Seguici su:

Attualità

Segreto istruttorio e diritto di cronaca

Pubblicato

il

CANICATTI – Si può fare bene il Magistrato come il Giornalista e come ogni altra cosa coniugando assieme alla passione anche i sentimenti di Fede e Misericordia. E quanto è emerso dal corso di formazione per Giornalisti svolto a Canicattì ed organizzato dallassociazione Amici del Giudice Rosario Angelo Livatino in collaborazione con Ucsi, Ordine dei Giornalisti nazionale e regionale di Sicilia. Liniziativa rientrava nel più vasto programma della Settimana della Legalità Giudici Livatino – Saetta organizzata dallassociazione presieduta da Giuseppe Palilla, compagno di liceo di Livatino, con la collaborazione della Pastorale Giovanile di Canicattì, la comunità parrocchiale San Francesco e lIstituto comprensivo Giovanni Verga. Di profonda attualità il tema scelto: Segreto istruttorio e Diritto di cronaca. Due facce della stessa medaglia alla luce degli insegnamenti del magistrato Rosario Livatino. Relatori il magistrato Gloria Andreoli, Sostituto Procuratore della Repubblica ad Agrigento; don Giuseppe Livatino, già postulatore diocesano della Causa Livatino; Salvatore Di Salvo, segretario nazionale Ucsi e tesoriere dellOrdine dei Giornalisti di Sicilia. Prima del corso di formazione, il segretario nazionale dellUcsi Salvatore Di Salvo e Tesoriere dellOrdine dei Giornalisti di Sicilia, accompagnato dal sindaco di Canicatti Vincenzo Corbo, del presidente ’dell associazione Amici del Giudice Rosario Angelo Livatino Onlus” Giuseppe Palilla e del delegato dellassociazione Amici del Giudice Rosario Angelo LivatinoEnzo Gallo ha deposto a nome dei giornalisti siciliani e giornalisti cattolici un mazzo di fiori sulla tomba del Beato Livatino, tumulato nella cappella di famiglia nel cimitero di Canicattì. Il corso, che si è tenuto nella sala conferenze del complesso monumentale ex Badia, è stato aperto con i saluti del sindaco di Canicattì Vincenzo Corbo e del presidente Giuseppe Palilla. Poi gli interventi dei relatori che non hanno tradito le aspettative. Don Giuseppe Livatino ha tratteggiato il percorso professionale di Livatino che da magistrato prima e giudice poi ha sempre coniugato il diritto con la fede e la misericordia avendo ben chiaro che la sua era una missione e non una professione. Il Sostituto Andreoli ha sottolineato invece come il ruolo del magistrato va esercitato nel nome del popolo italiano e che segreto istruttorio e diritto di cronaca sono due aspetti importanti della nostra democrazia e che bisogna rispettare leggi e Costituzione. Se ai magistrati tocca il delicato compito di valutare e giudicare il rispetto delle leggi al giornalista compete il ruolo di raccontare la realtà per dar modo al cittadino di valutare le norme decise dal legislatore che altro non è il gruppo di parlamentari che decidono sulla redazione delle norme. In parole povere la legge va conosciuta ed osservata. Laltro intervento tecnico di Salvatore Di Salvo per i Giornalisti ha ribadito la centralità del sistema di informazione ed il delicato ruolo dei Giornalisti che con tutte le innovazioni normative vedono restringersi il loro ruolo e che sempre meno possono essere il cane da guardia della democrazia. Oggi cè bisogno di un giornalismo che sia attento, che sia in grado di raccogliere dalle fonti tutte le notizie utili. Oggi il giornalista non è nelle condizioni di poter operare e applicare quello che è lArticolo21 della Costituzione e tutte le norme che riguardano il diritto di cronaca. Naturalmente lordine dei giornalisti è attento alle tematiche per permettere a tutti i giornalisti di poter raccontare la cronaca e il territorio. Tra i presenti qualche critica alle esposizioni che vedono in Livatino un faro nellamministrare la Giustizia secondo Carità, Misericordia e Fede. Alla fine soddisfazione degli organizzatori ed anche del pubblico con la convinzione che Livatino da Magistrato e da Beato sia un cosmo da esplorare a 360 gradi per i molteplici aspetti della sua vita breve ma vissuta in maniera intensa pur essendo cosciente dei rischi cui andava incontro

