Caltanissetta – L’amministrazione del Comune di Caltanissetta, nei prossimi giorni, dovrà trasmettere alla Corte dei Conti – Sezione di controllo per la Regione siciliana, le controdeduzioni alla severa deliberazione, adottata dopo il deferimento del Magistrato istruttore, nell’adunanza pubblica del 7 settembre scorso, concernente i rendiconti 2017, 2018 e 2019 approvati dal Consiglio comunale.
Nelle 41 pagine della deliberazione della Corte, sono state riscontrate, come nella prima fase del controllo, anomalie ascrivibili, per lo più, alla pluriennale mancata “osservanza della disciplina applicabile nei rapporti con la partecipata società Ato CL1 in liquidazione”, caratterizzati da estenuanti e irrisolte controversie con l’Ente.
In attesa della decisione che assumerà l’organo di controllo, dopo avere esaminato le controdeduzioni del Comune, può essere utile, soffermarsi sinteticamente su alcuni effetti, rilevanti per l’equilibrio dei bilanci ma anche per le conseguenze per i cittadini nisseni.
Intanto, le criticità rilevate ed evidenziate nella deliberazione della Corte attengono a irregolarità contabili gravi, violazioni di normative, abnormi ritardi nell’approvazione dei rendiconti della partecipata Ato CL e ipotesi di “ violazione del divieto di soccorso finanziario”, che si sostanzia quando l’Ente pubblico finanzia perdite o debiti della partecipata.
Si tratta, evidentemente, di questioni molto “sensibili” che possono alterare gli equilibri economici e finanziari del’Ente.
Alcune irregolarità sono recuperabili entro la fine del corrente esercizio. Per deliberare le correzioni rispetto ai rilievi posti dalla Corte, è stato convocato per giovedì prossimo il Consiglio comunale, dove, credo, si affronterà il problema dei rapporti Comune- AtoCL1 oltre a valutare i provvedimenti adottati dalla Giunta in carica.
La Corte rileva che le memorie, i chiarimenti, le integrazioni del Comune, non i hanno risolto i rilievi, i dubbi e le perplessità ma hanno fatto emergere problemi ascrivibili ad una gestione dell’Ato CL 1 in liquidazione, “difforme ai principi enunciati dalla Consulta, con effetti negativi sui diversi fattori contabili del bilanci dell’Ente.”
Peraltro, la differenza nel conto consuntivo del 2018, tra le due banche dati dell’Ente, determina decisamente molte preoccupazioni. Il Collegio dei revisori ha rilevato che “ l’iscrizione nel bilancio dell’Ato CL 1 di contributi a saldo per circa 25 milioni di euro complessivi probabilmente non sono altro che perdite di esercizio non evidenziate, ma forse mimetizzate come contributi a saldo gestione, risultanze di cui il Consiglio comunale avrebbe dovuto avere espressa conoscenza.” Si verificherebbe, in questo modo, la violazione del divieto di “ soccorso finanziario” già citato.
Considerato che l’Ato non ha provveduto ad approvare i bilanci degli esercizi 2013,2014,2015,2016,2017 e 2018 “tempestivamente”, le precedenti Amministrazioni ( Sindaci Campisi e Ruvolo) hanno provveduto prudenzialmente a iscrivere annualmente sui bilanci di previsione un importo di 2 milioni di euro. Nel 2018, fa presente l’Ente , a seguito “ dell’ involuzione” dell’attività liquidatoria , tali accantonamenti sono confluiti nel fondo contenzioso. Nel 2019, l’Amministrazione in carica dal mese di maggio, avvia un “ percorso” che ha come obiettivo la chiusura della liquidazione dell’ AtoCL1 e la rinuncia reciproca alle ragioni del contenzioso. Successivamente vengono approvati “cumulativamente” i bilanci dell’Ato degli esercizi dal 2013 al 2018 e con la stessa delibera di Giunta n.83 del 21/06/2019 viene approvata la “proposta” del liquidatore di presentare “ una proposta” di concordato preventivo/accordo, di ristrutturazione del debito presso il Tribunale al fine di predisporre un piano dei pagamenti dei debiti e bloccare le azioni esecutive e cautelari.
Sulla chiusura della liquidazione, considerata la abnorme durata e i problemi che si sono creati, non ci può essere alcuna discussione.
Sulle altre decisioni , sull’accelerazione un po’ “temeraria” e sulla qualità delle procedure , è intervenuta “pesantemente” la Corte dei Conti con puntuali rilievi alcuni dei quali è utile ribadire:
- Senza voler fare alcuna dietrologia ,bisogna chiedersi quali sono le motivazioni che hanno determinato la decisione di rinuncia delle ragioni del contenzioso da parte del Comune. Bisogna tenere presente l’esistenza di “due diligence”e della relazione di un professionista, esperto in materia, che conclude affermando “..che allo stato attuale il Comune non ha alcun debito nei confronti dell’AtoCL1”.
- La rinuncia al contenzioso significa cancellare l’azione di responsabilità dell’ AtoCL1 in liquidazione , promossa dalla Giunta Ruvolo, mentre l’Ato aveva promosso un ricorso al Tribunale per la nomina di un Collegio arbitrale al fine di riconoscere il debito del Comune.
