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L’Ars approva la riforma delle ex ASI siciliane

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«Le modifiche e le integrazioni apportate alla legge sull’Irsap ci consentiranno di colmare alcune incongruenze normative e di accelerare il pieno e razionale utilizzo delle aree industriali dell’Isola» musumeci.

Lo dichiara il presidente della Regione Nello Musumeci, commentando l’approvazione da parte dell’Ars della legge di riforma dell’Istituto regionale per lo sviluppo delle attività produttive.
 
A distanza di dieci anni dalla sua istituzione, quindi, l’Irsap (legge regionale 8/2012) cambia pelle con l’obiettivo – strategico per il governo Musumeci – di rendere funzionali e attrattive le aree industriali in termini di servizi e infrastrutture e agevolare gli investimenti che saranno determinati dalle Zone economiche speciali. Molte le novità previste dal ddl in tema di snellimento e semplificazione dei processi di decisione, di valorizzazione del patrimonio e di risoluzione delle criticità legate alla liquidazione dei vecchi Consorzi Asi.
 
«Abbiamo finalmente – aggiunge l’assessore alle Attività produttive, Mimmo Turano – una revisione coerente della legge sull’Irsap che trasforma l’ente in un’agenzia di sviluppo efficiente al servizio del tessuto produttivo siciliano». Cambia la governance dell’Istituto: soppressa l’elefantiaca “Consulta delle attività produttive” con potere di veto e ruolo di centralità per il Consiglio di amministrazione che sarà composto da cinque componenti, di cui due rappresentativi delle associazioni di categoria. 

«Ringrazio il Parlamento – aggiunge l’assessore Turano – per aver colto l’importanza di varare questa legge di riforma. La Sicilia non può più permettersi carrozzoni o enti che non funzionano così come ha bisogno di regole chiare e semplici che permettano e incoraggino gli investimenti sul nostro territorio, oggi abbiamo fatto un passo importante in questa direzione», conclude l’esponente del governo Musumeci.
 

ECCO I PUNTI CHIAVE DELLA RIFORMA IRSAP 

Infrastrutture

Grazie alla riforma, le opere infrastrutturali realizzate dall’Irsap saranno cedute al Comune competente per territorio, per quanto riguarda le strade, e in concessione d’uso al soggetto gestore per quanto riguarda le reti idriche. 

Assegnazione terreni e rustici

Modifiche anche alla disciplina relativa all’assegnazione dei terreni e dei rustici di pertinenza dell’Irsap: nel caso di vendita di terreni e di rustici, si prevede per l’impresa acquirente il divieto di alienazione del bene acquisito, nonché di cambio di destinazione d’uso, per un periodo di tempo limitato a 3 anni contro i 5 previsti dalla vecchia normativa. La riforma introduce anche una nuova disciplina che regola le attività immobiliari all’interno delle aree dell’Irsap.

Liquidazione Consorzi Asi

La riforma interviene anche nella disciplina della liquidazione dei Consorzi Asi. La nuova norma assegna infatti all’Irsap un ruolo di supporto tecnico, utile per la valutazione economica degli immobili, sulla base di parametri oggettivi fissati dal Cda, riconducendo tutta l’attività dì controllo all’assessorato regionale all’Economia. E ancora prevede la possibilità per il commissario liquidatore di richiedere, a Irfis FinSicilia Spa o ad altri istituti di credito, finanziamenti per far fronte alle spese di gestione, tutela e conservazione del patrimonio e per operazioni finalizzate alla liquidazione dei Consorzi. I commissari liquidatori possono destinare una quota non superiore al 20 per cento dei beni immobili da alienare sotto forma di misure di aiuto a favore di microimprese, imprese giovanili, start up, imprenditoria femminile, imprese vittime di usura ed estorsione. 

Destinazione proventi vendita immobili

Il 20 per cento dei proventi eventualmente residuati al termine delle operazioni di liquidazione, confluiscono nel patrimonio dell’Istituto. Il restante 80 per cento è attribuito, nel rispetto della normativa vigente in materia di aiuti di Stato, alle imprese dell’area industriale dì competenza secondo un piano di riparto approvato dalla Giunta regionale su proposta dell’assessore per le Attività produttive. I beni, mobili e immobili, eventualmente residuati, una volta ultimate le operazioni di liquidazione, confluiscono nel patrimonio dell’Istituto. I Commissari liquidatori, al termine delle operazioni di chiusura delle operazioni di liquidazione, con motivata determina e su richiesta dell’Irsap, possono trasferire in comodato d’uso allo stesso Istituto i centri direzionali, o parti di essi, da destinare a iniziative imprenditoriali per la creazione di hub dell’innovazione digitale, incubatori di imprese e similari.

Ampliamento aree industriali

Cambia anche la disciplina per l’ampliamento, fino a un massimo del 10 per cento, delle aree di sviluppo industriale mediante l’inclusione di territori confinanti, prevedendo un procedimento amministrativo che contempla il coinvolgimento dei Comuni.

