Da oggi, le pagine de Il Gazzettino di Gela ospitano una nuova rubrica domenicale: si chiama “Viaggio tra i quartieri”. Ogni settimana, attraverso le foto e le testimonianze dei residenti – raccolte dalla collaboratrice Miriam Nicastro – vi offriremo uno spaccato sulle condizioni in cui versano i quartieri della città, al fine di esserne da cassa di risonanza per i problemi che vi insistono e – questo è il nostro auspicio – per stimolare l’amministrazione comunale ad intervenire nell’immediato. Non vi racconteremo solo le storture ma sarà nostro compito (un vangelo in ambito giornalistico) evidenziare anche il bello che noteremo spaziando da un quartiere all’altro. Cominciamo oggi dal quartiere di San Giacomo che vanta ben due primati in città: è infatti il quartiere più antico e anche il più popoloso con circa 11.000 residenti. La zona è ben servita. Sono tante le attività commerciali, alcune resistono da quasi un secolo (tramandate da padre in figlio), molte quelle recenti e altre improvvisate come quelle dei venditori ambulanti che insistono sopratutto a ridosso della chiesa e che a volte creano non pochi problemi. Lo dice chiaramente il segretario del comitato di quartiere (12 rappresentanti e regolarmente iscritto all’agenzia delle entrate), Massimiliano Giorannello. “Quello che a noi potrebbe sembrare a tratti folcloristico, spesso diventa un disagio perché gli ambulanti occupano il suolo pubblico in maniera abusiva ostacolando il transito dei pedoni e inoltre lasciano sporcizia lì dove già c’è un problema di decoro urbano e pulizia stradale”. A tal proposito il segretario sottolinea che della pulizia della piazza della chiesa, più delle volte se ne occupa proprio il comitato. Giorrannello si rammarica del fatto che non essendoci a Gela una regolare ripartizione dei quartieri, sono impossibilitati ad accedere ai fondi regionali destinati ai comitati, per cui ci si arrangia come si può. “Andiamo avanti – aggiunge – grazie alla disponibilità dei residenti e persino con l’ammirevole aiuto di chi frequenta il circolo anziani della zona”.La conferma giunge da Pietro, 92 anni, che frequenta il circolo. L’arzillo pensionato ci tiene a precisare che i locali, dati in dotazione dal comune, sono autogestiti dagli anziani che lo frequentano e quindi tutte le spese e le utenze sono a carico loro. Con le poche forze rimaste, assieme agli amici dello stesso circolo, Pietro aiuta i membri del comitato a pulire la piazza, magari tenendo aperto un sacchetto per la raccolta dei rifiuti o adoperando scopa e paletta. Si sente felice di ricevere in cambio per il circolo, una cassetta d’acqua o un scatola di biscotti. Il grande piazzale della chiesa di San Giacomo (diretta da padre Luigi Petralia) è davvero maestoso, tanto che ai residenti piacerebbe ospitare un mercatino rionale, pur di valorizzare la zona. “Le richieste che abbiamo avanzato al Comune – interviene nuovamente Giorrannello – vengono costantemente ignorate, così come viene ignorato, nonostante le molteplici segnalazioni, il fatto che l’illuminazione a led presente sulla pavimentazione della piazza è guasta da tempo”. E sull’assenza delle istituzioni, il segretario di quartiere insiste nel momento in cui ci fa visitare la piazzetta dedicata a Giovanni Guccione, militare decorato.”La piazzetta, che era diventata una discarica a cielo aperto – dice – è stata riqualificata a spese del quartiere”.Pulita e transennata grazie al comitato, possiamo apprezzare un meraviglioso murales, realizzato dall’artista Roberto Collodoro in arte Robico. In questo caso, l’opera è stata pagata dall’amministrazione comunale. Però è proprio vero: dove in alcuni campi le istituzioni sono assenti, fortunatamente ci sono i cittadini appassionati e di buona volontà che amano profondamente il loro habitat. E non c’è età che tenga….