clicca per commentare

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Attualità

Ieri il 322esimo anniversario del primo miracolo attribuito a San Rocco

Pubblicato

il

L’11 gennaio per Butera è un giorno storico, assai significativo, non solo sul piano della fede ma anche per le sorti della città. Infatti, in quel giorno, nell’anno 1693, la Sicilia venne devastata da un grande terremoto che sconquassò l’isola, distruggendo 14 città della Val di Noto, tra cui Siracusa e Augusta; la Noto odierna è stata ricostruita in un sito differente da quello anteriore al 1693. La terrificante onda sismica distrusse, inoltre, la Val Demone provocando la morte di 60.000 persone e ripercuotendosi perfino in Val di Mazara.

Si narra: All’unnici di jnnaru a vintun’ura,
si vitti e nun si vitti Terranova
e si nun era pi Maria, la Gran Signura,
sutta li petri fussi Terranova.
Sulu Vutera nun appi paura
ca c’era santi Roccu cu la bannera.
Si tratta del primo miracolo di san Rocco, che difese la città dalla violenta ondata sismica che seminò distruzione e morte in tutte le altre parti dell’isola, mentre Butera ne usciva incolume e salva. Subito, il popolo attribuì il prodigioso portento al santo taumaturgo, proclamato protettore della città appena dieci anni prima e precisamente il 18 aprile 1683, domenica di Pasqua.


La ventunesima ora corrisponderebbe alle ore 15, cioè le ore 3 del pomeriggio, ora IX presso i Romani, poiché dal Medioevo in poi prevalse l’uso ebraico e dei popoli orientali (con calendari lunari o lunisolari) di considerare la durata del giorno dal tramonto del sole al tramonto successivo. Solo all’inizio dell’Ottocento sarà ripristinato anche nel nostro paese il metodo romano di contare le ore partendo dalla mezzanotte.


Nella suddetta ora, infatti, sono stati suonati trenta rintocchi di campane a mortorio e sono state sparate delle bombe a salve per ricordare quell’ora funesta a tutti i cittadini, ovunque essi si trovassero, sospendendo ogni cosa per fermarsi in piedi in un profondo e religioso silenzio.


Pertanto, dall’11 gennaio 1693 ad oggi, ogni anno, in questo giorno, i buteresi festeggiano una terza volta il santo patrono, ricordiamo che Butera celebra l’ottava della festa il 23 agosto. Stamane, 11 gennaio 2025, dopo la santa messa, il parroco don Emiliano Di Menza, ha esposto il Santissimo Sacramento con turni di adorazione fino alla solenne Concelebrazione Eucaristica vespertina, presieduta dal nostro vescovo, mons. Rosario Gisana, con la presenza di tutto il clero cittadino, delle Autorità Civili e militari, della Deputazione di San Rocco, di tutte le associazioni, di tutti i comitati-festa, della Confraternita del Glorioso Patriarca San Giuseppe e con massiccia partecipazione dei buteresi. Nell’omelia, il vescovo ha esortato i presenti non solo ad attingere alla fraterna intercessione di san Rocco e dei nostri cari defunti, anche se non sono innalzati agli onori degli altari, ma ad essere nello stesso tempo intercessori ed intercedenti a favore degli altri. Al termine della celebrazione, è stato intonato il Te Deum ed è stata impartita la benedizione eucaristica con la distribuzione del pane. Inoltre, sono stati ammessi a far parte della deputazione tre persone, di cui un adulto, un ragazzo e un fanciullo. Il tutto si è svolto presso la Chiesa di San Francesco, essendo il Santuario San Rocco chiuso per il protrarsi dei lavori di restauro.
È stato un giorno di ringraziamento, di riconoscenza e di gratitudine a Cristo Signore, ma anche di profonda meditazione. È questo, quindi, un avvenimento storico impresso indelebilmente nella coscienza del popolo buterese. Infatti, gli anziani, i nonni e i genitori raccontano di generazione in generazione, ai ragazzi, ai nipoti e ai figli il terribile episodio e come il santo protesse la città.

