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Cronaca

Scovato un uomo latitante da tre anni

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Modica – I Carabinieri di Modica hanno scovato la posizione di un pregiudicato latitante dal 2021 e nei cui confronti era stato emesso un decreto che ne dichiarava lo stato di latitanza.

L’attività indiziaria sull’esatta posizione del 36enne di origine catanese ma gravitante per anni nell’area della città marinara di Pozzallo è divenuta ad essere precisa nel corso delle ultime giornate, tanto che i militari hanno predisposto un servizio a Catania per porre fine al suo stato di latitanza.
L’uomo era destinatario di un provvedimento che disponeva un cumulo di pene concorrenti che si sarebbe dovuto sostanziare in una reclusione pari a 3 anni e 2 mesi, a cui si è andato ad aggiungere nel corso del tempo un ulteriore provvedimento cautelare, conseguenza dell’operazione “Pietra Tombale” della Stazione Carabinieri di Pozzallo, per cui risultava destinatario della misura che disponeva l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria, anch’esso non notificato e mai eseguito vista l’irreperibilità del suo destinatario.


Tutta questa serie di elementi hanno fatto sì che la macchina operativa della Compagnia di Modica si attivasse per porre fine allo stato di latitanza di un soggetto la cui pericolosità sociale ha sempre contraddistinto la sua persona.


I militari del Nucleo Operativo e Radiomobile di Modica si sono diretti alla volta di Catania al fine di riscontrare il quadro indiziario acquisito nel corso del tempo. Giunti presso la sua abitazione ed individuato esattamente l’appartamento nel quale si era sentito al sicuro per anni, gli operanti hanno potuto constatare sin dai primi momenti la sua mancata collaborazione.

I tentativi di avviare un dialogo sono risultati vani per ore, nonostante la consapevolezza di essere arrivato alla fine della sua forsennata irreperibilità agli occhi delle forze di polizia. L’invito degli operanti a rendersi collaborativo e a consentire l’accesso all’interno della sua abitazione è rimasto inascoltato per tutta la mattinata, nonostante la presenza dei Vigili del Fuoco di Catania pronti a rendere accessibile l’ingresso in breve tempo.

Dopo ore di trattativa, senza nessun intervento forzoso e senza arrecare nessuna tipologia di danno, il latitante decidesse di accettare il verdetto della giustizia, ossia quello di espiare le sue pene visto un passato burrascoso contraddistinto da una serie di violazioni di carattere penale, soprattutto afferenti la materia dello spaccio di sostanze stupefacenti.
Pertanto, i militari operanti hanno proceduto alla messa in sicurezza dell’area di interesse e acquisito ulteriori elementi per valutare eventuali ipotesi di favoreggiamento da parte di altri.


Informata l’Autorità Giudiziaria degli eventi, l’uomo è stato condotto presso la casa Circondariale di Catania Piazza Lanza.
Il lungo servizio di polizia giudiziaria, terminato in tarda serata, ha consentito così di rendere esecutivi una serie di provvedimenti di cui il latitante risultava destinatario da anni. Un risultato di prestigioso livello da parte dei militari della Compagnia Carabinieri di Modica che con costanza e perseveranza hanno reso possibile dare un seguito concreto e fattuale a quanto disposto dall’Autorità Giudiziaria nel corso degli anni.

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Maxi blitz contro il narcotraffico, affari con la Stidda gelese

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L’inchiesta ha portato anche all’esecuzione di numerose perquisizioni su vasta scala. Gli inquirenti hanno scoperto un sistema strutturato per l’importazione di droga dal Sudamerica, dal Marocco e dall’Olanda. Le sostanze venivano poi distribuite dalla provincia di Brescia su tutto il territorio nazionale. Individuato a Cussago, in provincia di Brescia, un laboratorio per lo stoccaggio della cocaina. Oltre alla Stidda gelese, i narcotrafficanti avevano rapporti con le famiglie mafiose palermitane di Santa Maria di Gesù, Porta Nuova e Partinico-San Giuseppe Jato, il clan di Villaseta nell’agrigentino, quelle napoletane, i Contini dell’Arenaccia e gli Orlando-Polverino-Nuvoletta di Marano di Napoli e le famiglie Nirta e Strangio di San Luca, in Calabria.

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La Squadra Mobile di Caltanissetta e la Polizia di Gela hanno effettuato una perquisizione all’interno di un garage di Via Bergamo, dove è stato rinvenuto un cospicuo quantitativo di droga. L’attenzione dei poliziotti è stata attirata da un giovane che, con fare sospetto, aveva fatto ingresso all’interno dell’immobile e dopo alcuni minuti era uscito con in mano una pesante cassetta degli attrezzi chiusa con un lucchetto. Al rifiuto di mostrare cosa stesse trasportando, il fermato è stato sottoposto a controllo e trovato in possesso delle chiavi del contenitore. Al momento dell’apertura, gli agenti hanno appurato che l’interno era stato riempito con svariati panetti di hashish, ancora confezionati.

Il controllo è stato esteso anche all’interno del locale in uso al giovane dove, su un soppalco, dietro delle vasche di accumulo dell’acqua, sono state rinvenute altre due cassette degli attrezzi chiuse, anch’esse riempite con panetti di hashish e pezzi di cocaina in pietra, ancora da suddividere in dosi per lo spaccio. A seguito delle attività di analisi e pesatura, l’ammontare complessivo della droga sequestrata è risultato pari a 19 chili di hashish e 330 grammi di cocaina, che avrebbero fruttato, una volta immessi sul mercato, introiti superiori ai 100 mila euro. L’arrestato, al quale è stato contestato il reato di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti, è stato condotto al carcere di Gela a disposizione dell’Autorità Giudiziaria. Il Gip presso il Tribunale di Gela ha convalidato l’arresto e disposto la misura cautelare degli arresti domiciliari con braccialetto elettronico.

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