Questa settimana il nostro viaggio ci porta a Fondo Iozza – Zampogna. Essendo piccoli e limitrofi, i due quartieri hanno deciso di unire le forze e fondersi. Per le vie di Fonda Iozza Zampogna ci accompagna il portavoce Francesco Di Silvestre, luogotenente della Guardia di finanza in pensione.La prima cosa che salta all’occhio, anzi al naso è il cattivo odore che fuoriesce dai tombini della zona.Tanto che i residenti usano dei grossi tappeti per ovviare al problema, ignari dei rischi che tutto questo comporta in caso di pioggia intensa.Sono gli stessi residenti che ci raccontano che quando piove, le strade della parte bassa del quartiere diventano dei veri fiumi in piena.L’ urbanizzazione del quartiere lascia molto a desiderare: da anni, molte delle strade sono prive di asfalto o rattoppate malamente. Alcuni tombini sono saltati e le pioggie hanno provocato delle vere e proprie voragini.Dopo diverse segnalazioni da parte di Di Silvestre , solo qualche tombino è stato messo in sicurezza con una rete e due paletti in ferro.Nel quartiere Fondo Iozza Zampogna i servizi primari non mancano. Ci sono supermercati, farmacia, negozi di articoli per la casa e abbigliamento, diversi bar e pizzerie.Le scuole non sono presenti nel quartiere ma comunque non distano molto dalla zona.Piuttosto manca un ufficio postale e il più vicino è quello centrale, decisamente distante parecchi chilometri. La raccolta rifiuti porta a porta funziona, anche se purtroppo non manca l’abbandono selvaggio della spazzatura, soprattutto lungo il tratto che costeggia la ferrovia. Cumuli di immondizia sono presenti anche a ridosso del passaggio pedonale sopraelevato, con in bella mostra materassi ed elettrodomestici. Dicevamo del passaggio pedonale sopra la ferrovia: è completamente abbandonato alle intemperie e i gradini sono fatiscenti e pericolosi. Il verde pubblico è presente ma non curato. Le potature degli alberi – dicono i residenti – non vengono eseguite da anni. Così come non viene effettuata mai la pulizia stradale e dei marciapiedi. Notiamo un’antica scalinata che congiunge la parte alta di Fondo Iozza, da via Flaminia a Caposoprano in via Benedetto Croce, ma è assolutamente impraticabile per la presenza massiccia di erbacce che ne impediscono il passaggio. Altre note dolenti sono la segnaletica stradale e l’illuminazione pubblica: troppo carenti.L’unico punto di ritrovo per gli anziani è il grande piazzale della chiesa Regina Pacis ma anche qui l’incuria regna sovrana: panchine rotte e spazzatura ovunque. Nessun punto di ritrovo per i giovani né un parco per i più piccini.Oggettivamente il quartiere Fondo Iozza Zampogna risulta assai trascurato dall’amministrazione comunale con profonda rassegnazione dei residenti che sono poco più di 5.000.”Ci sentiamo cittadini di serie B – denunciano alla nostra collaboratrice Miriam Nicastro – eppure paghiamo le tasse come tutti gli altri gelesi per dei servizi che non abbiamo!”
