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Cronaca

Rissa in centro: denunciati tre tunisini

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Santa Croce Camerina: I Carabinieri della Stazione di Santa Croce Camerina, hanno denunciato a piede libero tre tunisini di età compresa tra i 25 ed i 40 anni, residenti in zona, coinvolti in una violenta rissa scoppiata nel primo pomeriggio di martedì 5 dicembre, tra le vie del centro camerinense.


I giovani, già noti alle Forze dell’Ordine per altri simili episodi perpetrati in altre località della Provincia, si sarebbero scagliati violentemente l’uno contro l’altro per ragioni dettate da futili motivi e, nella colluttazione, uno di loro sarebbe stato colpito al volto con un oggetto metallico, probabilmente una componente della serratura di un infisso, che scagliatogli in viso gli avrebbe provocato importanti ferite, tali da costringere il giovane alle cure dei sanitari dell’ospedale Giovanni Paolo II di Ragusa, dove è stato assistito.
Una pattuglia della locale Stazione Carabinieri, transitando sul luogo dei fatti durante l’ordinario servizio di pattuglia per il controllo del territorio, è quindi immediatamente intervenuta per sedare gli scontri e, riportata la calma, ha identificato i partecipanti alla rissa.


Gli accertamenti promossi dai militari dell’Arma hanno, dunque, permesso di individuare i responsabili che, anche grazie alle telecamere di videosorveglianza installate nell’area, sono stati deferiti all’Autorità Giudiziaria iblea per il reato di rissa aggravata.

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Cronaca

Commemorata la strage di 79 anni fa a Feudo Nobile

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Il 28 gennaio 1946, nelle campagne tra Gela e Mazzarino, vennero tragicamente uccisi otto Carabinieri, effettivi alla Stazione Carabinieri di Feudo Nobile.

I militari erano stati sequestrati dalla banda del bandito Salvatore Rizzo, un criminale che in quegli anni insieme ad altri malviventi della sua specie terrorizzava la Sicilia. I rapitori, alcuni giorni dopo il sequestro, si dichiararono disposti a liberare gli ostaggi in cambio della liberazione di Concetto Gallo, capo dell’E.V.I.S. “Esercito volontario per l’indipendenza della Sicilia”. Tuttavia, le trattative si conclusero con la brutale esecuzione degli otto Carabinieri, che dopo tre settimane di inutile attesa e rastrellamenti vennero barbaramente uccisi con raffiche di mitra e colpi di moschetto nelle vicinanze di una miniera di zolfo, in c.da Rigiulfo, agro di Mazzarino. I loro corpi furono recuperati mesi dopo.

I caduti sono il Brigadiere Vincenzo Ammenduni (originario di Ruvo di Puglia, Bari) e i Carabinieri Fiorentino Bonfiglio (originario di Ceriale, Savona), Mario Boscone (originario di Palermo), Emanuele Greco (originario di Lascari, Palermo), Giovanni La Brocca (originario di Gioia del Colle, Bari), Pietro Loria (originario di Roccamena, Palermo), Vittorio Levico (originario di Bolognetta, Palermo) e Mario Spampinato (originario di Misterbianco, Catania).  

In onore del loro sacrificio, nel 1950, il Comando Generale dell’Arma dei Carabinieri tributava agli otto militari un Encomio Solenne. Mentre, il 5 aprile 2016, il Presidente della Repubblica conferiva Loro la Medaglia d’Oro al Valor dell’Arma dei Carabinieri “alla memoria”.

Ieri, a 79 anni dalla tragedia, a Mazzarino sono stati commemorati gli eroici Carabinieri, con una toccante cerimonia, alla quale ha preso parte il Colonnello Alessandro Mucci, Comandante Provinciale dei Carabinieri di Caltanissetta, che insieme al Sindaco di Mazzarino, Arch. Domenico Faraci, ai familiari dei caduti e alle altre Autorità intervenute ha deposto una corona d’alloro sul monumento a loro dedicato, situato nel cortile della Stazione Carabinieri di Mazzarino.  

La solenne cerimonia è proseguita con una Santa Messa di suffragio presso la Chiesa “Maria SS di Gesù”, officiata dal Cappellano Militare del Comando Legione Carabinieri Sicilia, Don Salvatore Falzone e dal parroco don Giuseppe D’Aleo.  

L’evento ha rappresentato un momento di riflessione collettiva sul sacrificio dei degli eroici Carabinieri e sull’importanza della memoria storica, affinché il loro coraggio e la loro dedizione rimangano vivi nella coscienza di tutti.

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Cronaca

Il sindaco Conti proclamerà il lutto cittadino per i funerali della piccola Aurora

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Il sindaco di Niscemi Massimiliano Conti conosceva Aurora Pitino la bambina deceduta stamattina nel tragico incidente stradale che si è verificato sulla Sp11 mentre la mamma la accompagnava a scuola. Conti si è recato subito al Vittorio Emanuele di Gela per fare sentire la vicinanza al marito della donna, un carabiniere gelese, e ai due bambini che con la sorellina erano nell’auto.

Sconvolto e addolorato come tutta la comunità niscemese, il sindaco ha annunciato che il giorno del funerale della piccola e sfortunata Aurora proclamera il lutto cittadino.

Intanto la madre è stata trasferita a Palermo per essere sottoposta ad intervento chirurgico mentre i due bambini di 7 e 4 anni sono traumatizzati ma le loro condizioni fisiche sono buone.

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Cronaca

Controlli dei Carabinieri a Marina di Ragusa

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Marina di Ragusa – Un importante dispiegamento di forze ha visto protagonisti i Carabinieri della Compagnia di Ragusa,impegnati in un servizio coordinato di controllo straordinario del territorio, predisposto al fine di contrastare fenomeni delittuosi, in particolare di natura predatoria, e verificare il rispetto delle norme del Codice della Strada.

L’Arma iblea, che ha ottenuto anche il supporto di un’unità aerea del 12° Nucleo elicotteri di Catania Fontanarossa, ha dispiegato contemporaneamente su strada cinque pattuglie, operanti specificatamente sul territorio di Marina di Ragusa.

Nel corso dell’attività sono state sottoposto a controllo 52 persone e 39 autoveicoli.

Oltre all’applicazione delle sanzioni previste dal mancato utilizzo della cintura di sicurezza e alla guida con patente scaduta, i militari hanno altresì proceduto al fermo amministrativo di un autoveicolo, di grossa cilindrata, con targa estera, per indebita circolazione sul territorio nazionale, che tentava di sfuggire alle normative “casalinghe” per risparmiare sulla tassazione prevista a livello nazionale ed eludere eventuali sanzioni amministrative.

Il veicolo dovrà essere al più presto iscritto al PRA italiano oppure lasciare definitivamente il territorio, pena la confisca ed un’ulteriore, ancor più elevata, sanzione pecuniaria

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