Dallo psichiatra Franco Lauria, riceviamo e pubblichiamo
Si assiste ogni giorno di più alla tendenza a dare un’interpretazione psicologica, tutta e solo psicologica, a comportamenti e pensieri.Proliferano sedicenti psicologi e tuttologi pronti a spiegarci ogni cosa. Le “relazioni tossiche”, i “narcisisti”, i “maschilisti”, dove ad essere analizzati e messi sul banco degli imputati come cattivi carnefici sono sempre e solo i maschi.Le donne di converso non sono mai tossiche nè narcise. Se sono femministe a tale parola si attribuisce un significato immediatamente positivo, in contrapposizione assoluta al maschilismo che invece è subito negativo. Femminismo e maschilismo infatti sono l’uno il contrario dell’altro.Positivo e buono l’uno, negativo e cattivo l’altro.Una contrapposizione assoluta e inconciliabile. Guerra totale fra i sessi.Vengono esclusi da tali definizioni i contesti socio-economici in cui si vive, la Storia, i rapporti economici ed i modi della produzione, le classi sociali.Ci si esprime per categorie assolute, astratte.Da aggiungere anche il “patriarcato”, mai meglio precisato, mai storicizzato, mai contestualizzato, mai definito, ma sempre dato per vivo e vegeto, associato al negativo.Non ci si preoccupa mai di dare maggiori dettagli su cosa si intenda per patriarcato.Però poiché rimanda alla parola Padre si intende subito che è un negativo assoluto.Di converso, Madre invece è una parola positivo assoluto.Così facendo si ridefiniscono i lemmi, secondo interessi ideologici e di parte. Si rifà la lingua, si eliminano concetti sostituiti con altri concetti.La psicologia assolutizzata diventa psicologismo a danno delle altre scienze (economia, storia, sociologia).Tutto per arrivare a ridefinire i rapporti fra i sessi sulla base di un postulato iniziale: maschio è cattivo, brutto, negativo, violento, pericoloso, carnefice; donna invece è buono, bello, positivo, mite, affidabile, vittima.Il femminismo di terza generazione, una certa sinistra e gli lgbtq aderiscono a questa operazione di riscrittura della lingua italiana per ridefinire le categorie mentali e le identità sessuali.Tutto allo scopo di dividere gli esseri umani, di metterli in contrapposizione orizzontale uno contro l’altro sulla base del sesso di appartenenza, fermi alla base della piramide sociale ed economica.Maschi contro femmine a litigare continuamente fra di loro senza trovare mai soluzione. Conflittualità senza fine.Interpretazioni psicologiche assolutizzate e fini a se stesse.Spiegazioni e interpretazioni già preconfezionate con la conclusione già contenuta nelle premesse.Nasci maschio? Sei colpevole. Nasci femmina? Sei innocente.La colpevolezza del maschio diventa il nuovo peccato originale, che viene a sostituire il peccato originale di Adamo ed Eva che però implicava entrambi.Qui invece riguarda uno solo, lui.Invece lei ne è esente.Lui è colpevole e deve espiare, solo lui deve espiare.Perché? E qui a dare spiegazioni ” scientifiche”.E’ colpa del suo cromosoma y;Dentro il cromosoma y ci sono i geni della violenza e della cattiveria maschile.E’ colpa del suo testosterone;Il testosterone è un ormone criminale responsabile del comportamento violento dei maschio. In contrapposizione dell’estrogeno, l’ormone femminile che invece è buono e mite.E’ colpa della cultura maschile del possesso.In ogni caso da queste analisi al limite del fantastico e del delirio vengono esclusi i rapporti di forza fra le classi sociali, viene esclusa la componente economica, storica e sociale.La psicologia costruita sulla biologia diventa psicologismo ideologizzato.Una narrazione di parte, al servizio dello status quo socio-economico. Conclusione? Il maschio è colpevole per nascita e deve scontare in vita, per tutta la vita la sua colpevolezza. Come?Deve rassegnarsi a lasciare il potere alle donne, esenti dal peccato originale.Deve accettare il potere femminile, deve dargli sempre ragione, deve ubbidire ciecamente ed immediatamente, deve essere subalterno alla donna.Questa è la condanna a vita che il maschio deve accettare.Se lo fa e va alla scuola di rieducazione dove i docenti sono intellettuali di sinistra, femministe e lgbtq diventa meno colpevole e meno cattivo, diventa buonista e femminista, politicamente di sinistra.Così potrà essere accettato e stare nel novero dei buoni, ma sempre sottomesso, sorvegliato e tenuto al guinzaglio.Se non lo fa resta cattivo, pericoloso, il male assoluto, il fascista, il narciso, politicamente di destra.Il postcapitalismo tecno-bancario, globalista, ne prende atto e li finanzia lautamente. I vari Soros elargiscono fondi alle loro fondazioni ed associazioni.La sinistra, in tutte le sue salse e in tutte le sue anime, diventa il pilastro culturale del postcapitalismo globalista, serva fedele del Sistema.
