A seguito della polemica sull’ampliamento dell’impianto Tmb di contrada Timpazzo, la Regione si fa presente con la visita dell’assessore Daniela Baglieri. Toni pacati ma decisi quelli adottati dal rappresentante della Giunta regionale: “quello del sito in cui siamo è un’opportunità di sviluppo – ha detto – nell’ambito di una economia circolare che non può che riservare ritorni economici sul territorio. L’impianto è stato voluto dalla Regione, è finanziato dalla Regione e rappresenta l’attenzione che l’ente riserva al territorio e. in solo alla città di Gela”. L’ assessore è stata accolta dal direttore dell’impianto Ing Giovanna Picone e dal gruppo politico Udc, con il segretario provinciale Scichilone e cittadino Incardona.
Al breve incontro hanno partecipato i sindaco di Gela, Niscemi e Butera nonché presidente della SRR. Il sindaco di Gela ha tenuto un lungo discorso finalizzato a presentare i numerosi progetti che attendono i avallo degli Enti, primo fra tutti quello che riguarda il centro per l’idrogeno. Poi un piccolo rinfresco ed un breve giro per l’impianto.
“E’ stato un incontro proficuo, servito per affrontare non solo la questione dei conferimenti a Timpazzo ma anche numerose altre problematiche per le quali si confida in una costante collaborazione con la Regione e si resta in attesa di importanti risposte”. Con queste parole il Sindaco di Gela, Lucio Greco, ha definito il confronto con l’assessore regionale all’energia Daniela Baglieri, giunta a Timpazzo insieme al direttore generale dell’Arpa regionale, Vincenzo Infantino.
E’ una vicenda che si trascina da mesi quella dell’aumento dei conferimenti nella discarica della SRR, caratterizzata da viaggi a Palermo e vivaci scambi di vedute con gli altri sindaci del comprensorio. Infine, nel corso dell’ultima seduta, tutti gli amministratori si sono trovati d’accordo con la proposta del Primo Cittadino gelese che prevede, per 4 mesi, conferimenti giornalieri fino a 600 tonnellate invece di 950, 150 in più rispetto a quelli canonici e previsti dall’AIA. In questo modo, si eviterà che il sito possa arrivare velocemente alla saturazione e non si verrà meno al principio di solidarietà nei confronti dei numerosi comuni siciliani alle prese con la mancanza di siti in cui conferire, in attesa di quelli sui quali la Regione sta lavorando.
“L’assessore Baglieri, che ho ringraziato per questa visita che denota molta attenzione nei confronti del nostro territorio, – continua Greco – ha avuto parole di apprezzamento per questa travagliata, ma unanime decisione della SRR. Naturalmente, ho colto l’occasione per mettere sul tavolo numerose altre questioni: dalla mitigazione ambientale all’ampliamento di Timpazzo con due nuove vasche per 15 milioni di euro, fino agli aiuti promessi, sgravi fiscali in primis; e poi la candidatura di Gela a polo nazionale di eccellenza per l’idrogeno, la caratterizzazione delle sabbie per il porto rifugio e l’ex progetto Ciliegino, che ha lasciato un territorio devastato e di cui ci siamo fatti carico, con grande senso di responsabilità, con un nuovo progetto. Infine, come promesso, il dramma delle dighe e degli invasi all’asciutto. Gli agricoltori stanno soffrendo terribilmente la penuria di acqua, e urgono risposte immediate e concrete. Ho riscontrato interesse e positività da parte dell’esponente della giunta Musumeci, ma questo è un territorio che ha già pagato un conto salato e non ci si può ricordare di Gela solo davanti alle emergenze. In ogni caso, – ha concluso – ci rivedremo a breve”. L’assessore all’energia ha assicurato che i rapporti con il comune di Gela continueranno ad essere improntati ad una aperta collaborazione e ha sottolineato che “il Governo c’era, c’è e ci sarà. Per il futuro, – ha aggiunto – dobbiamo fare in modo che i rifiuti diventino una risorsa e smettano di essere un peso”. Baglieri ha ricordato, infine, come ci sia un ddl sulla riforma dei rifiuti che sta per approdare all’ARS
Nel XXI secolo ed in una nazione civile il concetto di pulizia degli spazi dovrebbe essere acquisito e scontato. E invece a Gela, non sempre è così. Svegliarsi e passeggiare fra le stradine di un quartiere pulito non è cosa che accade tutti i giorni. Quindi, quando succede desta meraviglia e stupore.
