La Cooperativa sociale Etnos esprime il suo rammarico per quanto è avvenuto a Serradifalco (CL) a mezzo di alcuni operatori sociali accusati di abusi nei confronti di anziani grazie alle indagini ambientali che li hanno ripresi durante gli episodi di violenza. Ecco cosa scrive la direzione della cooperativa:
“Le immagini e le notizie che stanno girando sul web dove, in una struttura assistenziale a Serradifalco, alcuni anziani con disabilità psichiche vengono abusati sono raccapriccianti.
Come può un uomo, un professionista che ha scelto di occuparsi del prossimo, pensare di tradire la fiducia e l’amore con atti assurdi e vergognosi?
Non è semplice svolgere questo tipo di lavoro; tante responsabilità, prontezza nell’affrontare determinate situazioni, consapevolezza che la persona a cui dedichi attenzione dipende solo da te possono portare a uno stato di stress emotivo discutibile, ma niente giustifica la violenza.
Ci vuole passione per questo lavoro.
Etnos prende le distanze esprimendo profonda indignazione. Ogni giorno si interroga sul proprio operato, consapevole che il rischio che accadano eventi simili anche nelle strutture che predispone è presente; per questo Etnos presta cura e attenzione, proponendo una costante formazione per il personale, un continuo monitoraggio all’interno e un periodico confronto con i responsabili di ogni struttura.
Occuparsi di anziani, di disabili e di soggetti disagiati è una vocazione, non un lavoro come un altro. C’è bisogno di cuore, di umanità.
Il Terzo Settore tenta di farsi largo spingendo e avanzando contro la folla di una società che, fin troppo spesso, soffoca i propri figli, rilegandoli in un angolo ombreggiato dall’indifferenza e dall’egoismo; e allora perché sporcarlo? Perché ostacolarlo dall’interno?
Etnos dice “no”, e invita a una riflessione: un attestato di qualifica identifica un operatore sociale?
Gli studi, i concorsi, i corsi non bastano; la passione, l’interesse smisurato verso gli assistiti, il sapersi donare, spesso, anche oltre la fine del turno di lavoro rendono l’operatore una figura indispensabile.
È necessario stringerci le mani l’un l’altro e restare uniti per tentare di cambiare un mondo che sembra affondare sempre più in un oceano di cattiveria e ostilità e infamia.
Basta un piccolo e semplicissimo gesto, compiuto ogni giorno, tutti i giorni, uno alla volta.
Il mondo ha bisogno di umanità”.