Insediamento pmi nelle aree artigiane

Viene introdotta, infine, maggiore flessibilità per le aree artigiane che potranno, entro certi limiti, ospitare l’insediamento di piccole e medie imprese e viene abrogato il limite massimo del 10 per cento, della superficie complessiva di ciascuna area di sviluppo industriale, da destinare a usi commerciali.

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Leggende e Cunti siciliani: IL GIGANTE MANFRINO

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Nelle calde sere d’estate, quando il sole si spegneva dolcemente dietro l’orizzonte e le strade di Gela si svuotavano dei giochi e delle risate dei bambini, iniziava il vero incanto. I più piccoli, ormai stanchi dalle corse e dai giochi, si raccoglievano intorno alle ginocchia dei loro nonni, impazienti di ascoltare quei racconti che, come una magica filastrocca, venivano tramandati di generazione in generazione.
Erano storie che riecheggiavano di mistero e di magia, leggende che facevano rabbrividire e sognare.

Tra i “cunti” più amati e richiesti dai bambini c’era sempre la leggenda del Gigante Manfrino.
Il semplice nome evocava immagini grandiose e affascinanti, di un tempo lontano in cui uomini tanto grandi quanto buoni camminavano sulla terra. La storia di Manfrino veniva narrata con tale enfasi che sembrava quasi di poterlo vedere, quel gigante dal cuore d’oro, mentre si ergeva maestoso accanto alla sua torre, sorvegliando con affetto il golfo di Gela.

Manfrino, così lo chiamavano, era un gigante dal cuore gentile, ma dalla forza immensa.
Nessuno sapeva esattamente da dove venisse o quale fosse il suo vero nome, ma la sua fama lo precedeva in tutta la Sicilia.
Insieme a lui, nella sua torre che dominava l’orizzonte, viveva sua sorella, una giovane donna dalla bellezza inarrivabile, che tutti chiamavano “La Castellana”.
Riservata e misteriosa, la Castellana preferiva restare nelle sue terre, lontana dagli sguardi curiosi e dalle chiacchiere del mondo esterno.
Si diceva che la sua bellezza fosse tale da illuminare ogni angolo della torre, e che fosse così preziosa agli occhi del gigante da spingerlo a coltivare immensi giardini di fiori e frutti solo per lei.

Le terre del Manfrino, che si estendevano fino al confine con il castello di Falconara, erano un paradiso di prosperità. Campi rigogliosi di alberi da frutto, prati fioriti e ruscelli che scorrevano limpidi, disegnavano un quadro di abbondanza che incantava chiunque vi si trovasse.
La leggenda narra che questa ricchezza fosse un’eredità lasciata loro da un cavaliere di Malta, un tale Bertu di cui il cognome si era perso nella polvere del tempo, ma che aveva legato il suo destino a quello del Gigante e della sua sorella adorata.

Manfrino, però, non era un uomo che si accontentava di restare fermo.
Amava galoppare per le sue terre, osservando da vicino il suo regno, e nulla gli sfuggiva. Un giorno, mentre cavalcava attraverso i suoi campi, scorse da lontano una figura femminile che non aveva mai visto prima. Era una donna straordinaria, con lunghi capelli dorati che danzavano al vento e un portamento elegante che catturava ogni sguardo. La donna sembrava smarrita, come se cercasse qualcosa o qualcuno in quella distesa di fiori e alberi.

Il Gigante, incuriosito e affascinato, spronò il suo cavallo, ansioso di conoscerla.
Ma quando giunse nel punto esatto in cui l’aveva vista, la donna scomparve nel nulla, come un sogno dissolto all’alba. Solo l’impronta dello zoccolo del cavallo, incisa nel terreno, rimase a testimoniare il suo passaggio.
Fu lì che, col tempo, venne costruita una piccola fontanella, in ricordo di quell’incontro sfuggente.

Da quel giorno, Manfrino non trovò più pace. Ogni notte, sotto il chiarore della luna e il suono delle onde che lambivano la costa di Manfria, il Gigante restava sveglio, scrivendo poesie e intonando canti per quella donna misteriosa che aveva rapito il suo cuore.
Era come se il vento portasse con sé il suo volto, e ogni soffio d’aria gli sussurrasse il suo nome.
Sua sorella, la Castellana, preoccupata per il fratello che si consumava d’amore, decise di organizzare una grande festa. La sua speranza era che, tra i nobili e i principi invitati, la donna potesse tornare, e che finalmente il Gigante potesse confessare i suoi sentimenti.

E così fu. La festa si tenne nella grande torre di Manfria, e vi parteciparono ospiti da ogni angolo della Sicilia.
Ma quando la musica e i festeggiamenti erano ormai nel pieno, tra gli invitati apparve lei, la donna dei sogni del Gigante.
Manfrino la vide subito, e in un istante il mondo intorno a lui sembrò svanire. La seguì con lo sguardo, rapito dalla sua bellezza, finché la vide uscire dalla torre e dirigersi verso la spiaggia, come in cerca di quiete sotto il cielo stellato.

