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Cronaca

Operazione ‘Pietra tombale”: smantellato il Racket del cimitero di Pozzallo

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Modica – Alle prime luci dell’alba i Carabinieri della Compagnia di Modica, unitamente al Nucleo Elicotteri di Catania e alle unità cinofile, hanno dato esecuzione ad una ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 13 persone: G.G. 33enne, F.S. 33, G.S. 38, V.G. 35, O.S. 50 e F.S. 47, destinatarie della custodia cautelare in carcere, mentre G.T. 35enne, A.O. 39, G.F. 24, C.G. 20, O.B.F. 27, A.G. 27 e D.B. 27, destinatarie dell’obbligo di presentazione alla Polizia Giudiziaria.

Tutti gli indagati – a vario titolo – dovranno rispondere dei reati di “danneggiamento seguito da incendio, estorsione consumata e tentata, detenzione e porto illegale di armi, detenzione a fini di spaccio di sostanze stupefacenti continuata e aggravata poiché commessa in concorso tra loro”.


L’operazione, convenzionalmente denominata “Pietra tombale”, su vasta scala, ha richiesto il coinvolgimento di reparti dell’Arma dislocati anche al di fuori della competenza territoriale dei Carabinieri di Modica, arrivando sino alla provincia di Verbania ove si trovava uno degli indagati, destinatario del provvedimento. Per l’esecuzione è stato predisposto un consistente dispositivo di 60 militari, 20 automezzi, 1 velivolo e 3 unità cinofile, tale da assicurare la realizzazione delle attività nel pieno rispetto dei crismi di sicurezza sia per gli operanti che per i soggetti colpiti dal provvedimento.


Un numero cospicuo delle odierne misure risulta essere stato eseguito a carico di soggetti pregiudicati e con precedenti specifici, domiciliati tra la cittadina di Pozzallo e l’area metropolitana di Catania e con interessi su un’ampia porzione di territorio a partire dalla fascia costiera pozzallese sino ad abbracciare l’entroterra catanese.
I provvedimenti restrittivi sono stati disposti dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Ragusa, su richiesta della Procura della Repubblica Iblea, e sono il risultato della costante ed incessante attività investigativa che i Carabinieri della Stazione di Pozzallo, attraverso sia metodi investigativi tradizionali, con l’osservazione degli spostamenti e delle frequentazioni dei soggetti di interesse operativo, che attraverso gli accertamenti documentali finalizzati all’acquisizione di notizie di rilievo, hanno posto in essere per più di un anno.


Le attività di indagine hanno preso avvio nel mese di maggio 2022 a seguito dell’incendio di un cantiere edile nel cimitero comunale della città di Pozzallo che ha visto come protagonista uno dei soggetti principali dell’inchiesta. Infatti, quest’ultimo, con il suo atteggiamento intimidatorio sfociato più volte in aggressioni fisiche, danneggiamenti a mezzo incendio delle opere in legno costruite nel cimitero e le sue condotte aggressive, è riuscito per mesi a gestire ed avere sotto controllo tutte le esecuzioni di lavori edili all’interno dell’area cimiteriale pozzallese.

Tali condotte, dal punto di vista giuridico, sono state inquadrate dalla Procura della Repubblica nei reati di estorsione, lesioni, danneggiamento seguito da incendio, detenzione e porto abusivo di arma da fuoco, poiché in una circostanza all’interno dell’area cimiteriale sono stati esplosi colpi d’arma da fuoco all’indirizzo del titolare di una ditta che avrebbe dovuto procedere all’esecuzione di alcuni lavori, ma che non aveva ottenuto l’assenso di colui che riteneva di detenere il potere di disporre la realizzazione delle infrastrutture cimiteriali, come se fossero una sua prerogativa, “una sua proprietà”.


Le intimidazioni sono state talmente incisive che hanno costretto molti committenti ad effettuare violazioni di carattere contrattuale, poiché in virtù di questo evidente assoggettamento, i committenti delle opere da costruire nell’area cimiteriale si sono visti costretti a cedere la realizzazione in sub-appalto alla ditta dell’interessato.


La condotta estorsiva raggiungeva il suo livello più acuto quando addirittura si procedeva al fermo dei lavori delle altre ditte per il semplice fatto di non aver ottenuto il “nulla osta” del fantomatico proprietario del cimitero, che dimostra a pieno il clima di terrore e di sopraffazione creato all’interno dell’area comunale. Plurime sono dunque le condotte estorsive, messe a segno dal G.G. pozzallese, in danno di diversi committenti e imprenditori operanti nel settore edilizio per la realizzazione di tombe, cappelle ed edicole funerarie all’interno del camposanto di Pozzallo.