Dal pittore Giovanni Iudice, riceviamo e pubblichiamo una lettera aperta indirizzata al critico d’arte, Vittorio Sgarbi, attualmente ricoverato all’ospedale Gemelli
Caro Vittorio, mi permetto di scriverti perché testimone della tua generosità nei miei confronti e ciò denota la tua magnanimità che deriva solo dall’Arte. Credo che abbiamo avuto un po’ tutti brutti momenti nella vita, fantasmi inesistenti, mente offuscata e angosce, ma poi tutto svanisce e svanirà pure il tuo momento, anzi, i momenti più alti tra i Grandi, hanno visto precedere quelli bui e chi si eleva a “grande” rimarrà nel buio. Solo persone riflessive e sensibili, generose e altruiste, ne subiscono i dolori di una società brutale. Penso ai grandi geni, Caravaggio fuggitivo, Bernini schiacciato dalla borghesia imperante dopo il fallimento dei campanili di San Pietro ma dopo una lunga depressione scolpì “L’Estasi di Santa Teresa” ritenuta il simbolo assoluto del Barocco. Penso a Munch, ricoverato all’ospedale psichiatrico avendo superato pure la “spagnola”nel 1919, altro che Covid e si ritrasse in giacca da camera come malaticcio. Penso a Vincent Van Gogh che dalla sua depressione e allucinazione diurna, andava nel cuore delle distese dei campi per dipingere (curato dal Dott Giachet, questi più depresso del maestro per invidia alla sua pittura…)
La pittura di Vincent, aveva guarito se stesso da ogni forma di cattiveria umana: “…i passanti gli sputavano sui dipinti in corso nelle campagne di Arles…in quelle campagne dove si nutriva del fiume d’oro dei grani luccicanti al sole, dove ne impastava materia corposa pensando a Rembrandt e leggendo Shakespeare …” ; solo un’anima che sa, che ama, è un’anima generosa. Caro Vittorio, tu questo ce lo hai insegnato, e devi continuare a nutrirci di questa misteriosa e invisibile energia che pontifica noi tutti verso una speranza. Continua a parlarci di Bellezza! Siamo qui Vittorio, ti aspettiamo !
Riceviamo e pubblichiamo una nota critica del cultore di arti, Emanuele Zuppardo.
Caltagirone – Una mostra d’arte della pittrice di Niscemi Eleonora Pedilarco verrà inaugurata al Museo Hoffmann di Caltagirone. La mostra intitolata “Sicilia, Mito e Materia” realizzata col patrocinio del Comune di Caltagirone, in partnership con la ProLoco calatina, è curata del Direttore del museo Antonino Navanzino e verrà inaugurata venerdì 21 marzo alle ore 17,30.
Eleonora Pedilarco, nativa di Caltagirone ma residente a Niscemi, è una grande artista siciliana. I suoi dipinti sono intrisi di tradizione e contemporaneità, colore e memoria, tecnica e passione.
Formata a Milano, ha esposto in mostre nazionali e internazionali, ottenendo prestigiosi riconoscimenti, tra cui il Primo Premio Colore Canon alla Fiera SMAU nel 1997 e la Medaglia dell’Unione Artigiani della Provincia di Milano (1999). Selezionata per importanti collettive, ha partecipato al Salon 99 presso il Museo Permanente di Milano e alla Mostra di Illustrazione Grafica-Pittorica nella Sala Napoleonica del Castello Sforzesco (1997).
