Nell’estate appena trascorsa, il movimento sportivo italiano ha celebrato una serie di vittorie di incredibile portata storica. La congiuntura tra gli Europei di calcio e quelli di volley femminile e maschile da una parte, le Olimpiadi e le Paralimpiadi di Tokyo dall’altra: eventi di primo piano che hanno offerto agli atleti di tutto il mondo la possibilità di gareggiare, mostrarsi e lottare per un trofeo o una medaglia dopo oltre un anno di sofferenza per tutto il comparto sportivo, e non solo, a causa della pandemia. Certo, stride l’immagine delle tribune colme di tifo e passione a Wembley e il silenzio a tratti surreale degli appuntamenti nipponici. Ma di stranezze, purtroppo, ne abbiamo viste tante in questo lungo anno e mezzo.
Cosa resta? Resta lo sport, appunto. Nella sua essenza. La bellezza dello sport e delle sue storie. Pensiamo a Bebe Vio, che ha conquistato a Tokyo il suo secondo oro paralimpico nel fioretto individuale. Pensiamo ad Ambra Sabatini, Martina Caironi e Monica Contrafatto, la “nostra” Monica Contrafatto, pensiamo a questo splendido podio tutto azzurro nella finale dei 100 metri nella T63 femminile, con il secondo bronzo paralimpico di Monica dopo quello di Rio 2016. Le storie di chi non si è mai arreso. Donne straordinarie che, attraverso lo sport, l’impegno, l’applicazione, la determinazione, hanno raggiunto l’eccellenza. Senza mai fermarsi, senza mai mollare.
Ed è la stessa lezione che ci consegnano gli atleti dell’associazione Orizzonte. Con umiltà ma con volontà ferrea, con semplicità ma puntando al massimo del risultato: che non è vincere, ma partecipare dando tutto. Nei duri mesi del lockdown e delle zone rosse gli atleti dell’Orizzonte, guidati dai loro tecnici e dal loro instancabile presidente, Natale Saluci, non si sono mai fermati. Hanno partecipato da casa agli Smart games ideati da Special olympics, hanno corso, sudato, gareggiato dentro le loro pareti domestiche per poi uscire, di corsa e senza paura, appena le restrizioni lo hanno permesso. Per andare incontro allo sport, alle sue lezioni e alle sue emozioni.
Sono ragazze e ragazzi che negli anni hanno conquistato successi di livello nazionale e internazionale, portando in alto il nome della città. In 25 anni di vita dell’Orizzonte, hanno lottato contro tutto: l’assenza di strutture, la latenza delle istituzioni, l’indifferenza di una parte non irrilevante della città. Nell’ultimo anno poi ci sono stati anche ben tre raid criminali nella loro sede del PalaCossiga. Eppure non si sono fermati, mai. E proprio ieri, partecipando ai campionati regionali Fisdir di atletica leggera a Palermo, hanno ribadito a tutti ancora una volta la potenza del loro messaggio: niente e nessuno ferma lo sport, niente e nessuno ferma la voglia di farcela, nonostante tutto. Perché oltre l’Orizzonte, l’impossibile diventa possibile. Ce lo insegnano loro, i nostri ragazzi, dai quali abbiamo davvero tanto da imparare.