Produrre energia “pulita” senza alcun consumo di risorse e a costo zero, sostituendo le tradizionali valvole di regolazione dell’acqua con mini impianti idroelettrici.
In una fase storica in cui il prezzo dell’energia è schizzato alle stelle, il nodo idraulico di San Giovannello (impianto che distribuisce l’acqua nelle città di Trapani ed Erice) è un esempio concreto di tecnologia in grado di “traghettare” il servizio idrico verso la transizione ecologica. Un modello virtuoso ed economicamente sostenibile che secondo Siciliacque, gestore del servizio idrico di sovrambito sul territorio regionale, può essere replicato in altri acquedotti.
È quanto emerso durante il seminario “Gestione integrata dell’energia e dell’acqua: l’esempio del nodo di San Giovannello”, organizzato dall’Ordine degli ingegneri della provincia di Palermo e Trapani assieme a Siciliacque, Wecons, Università di Palermo e Associazione idrotecnica italiana (Aii). Al seminario, che si è svolto nell’aula magna del polo didattico di Trapani, sono intervenuti tra gli altri i professori Rosario Mazzola, Giuseppe Provenzano e Tullio Tucciarelli (Unipa), gli ingegneri Damiano Galbo (Hydro Engineering), Gabriele Morreale (Wecons coop) e Maurizio Sorce (Siciliacque), oltre ai vertici di Siciliacque Stefano Albani (amministratore delegato) e Giuseppe Alesso (direttore generale).
L’integrazione idraulico-energetica viene, in particolare, messa in atto da Siciliacque attraverso un’innovativa turbina denominata Power recovery system (Prs). Questa turbina ha la doppia funzione di regolazione idraulica e di produzione idroelettrica: in sostanza, produce energia sfruttando la pressione in eccesso dell’acqua. A brevettarla e a realizzarla è stata la società cooperativa Wecons, spin off dell’Università di Palermo, in project financing con Siciliacque.
“La Prs, ideata e sviluppata all’interno del dipartimento di Ingegneria dell’Università di Palermo, produce nel nodo di San Giovannello 333 Mwh all’anno di energia elettrica, che viene immessa direttamente nella rete di E-distribuzione (società del gruppo Enel). L’impianto ha una potenza massima di 70 Kw e funziona in modo automatico e telecontrollato, ottimizzando la potenza prodotta nel rispetto dei vincoli idraulici imposti dal gestore”, ha spiegato il professore Tullio Tucciarelli, ordinario d’Ingegneria idraulica all’Università di Palermo.
La produzione di energia da fonti rinnovabili ha una ricaduta direttamente in bolletta. “Se per portare l’acqua nei serbatoi comunali Siciliacque consuma meno energia, i gestori d’ambito la potranno acquistare ad un prezzo minore e gli utenti finali avranno una bolletta idrica meno onerosa. Motivo per cui crediamo che questa turbina possa rendere la gestione del servizio idrico più sostenibile, sia da un punto di vista economico che ambientale. Tra l’altro può essere installata in tutti i tipi d’impianti in quanto non necessita di nuovi edifici: bastano infatti quelli già esistenti”, ha sottolineato Maurizio Sorce, responsabile ufficio Programmazione investimenti, innovazione e sistemi informativi di Siciliacque.
“Il progetto di San Giovannello con l’installazione della turbina brevettata da Wecons – ha concluso Stefano Albani, amministratore delegato di Siciliacque – si inserisce perfettamente nella strategia della nostra azienda per tre ordini di motivo. Il rapporto con il territorio ed in particolare con l’Università, istituzione deputata a formare la futura classe dirigente e manageriale. La sostenibilità ambientale trattandosi di produzione da energie rinnovabili tema particolarmente all’ordine del giorno anche in considerazione della situazione geopolitica attuale. L’innovazione tecnologica nella considerazione che il settore dei servizi idrici sta ‘spingendo’ molto su questo tema come fattore abilitante per un sempre più efficiente servizio agli utenti”.