Contro la politica sui rifiuti della Regione che investe denaro in inceneritori e discariche.Il senatore dei Cinquestelle Pietro Lorefi ce spiega il perché spiega perché partendo dal recente bando della Regione per creare due inceneritori e arrivando alla vicenda di Timpazzo” Possiamo dargli il nome che preferiamo – termovalorizzatori, termoutilizzatori, termossidatori, pirogassificatori, gassificatori, ecc. – ma scientificamente, tecnicamente e secondo la legislazione europea il loro nome è inceneritori (Art. 3, com. 40, dir. 2010/75/EU) e tentare di nascondere la realtà utilizzando termini impropri desta ancora maggiore preoccupazione. Sfido chiunque a portarmi un solo studio epidemiologico autorevole fatto dopo almeno venti anni dall’insediamento di un inceneritore che non registri incremento di patologie tumorali e decessi. Al contrario, uno studio su 29 pubblicazioni scientifiche conferma la relazione tra molteplici patologie-mortalità e la vicinanza di inceneritori. Un altro studio condotto in Inghilterra e Scozia su madri che vivono nel raggio di 10 km da un inceneritore hanno mostrato correlazione tra malformazioni neonatali e la distanza dall’impianto”
“Ma non è soltanto una questione di salute – va avanti il senatore – è anche una questione Culturale. Con l’adozione, nel dicembre 2015, del “Circular Economy Package” il Parlamento Europeo ha avviato la transizione dall’economia lineare, verso l’economia circolare e il Governo nazionale, guidato da Giuseppe Conte, ha fatto il suo, recependo le direttive del pacchetto. Ma la giunta Musumeci persevera nell’ignorare le disposizioni nazionali ed europee, continuando a gestire i rifiuti capovolgendo la gerarchia degli stessi e mettendo al centro discariche e inceneritori. Prova ne è il recente bando pubblicato per la realizzazione di due mega-inceneritori nell’isola e la destinazione di ben 264 milioni di euro per la realizzazione di impianti di smaltimento di rifiuti e nessuno destinato alla riduzione della produzione degli stessi”
“Di questi, 15 milioni- sottolinea Lorefice- sono destinati alla discarica Timpazzo di Gela per l’ennesimo ampliamento di mezzo milioni di metricubi. L’ultimo ampliamento risale al 2014 con la nuova vasca E (700.000 mc), già in esaurimento. Proprio a Timpazzo il governo di Musumeci non rispetta nemmeno le disposizioni emanate della stessa Regione. Nell’autorizzazione AIA del citato ampliamento del 2014 erano contenute delle prescrizioni, tutte disattese. Così anziché ritirare l’autorizzazione, Musumeci autorizza il nuovo ampliamento rinviando di altri 6 mesi il tempo per rispettare le prescrizioni del 2014. Questo approccio di istigazione al non rispetto delle prescrizioni è confermato anche nella vicenda dell’impianto di compostaggio di Brucazzi, a Gela, dove a fronte di un impianto incapace di produrre un compost di qualità da utilizzare in agricoltura, viene invece portato in discarica. Costretto da ARPA Sicilia a ridurre la capacità di trattamento, viene autorizzato dalla Regione ad un ampliamento, sconfessando di fatto le autorità di controllo”
” Bisogna incentivare la prevenzione del rifiuto e differenziare di più; supertassare i comuni che non raggiungono gli obiettivi minimi di raccolta differenziata; premiare le aziende che progettano i propri manufatti secondo i principi dell’economia circolare e chiudere immediatamente gli impianti che non rispettano le prescrizioni di legge” – conclude Lorefice