Ragusa – Nell’ambito dei controlli disposti in ambito nazionale dal Comando Carabinieri per la Tutela della Salute sulla filiera degli “Alimenti e prodotti Etnici presso le attività di ristorazione e minimarket”, a seguito di un controllo del Nas Carabinieri di Ragusa presso un ristorante “Etnico” del centro Modicano, è stata disposta la sospensione dell’attività.
Il provvedimento si è reso necessario a seguito dell’accertamento di gravi violazioni in materia di igiene e sanità riscontrate nelle cucine del ristorante, violando il “pacchetto igiene” introdotto con il Regolamento europeo 852/2004, in cui si preparavano gli alimenti destinati alla successiva somministrazione agli avventori. Nel contesto ispettivo è stato riscontrato l’arbitrario ampliamento delle superfici autorizzate e l’attivazione abusiva di un deposito di generi alimentari ispettivo. Al titolare dell’attività commerciale sono state inoltre contestate sanzioni amministrative per un ammontare complessivo di 2000 euro.
Intanto è partito il piano di controllo “Estate Tranquilla 2023” sviluppato sull’intero territorio nazionale dal Comando Carabinieri per la Tutela della Salute, d’intesa con il Ministero della Salute, finalizzato a tutelare la salute pubblica e verificare il rispetto della qualità e della sicurezza dei servizi offerti durante il periodo turistico.
In questo contesto e a seguito di un controllo del Nas Carabinieri di Ragusa, eseguito nell’area di intervento “Centri Benessere e Stabilimenti Termali” presso un centro estetico della cittadina marinara di Pozzallo, meta turistica vacanziera, l’ufficio VII del comune, ha disposto la sospensione dell’attività. La misura si è resa necessaria a seguito dell’accertamento da parte dei militari, che hanno riscontrato che l’attività era stata intrapresa senza la prescritta autorizzazione comunale ed in assenza dei requisiti professionali da parte del personale che esercitava l’attività di estetista. Al titolare dell’attività commerciale sono state contestate sanzioni amministrative per un ammontare complessivo di 688 euro.
I poliziotti della Sezione Volanti hanno arrestato un nisseno di 66 anni, sottoposto alla misura cautelare del divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla moglie vittima di stalking, in quanto è stato trovato da un equipaggio della Polizia nei pressi dell’abitazione della vittima. L’allarme era giunto poco prima presso la sala operativa della Questura che aveva inviato la volante.
Al momento dell’arresto il dispositivo palmare del 66enne emanava l’alert che segnalava la sua presenza nell’area di interesse della persona offesa allo stesso interdetta. L’arresto è stato convalidato dal Gip, su richiesta della locale Procura, senza applicazione di ulteriore misura cautelare.
Retata antidroga a Caltanissetta della Polizia che ha eseguito otto misure cautelari personali emesse, su richiesta della Procura della Repubblica Distrettuale Antimafia di Caltanissetta, dal Giudice per le indagini Preliminari presso il locale Tribunale, per associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti e per detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti. A quattro dei soggetti indagati, ai quali è stato riconosciuto il ruolo di capi e organizzatori dell’associazione, è stata applicata la misura della custodia cautelare in carcere, mentre agli altri indagati, tre dei quali aventi il ruolo di partecipi, è stata applicato il divieto di dimora nella provincia di Caltanissetta. Le indagini, condotte dalla Squadra Mobile nissena e coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia, hanno consentito di svelare l’operatività di un presunto gruppo criminale che avrebbe creato una fitta rete di spaccio sul territorio nisseno. I cospicui approvvigionamenti di droga del tipo cocaina, hashish e marijuana, effettuati prevalentemente a Gela e in altri comuni della Provincia, avrebbero prodotto un volume di affari stimato in oltre 50mila euro mensili. La presunta organizzazione criminale avrebbe incentrato la propria attività di spaccio nel centro storico di Caltanissetta e nella zona circostante la stazione ferroviaria. Le cessioni di sostanza stupefacente sarebbero avvenute su chiamata dell’assuntore di turno al quale il pusher indicava il luogo di incontro dove sarebbe avvenuta la cessione. In altri casi, la cessione dello stupefacente sarebbe avvenuta presso le abitazioni degli associati. Secondo i gravi indizi di colpevolezza ritenuti dal Gip, in molti casi, l’associazione, per effettuare le consegne di stupefacente, si sarebbe servita di soggetti minorenni, che sarebbero stati ricompensati, oltre che con denaro, anche con dosi di droga. L’attività investigativa, sviluppata in un arco temporale che va da giugno a novembre del 2022, ha permesso di sequestrare un chilo di hashish, oltre 100 grammi di cocaina, arrestare tre soggetti per detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti, e segnalare alla locale Prefettura numerosi assuntori, clienti abituali del gruppo. Le misure cautelari sono state eseguite con la collaborazione della Squadra Mobile di Palermo e di equipaggi del Reparto Prevenzione Crimine e del Reparto Cinofili di Palermo.