- Il tavolo tecnico insediato dal Sindaco, penso con la presenza dei revisori, ha certamente lavorato con scrupolo e competenza. Ho qualche dubbio, in considerazione dei problemi stratificati in tanti anni , che in quella sede siano state risolte le controversie sul piano contabile e finanziario, nonostante la piena disponibilità della documentazione dell’AtoCL1, mai messa a disposizione delle precedenti Amministrazioni. E’ in dubbio che quel tavolo abbia potuto analizzare tutta la documentazione delle due parti e definire la reciproca situazione debitoria e creditoria e soprattutto pervenire alla reale consistenza e della sussistenza del debito del Comune nei confronti dell’Ato
- Rendere noto su quale importo si è raggiunto l’accordo tra le parti rispetto all’ammontare complessivo del debito rivendicato dall’Ato è certamente un’esigenza.
- Come si è garantito l’equilibrio del bilancio per quegli esercizi 2013/2017 se privi di approvazione da parte dell’Ato?
- Ritengo debba conoscersi se è stata definita la ripartizione dei costi di gestione tra i Comuni soci partecipanti.
Un’altra parte della deliberazione approvata dall’Adunanza pubblica della Corte del Conti riguarda poteri e competenze istituzionali nell’ambito del Comune . Al riguardo si evidenzia:
- la deliberazione n.83/21.06.2019 della Giunta ,- rubricata atto d’indirizzo- rinuncia agli atti AtoCL1- appare espressiva di materia riconducibile alla competenza del Consiglio, ex combinato disposto degli artt.155 e seguenti del “Testo coordinato delle leggi regionali relative all’ordinamento degli “ Enti locali”,quindi non trattabili sic et simpliciter dall’organo esecutivo come appare avvenuto nella fattispecie. “ Sulla base dei principi generali che devono guidare l’azione amministrativa e contabile non è il nome o il titolo che l’amministrazione attribuisce all’atto emanando a determinare la disciplina applicabile”. Quindi intitolare il provvedimento “atto di indirizzo-rinuncia agli atti AtoCL1”, la delibera n.83/2019 approvata dalla Giunta, non attribuisce ad esso il potere che appartiene al Consiglio comunale in relazione al contenuto reale dell’atto.
- Sul bilancio dell’Ente non è stato mai iscritto un debito nei confronti dell’Ato in quanto le precedenti Amministrazioni non ne hanno mai riconosciuto l’esistenza. Considerato che la nuova Amministrazione è di avviso contrario si sostanzia un debito fuori bilancio, oggetto di deliberazione del Consiglio comunale.
- Il già citato atto della Giunta prevede una passività per il bilancio. La normativa dispone che è competenza del Consiglio deliberare le spese che impegnano i bilanci di esercizi successivi .
“La decisione dell’attuale Giunta di procedere (quasi in house) a deliberare in una materia così importante e delicata e più volte in discussione al Consiglio comunale – – dice l’on Antonio Montagnino –
non appare giustificata sul piano giuridico e rientra in una specifica fattispecie che potrebbe determinare conseguenze che riguardano piani diversi da quello squisitamente contabile. La corte dei Conti ha trattato l’argomento della distinzione dei poteri tra Giunta e Consiglio comunale con analisi giuridiche molto incisive. “Credo non possano sussistere “dubbi” sull’errore compiuto dalla Giunta in carica dal mese di maggio 2019.
Infine per potere liquidare il debito riconosciuto dal tavolo tecnico e, quindi, dalla Giunta, il Comune di Caltanissetta ha provveduto a contrarre con la Cassa Depositi e Prestiti un’anticipazione di liquidità di 10 milioni da estinguere in 30 anni . Nelle controdeduzioni alla deliberazione della Corte dei Conti è segnalata l’estinzione del debito verso i fornitori che hanno accettato la riduzione del loro credito al 60% per un importo complessivo di 7 milioni e cinquecentomila euro. Tale pagamento e il relativo accordo , ovviamente, non poteva essere effettuato direttamente dal Comune. Non si ha notizia circa le erogazioni delle rimanenti somme . La morale è che , la somma di 10 milioni per il debito Ato riconosciuto dall’attuale Amministrazione è a carico dei cittadini.
In conclusione non c’è niente di semplice in questa anomala e spero irripetibile vicenda sui rapporti tra la partecipante Comune di Caltanissetta e la partecipata AtoCL1. Voglio pensare anche che non ci sia niente d’impossibile per trovare soluzioni corrette e d eque se l’idea , l’impegno e la responsabilità appartengono all’esclusivo primato dell’interesse pubblico.
Penso che questa lunga e negativa esperienza che la Corte dei Conti ha censurato con durezza , sia tra le più difficili e complesse che il Comune di Caltanissetta abbia dovuto affrontare in tanti anni.
Ho la mia opinione ma non voglio giudicare . Ho tanti dubbi e perplessità: troppi e non è una bella sensazione. Giudicherà la Corte dei Conti e spero che possa “leggere” controdeduzioni contrassegnate da chiarezza e attendibilità , da verità inoppugnabili e da documentazione probante”.