Un vero e proprio controllo operato dall’imprenditore pozzallese, forte della sua fama di soggetto aggressivo e violento.
Nell’ambito delle attività investigative svolte, la costante presenza dei militari sul territorio ha consentito di constatare un’intensa attività di spaccio, con radici che partivano dal territorio di Catania sino a giungere alle città marinara e della contea, da parte di una serie di soggetti che hanno ceduto nel periodo oggetto d’indagine sostanza stupefacente del tipo marijuana, hashish e soprattutto cocaina pari ad un valore complessivo di circa 50mila euro.


I rapporti tra i soggetti dediti alla vendita e i loro acquirenti sono stati caratterizzati da minacce e violenze fisiche, verificatesi quando i consumatori non riuscivano a compensare il debito contratto, ossia il pagamento del prezzo di favore, stabilito per la cocaina in 50 euro al grammo.
L’implicazione di un vasto numero di soggetti coinvolti nell’attività di spaccio si è evinta dall’identificazione di 20 acquirenti nonché di 6 fornitori di cocaina, tutti catanesi, pluripregiudicati anche per reati specifici e di elevata caratura criminale.


Nel contesto operativo odierno sono stati, altresì, deferiti in stato di libertà due degli indagati, per aver singolarmente ed in concorso tra loro posto in essere condotte tali da far configurare il reato di spaccio di sostanze stupefacenti. Corso operazioni un soggetto catanese, destinatario dell’obbligo di firma, si è reso irreperibile. Inoltre è stato tratto in arresto altro soggetto Catanese destinatario della Custodia Cautelare in Carcere per detenzione illegale di pistola, rinvenuto priva di matricola. Infine è stato deferito per detenzione ai fini di spaccio di stupefacenti altra persona modicana poiché in possesso di 38 grammi di hashish e di un bilancino elettronico, anch’egli tra i destinatari dell’obbligo di firma.

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Cronaca

Fiamme in un appartamento di via Sturzo

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Un incendio si è sviluppato in via Sturzo in un appartamento sito al secondo piano di un edificio a pochi metri dal Liceo Classico.

Sul posto sono intervenuti i vigili del fuoco e l’ambulanza mentre la zona è stata invasa dal fumo che esce dall’abitazione e da un odore acre.L’incendio si è sviluppato nei locali della cucina poco dopo che la proprietaria aveva cominciato a preparare il pranzo. Le cause sono da accertare.Non ci sono fortunatamente feriti.L’intervento è in corso e i danni sembrano notevoli.

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M5S: Regione raddoppi i posti UTIN dividerli tra Gela e Caltanissetta

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Palermo – “Le indiscrezioni che circolano a proposito della bozza dell’Assessorato Regionale alla Salute di rimodulazione della Rete ospedaliera e dell’applicazione che la nuova direzione strategica dell’ASP 2 di Caltanissetta, lascia presagire che l’ASP nissena intenda dimezzarli, smembrando l’UTIN con la divisione dei posti letto tra Gela e Caltanissetta.

Una giravolta che creerebbe due reparti inefficienti e provocherebbe nei fatti lo sperpero di milioni di euro investiti fino ad oggi dall’ospedale Vittorio Emanuele per l’attivazione dell’Unità di Terapia Intensiva Neonatale. Non vorremmo che la salute dei nostri bambini e delle nostre partorienti possa dipendere da equilibri politici, considerando il totale cambio di rotta verso un ospedale piuttosto che un altro e contravvenendo ad un decreto regionale del 2010 che assegna chiaramente al Vittorio Emanuele di Gela l’Unità di Terapia Intensiva Neonatale.

Se ASP 2 e Regione vogliono dare risposte alla cittadinanza, raddoppino i posti anziché dividerli, raddoppiando anche la pianta organica”. Lo dichiara la senatrice del Movimento 5 Stelle Ketty Damante che a proposito del dimezzamento dei posti letto del costituendo reparto di Terapia Intensiva Neonatale del Vittorio Emanuele di Gela.

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Tre arresti della Polizia

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Tre persone sono state arrestate dalla Polizia in esecuzione di provvedimenti emessi dall’Autorità Giudiziaria. A Gela un trentaseienne, che si trovava sottoposto agli arresti domiciliari, è stato condotto in carcere, su diposizione dell’Ufficio Esecuzioni Penali della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Gela, dopo esserne stato denunciato quattro volte dai poliziotti del Commissariato per il reato di evasione.

Sempre a Gela gli agenti hanno tratto in arresto un 46enne, indagato per il reato di maltrattamenti in famiglia, in esecuzione ad un ordinanza applicativa di custodia cautelare in carcere emessa dal Gip presso il Tribunale di Gela su richiesta della Procura della Repubblica. A Niscemi, infine, un 36enne indagato per reati concernenti il traffico e spaccio di sostanze stupefacenti, è stato condotto in carcere su diposizione dell’Ufficio Esecuzioni Penali della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Gela.

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