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Perdita idrica in via Caffè non riparata da 15 giorni

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Il paradosso: da una parte mezza città senz’acqua dall’altra parte una perdita idrica che si trascina da 15 giorni senza che vi si ponga rimedio.

Caltaqua ieri ha diffuso un comunicato in cui informa dell’interruzione della fornitura idrica dai serbatoi di Caposoprano e Montelungo. Non c’è scritto nè il perché nè quando si prevede di superare l’inconveniente. Niente acqua e nemmeno notizie.

Il rovescio della medaglia sono le segnalazioni che arrivano dai cittadini circa le perdite idriche non eliminate. È il caso della via Federico Caffè nei pressi della chiesa del Sacro Cuore dove da quindici giorni si è aperta un falla idrica.

L’area è stata transennata e poi sul posto non si è visto più nessuno.

Così mentre mezza città è a secco c’è chi l’acqua la può vedere. Non uscire dai rubinetti ma perdersi per strada. Al danno la beffa.

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Dalla Regione 4mln per stipendi del personale delle Ipab

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Quattro milioni di euro per il pagamento degli stipendi e dei contributi previdenziali dei dipendenti delle Ipab (Istituzioni pubbliche di assistenza e beneficenza) della Sicilia. L’assessorato della Famiglia e delle politiche sociali ha liquidato agli enti i fondi per il 2024: 3,2 milioni di euro serviranno per pagare le integrazioni stipendiali e gli oneri previdenziali del personale dipendente delle Ipab e 800 mila euro saranno riservati, invece, alla regolarizzazione contributiva delle posizioni dei dipendenti degli istituti definitivamente inattivi.

«Gli uffici, quest’anno, sono riusciti ad assegnare e liquidare i contributi in anticipo rispetto al passato – dichiara l’assessore regionale alla Famiglia, Nuccia Albano – L’attenzione del governo Schifani è sempre stata massima sulle condizioni dei lavoratori delle Ipab, molti dei quali attendono numerose mensilità. Questi fondi, infatti, serviranno agli enti per regolarizzare la posizione stipendiale e contributiva dei dipendenti».

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Extracosti chiesti agli utenti dalle strutture private convenzionate con l’ASP di Ragusa. Vittima la deputata Campo

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Palermo – Esami diagnostici a pagamento con un extracosto rispetto a chi ha un ticket in esenzione totale, giustificato dalle strutture convenzionate come ‘tassa per le nuove tecnologie’.

Lo ha scoperto la deputata regionale del Movimento 5 Stelle all’ARS Stefania Campo che nelle scorse settimane si era recata presso una struttura sanitaria privata convenzionata con l’Azienda Sanitaria Provinciale di Ragusa e al momento dell’esibizione della ricetta medica, la struttura le ha chiesto un extra costo per poter effettuare l’esame con un apparecchio di ultima generazione. Insospettita dall’accaduto, la deputata ha voluto approfondire la questione, interfacciandosi con altri pazienti e scoprendo un vero e proprio vaso di Pandora con un giro di extra costi che le strutture private del ragusano in convenzione con la locale ASP continuano a richiedere ai pazienti, giustificando l’obolo come tassa per poter utilizzare un macchinario di nuova generazione.

Scatta l’interrogazione al presidente della Regione e all’Asssore Regionale per la Salute. Nell’ambito del Piano straordinario per l’abbattimento delle Liste d’attesa e sulla scorta dei finanziamenti ricevuti dall’Assessorato regionale per la Salute, l’ASP di Ragusa ha comunicato lo scorso luglio di aver contrattualizzato con alcune strutture convenzionate n.7244 prestazioni diagnostiche, di cui: n.1022 Risonanze magnetiche; n. 834 Tac; n. 5388 Ecografie.

Nel mese di luglio l’Azienda Sanitaria Provinciale di Ragusa comunicava di aver arricchito il proprio parco tecnologico con un mammografo digitale che amplia e migliora l’offerta dell’Unità di Screening mammografico e diagnostica senologica. L’apparecchiatura, che si trova all’ospedale “Maria Paternò Arezzo” di Ragusa Ibla, ha una capacità in termini di risoluzione dell’immagine e di adeguatezza della diagnosi, di gran lunga superiore rispetto alle versioni precedenti.

