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Giudiziaria

Senza nome non c’è offesa: assolta una giovane social

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Il post di internet non indicava un nome preciso quindi l’estensore non può essere condannato.

Sentenza di assoluzione è stata emessa dalla dott.ssa Nicastro del Tribunale di Gela in favore di una giovane donna niscemese accusata a seguito di querela della persona offesa, di avere perpetrato una diffamazione sul canale Facebooj. La vicenda fa riferimento ad un paio di anni fa quando la ragazza ha scritto un post in un blog a cui potevano accedere 11.000 persone nel quale raccontava vicende personali in campo lavorativo. Entrava nei particolari riferendo danneggiamenti subiti da lei e dalla sua famiglia indicando in forma generica persone con le quali aveva avuto rapporti di lavoro che hanno portato al licenziamento che, a suo parere , potevano essere gli autori del danneggiamento. La titolare di una attività commerciale, riconoscendosi in quella descrizione presentò querela di diffamazione a mezzo internet ritenendo che la sua attività commerciale veniva lesa nell’immagine pubblica. A seguito di giudizio abbreviato scelto dalla difesa rappresentata dall’avv. Salvo Macrì e dopo la costituzione in giudizio della commerciante tramite l’avv. Arcerito, ieri è stata pronunciata la sentenza. Il Pubblico Ministero aveva chiesto la condanna della giovane, gravata da una esosa somma di denaro. Il difensore Macrì con un’arringa di 40 minuti, a emesso sentenza di assoluzione perché il fatto non sussiste. Ha dato ragione alla difesa che non ha misconosciuto il post ma quello che manca è l’elemento di identificazione della parte offesa, mancando il nome e i riferimenti precisi fa mancare la possibilità alla platea di internet di individuare la persona che invece si è riconosciuta. Il difensore ha citato sentenza della V sezione della Suprema corte che richiamando precedenti in materia civilistica confermano che la indeterminatezza della persona offesa fa venire meno gli elementi minimi del reato.

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Giudiziaria

Tar: le farmacie possono erogare prestazioni del Ssn solo nei locali istituzionali

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Palermo – Nel 2024 Federbiologi e diverse strutture sanitarie specialistiche hanno impugnato gli atti dell’Assessorato Regionale della Salute con cui era stata prevista, tra l’altro, la possibilità delle farmacie di somministrare – anche fuori dai locali della farmacia stessa –  i “test autodiagnostici” (ovvero i test gestibili direttamente dai pazienti) nonché di erogare altri servizi sanitari (telemedicina, holter cardiaco, elettrocardiogramma, spirometria, indagini strumentali ecc.). 

Nell’ambito dei giudizi, è intervenuto, chiedendo l’accoglimento del ricorso, l’Ordine dei Biologi della Sicilia, difeso dall’avv. Girolamo Rubino che, nell’interesse dell’Ordine dei Biologi della Sicilia, ha rilevato come i provvedimenti fossero illegittimi, visto che nessuna norma consente ai farmacisti di erogare prestazioni sanitarie a carico del SSN nell’ambito di locali siti in ambienti esterni e totalmente separati da quelli in cui risulta ubicata la sede farmaceutica.

Con sentenze del 22.04.2025, condividendo le argomentazioni difensive degli avv.ti Girolamo Rubino e Giuseppe Impiduglia e degli avv.ti Paolo e Nunziatina Starvaggi, difensori dei ricorrenti, il TAR Palermo ha accolto parzialmente il ricorso, rilevando che  la possibilità di erogare prestazioni a carico del Servizio Nazionale Sanitario in “locali esterni” rispetto alla sede della farmacia debba considerarsi esclusa, perché in contrasto con la normativa vigente, ai sensi della quale le prestazioni devono essere erogate “presso le farmacie”. 

Il TAR ha, inoltre, rilevato – per quanto d’interesse dell’ordine dei biologi –  che ciò che si può effettuare nella farmacia è essenzialmente un test di autocontrollo, “cosa ben diversa dalle analisi di laboratorio, le visite, le diagnosi e le prescrizioni mediche che, invece, possono esser fatte solo in una struttura medica autorizzata e accreditata”. 

Per effetto delle sentenze, le farmacie non potranno erogare prestazioni sanitarie a carico del SSN in locali esterni distaccati dalla farmacia.

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Giudiziaria

Tre arresti della Polizia per condanne definitive

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Tre provvedimenti emessi dalla magistratura, sono stati eseguiti a Gela e a Caltanissetta dalla Polizia.

A Gela un quarantaquatrenne è stato arrestato dovendo espiare la pena definitiva a 8 mesi per tentato furto; un ottantenne, condannato per omicidio stradale, deve scontare la pena di un anno e 6 mesi di reclusione. Nel Capoluogo, un giovane di 30 anni, è stato tratto in arresto dovendo espiare la pena definitiva a 2 anni per il reato di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti. Quest’ultimo è stato condotto al carcere di Caltanissetta; gli altri due, ammessi al beneficio delle misure alternative, sconteranno la pena in regime di detenzione domiciliare.

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Giudiziaria

Condanne definitive, due arresti

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La Polizia di Gela ha dato esecuzione a due provvedimenti emessi dall’Autorità giudiziaria nei confronti di altrettante persone condannate all’espiazione di pene definitive.

Un settantenne e è stato arrestato dovendo espiare la pena definitiva a 2 anni e 12 giorni di reclusione per i reati di atti sessuali e violenza sessuale con minorenne, commessi nel 2022; un sessantenne è stato, invece, arrestato dovendo espiare la pena della reclusione a un anno e 4 mesi per aver percepito indebitamente il reddito di cittadinanza, reato commesso tra il 2019 e 2020. Dopo gli adempimenti di rito entrambi gli arrestati sono stati condotti, il primo in carcere e il secondo nel proprio domicilio, ammesso al beneficio della misura alternativa della detenzione domiciliare.

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