Ragusa – Su disposizione della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Ragusa, i Carabinieri del NAS di Ragusa, con la collaborazione dei Carabinieri di quel Comando Provinciale, hanno applicato un’ordinanza di misure cautelari emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari presso il Tribunale nei confronti otto persone, due delle quali agli arresti domiciliari e sei di misure interdittive, nei confronti dei gestori e di alcuni dipendenti di una struttura di assistenza per persone anziane e disabili, gravemente indiziati, in concorso per il reato continuato di maltrattamenti, abbandono di incapaci ed esercizio abusivo della professione medica ed infermieristica.
Le indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica di Ragusa e condotte dal NAS di Ragusa con servizi di osservazione, pedinamento, ispezioni e mediante attività tecnica di intercettazione telefonica ed ambientali, hanno permesso di approfondire l’illecita condotta degli indagati nel gestire la casa di riposo, all’interno della quale erano ospitate 29 (ventinove) persone, in sovrannumero rispetto alle capacità ricettive della struttura e accudite da personale sottodimensionato e non qualificato che, specie in orario notturno, somministrava in difetto di prescrizione medica farmaci ipnoinducenti, al solo scopo di intorpidire e quindi poter gestire gli ospiti della struttura con un personale ridotto e così limitando le spese di gestione.L’attività investigativa, ricadente nell’ambito di servizi disposti in campo nazionale dal Comando Carabinieri per la Tutela della Salute di Roma, d’intesa con il Ministero della Salute, finalizzati a monitorare la corretta gestione delle strutture socio – assistenziali dedicate ad ospitare le fasce più deboli della società, è scaturita da una segnalazione pervenuta al Nas di Ragusa da parte di ex dipendenti della struttura e riguardante le indegne condizioni in cui gli anziani erano costretti a vivere.
Dagli indizi sarebbero emerse gravi anomalie nella gestione della casa di riposo, improntata alla massimizzazione dei profitti a discapito delle condizioni igienico sanitarie, funzionali e organizzative della struttura, con una inappropriata assistenza sanitaria nei confronti degli ospiti. Sarebbero inoltre stati riscontrati numerosi casi di condotte oppressive e avvilenti nei confronti degli anziani (spesso costretti a dormire in letti pieghevoli e fatiscenti), messe in atto tramite ingiurie, urla, strattonamenti, abbandono, somministrazione di psicofarmaci.
Commesso con sistematicità, infine, il reato di esercizio abusivo della professione medica da parte di uno dei titolari della struttura, che arbitrariamente modificava le prescrizioni o inseriva farmaci (spesso ad azione psicoattiva) nelle terapie degli ospiti, così come l’abusivismo infermieristico dei dipendenti che approssimativamente somministravano, benché sprovvisti di specifico titolo professionale, medicinali agli ospiti loro affidati.
Al termine delle attività è stato disposto il sequestro preventivo dell’intera struttura sociosanitaria per anziani e disabili oggetto dell’attività di indagine, con nomina, da parte del G.I.P., di apposito amministratore giudiziario.Tutte le ipotesi accusatorie, allo stato condivise dal G.I.P. in sede, dovranno trovare conferma allorché verrà instaurato il contraddittorio tra le parti, come legislativamente previsto.