“La scorsa settimana – racconta la deputata regionale Stefania Campo – mi sono recata dopo ben sette mesi dalla prenotazione, in una struttura convenzionata nel comune di Comiso per effettuare una mammografia. In questa struttura mi viene proposto di pagare una cifra extra, nonostante l’esenzione, per effettuare l’esame con un mammografo 3D di ultima generazione. Avendo obiettato che l’ambulatorio mi era stato assegnato automaticamente dal Centro Unico di Prenotazione e che se avessi voluto effettuare una prestazione a pagamento sicuramente non avrei aspettato sette mesi e l’avrei effettuata nel mio comune di residenza, mi viene risposto che allora sarei stata sottoposta a mammografia con l’apparecchiatura obsoleta, con l’avvertenza che, per le prossime visite, nonostante le prenotazioni del CUP, dovrà pagare ugualmente la prestazione. Vengo inoltre a conoscenza che il medesimo costo extra ‘supplemento nuovi macchinari’ era stato proposto a tutte le altre donne in attesa.

Un fatto gravissimo che a quanto pare avviene quotidianamente con migliaia di pazienti. Considerato chele risorse stanziate dalla Regione per l’ASP di Ragusa per abbattere le liste d’attesa sono stimate in 3 milioni di euro, esigo immediati chiarimenti da parte della Regione Siciliana”. Nella sua interrogazione la deputata Cinquestelle chiede alla Regione Siciliana se siano a conoscenza che alcune strutture convenzionate chiedono agli utenti quella che può essere a tutti gli effetti definita una “tassa per le nuove tecnologie”; in che modo vengono spesi dall’ASP di Ragusa i circa 3 milioni stanziati per le oltre 7000 convenzioni aggiuntive; se le convenzioni con le strutture private valgono solo per i macchinari obsoleti e non anche per gli apparecchi di ultima generazione in possesso delle strutture; se le risorse stanziate dalla Regione per l’ASP di Ragusa, stimate in 3 milioni di euro, siano state sottratte dalle risorse destinate al servizio sanitario pubblico; a quanto ammontano le risorse stanziate per l’ASP di Ragusa per gli anni 2022, 2023 e 2024 per il recupero delle liste d’attesa, e se sia stata rispettata (e in che modo) la ripartizione al 50 per cento tra pubblico e privato e ancora quali misure di controllo siano state adottate dalle strutture amministrative per evitare abusi o errori nella rendicontazione.

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Presentati 20 progetti per il Piano territoriale regionale

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L’amministrazione comunale ha presentato questa mattina le proposte progettuali che confluiranno nel P.T.R., il Piano Territoriale Regionale. Lo strumento di pianificazione territoriale definisce le strategie e gli obiettivi per lo sviluppo del territorio regionale. Fonda le sue radici nei principi definiti dall’Agenda 2030.


“La scadenza per presentare i progetti era risicata – hanno detto il Sindaco Terenziano Di Stefano e l’assessore Simone Morgana – si tratta di uno strumento urbanistico che porta ad una visione strategica regionale. Per Gela è una visione per i prossimi 50 anni. In queste settimane ci sono stati incontri preliminari, con tecnici e parti sociali e datoriali, compresa Sicindustria e la commissione consiliare Urbanistica. “Credo che il Comune di Gela sia tra quelli con il maggior numero di proposte presentate in Sicilia”, ha aggiunto l’assessore Franzone.


Tra i progetti l’Interporto, il nuovo ospedale di Ponte Olivo, un grande terminal portuale per i container, i tratti territoriali della Siracusa-Gela e l’adeguamento della statale 117 bis e 417, oltre che della ciclopedonalità di Manfria. Ecco l’elenco dettagliato dei progetti.
ELENCO PROGETTI P.T.R.
Water front
Villa Comunale
Ring e laminazione
Rigenerazione
Pontile sbarcatoio
Poggio Arena
Parco fluviale
Lungomare Manfria
Fogna via Venezia
Ex Dogana
Cittadella dello Sport – Marchitello
Gateway del Mediterraneo del Golfo, un terminal container nel Canale di Sicilia per unire l’Europa al Mediterraneo (3 progetti)
Porto One Work
Mappa cammini Francigeni
Gela smart city
Greenway Gela-Manfria ciclopedonale
Mega ospedale Gela Ponte Olivo
Autostrada Gela-Siracusa
Approvvigionamento idrico
Adeguamento funzionale SS 117 bis SS 417

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Direttore Responsabile: Giuseppe D'Onchia
Testata giornalistica: G. R. EXPRESS - Tribunale di Gela n° 188 / 2018 R.G.V.G.
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