A poche decine di Km da Gela, all’ospedale Gravina di Caltagirone, da un paio di giorni è iniziato un tipo di trattamento nuovo del morbo di Parkinson che la Regione Sicilia ha autorizzato da pochissimi giorni.
Una storia che ha legami con Gela non solo perché uno dei due pazienti in trattamento, un uomo di 75 anni, è gelese ma anche perché vive da 10 anni a Gela, il dott. Alessandro Pulvirenti direttore della Stroke unit della Neurologia dell’ospedale di Caltagirone che sta sperimentando la nuova metodica.
E’il genero del dott. Gianni Incardona. Nella stessa divisione come dirigente neurologa e responsabile del centro cefalee opera anche la dott. Simonetta Incardona.
I due medici che fanno coppia nella vita hanno la possibilità di lavorare in un settore che Gela, città di 70 mila abitanti, può solo sognare. A poca distanza da Gela, si possono ricevere cure innovative, a Gela la Neurologia un giorno esiste, poi viene cancellata e così via.
Ma ritornando alla cura innovativa contro il Parkinson, la notizia è che al Gravina di Caltagirone ci sono stati i primi due pazienti in trattamento con Levodopa per infusione sottocutanea. Presso il reparto di Neurologia, guidata da Alessandro Pulvirenti, un paziente di 75 anni e uno di 77 anni, con malattia di Parkinson, sono stati sottoposti alla nuova terapia, autorizzata da pochissimi giorni dall’Assessorato regionale alla Salute. La Levodopa è universalmente considerata il gold standard per la terapia del Parkinson, ma le fluttuazioni delle concentrazioni plasmatiche del farmaco con la terapia orale sono spesso associate a un controllo insoddisfacente dei sintomi motori e allo sviluppo di movimenti involontari. Fino a pochi mesi fa, inoltre, la sua somministrazione, oltre che per via orale – sotto forma di capsule o di compresse – era possibile solo tramite l’effettuazione di gastrotomia endoscopica percutanea, in particolare nelle fasi avanzate della patologia.
Con questa nuova opzione del trattamento, per infusione sottocutanea, mininvasiva e meglio tollerata dai pazienti, è possibile sia controllare la concentrazione plasmatica del farmaco, sia garantire una gestione stabile dei sintomi.
La nuova terapia è indicata, soprattutto, nella fase intermedia-avanzata della malattia di Parkinson. Per assicurare la buona riuscita del trattamento sottocutaneo del Levodopa, i pazienti candidabili sono accuratamente selezionati dai centri di riferimento. L’ospedale di Caltagirone è fra i primi, in Sicilia, a introdurre questa nuova metodica. Il tempi dirà se con questa metodica si può migliorare la vita dei pazienti affetti da morbo di Parkinson.