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Lo Scrivo a Il Gazzettino di Gela

No Zan No Gender: il punto di vista dello psichiatra dott. Franco Lauria

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Il gender non esiste, il gender non esiste! gridavano all’unisono compagni, femministe e Lgbtq. E che cos’è il disegno di legge Zan se non il manifesto del gender?
Il gender è un’invenzione del Papa!, dicevano. Ed eccolo qua invece, bello infiocchettato in un ddl, pronto a diventare Legge dello Stato. Zan annuncia il gender già nel primo punto del suo ddl.
E andiamolo a vedere questo primo punto, le definizioni.

Si articola in quattro paragrafi.
A. Il sesso. Cos’è il sesso? Lo dice lui così: per sesso si intende il sesso biologico o anagrafico. Che vuol dire? traduciamo per i non addetti ai lavori. Per sesso si intende il possesso di cromosomi: xx sei di sesso femminile, xy sei di sesso maschile. Se sulla tua carta di identità c’è scritto maschio sei di sesso maschile, se c’è scritto femmina sei di sesso femminile.

B. Il genere. Cos’è il genere? Per genere si intende qualunque manifestazione esteriore di una persona che sia conforme o contrastante con le aspettative sociali connesse al sesso.
Che vuol dire? Traduciamo in parole povere. Hai un pisello, hai la barba, hai i peli abbondanti, hai il torace possente, hai il sedere stretto, la voce bassa? Sei di genere maschile.
Hai la patatina, sedere grosso, vitino di vespa, spalle strette, pelle glabra, vocina da uccellino? Sei di genere femminile.
Ora già questo secondo punto insinua che a volte c’è corrispondenza fra sesso e genere, a volte no. Può capitare che hai cromosomi xy e pisello, ma vocina da canarino, viso levigato e spallucce strette. E viceversa può capitare che avendo cromosomi xx e la patatina, ma puoi avere molti peli, la voce bassa, le spalle larghe e il lato B stretto. Una volta invece si dava per scontato che se uno era di sesso maschile fosse anche di genere maschile e che fra i due ci fosse intima connessione.

C. L’orientamento sessuale. Per orientamento sessuale si intende l’attrazione sessuale o affettiva nei confronti di persone di sesso opposto, dello stesso sesso, o di entrambi i sessi. Questo punto è più facile da capire, tradotto, sono maschio e mi piacciono le donne(etero), sono maschio e mi piacciono i maschi (omosessuale), sono maschio e mi piacciono uomini e donne (bisex). Su questo punto va da sè che oggi siamo quasi tutti d’accordo e non ci sono motivi per scontrarsi.
Salvo una piccola minoranza che continua a considerare l’omosessualità una malattia da curare, la stragrande maggioranza delle persone ormai considera normale l’omosessualità, il lesbismo e la bisessualità.
Anche l’OMS e il Dsm sono di questo parere. Se io ho i cromosomi xy, quindi sesso maschile, un corpo maschile e mi sento maschio e dico di essere maschio, ma mi piacciono i maschi sono omosessuale, e se mi piacciono anche le donne sono bisex, ma non aderisco al gender. Questo non è gender. Questo è avere una identità precisa, come l’eterosessuale maschio a cui piacciono le donne e viceversa. Essere omosessuale o lesbica o bisex non è gender.

D. Identità di genere. Per identità di genere si intende l’identificazione percepita e manifesta di sé in relazione al genere, anche se non corrispondente al sesso, indipendentemente dall’avere concluso un
percorso di transizione. Questo è il punto fondamentale che qualifica il gender. Che vuol dire? Vuol dire che se io dico di essere femmina, anche se ho i cromosomi maschili xy, anche se ho il pisello in mezzo alle gambe, sono femmina. E viceversa. Se io dico di essere maschio, anche se ho i cromosomi femminili xx e la patatina, sono maschio. E questo diventa verità di Legge, se passa il ddl Zan. Siamo
al trans. Queste persone vengono definite trans.

Quindi è il mio personale e soggettivo convincimento che determina il mio essere maschio o femmina, indipendentemente dal sesso cromosomico, dal corpo che ho e da quello che pensa e dice la Società.
Lo dico io e deve bastare. Questo assolutizzare l’individuo ed il suo personale convincimento psicologico senza tenere in nessuna considerazione la biologia e la sociologia è il gender.
Quindi il gender non è essere omosessuale o lesbica o bisex.
E’ il trans invece che esprime compiutamente l’ideologia gender dell’individualismo senza limite, del narcisismo patologico.
Dire che il disegno di legge Zan è necessario per difendere i diritti degli omosessuali e dei soggetti fragili è una grande ipocrisia. Questi soggetti infatti sono già tutelati anche molto bene dalle Leggi vigenti. Invece Zan strumentalizza queste categorie, le inserisce nel suo Ddl perché sa che cosi è molto più facile confondere le idee, e sperare che passi quello che è l’obbiettivo vero del suo ddl, il gender.

