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Giudiziaria

Negati gli aiuti covid per legami con un mafioso: il Tar ribalta la sentenza

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Agrigento – N.V., nel 2021, avendo i requisiti , ha richiesto al Comune la concessione degli aiuti assistenzialistici previsti dall’Ordinanza del Capo della Protezione Civile del marzo 2020 in relazione alla situazione economica determinatesi per effetto dell’emergenza COVID-19. Alla donna sono stati negati i benefici richiesti per un’informativa antimafia resa dalla Prefettura di Agrigento su richiesta del Comune di San Biagio Platani.

La Prefettura di Agrigento avrva adottato l’informativa per i legami familiari della donna con un soggetto condannato per il reato di associazione mafiosa essendo stato ritenuto organico alla consorteria criminosa agrigentina quale esponente del sodalizio criminale operante nel territorio comunale di San Biagio Platani.

La destinataria dell’informativa, considerata la gravosità del provvedimento prefettizio, si rivolgeva all’Avv. Girolamo Rubino per impugnarlo innanzi il competente Tribunale Amministrativo Regionale.

Il legale con il ricorso introduttivo del giudizio, ha censurato il provvedimento prefettizio sotto diversi aspetti denunciandone l’illegittimità e chiedendone l’annullamento.

L’avv. Rubino, alla luce delle disposizioni normative di riferimento e dell’interpretazione datane dalla giurisprudenza amministrativa, rilevava che la natura prettamente assistenzialistica degli aiuti richiesti non avessero nulla a che fare con i contributi richiesti per l’esercizio di un’attività economica, la cui erogazione viceversa presuppone la verifica antimafia in capo al soggetto richiedente. Pertanto, l’avv. Rubino evidenziava che nella fattispecie non fosse necessario alcun accertamento da parte della Prefettura, dal momento che la richiedente non esercitava alcuna attività imprenditoriale e la richiesta di aiuto economico mirava esclusivamente a sostenere il nucleo familiare.

Il T.A.R. Sicilia – Palermo, in sede cautelare, condividendo le censure formulate dal difensore sulla circostanza che la donna non fosse titolare di alcuna attività di impresa ed alla luce dei precedenti giurisprudenziali richiamati dallo stesso difensore, ha accolto la domanda cautelare formulata e per l’effetto ha sospeso l’efficacia del gravoso provvedimento antimafia. Conseguentemente, la richiedente potrà godere dei benefici assistenziali richiesti.

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Giudiziaria

Tre arresti della Polizia per condanne definitive

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Tre provvedimenti emessi dalla magistratura, sono stati eseguiti a Gela e a Caltanissetta dalla Polizia.

A Gela un quarantaquatrenne è stato arrestato dovendo espiare la pena definitiva a 8 mesi per tentato furto; un ottantenne, condannato per omicidio stradale, deve scontare la pena di un anno e 6 mesi di reclusione. Nel Capoluogo, un giovane di 30 anni, è stato tratto in arresto dovendo espiare la pena definitiva a 2 anni per il reato di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti. Quest’ultimo è stato condotto al carcere di Caltanissetta; gli altri due, ammessi al beneficio delle misure alternative, sconteranno la pena in regime di detenzione domiciliare.

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Giudiziaria

Condanne definitive, due arresti

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La Polizia di Gela ha dato esecuzione a due provvedimenti emessi dall’Autorità giudiziaria nei confronti di altrettante persone condannate all’espiazione di pene definitive.

Un settantenne e è stato arrestato dovendo espiare la pena definitiva a 2 anni e 12 giorni di reclusione per i reati di atti sessuali e violenza sessuale con minorenne, commessi nel 2022; un sessantenne è stato, invece, arrestato dovendo espiare la pena della reclusione a un anno e 4 mesi per aver percepito indebitamente il reddito di cittadinanza, reato commesso tra il 2019 e 2020. Dopo gli adempimenti di rito entrambi gli arrestati sono stati condotti, il primo in carcere e il secondo nel proprio domicilio, ammesso al beneficio della misura alternativa della detenzione domiciliare.

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Giudiziaria

Condanne definitive, 9 arresti della Polizia

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La Polizia, a Gela, Caltanissetta e a Niscemi, ha dato esecuzione a nove provvedimenti emessi dall’Autorità giudiziaria nei confronti di altrettante persone condannate all’espiazione di pene definitive in carcere. Nel capoluogo, una 70enne, è stata tratta in arresto dovendo espiare la pena definitiva a 3 anni, 4 mesi e 5 giorni per il reato di sequestro di persona e abbandono di minori. A Gela un 20enne è stato arrestato dovendo espiare la pena definitiva a 3 anni, 4 mesi e 17 giorni per tentata rapina aggravata; analogamente un 25enne di Niscemi, condannato per rapina e detenzione di armi.

Gli altri arrestati devono scontare pene definitive per essere stati condannati, a vario titolo, per violazioni di leggi urbanistiche, lesioni aggravate, indebita percezione di denaro e violazione degli obblighi di assistenza familiare.

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