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Cronaca

Prefettura e Procura Distrettuale Antimafia hanno siglato intesa su attività di prevenzione del fenomeno mafioso

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Caltanissetta – Stamattina, nella cornice istituzionale del Palazzo del Governo, è stato firmato un protocollo d’intesa fra la Prefettura e la Procura della Repubblica – Direzione Distrettuale Antimafia di Caltanissetta in materia di attività di prevenzione antimafia.

L’accordo, siglato dal Prefetto, Dott.ssa Chiara Armenia e dal Procuratore Distrettuale, Dott. Salvatore De Luca, rientra nell’ambito della strategia diretta a potenziare l’attività istruttoria dei Gruppi interforze – in ottemperanza a quanto previsto dall’art. 6 del decreto del Ministro dell’interno del 2 ottobre 2023, adottato in attuazione del decreto legge 24 febbraio 2023 n. 13, convertito con modificazioni dalla legge 21 aprile 2024 n.41 – attraverso la sottoscrizione in sede locale di accordi di collaborazione che, promuovendo più efficaci forme di circolarità informativa, concorrano a rafforzare l’azione di contrasto alla criminalità organizzata.

Il documento – che ricalca lo schema tipo predisposto d’intesa tra il Ministero dell’Interno e la Procura Nazionale Antimafia e Antiterrorismo – si prefigge, pertanto, l’obiettivo di stimolare un più celere e proficuo modello di collaborazione tra la Prefettura e gli Uffici giudiziari che miri a conferire maggiore efficacia all’azione di accertamento amministrativa e giudiziaria, nel rigoroso rispetto delle relative attribuzioni e fatti salvi i limiti discendenti dal segreto investigativo e istruttorio.L’intesa raggiunta oggi dunque, s’inserisce nell’ambito della stretta sinergia già esistente tra Procura distrettuale e Prefettura, donando rinnovato impulso all’azione antimafia a carattere preventivo.

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Cronaca

Mini car dentro un fossato in via Butera

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Finisce dentro un fossato una mini car Ami. L’incidente che ha coinvolto l’auto di piccole dimensioni si è verificato lungo la via Butera.

Sul posto sono giunti prontamente i soccorsi

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Cronaca

Maxi blitz contro il narcotraffico, affari con la Stidda gelese

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Avevano un forte legame con la Stidda gelese, con cui facevano affari, le 45 persone indagate nell’ambito di una maxi operazione contro il traffico internazionale di droga, operata dalla Polizia sotto il coordinamento della Direzione Distrettuale Antimafia della Procura di Brescia. Trenta gli arrestati reclusi in carcere, dodici ai domiciliari e tre destinatari di misure restrittive alternative.

L’inchiesta ha portato anche all’esecuzione di numerose perquisizioni su vasta scala. Gli inquirenti hanno scoperto un sistema strutturato per l’importazione di droga dal Sudamerica, dal Marocco e dall’Olanda. Le sostanze venivano poi distribuite dalla provincia di Brescia su tutto il territorio nazionale. Individuato a Cussago, in provincia di Brescia, un laboratorio per lo stoccaggio della cocaina. Oltre alla Stidda gelese, i narcotrafficanti avevano rapporti con le famiglie mafiose palermitane di Santa Maria di Gesù, Porta Nuova e Partinico-San Giuseppe Jato, il clan di Villaseta nell’agrigentino, quelle napoletane, i Contini dell’Arenaccia e gli Orlando-Polverino-Nuvoletta di Marano di Napoli e le famiglie Nirta e Strangio di San Luca, in Calabria.

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Cronaca

Hashish e cocaina nella cassetta degli attrezzi, un arresto in città

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La Squadra Mobile di Caltanissetta e la Polizia di Gela hanno effettuato una perquisizione all’interno di un garage di Via Bergamo, dove è stato rinvenuto un cospicuo quantitativo di droga. L’attenzione dei poliziotti è stata attirata da un giovane che, con fare sospetto, aveva fatto ingresso all’interno dell’immobile e dopo alcuni minuti era uscito con in mano una pesante cassetta degli attrezzi chiusa con un lucchetto. Al rifiuto di mostrare cosa stesse trasportando, il fermato è stato sottoposto a controllo e trovato in possesso delle chiavi del contenitore. Al momento dell’apertura, gli agenti hanno appurato che l’interno era stato riempito con svariati panetti di hashish, ancora confezionati.

Il controllo è stato esteso anche all’interno del locale in uso al giovane dove, su un soppalco, dietro delle vasche di accumulo dell’acqua, sono state rinvenute altre due cassette degli attrezzi chiuse, anch’esse riempite con panetti di hashish e pezzi di cocaina in pietra, ancora da suddividere in dosi per lo spaccio. A seguito delle attività di analisi e pesatura, l’ammontare complessivo della droga sequestrata è risultato pari a 19 chili di hashish e 330 grammi di cocaina, che avrebbero fruttato, una volta immessi sul mercato, introiti superiori ai 100 mila euro. L’arrestato, al quale è stato contestato il reato di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti, è stato condotto al carcere di Gela a disposizione dell’Autorità Giudiziaria. Il Gip presso il Tribunale di Gela ha convalidato l’arresto e disposto la misura cautelare degli arresti domiciliari con braccialetto elettronico.

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