Mattinata dedicata al Sommo Poeta al Liceo Classico Eschilo di Gela in occasione del Dantedì, una giornata nazionale istituita nel 2020 dal Consiglio dei ministri . Affrontato il tema “Dante tra cinema e Giornalismo”, con Pupi Avati, la giornalista Silvia Guidi ed il regista Gianni Virgadaula.
“Per noi – ha detto il dirigente scolastico Maurizio Tedesco – è un appuntamento importante. Dante non è soltanto il padre della lingua italiana ma è una figura straordinaria per ciò che ha rappresentato da un punto di vista etico. Riteniamo che sia attuale e vogliamo approfondire questa attualità in tutti i contesti della vita reale. C’è sempre tanto da scoprire e da approfondire e noi vogliamo farlo valorizzando i nostri ragazzi che sono i veri protagonisti. Hanno visto al cinema a settembre il film di Pupi Avati dedicato proprio a Dante, poi letto il romanzo L’alta fantasia che lo stesso Avati ha scritto quasi in contemporanea al film e iniziato una riflessione sulle tematiche oggetto dell’incontro”.
Pupi Avati, intervenuto in videoconferenza, si è soffermato sulla figura del Sommo Poeta ripercorsa in una sua opera cinematografica che il maestro bolognese ha girato fra Umbria, Lazio e Toscana, ispirandosi al “Trattarello in laude di Dante” di Giovanni Boccaccio. Il film sognato per 20 anni.
“Questa è una giornata speciale”, ha esordito il noto regista. “Boccaccio, attraverso un percorso liturgico – ha aggiunto – mostra il Dante umano, diverso dal Dante accademico. Per umanizzarlo ho fatto ricorso alla quotidianità, a momenti intimi e personali che non troveremo mai in un testo accademico. Ho cercato attraverso un film di rompere quell’omertà, quel silenzio che ha accompagnato Dante a livello televisivo e cinematografico. La vita di Dante è segnata dal dolore per la perdita della mamma, avvenuta quando lui aveva soli 5 anni. La svolta arriva dopo l’incontro con Beatrice, quando aveva 9 anni. Conosce l’amore, un amore che gli divora il cuore”. Il noto regista ha infine definito la “Sicilia come un serbatoio dove convivono l’Italia del presente e del passato in maniera armonica anche se mi rammarico – ha sottolineato – quando viene raccontata in maniera negativa”.
Il regista Gianni Virgadaula ha sottolineato come “il rapporto tra Dante ed il cinema sia sempre stato molto travagliato perché i grandi registi non hanno mai osato raccontare la figura del grande poeta o la Divina Commedia”.
Da qui il merito di Pupi Avati che ha avuto il coraggio, dopo venti anni di studi di realizzare un film dedicato a Dante. Proiettato anche un cortometraggio realizzato da Gianni Virgadaula dedicato al dietro le quinte del film di Avati. Il regista gelese ha donato alla scuola copia della sceneggiatura del film di Avati.
“Il cinema – ha spiegato la giornalista Silvia Guidi – è uno strumento didattico in più. Un immaginario condiviso che ci aiuta a rendere vivi i classici perché dei classici non ne abbiamo mai abbastanza”.
Per omaggiare il Sommo Poeta, gli studenti, da un’idea della professoressa Maria Concetta Goldini, hanno scritto e interpretato una canzone dal titolo “La retta via” parafrasando il primo canto dell’Inferno. Hanno pure scritto e portato in scena un monologo sui superbi di Dante in chiave attuale, hanno cantato una canzone su Paolo e Francesca accompagnata da un ballo moderno e chiuso con un ballo di sintesi dall’Inferno al Paradiso. Partner dell’iniziativa la Libreria Orlando e l’Hotel Sole. Presente per l’amministrazione comunale l’assessore all’Istruzione Totò Incardona.