Il Gigante la seguì, ma mentre camminava sulla sabbia, il ricordo di una vecchia predizione tornò a tormentarlo.
Una strega gli aveva detto che nel giorno più felice della sua vita, avrebbe perso tutto: la sua amata terra si sarebbe inaridita, l’acqua che tanto abbondava sarebbe scomparsa, e persino la sua adorata sorella avrebbe trovato la morte. Manfrino scacciò quei pensieri funesti, deciso a confessare il suo amore, ma il destino aveva altri piani.

La donna, come spinta da una forza invisibile, si immerse nel mare e scomparve tra le onde. Il Gigante tentò di seguirla, ma una strana forza lo tratteneva, immobilizzandolo sulla riva. Intanto, nella torre, un complotto veniva tessuto dai nobili invitati. Gelosi delle ricchezze del Gigante, serrarono le porte e massacrarono gli ospiti, inclusa la povera Castellana.

Quando i cospiratori raggiunsero la spiaggia, trovarono Manfrino paralizzato dal dolore e dalla magia, e con una crudeltà senza pari lo uccisero, ponendo fine alla sua vita ma non alla sua leggenda.

Ma il ricordo del Gigante non svanì con lui.
Ancora oggi, nelle notti più calme, si dice che le sue grida di dolore risuonino tra le onde di Manfria, mentre il vento porta con sé l’eco di un amore perduto e di un destino tragico.

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Bandito da Lions Atc e Comune il concorso sulla vetrina natalizia più bella

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Il Lions Club Gela Ambiente Territorio Cultura, in collaborazione con il Comune di Gela, bandisce il 1° Concorso “Vetrine e Dimore di Natale 2024: il calore dell’ospitalità a Gela”.  

L’obiettivo è quello di incentivare tutte le attività commerciali, gli host e gli albergatori ad adornare le vetrine e i dehor delle loro attività con decorazioni natalizie per contribuire a rendere la città di Gela accogliente ed attrattiva durante le festività. Dei riconoscimenti verranno assegnati da una commissione ad hoc ai primi tre classificati nelle diverse categorie.  

Il concorso rientra nel service multidistrettuale “Miti e tradizioni“  per la valorizzazione del territorio con le sue tradizioni popolari e si pone come elemento di miglioramento del decoro urbano.

L’iscrizione al concorso sarà valida entro l’8 dicembre 2024 attraverso una pagina web dedicata dove inviare il modulo compilato oltre che tramite consegna brevi manu ai destinatari del concorso stesso.  

L’ Ammistrazione comunale attraverso i suoi delegati ed il Presidente del   Lions ATC , insieme ai Soci, si recheranno in loco per assegnare i riconoscimenti.

Questo progetto/service a firma Lions ATC è stato entusiasticamente accolto dal Sindaco di Gela Terenziano di Stefano, dagli Assessori Di Cristina, Altamore e Franzone e da tutto il consesso civico. I tre assessori con il presidente Lions Santo Figura e la componente del club Giusi Rinzivillo, i consiglieri Sara Cavallo, Giovanni Giudice , l’esperto in allestimenti Salvatore Migliore fanno parte della commissione che esaminerà le vetrine

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L’on Falcone tra sindaci, ex sindaci e azzurri delusi continua a mettere radici in città

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L’eurodeputato Marco Falcone conferma di avere un suo nutrito seguito in città. Lo dimostra la folta partecipazione venerdi sera ad una riunione convocata via chat e con il passaparola.  Tra i presenti gli ex consiglieri Carlo Romano e Saro Trainito, l’ex sindaco Lucio Greco, l’ex presidente del consiglio Totò Sammito, l’ex assessore Totò Incardona. Amici storici dunque ma anche nuovi amici tra i delusi della gestione mancusiana.

Ed in effetti non sono state poche le lamentele emerse rispetto ai fatti interni di Forza Italia. Il chiacchiericcio che ha sollevato questa riunione è stato notevole: ad esempio la presenza di Trainito molto amico del capogruppo consiliare Antonino Biundo che nelle stesse ore era impegnato nella polemica a distanza con Nadia Gnoffo e Enzo Cirignotta, dell’ex sindaco Lucio Greco che potrebbe ritornare nel suo partito dopo la parentesi civica, un eventuale ingresso anche di Totò Incardona l’assessore più vicino a Greco.

Di certo i falconiani a Gela esistono e il tesseramento e il congresso dimostreranno la loro forza. I mancusiani insomma dovranno darsi da fare. Non possono dormire sonni tranquilli. Dulcis in fundo è arrivato pure il sindaco Terenziano Di Stefano (che di amici politici in comune  con Falcone ne ha diversi)  a chiedere aiuto all’ eurodeputato su alcune questioni importanti per il territorio. Lo stesso Di Stefano che per l’Oiv del Comune nominò la forzista falconiana Anna Comandatore, salvo poi ad essere costretto a ritirare la nomina per mancanza di requisiti.

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Direttore Responsabile: Giuseppe D'Onchia
Testata giornalistica: G. R. EXPRESS - Tribunale di Gela n° 188 / 2018 R.G.V.G.
Publiedit di Mangione & C. Sas - P.iva: 01492930852
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