Il quartiere Sant’ Ippolito vanta, tra vicoli, viuzze e antiche gradinate, poco più di 10.000 residenti. È uno tra i più antichi quartieri di Gela, anche se a causa della mancata ripartizione da parte del Comune, non è ben chiara la planimetria. A parlarci di Sant’ Ippolito è il presidente del Comitato, Gianfranco Origoni, ex finanziere, che da quando è in pensione si è fatto portavoce.Il comitato vanta 15 soggetti e oltre ad essere molto attivo è ben organizzato con una sede le cui spese di gestione sono completamente a carico del presidente. La sede è aperta al pubblico dal lunedì al venerdì.Il quartiere è ben servito con diversi punti vendita di generi alimentari, bar, pasticcerie, farmacia e resistono anche antiche botteghe come quella del calzolaio, che è presente in via Francesco Crispi (per i più romantici la strada dell’amore) da quasi un secolo.Manca invece un ufficio postale e l’unico plesso scolastico presente è la scuola media Enrico Mattei.La distribuzione idrica avviene a giorni alterni, ma essendo tutte le abitazioni munite di cisterna, i residenti non risentono del problema. Il trasporto pubblico è presente solo sulla via Francesco Crispi: d’altronde è impossibile che gli autobus riescano a immettersi tra i vicoli stretti e tortuosi di Sant’Ippolito.Diversi i luoghi di culto presenti nel quartiere tra i quali la chiesa cattolica Sacro Cuore e la chiesa evangelica. Qualcuno ricorda che la prima sala del regno dei Testimoni di Geova nacque proprio nel quartiere di Sant’Ippolito. Il servizio di raccolta rifiuti porta a porta è piuttosto efficiente, anche se ancora buona parte dei residenti non collabora differenziando i rifiuti.Illuminazione pubblica presente ma i residenti lamentano mancanza di manutenzione. A tal proposito la nota dolente del quartiere è l’assenza di interventi manutentivi del manto stradale, dei marciapiedi e soprattutto il comitato ci fa notare la presenza di troppe barriere architettoniche mai abbattute nel quartiere. Insomma per i disabili vivere a Sant’Ippolito è davvero un’impresa difficilissima.Altra mancanza da parte dell’amministrazione ed evidente ad occhio nudo è la totale assenza di cura di quel poco di verde pubblico presente.Sono varie le richieste protocollate dal comitato per la riqualificazione di alcune di queste aree, tutte ignorate fino ad ora, come è stata ignorata la richiesta di adibire una zona, già individuata, dove collocare gli ambulanti in una sorta di mercatino rionale.Il traffico nelle ore di punta sulla via Francesco Crispi è davvero intenso, anche a causa del fatto che le vie sottostanti (via Legnano, via Lecce, via Livorno) non hanno uno sbocco e gli automobilisti che le percorrono, sono costretti ad immettersi gioco forza in via Crispi.Sono state tante le iniziative negli anni portate al termine dal comitato, che ha coinvolto tutti i residenti. Dalla gare di torte fatte in casa, alla sagra della frittella, alle raccolte fondi per scopi benefici al presepe più grande della città. “Tutte manifestazioni che nel tempo sono state perdute – dice con rammarico Origoni alla nostra collaboratrice Miriam Nicastro – a causa della totale assenza di sostegno da parte dell’amministrazione e quindi troppo dispendiose e impegnative per il comitato”. Salutandoci, siamo riusciti a strappare la promessa di ricominciare quest’anno con il presepe.Origoni ricorda con commozione gli anni in cui i ragazzini del quartiere lo aiutavano nelle decorazioni natalizie e nella realizzazione del presepe e così si tenevano impegnati e soprattutto lontani dai guai.Per questo il presidente ci tiene a ribadire l’importanza di un luogo di aggregazione per i giovani, che purtroppo nel quartiere Sant’Ippolito manca.