Il gender quindi è individualismo senza limite calato nel campo sessuale. Il gender in campo sessuale è il trans e Zan e lì che vuole arrivare, a sdoganare la concezione trans della vita, la sessualità liquida con la sala operatoria o senza non ha importanza, vuole arrivare a negare Dio, la Natura, la biologia e la società, in nome del proprio Io assolutizzato, che diventa Dio.
Il trans, con l’aiuto della tecnica figlia della scienza, con la chimica e/o con la sala operatoria vuole negare la Tradizione, l’identità, l’Uomo cosi come lo abbiamo conosciuto per migliaia di anni e dirigersi speditamente verso il post-umano, senza un genere e senza un’identità, liquido nella società liquida. Il postcapitalismo neoliberista veicola l’assenza del limite in economia per ragioni di mercato, il mercato mondiale e il pensiero unico. Cosi sulla stessa falsariga, in campo sessuale, veicola il trans, il post-umano. Questa è l’ideologia gender.

Le sinistre, di cui Zan è espressione, sin dai primi anni ‘70 hanno fatto il salto della quaglia cioè sono passati dai diritti sociali ai diritti civili, e il Pd è diventato un grande partito radicale.

Sono passati, quelli della sinistra, dai lavoratori tradizionali, contadini, operai, disoccupati, sottoccupati, precari, infermieri, insegnanti e tutto il mondo della piccola attività commerciale, artigianale, professionale e imprenditoriale. al nuovo ceto medio e medio-alto fatto di giornalisti, politici, gente dello spettacolo e dell’edonismo superficiale e acritico, come cantanti, attori, comici, ballerini. Della questione sociale non gliene frega più niente, dei diritti civili invece gliene frega eccome, si occupano solo di quello, perchè è con i diritti civili che passa l’ideologia del padrone neoliberista, il postcapitalismo della tecnica e della finanza, di cui loro si sono messi al servizio sempre di più fino al servilismo più bieco dal 1989 in poi. Oggi la sinistra più della destra cavalca il neoliberismo e il postmodernismo negando la Tradizione, negando la sovranità del popolo che chiamano in maniera dispregiativa populismo.

Negli altri punti Zan spiega come veicolare il gender nella società, cominciando con l’insegnare la masturbazione, pardon l’educazione sentimentale, sin dalla scuola materna ai nostri bambini. E poi
istituendo una giornata dedicata al gender e fare sfoggio ed esibizione di corpi e di genitali, confondendo sin dall’infanzia i bambini sulla loro identità. Dicendo ai maschietti di giocare con le bambole e alle femminucce di giocare con i trattori. Insomma tutto le strategie perchè da grandi questi nostri figli siano privi di identità e non importa se saranno confusi, infelici, nevrotici, paranoici, depressi, non importa se si imbottiranno di psicofarmaci sino al suicidio. Non importa, a loro
importa solo fare gli interessi del padrone.

Dott. Franco Lauria

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Se io non voglio… razionalmente, potrei volere inconsciamente

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Dallo psichiatra Franco Lauria, riceviamo e pubblichiamo

La “vittima” non sempre è solo vittima, ma a volte anche carnefice. E viceversa.
Il provocare della vittima consiste nel non tenere in giusto conto il contesto spazio-temporale e culturale in cui si vive, insomma la realtà. C’è un deficit di realtà.
E la realtà umana è fatta anche da diversi tipi di uomini-maschi, uomini sereni e uomini non sereni, di uomini saggi e di uomini fragili, di uomini empatici e di uomini narcisi, di uomini miti e di uomini violenti, di uomini sani di mente e di uomini malati di mente, di uomini felici e di uomini infelici, di uomini tossicodipendenti e di uomini alcolisti, di ludopatici e di polidipendenti…

Realtà complessa, variegata, problematica. Il non volerne tenere conto, immaginando una realtà semplice e lineare di uomini sani, responsabili e tutti uguali, implica un eccesso di individualismo infantile e narciso da parte della vittima. La vita in società è un continuo equilibrio dinamico fra l’Io e il Noi. Un venirci incontro vicendevolmente.
Dare sempre ragione all’Io e torto al Noi oggi è l’ideologia postcapitalista del consumismo illimitato che promuove i desideri individuali e non accetta nessun No da parte del gruppo.
Invece la frase ” io non voglio” e il resto
devono essere inquadrati in un contesto più generale dove la comunicazione non è solo verbale, ma anche e soprattutto non verbale. Bisogna vedere il tono con cui lo dici, il modo come lo dici. La forma può smentire il contenuto. Bisogna valutare di caso in caso. Comunicazione verbale e non verbale. Comunicazione cosciente e non cosciente. Si rafforzano, vanno nella stessa direzione o sono in conflitto e vanno in direzione opposta? Freud e Pirandello sono i riferimenti psicologici e teatrali più pregnanti. E la psicologia americana di Palo Alto ha dato un contributo notevole a capire meglio le relazioni umane, le loro assonanze e le loro contraddizioni.
La comunicazione non verbale passa attraverso l’inconscio che può essere in sintonia o non in sintonia con la coscienza.
Posso dire No con la parola, ma Si con lo sguardo, con gli occhi o con i vestiti o con la gestualità, con il cuore… La vita è sempre contraddittoria e ambivalente.
La coscienza razionale è solo una superficie lievissima della mente umana che è invece un oceano inconscio profondissimo.
La mente, e quindi la personalità, è molto più ricca della coscienza. Se vogliamo far coincidere mente e coscienza torniamo a prima della psicoanalisi, cioè a più di150 anni fa.
Vogliamo negare la psicoanalisi? Vogliamo che la comunicazione non verbale conti meno di zero? Quanti di noi hanno litigato e detto “io non voglio” e poi invece lo hanno fatto, anche ferocemente e selvaggiamente? Il desiderio si nutre del divieto. O piuttosto questo nuovo femminismo vuole imporre una dittatura moralista, noiosa, banale, infantile della coscienza? Regressione e moralismo intrecciati mi sembrano i connotati culturali di questo “delirio” femminista ignorante e/o ipocrita.
(I maschietti femministi? Che pena).

