ROMA – Il Senato dela Repubblica e la Camera dei deputati si tingono di rosso nella giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, e aprono al pubblico in maniera straordinaria.
L’edizione speciale di ‘Montecitorio a porte aperte’ è iniziata con l’esibizione della banda musicale dell’Esercito nella piazza. Numerose le persone che hanno assistito al mini-concerto e che poi hanno avuto la possibilità di visitare il palazzo e di entrare in Aula per assistere alle testimonianze di donne vittime di violenza.
“L’Italia deve continuare a compiere il proprio dovere, ancor più alla luce dei gravi e recenti episodi di cronaca. Questo orrore deve finire”. Sono le parole del presidente della Camera Lorenzo Fontana, affidate a un videomessaggio, che ha preceduto gli interventi dei vicepresidenti Mulè e Ascani e la testimonianza di una donna vittima, Daniela.
“Montecitorio a porte aperte oggi potrebbe essere Montecitorio a braccia aperte”, che “accoglie le donne in questa giornata che deve ripetersi ogni giorno per il valore che ha”, sottolinea Giorgio Mulè nel presentare la partecipazione all’evento dell”associazione Etnos, cooperativa sociale siciliana impegnata anche per il contrasto e recupero di donne che hanno subito violenza.
L’appello della vicepresidente Ascani è chiaro: “Che sia l’ultimo anno in cui così tante donne pagano con la vita il solo fatto di essere nate donne. Facciamo in modo che nella nostra società ci sia spazio per la parità e mai più per la violenza”. Prima della conclusione affidata a Daniela, l’operatrice della cooperativa Maria Grazia Roccella, ha spiegato che le donne arrivano da loro con “una autostima bassissima e “noi le accogliamo, asciughiamo le loro lacrime, riaccendiamo le loro fiammelle, come quella di Daniela e del suo talento in cui lei non credeva più”. Il racconto di Daniela si apre nella commozione, ma poi si interrompe, si riaccende con un sorriso e spiega che “sono lacrime di una rinascita, non di dolore, ma di emozione”.
La donna racconta di avere ritrovato la fiducia in se stessa grazie alla cooperativa sociale Etnos. L’associazione coinvolge le ospiti delle case rifugio nella realizzazione di prodotti sartoriali ecosostenibili con il progetto ‘Equo Dress’. E alcuni di questi abiti dal taglio particolare, sono stati indossati da Daniela che ne ha spiegato il significato: “questa giacca e questa camicia” simboleggiano “che non tutti gli uomini sono uguali, io oggi ho incontrato un nuovo amore che mi ha incoraggiato.
E questa giacca rappresenta anche il mio attuale fidanzato che si prende cura di me e di mia figlia. Questo è l’abbraccio di un uomo che dà forza alla donna e quando questa donna si trova da sola, è una donna forte, una donna che riesce ad affrontare la vita”. Questi abiti nascono da un “saccone di vestititi donati”, “che avevano solo la colpa di essere stati buttati, appunto come le donne che vengono distrutte”. “Quindi rimettendo i pezzi insieme rinasce un nuovo capo che può essere di nuovo indossato”, si commuove di nuovo Daniela che viene accolta dall’applauso dei presenti.
Al Senato, che si è tinto di rosso già nella giornata di ieri, è stata esposta, al centro della Sala Garibaldi, una realizzazione della ceramista Ignazia Mattana: due scarpe rosse con la targa “No alla violenza sulle donne”