Il Club per l’UNESCO di Gela, Butera e Niscemi in collaborazione con l’Istituto del Nastro Azzurro Federazione di Caltanissetta, ha incontrato gli studenti dell’Istituto Tecnico Luigi Sturzo-Commerciale, Enogastronomico ed Alberghiero, in occasione della presentazione del libro “ Suor Cecilia Basarocco” degli autori Salvatore Ravalli, Riccardo La Cara e Rosario Antonio Rizzo.
I temi trattati dagli autori del libro, affondano le radici nei tragici accadimenti di un periodo storico che, dal 2000 in Italia e dal 2005 in tutto il mondo, viene ricordato il 27 gennaio di ogni anno come il Giorno della Memoria. Erano presenti il Dott. Giuseppe Nicoletti, l’Ing. Giuseppe Morselli ed in rappresentanza delle Suore della Sacra Famiglia la Superiora Suor Luciana Bello. Era presente il coautore del libro Prof. Rosario Antonio Rizzo.
Il Dirigente Scolastico Prof. Franco Ferrara si è complimentato con gli organizzatori degli incontri tenutisi nei due plessi dell’Istituto, ringraziandoli per avere scelto gli studenti della sua scuola quali destinatari del messaggio dell’UNESCO impegnato a diffondere e ribadire la necessità di studiare per conoscere il passato e fare tesoro degli insegnamenti e capire ciò che accadde in quegli anni ed i motivi che furono alla base dei gravi e disumani comportamenti di alcuni nei confronti di altri esseri umani. Ha ringraziato i collaboratori prof.sse Mariagrazia Raimondi ed Anna Liardi per l’ottima riuscita dell’incontro del Club Unesco con gli studenti dell’Istituto.
Il Presidente del Club per l’UNESCO Giuseppe Nicoletti introducendo la presentazione del libro del Prof. Rosario Antonio Rizzo, nel ricordare quel tragico momento storico per l’Europa ed il mondo intero, ha sottolineato come sia quanto mai attuale il messaggio di Suor Cecilia Basarocco e della sua vita esemplare al servizio dei poveri, dei bisognosi, degli ammalati dell’Ospedale dove era in servizio di infermiera e che con il suo straordinario ed incredibile atto di altruismo a difesa della vita umana, dall’ormai lontano luglio del 1943, ci indica l’antitodo contro le atrocità dell’ essere umano verso i suoi simili. E’ il seme dell’amore verso gli altri ed il rispetto per la vita, quali presupposti della pace. A Niscemi, con un atto di grande altruismo e amore per la vita altrui, Suor Cecilia salvò dalla fucilazione alcuni soldati tedeschi feriti e ricoverati in ospedale, schierandosi davanti al plotone di esecuzione degli americani diretti a nord della Sicilia, dopo lo sbarco degli Alleati a Gela. L’atto della Suora evitò l’uccisione dei soldati tedeschi,ennesimo atto di odio e aggressività della barbarie umana della guerra. Il messaggio di Suor Cecilia Basarocco ha offerto momenti di riflessione agli studenti che, secondo i principi perseguiti dall’UNESCO, sono i destinatari privilegiati della memoria storica rievocata proprio in questi giorni. L’Ing. Giuseppe Morselli dell’Istituto del Nastro Azzurro, ha introdotto l’autore con una sintesi dei fatti della seconda guerra mondiale e dello Sbarco degli Alleati a Gela. Il Prof.Rizzo dialogando con gli studenti ha sottolineato le testimonianze raccolte da tanta gente e medici che hanno avuto la fortuna di conoscere “l’Angelo Bianco”, come è stata chiamata Suor Cecilia, che con la sua grande generosità e le tante opere di bene, dopo tanti anni dalla sua scomparsa, è ancora oggi presente nel cuore e nella memoria della popolazione, come un faro di luce di amore verso gli altri. L’autore del libro,che raccoglie molti documenti, atti e fonti storiche dei fatti della Suora, rispondendo ad uno studente che chiedeva il significato dell’appartenenza ad un esercito nemico, ha spiegato che l’appartenenza è frutto della guerra e che senza le guerre non ci sarebberi eserciti,cioè regnerebbe la pace. Ad uno studente che chiedeva spiegazioni sul coraggio della giovane Suor Cecilia, poco più che trentenne, a mettersi davanti ad un plotone di esecuzione di americani per salvare coloro che erano stati protagonisti di tanti orrori ed atrocità, il Prof. Rizzo ha risposto che solo il grande amore per la vita degli altri, può vincere tutte le paure e dare il coraggio senza guardare appartenenza e divise. Uno studente ha chiesto, se il gesto di Suor Cecilia sia stato un gesto istintivo e coraggioso o abbia influito anche la vocazione religiosa e Suor Luciana Bello delle Suore della Sacra Famiglia ha risposto che sicuramente l’atto della consorella Suor Cecilia è stato il frutto di una personalità forte con alla base la sua grande fede. Ad altro studente che chiedeva quale messaggio può darci il gesto compiuto da Suor Cecilia anche oggi che assistiamo a massacri e violenze in varie parti del mondo, il dott. Nicoletti ha affermato che nessuna violenza, massacro o atrocità commesse nei confronti degli uomini può in alcun modo essere giustificato per nessuna ragione e che per evitare il ripetersi delle guerre è necessario che l’amore ed il rispetto per gli altri esseri umani, si radichino nell’umanità per essere in grado di contrastare gli egoismi e le prevaricazioni dell’uomo sull’uomo, secondo uno dei principi fondamentali dell’UNESCO: “Poiché le guerre nascono nella mente degli uomini, è nella mente degli uomini che devono essere elevate le difese della pace”
Una giornata all’insegna della consapevolezza e della responsabilità civica ha visto protagonisti gli studenti della scuola media E. Romagnoli di Gela. Il Lions Gela ATC, guidato dal presidente Dott. Santo Figura, ha organizzato un importante evento di sensibilizzazione in collaborazione con il Comune di Gela, la Polizia Municipale e la Procivis, presieduta da Luca Cattuti.
