Si aspettava un risultato migliore ma non è affatto deluso il presidente del consiglio Totò Sammito.
A Gela è stato il primo della lista di Forza Italia superando il parlamentare riconfermato Michele Mancuso.
“Il deputato aveva tanti sostenitori e un seguito consistente – dice Sammito – la mia campagna elettorale è stata fatta porta a porta, mettendoci passione. Non ho avuto un supporto strutturato del partito, dell’amministrazione o di gruppi consiliari”.
Assessore e consiglieri comunali di Forza Italia e non ( Giuseppe Morselli e Totò Incardona) si sono schierati ufficialmente con Mancuso, con Sammito della lista di Un’altra Gela solo Marina Greco che in consiglio è entrata da un mese subentrano a Romina Morselli.
Sammito guarda avanti mentre in Forza Italia di Gela il deputato e il commissario cittadino Enzo Pepe hanno tante cose da mettere a punto ora: dalle questioni interne alla linea da tenere con l’amministrazione.
Butera. Andrà avanti con la stessa determinazione e finché ci saranno le condizioni per farlo ma ci tiene a precisare che lui gli impegni presi in campagna elettorale li ha rispettati; il sindaco di Butera Giovanni Zuccalà respinge le accuse rivoltegli dal presidente del consiglio Emilio Tallarita di aver lasciato lui e il suo gruppo ai margini del processo politico durante la fase di azzeramento e ricomposizione della Giunta.
” L’accordo in campagna elettorale – dice il sindaco – riguardava la presidenza del consiglio ed è stato rispettato. La consigliera Chimera ed il suo gruppo hanno l’assessore di riferimento nella dott. Donzella ed anche questo è un accordo rispettato. Ma Tallarita ha preteso oltre cioè un assessorato per Cristina Chimera e mentre pretende un posto in giunta diffonde però documenti in cui attacca me e il Pd.Questo non si può accettare”.
Con il ritiro dell’appoggio da parte di Tallarita e Chimera, il sindaco non ha più maggioranza numerica in aula e questo rende più difficoltosa la sua azione amministrativa.
Butera – “I migliori auguri alla nostra neo assessore al Comune di Butera Giorgia Maniaci, nominata in giunta dal sindaco Giovanni Zuccalà che conferma nel suo rinnovato esecutivo, la presenza del Movimento 5 Stelle. Ringraziamo Lorenzo Puci per il lavoro portato avanti fino ad oggi in maniera meritoria da assessore ed al gruppo M5S di Butera”.
Lo dichiarano la senatrice del Movimento 5 Stelle Ketty Damante, il deputato regionale e coordinatore sicilano del M5S Nuccio Di Paola, unitamente al senatore Pietro Lorefice, a proposito dell’ingresso nella giunta comunale di Butera di Giorgia Maniaci, in quota Movimento 5 Stelle, che subentra dopo l’azzeramento dell’esecutivo buterese da parte del sindaco Giovanni Zuccalà.
“Il Movimento 5 Stelle – continuano gli esponenti M5S – offre il massimo supporto e vicinanza a tutti i comuni siciliani. In particolare, alla nuova giunta Comunale di Butera che supporterà il primo cittadino Giovanni Zuccalà in questo prosieguo di sindacatura, giungano i nostri migliori auguri di buon lavoro”.
L’11 gennaio per Butera è un giorno storico, assai significativo, non solo sul piano della fede ma anche per le sorti della città. Infatti, in quel giorno, nell’anno 1693, la Sicilia venne devastata da un grande terremoto che sconquassò l’isola, distruggendo 14 città della Val di Noto, tra cui Siracusa e Augusta; la Noto odierna è stata ricostruita in un sito differente da quello anteriore al 1693. La terrificante onda sismica distrusse, inoltre, la Val Demone provocando la morte di 60.000 persone e ripercuotendosi perfino in Val di Mazara.
Si narra: All’unnici di jnnaru a vintun’ura, si vitti e nun si vitti Terranova e si nun era pi Maria, la Gran Signura, sutta li petri fussi Terranova. Sulu Vutera nun appi paura ca c’era santi Roccu cu la bannera. Si tratta del primo miracolo di san Rocco, che difese la città dalla violenta ondata sismica che seminò distruzione e morte in tutte le altre parti dell’isola, mentre Butera ne usciva incolume e salva. Subito, il popolo attribuì il prodigioso portento al santo taumaturgo, proclamato protettore della città appena dieci anni prima e precisamente il 18 aprile 1683, domenica di Pasqua.
La ventunesima ora corrisponderebbe alle ore 15, cioè le ore 3 del pomeriggio, ora IX presso i Romani, poiché dal Medioevo in poi prevalse l’uso ebraico e dei popoli orientali (con calendari lunari o lunisolari) di considerare la durata del giorno dal tramonto del sole al tramonto successivo. Solo all’inizio dell’Ottocento sarà ripristinato anche nel nostro paese il metodo romano di contare le ore partendo dalla mezzanotte.
Nella suddetta ora, infatti, sono stati suonati trenta rintocchi di campane a mortorio e sono state sparate delle bombe a salve per ricordare quell’ora funesta a tutti i cittadini, ovunque essi si trovassero, sospendendo ogni cosa per fermarsi in piedi in un profondo e religioso silenzio.
Pertanto, dall’11 gennaio 1693 ad oggi, ogni anno, in questo giorno, i buteresi festeggiano una terza volta il santo patrono, ricordiamo che Butera celebra l’ottava della festa il 23 agosto. Stamane, 11 gennaio 2025, dopo la santa messa, il parroco don Emiliano Di Menza, ha esposto il Santissimo Sacramento con turni di adorazione fino alla solenne Concelebrazione Eucaristica vespertina, presieduta dal nostro vescovo, mons. Rosario Gisana, con la presenza di tutto il clero cittadino, delle Autorità Civili e militari, della Deputazione di San Rocco, di tutte le associazioni, di tutti i comitati-festa, della Confraternita del Glorioso Patriarca San Giuseppe e con massiccia partecipazione dei buteresi. Nell’omelia, il vescovo ha esortato i presenti non solo ad attingere alla fraterna intercessione di san Rocco e dei nostri cari defunti, anche se non sono innalzati agli onori degli altari, ma ad essere nello stesso tempo intercessori ed intercedenti a favore degli altri. Al termine della celebrazione, è stato intonato il Te Deum ed è stata impartita la benedizione eucaristica con la distribuzione del pane. Inoltre, sono stati ammessi a far parte della deputazione tre persone, di cui un adulto, un ragazzo e un fanciullo. Il tutto si è svolto presso la Chiesa di San Francesco, essendo il Santuario San Rocco chiuso per il protrarsi dei lavori di restauro. È stato un giorno di ringraziamento, di riconoscenza e di gratitudine a Cristo Signore, ma anche di profonda meditazione. È questo, quindi, un avvenimento storico impresso indelebilmente nella coscienza del popolo buterese. Infatti, gli anziani, i nonni e i genitori raccontano di generazione in generazione, ai ragazzi, ai nipoti e ai figli il terribile episodio e come il santo protesse la città.