoco rimanendo ferito agli arti inferiori.

I carabinieri, giunti sul posto, rivenivano nelle vicinanze del luogo dell’evento una pistola calibro 22 con matricola abrasa, utilizzata per la sparatoria.Le successive indagini hanno consentito di accertare che il ferimento a colpi d’arma da fuoco sia scaturito da una precedente rissa, avvenuta poco prima all’interno di una discoteca cittadina, che avrebbe visto coinvolti sia l’odierno arrestato che la vittima.Sulla base degli elementi acquisiti nel corso delle investigazioni, a carico dell’indagato sono stati raccolti gravi indizi di colpevolezza, in relazione ai quali l’Autorità Giudiziaria ha emesso il provvedimento restrittivo eseguito dai militari. Al termine delle formalità di rito, l’arrestato è stato associato presso la Casa Circondariale di Gela, a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.

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Maxi blitz contro il narcotraffico, affari con la Stidda gelese

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Avevano un forte legame con la Stidda gelese, con cui facevano affari, le 45 persone indagate nell’ambito di una maxi operazione contro il traffico internazionale di droga, operata dalla Polizia sotto il coordinamento della Direzione Distrettuale Antimafia della Procura di Brescia. Trenta gli arrestati reclusi in carcere, dodici ai domiciliari e tre destinatari di misure restrittive alternative.

L’inchiesta ha portato anche all’esecuzione di numerose perquisizioni su vasta scala. Gli inquirenti hanno scoperto un sistema strutturato per l’importazione di droga dal Sudamerica, dal Marocco e dall’Olanda. Le sostanze venivano poi distribuite dalla provincia di Brescia su tutto il territorio nazionale. Individuato a Cussago, in provincia di Brescia, un laboratorio per lo stoccaggio della cocaina. Oltre alla Stidda gelese, i narcotrafficanti avevano rapporti con le famiglie mafiose palermitane di Santa Maria di Gesù, Porta Nuova e Partinico-San Giuseppe Jato, il clan di Villaseta nell’agrigentino, quelle napoletane, i Contini dell’Arenaccia e gli Orlando-Polverino-Nuvoletta di Marano di Napoli e le famiglie Nirta e Strangio di San Luca, in Calabria.

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