Un’iniziativa che ha lasciato il segno nei giovani partecipanti, coinvolgendoli in un’esperienza formativa dal forte impatto emotivo. Tra i momenti più toccanti, la simulazione di un intervento di primo soccorso stradale, realizzata dai volontari della Procivis. Vedere con i propri occhi la rapidità e la competenza necessarie per salvare una vita ha acceso nei ragazzi una riflessione profonda sull’importanza del rispetto delle regole e della prontezza nell’agire in situazioni di emergenza.
A rendere ancora più efficace il messaggio, le relazioni dell’ispettore della Polizia Municipale Gloria Fasciana, dell’agente Massimo Legname e del perito Ascanio Carpino, che hanno saputo trasmettere, con competenza e passione, l’importanza della sicurezza stradale e del senso civico.Questo service non è stato solo un momento di formazione, ma un vero e proprio dono per i giovani: un’opportunità per acquisire consapevolezza e per imparare a scegliere, ogni giorno, la strada giusta.
Successo dell’iniziativa proposta dalla Fidas Gela in occasione dell’8 marzo: “Donna che Dona” ha visto un’ottima partecipazione di donatrici. Presso l’Unità di Raccolta di via degli Appennini, è stato registrato l’afflusso di persone pronte a fare la differenza, dando il loro contributo concreto alla causa della donazione di sangue. In particolare, per questa occasione, le donne hanno risposto con entusiasmo all’invito a partecipare, dimostrando ancora una volta il loro impegno nella cura degli altri e nella solidarietà.
L’iniziativa, che ha avuto come obiettivo sensibilizzare la comunità sull’importanza della donazione di sangue, ha visto il coinvolgimento di molte donne, che con un semplice gesto hanno contribuito a salvare vite umane. La giornata è stata un omaggio alla forza e generosità femminile, un esempio di come il volontariato e la solidarietà possano unire le persone in nome del bene comune.
Complessivamente sono state registrate 31 presenze: 25 donazioni, 5 pre-donazioni ed 1 controllo. “Sono felice dell’andamento della giornata – commenta il presidente di Fidas Gela, Enzo Emmanuello – e soprattutto della dimostrazione di grande attaccamento e senso civico dimostrato dalle donne presenti, per un gesto importante quale la donazione di sangue. L’augurio è che questo esempio possa portare tanta altra gente ad avvicinarsi alla nostra realtà”.
Niscemi – Il secondo sit-in dei niscemesi Giuseppe Maida e Rosario Ristagno, di venerdì e sabato scorsi dentro due casse da morto davanti alla sede della Provincia regionale di Caltanissetta per chiedere la messa in sicurezza della Sp 11 Niscemi-Bivio Priolo, si è rivelato un’esperienza dura e nel contempo un’occasione di alta spiritualità.
La singolare protesta era finalizzata a sollecitare l’Amministrazione provinciale, il Comune di Niscemi e la Prefettura a mettere in atto tutte le procedure per evitare la strage di giovani vite, perdute per lo più in incidenti autonomi, lungo la Sp 11 che collega Niscemi alla strada statale 115 Gela-Vittoria.
L’ultima tragedia si è consumata il 28 gennaio scorso nel tratto terminale di questa “strada assassina”, quando una mamma che stava accompagnando i tre figlioletti a scuola, ha perso il controllo dell’autovettura che si è schiantata contro un muro di cinta. Nell’urto, perdeva la vita la piccola figlia Aurora, 9 anni, mentre la madre e altri due figli, di 7 e 4 anni, riportavano gravi traumi e ferite e venivano ricoverati in ospedale.
Ma i morti sulla Sp 11 non sono solo questi. È una lunga scia di sangue che si perde nel tempo. Negli ultimi 4 anni, 7 giovani niscemesi hanno perso la vita nel tratto terminale di questa strada, quasi alle porte di Niscemi. Il sit-in del fine settimana scorso, è stato svolto dentro le bare collocate in un furgone davanti alla sede della Provincia. «Il tempo è stato inclemente – riferisce Maida – con pioggia battente e basse temperature.
Però molti nisseni si sono fermati davanti alla nostra “camera ardente” per informarsi sui motivi della protesta e per fare qualche selfie. Il sit-in ci ha riservato anche una piacevolissima sorpresa. Il vescovo di Caltanissetta Mario Russotto, venuto a conoscenza della nostra insolita manifestazione, ha voluto conoscerci, invitandoci tramite gli agenti della Digos a raggiungerlo nella vicina sede vescovile. Monsignor Russotto si è rivelato una persona meravigliosa, sensibile e affettuosa».
Dopo aver spiegato i motivi della loro protesta, Maida e Ristagno hanno chiesto al pastore nisseno di poter pregare per le ultime sette giovanissime vittime della “strada killer”. Nella piccola e accogliente cappella della sede vescovile, sul cui altare erano state sistemate le foto delle povere vittime, i due niscemesi, monsignor Russotto e gli agenti della Digos hanno rivolto anche una fervida preghiera perché «il Signore consoli i familiari che stanno vivendo in silenzio nel dolore e nello sconforto».
Al termine dell’incontro, il vescovo Russotto ha promesso “una sua amichevole intercessione presso il Prefetto Chiara Armenia, affinché possa definitivamente contribuire alla messa in sicurezza della Sp 11”.