Continua il nostro viaggio tra i quartieri di Gela. Oggi focalizziamo l’attenzione sul quartiere Ospizio Marino in cui risiedono 1500 persone. Il comitato è composto da 20 persone. Una di loro, al nostro arrivo, ci accoglie come se fosse un giorno di festa. Ad accompagnarci tra i vicoli del quartiere, che prende il nome da una vecchia casa di riposo oramai dismessa, sono Emanuele Sacco (portavoce del comitato), Gino Turco, Emanuele Pellegrino e Antonio Cocchíaro. Uomini di buona volontà: è questo che si evince immediatamente, perché questo gruppo con la collaborazione di molti residenti, si spende quotidianamente in opere di manutenzione e abbellimento della zona che si affaccia sul lungomare, dedicando tempo, passione e risorse economiche. C’è “La piazzetta della collaborazione”, un piccolo spazio che si trova nella zona alta del quartiere. Rimasto per anni in totale stato di abbandono, è stato riqualificato proprio dal comitato. L’antica muraglia è stata liberata dalle erbacce e ridipinta, così come sono state ripulite le siepi e la pavimentazione. inoltre sono state installate delle panchine. Tutto è stato abbellito con piante e fiori.”La piazzetta della collaborazione” è fonte di orgoglio per chi vive lì, perché è stata realizzata interamente con le forze del quartiere. “Negli anni – dice Emanuele Sacco – sono state innumerevoli le sollecitazioni inoltrate al comune, tutte senza esito. Ultimamente una promessa strappata al vicesindaco Terenziano Di Stefano, assicura che presto in quella piazzetta verranno installate delle giostrine per i bambini”. Antonio Cocchíaro, muratore volontario del quartiere, spesso in quella piazzetta si ritrova con i più piccini e impartisce loro lezioni di vita e di educazione civica, spiegando l’importanza dell’avere cura di ciò che appartiene alla collettività. Il quartiere risulta abbastanza pulito. Il servizio di raccolta dei rifiuti porta a porta è ottimo e fortunatamente i residenti collaborano per la differenziata, anche se non manca (purtroppo) chi sporca.Le strade e i vicoli di Ospizio Marino, però, lasciano a desiderare: qui mancano interventi sul manto stradale da diversi anni.Notiamo che le molteplici ringhiere presenti nel quartiere presentano una verniciatura nuova (di colore verde) per volere dei residenti, che ci tengono a precisare che nonostante siano pubbliche, sono state restaurate a spese loro.Così come il verde pubblico. Sono gli stessi abitanti ad occuparsene. Armati di rastrelli, decespugliatore, sacchi e paletta, periodicamente ripuliscono la zona. Ciò che maggiormente però i residenti lamentano, è la totale assenza di interventi per le potature degli alberi lungo i viali. Dalle foto scattate dalla nostra collaboratrice Miriam Nicastro e pubblicate a corredo dell’articolo, si notano che sono molto folti ed in alcuni tratti causano difficoltà per la visibilità stradale.Mancano anche interventi di pulizia stradale e dei marciapiedi. Spesso il forte vento, del quale è caratterizzata la nostra città, crea cumuli di volantini e fogliame ed in questo caso a ripulire sono sempre i residenti. D’altronde sono gli stessi che ogni sabato pomeriggio si recano in gruppo giù fino alla spiaggia, per ripulire la macchia mediterranea, che insiste nella parte bassa del quartiere.Ed è proprio qui che ci fanno notare un sito archeologico di notevole bellezza, tanto da lasciarci incantati. Purtroppo è chiuso al pubblico e non è dato sapere di più. Sempre nella parte che costeggia il lungomare Federico ll di Svevia, notiamo dei vecchi sottopassaggi pedonali abbandonati e chiaramente non fruibili.Anche in questo caso – dicono – sono state inoltrate diverse richieste agli organi preposti per una riqualificazione degli stessi, ma non è mai arrivata alcuna risposta.A Ospizio Marino non sono presenti molti servizi: non ci sono scuole, né farmacie o uffici postali ma il quartiere sorge a due passi dal centro storico, dove invece le strutture sono presenti, e dunque per i residenti il problema è attutito. Il servizio idrico è attivo a giorni alterni e chiaramente quasi tutte le abitazioni sono provviste di cisterne per la riserva idrica, in modo da poter sopperire nei giorni carenti.Notiamo un grande e toccante murales nel quartiere, in ricordo di un ragazzo che viveva lì, scomparso prematuramente due anni fa a seguito di un incidente stradale.Il murales è stato donato dagli amici della giovane vittima al quartiere. Un ricordo indelebile dedicato interamente a chi ogni giorno si spende per la cura della zona.