Giuseppe Felici

Continua a leggere

Attualità

Arriva la ‘rigenerazione urbana’ a Butera con finanziamento a 5 stelle

Pubblicato

il

‘Le stelle di finanziamenti’ del M 5 S continuano a fioccare e non riguardano solo gli spettacoli di Gela.

Adesso tocca anche a Butera nel nuovo momento politico inaugurato nel 2025 con novità e frizioni dell’ultim’ora.

La finanziaria 2025, su input del deputato a 5 stelle, Nuccio Di Paola ha previsto una somma di 150.000 euro destinata, secondo l’agenda regionale, alla rigenerazione urbana.

La rigenerazione urbana è l’insiemecdi iniziative il cui scopo è promuovere l’inclusione sociale e l’efficienza energetica nelle città. Queste iniziative si traducono in progetti e investimenti volti a recuperare beni sottoutilizzati e a ridistribuire le opportunità, aumentando la prosperità urbana e la qualità della vita.

Gli obiettivi chiave del rinnovamento urbano includono il successo dello sgombero delle baraccopoli e la riqualificazione fisica – anche di edifici pubblici e residenziali – che tenga conto di altri elementi, come la conservazione del patrimonio. Un altro modo per definire la rigenerazione urbana è come un approccio alla pianificazione urbana che cerca di risolvere i problemi sociali ed economici che affliggono un’area urbana.

“Un’ennesima constatazione tangibile- ha commentato il sindaco di Butera, Giovanni Zuccalà – che l’impegno politico è orientato verso lo sviluppo del territorio e non segue logiche pariocolaristiche e parziali. Per questo non poco che rendere grazie all’onorevole Di Paola per aver dato il suo contributo per la rigenerazione urbana di Butera che ne ĥa tanto bisogno.

Useremo questo finanziamento, che cade a fagiolo, per il restyling delle zone del centro storico”. Da troppo tempo si attendeva una ristrutturazione del cuore della Butera antica.

Un tocco in piu’ che rendera’ la cittadina medievale la ‘chicca’ architettonica della provincia nissena e della Sicilia in generale.

Continua a leggere

Attualità

In via Pisa le prime bacheche per le opere del progetto “Il manifesto della vita”

Pubblicato

il

Installate in via Pisa le prime tre bacheche che ospiteranno le opere realizzate nell’ambito del progetto “Il manifesto della vita”, promosso da Farm cultural park con Civico 111 per “Ué – Eventi urbani”.

Sono esposte al momento le opere degli artisti Azzurra Messina, Luciano Modica, Lorenzo Romano e Vanni Vaps. Si tratta di una Preview: la Call for artist si è chiusa ieri, 9 gennaio, ed è stata un successo con decine di partecipanti anche dall’estero. Ad inizio febbraio l’inaugurazione ufficiale, i pannelli verranno aggiornati con i manifesti d’arte ogni 40 giorni circa.

Presenti questa mattina in via Pisa l’assessore alla cultura Viviana Altamore, la presidente del consiglio Paola Giudice, i referenti della rassegna “Cori – Christmas edition” all’interno del cui programma s’inserisce l’iniziativa ed il responsabile della Sp group Giuseppe Paolello che ha realizzato le prime tre bacheche. 

Continua a leggere

Più letti

Direttore Responsabile: Giuseppe D'Onchia
Testata giornalistica: G. R. EXPRESS - Tribunale di Gela n° 188 / 2018 R.G.V.G.
Publiedit di Mangione & C. Sas - P.iva: 01492930852
Pubblicità