Il sindaco Lucio Greco tuona contro la sanità al collasso e reclama un’equa distribuzione delle risorse presenti tra gli ospedali di Caltanissetta e Gela.
“Come sindaco di Gela non sono più disposto ad accettare lo stato di totale abbandono in cui versa l’ospedale Vittorio Emanuele – la situazione è ormai diventata insostenibile e pesa sulla coscienza di tutti coloro che rivestono ruoli pubblici. Assistere al trasferimento di pazienti verso altre strutture ospedaliere, grida vendetta e ci fa capire che i limiti sono stati abbondantemente superati. Le criticità e, in alcuni casi, il degrado in cui sono ridotti alcuni reparti del nostro ospedale, mettono a nudo il fallimento di una gestione e confermano che Gela è e rimane subalterna e assoggettata a Caltanissetta. È, questa, una realtà cruda quanto si vuole, ma difficilmente contestabile, solo se si confronti il nostro ospedale con il S. Elia di Caltanissetta. Ma proprio perché ci stiamo occupando di sanità, del pilastro cioè su cui dovrebbe basarsi il grado di civiltà di una città, ci vorrebbe da parte di tutti maggiore consapevolezza delle scelte serie e decise che vanno immediatamente prese”.
“Non ci bastano più spiegazioni o giustificazioni circa la difficoltà di reperire personale medico – continua – servono soluzioni immediate e improcrastinabili che richiedono semplicemente un po’ di coraggio e di rispetto verso il sud della provincia. Chiedo intanto, in attesa di soluzioni definitive, un’equa distribuzione e una corretta razionalizzazione del personale dipendente dall’ASP di Caltanissetta. Spostare i pazienti anziché i medici suona infatti come una offesa verso la dignità umana. Per molti anni abbiamo dovuto sopportare il trasferimento di ammalati gravi, ma adesso diciamo basta!!! Non siamo più disposti a tollerare questa forma di ingiustizia che, purtroppo parte da lontano, e non è stata mai affrontata con la giusta determinazione. Sento il dovere di difendere la salute dei miei concittadini, e mi attiverò a coinvolgere in questa giusta battaglia tutti quei soggetti – sindacati, istituzioni politiche, associazioni e società civile – che hanno a cuore le sorti del nostro ospedale. Non tralascerò nulla, costi quel che costi”.