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Interporto: “per uscire dall’impasse, c’è la speranza…”

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Dall’Associazione Interporto rappresentata dal dott. Marco Fasulo, riceviamo e pubblichiamo

“La provincia di Caltanissetta, ultima in Italia per reddito pro capite lordo, rappresenta una ferita aperta nel cuore della nostra nazione, un paradosso inaccettabile per un territorio così ricco di risorse naturali, di manodopera altamente specializzata e di posizioni strategiche nel crocevia delle comunicazioni globali.

Questa povertà non è figlia del destino, ma dell’incapacità cronica delle classi dirigenti di valorizzare un patrimonio unico nel suo genere. Eppure, una speranza concreta emerge come una luce in fondo al tunnel: la futura realizzazione di Interporto Gela, una struttura di importanza epocale che promette di trasformare non solo Gela e la Sicilia, ma anche l’Italia intera, proiettandola al centro della comunità economica europea e mondiale.

Grazie alla sua posizione privilegiata, punto di congiunzione naturale tra il Canale di Suez e il Mediterraneo, Interporto Gela rappresenterà la chiave di volta per una rinascita economica, abilitando la realizzazione di infrastrutture portuali avanguardistiche e di un Hub Containers nel Golfo di Gela. Queste opere saranno in grado di attrarre investimenti internazionali, creare migliaia di posti di lavoro e rendere il sistema logistico siciliano e italiano il più potente e competitivo del pianeta.

Con il futuro Ponte sullo Stretto di Messina, opera senza pari al mondo, l’Italia diventerà la piattaforma logistica più ambita del globo, una porta d’accesso privilegiata tra l’Europa, l’Africa e l’Asia, un esempio di innovazione e lungimiranza per le generazioni a venire.Questa visione non è solo un sogno, ma una promessa concreta di cambiamento, un impegno per riscrivere il destino di una provincia e di un popolo, restituendo dignità e prosperità a un territorio troppo a lungo dimenticato. Gela sarà il simbolo della rinascita, la Sicilia il cuore pulsante del Mediterraneo, e l’Italia il faro di sviluppo e modernità per il mondo intero”.

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Campetto Comunale di Manfria all’abbandono

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Riceviamo e pubblichiamo una nota del Comitato di Manfria a firma del presidente Maurizio Cirignotta

Che Manfria sia completamente posta all’abbandono questo è sotto gli occhi di tutti. Ma che le infrastrutture già esistenti vengano volutamente distrutte è solo uno scempio amministrativo che colpisce la Frazione di Manfria e tutti i suoi abitanti abituali, tra cui giovani ed altro.

La frazione, come si evince dagli atti amministrativi del Comune di Gela, non è stata considerata rispetto ad altri quartieri e non si è mai trovata una vera soluzione al processo di urbanizzazione e valorizzazione di questo territorio.

Ci troviamo di fronte ad un caso palese di gestione discutibile del bene pubblico che va denunciato in tutte le sue sfaccettature. Il campetto in questione, infatti, è stato oggetto di un progetto di riqualificazione collegato ai fondi della Democrazia Partecipata erogati dalla Regione Sicilia per il 2023.

La somma dedicata al progetto era di 59.800,00 euro collegata al recupero e riqualificazione del campo di calcetto sito nella frazione di Manfria come da protocollo generale del 13/10/2023 n.97286 ed utile alla realizzazione di un centro sportivo ricreativo polivalente di aggregazione giovanile e inclusione sociale, oltre che di svago per bambini, eventi sportivi e per la comunità di manfria. Il grave sospetto è che nella programmazione di bilancio della Regione Siciliana questi fondi non spesi siano stati incamerati nelle casse regionali come già fatto per altri comuni siciliani.

Tutto il direttivo rimane esterrefatto dalla valenza di una questa azione demolitiva voluta e perpetrata negli anni.

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Direttore Responsabile: Giuseppe D'Onchia
Testata giornalistica: G. R. EXPRESS - Tribunale di Gela n° 188 / 2018 R.G.V.G.
Publiedit di Mangione & C. Sas - P.iva: 01492930852
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