Nel 2001 fa ritorno in Sicilia, dove sviluppa una poetica artistica che attinge alla sua terra, esaltandone la cultura, i colori e le radici popolari. Nei suoi dipinti, il rigore tecnico si intreccia a un’estetica vibrante, ricca di citazioni iconografiche e simboliche, che evocano l’identità mediterranea attraverso elementi decorativi, volti intensi e una tavolozza luminosa.
Parallelamente alla sua carriera artistica, Eleonora Pedilarco si dedica al sociale: fonda la ONLUS “Ability Art”, che sostiene persone con disabilità e fragilità economiche. Con parte del ricavato delle sue opere, finanzia progetti umanitari, come la costruzione di una scuola materna a Kasendi, nella Repubblica Democratica del Congo. L’equilibrio tra tradizione e innovazione, tra impegno etico e ricerca estetica, rende la sua arte non solo un’espressione visiva, ma un ponte tra passato e futuro, tra l’identità siciliana e un respiro universale.
Certamente Niscemi ha grandi tradizioni artistiche e culturali Ma la sua bravura sta soprattutto nel suo impegno e studio di ogni giorno. La sua esperienza all’Accademia di Belle Arti di Brera a Milano e la Scuola Superiore d’Arte del Castello Sforzesco, hanno plasmato la nostra pittrice facendola diventare protagonista di primo piano nel panorama dell’arte contemporanea e le sue opere diventano, tanto solari e mediterranee, comprensibili anche ad un pubblico non addetto ai lavori e, soprattutto, alla gente comune che ogni giorno vive le ansie e le speranze di un mondo in veloce trasformazione. Grande comunicatrice di quanto avviene nel mondo che la circonda, diventa voce del malessere, delle ingiustizie, dei crimini come il femminicidio e delle battaglie contro la mafia. Per il suo impegno sociale viene chiamata anche da Gela a guidare scolaresche d’istituti d’arte nella realizzazione di murales come quello del lungomare Federico II di Svevia o del Vicolo San Rocco sul corso della città dove ha dato luce e colore ad un cortile rendendolo vivo e palpitante d’emozioni.
I suoi personaggi fondono magistralmente tradizione e modernità come il volto del giovane, realizzato con estrema cura nei dettagli e nei contrasti chiaroscurali, assume anche il significato di simbolo per l’immigrato di oggi, giunto in Sicilia dopo numerose peripezie alla ricerca di un futuro migliore. Il copricapo, decorato con motivi barocchi e impreziosito da frutti autunnali – uva, fichi, cachi e agrumi – evoca l’abbondanza della terra e il patrimonio artistico che ha arricchito l’isola nel corso dei secoli. Lo sfondo blu intenso accentua i dettagli dorati, donando profondità e una carica emotiva intensa all’opera. Questa pittura celebra la Sicilia, terra d’accoglienza, rendendo l’isola sempre più bella grazie all’arte e alla mescolanza dei popoli
Riceviamo e pubblichiamo una nota sull’organizzazione dei servizi logistici dell’ospedale Vittorio Emanuele di Gela
Spazi ridotti negli ospedali e parcheggi riservati inesistenti, il dramma dei dializzati all’ospedale di Gela: “Pazienti fragili sempre meno assistiti”. La denuncia di un paziente, Antonio Ruvio.
“Qualche mese fa’ ho fatto i complimenti al reparto di dialisi di Gela, a medici, infermieri e a tutto il personale per la professionalita’ , adesso dopo la chiusura dei parcheggi per lavori di ristrutturazione mai iniziati – scrive un paziente dializzato –
è una vergogna non poter aver spazi riservati a noi data la fragilità che abbiamo dopo aver fatto il trattamento dialitico.il direttore sanitario non c’è mai per poter affrontare la questione e anche per cercare di capire quando tempo durera’ questa situazione.Ci sono pazienti che quando finiscono la terapia sono stanchi e fanno fatica a camminare, immaginiamo con le macchine parcheggiate fuori dall’ospedale che rischio raggiungerle.
In questa Citta’ la condizione assistenziale dei pazienti emodializzati sta degenerando il parcheggio riservato inesistente chiuso per lavori edili con gravi difficoltà per raggiungere il centro dialisi. Ci chiediamo quando si cercheranno soluzioni a queste problematiche. Le dirigenze Asl avrebbero dovuto già intervenire e ascoltare le nostre proposte, invece preferiscono aspettare, cosa? La comunità dei nefropatici cronici è in forte agitazione da sfociare presto in proteste”.