Questa sensazione è quella che hanno vissuto stamattina i residenti del quartiere Ospizio Marino che, aprendo le finestre delle loro abitazioni, hanno sentito uno ‘strano odore di fresco’ e ne sono rimasti piacevolmente colpiti, visto che non è usuale.
Strade linde, piazzette senza cartacce; marciapiedi privi di erbacce; aiuole verdi e non coperte da ogni sorta di rifiuto. La Ghelas, su input del Comune, è passata da qui ed ha lasciato profumo di lavanda. Questo grazie alle pressanti chieste del Comitato di quartiere ‘Ospizio Marino’ che marca stretto l’Ente locale che risponde, forse per ‘sfinimento’….!
La piazzetta della Collaborazione baciata dal sole, risplendente; sarebbe perfetta con qualche gioco per bambini. La via Timoleone sgombra; così come lo è la Piazza Dante Alighieri. Peccato che sono finiti i tempi crocettiani, quando quella piazzetta dal nome prestigioso e contornata di panche , era stata trasformata in una piccola pista di ballo liscio a cui partecipavano i residenti maturi della zona.
“No auto, si panche” – dicono i residenti memori dei tempi andati. E questa potebbe essere un’altra idea da perseguire da parte del Comitato di quartiere presieduto da Salvatore D’Aleo.
La dolce constatazione della ritrovata pulizia, che non è un fatto usuale, induce il Comitato di quartiere ad esprimere il suo ringraziamento nei confronti del sindaco Di Stefano e del suo vice Fava per l’iniziativa, benché non ancora completa: si attende infatti lo stesso intervento sulla via Prati ( di fronte l’ingresso del Museo della Nave) , sulla via Romolo, nel versante opposto e qualche altra viuzza interna.
Enna- In occasione della ricorrenza del carnevale, la Guardia di Finanza di Piazza Armerina, dopo una serie di controlli nel settore della sicurezza prodotti e dei marchi contraffatti, ha sequestrato circa 500 articoli di carnevale rivolti ai consumatori più piccoli, risultati non sicuri e pericolosi per la salute. Si tratta, nello specifico, di mascherine, pupazzi, giocattoli e accessori vari, posti in vendita da un’attività commerciale della provincia ennese ed individuati nell’ambito della costante azione di controllo economico del territorio svolta dai finanzieri.
Da una preliminare verifica, infatti, è stata riscontrata la mancanza su alcuni prodotti del previsto marchio europeo “CE”, che garantisce al consumatore la conformità della merce agli standard di sicurezza e ai requisiti previsti dall’UE in materia di salute e tutela dell’ambiente, nonché la mancanza delle indicazioni, in lingua italiana, inerenti all’eventuale presenza di materiali pericolosi, in violazione del Decreto Legislativo n. 54/2011 in materia di “Sicurezza dei giocattoli”.
Tutta la merce presente nell’esercizio commerciale è stata quindi sottoposta ad un’attenta disamina al fine di individuare i prodotti non conformi e si è conclusa con il sequestro amministrativo dei beni e la segnalazione del rappresentante legale della ditta alla Camera di Commercio Industria, Artigianato e Agricoltura di Enna, nonché con l’applicazione della prevista sanzione amministrativa pecuniaria di € 3.000,00.
L’attività svolta dalla Guardia di Finanza, anche in questo caso dimostra la volontà di tutelare il mercato dalla diffusione di prodotti non conformi agli standard di sicurezza richiesti dalla normativa europea e nazionale, al fine di garantire agli imprenditori onesti una condizione di leale concorrenza e ai consumatori finali la tutela della propria salute.
Circa 400.000 articoli non sicuri pronti per essere immessi sul mercato, sono stati sequestrati dalla Guardia di finanza di Caltanissetta. L’operazione, effettuata in due esercizi commerciali gestiti da cittadini di origini bengalesi, ha consentito di rinvenire numerosi prodotti, consistenti in articoli di bigiotteria di varia natura, non idonei al commercio secondo le disposizioni del Codice del Consumo, il cui valore commerciale si aggira intorno ai 100.000 euro. Gli articoli sono stati sottoposti a sequestro amministrativo, in quanto privi delle informazioni minime per il consumatore finale relative alla sicurezza, alla qualità, alla composizione e all’origine dei prodotti, ritenuti indispensabili per un corretto utilizzo in piena sicurezza. Per le violazioni riscontrate sono state elevate sanzioni fino a 50.000 euro. L’operazione di servizio condotta dalla Guardia di Finanza conferma il costante impegno del Corpo nell’attività di prevenzione e repressione degli insidiosi fenomeni della vendita e distribuzione di prodotti non conformi e non sicuri, a tutela del mercato, delle imprese regolari e dei consumatori finali.