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Giudiziaria

Imprenditore legato alla “Stidda”, scatta la confisca

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Provvedimento di confisca dei beni per 3 milioni di euro nei confronti di un imprenditore del settore del commercio di materie plastiche e nella raccolta di rifiuti non pericolosi nella provincia di Ragusa. E’ stato eseguito dalla Dia di Catania. L’imprenditore è stato già condannato per traffico di stupefacenti e coinvolto in diverse inchieste della procura della Repubblica di Caltanissetta in merito ad un’organizzazione di stampo mafioso finalizzata alla commissione di estorsioni nei confronti di imprenditori agricoli, ai quali venivano imposti la raccolta delle plastiche esauste provenienti dalle serre e il servizio di guardiania. Nell’ottobre 2019 è stato tratto in arresto su ordine della procura della Repubblica di Catania, poiché, avvalendosi della capacità di intimidazione del clan mafioso di appartenenza, è riuscito a monopolizzare la raccolta delle plastiche dismesse dalle serre insistenti in provincia di Ragusa, imponendone ai serricoltori il conferimento in via esclusiva ad una sola impresa.L’imprenditore ha strutturato le proprie attività economiche avvalendosi dell’appoggio di esponenti di prim’ordine del clan Carbonaro-Dominante, egemone nell’hinterland ibleo, inserito nella «Stidda». È stato accertato da diverse attività investigative che il gruppo criminale, tra i tanti affari illeciti, ha messo le mani nel fiorente settore del riciclo delle materie plastiche impiegate in agricoltura, «inquinando il tessuto economico con posizioni di assoluto monopolio» – spiega la Dia. Sono oggi in confisca e amministrate dal tribunale, tramite un amministratore giudiziario appositamente nominato, 3 aziende operanti nel commercio di materie plastiche e nella raccolta di rifiuti non pericolosi, 5 unità immobiliari e due autoveicoli.

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Giudiziaria

Tre arresti della Polizia per condanne definitive

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Tre provvedimenti emessi dalla magistratura, sono stati eseguiti a Gela e a Caltanissetta dalla Polizia.

A Gela un quarantaquatrenne è stato arrestato dovendo espiare la pena definitiva a 8 mesi per tentato furto; un ottantenne, condannato per omicidio stradale, deve scontare la pena di un anno e 6 mesi di reclusione. Nel Capoluogo, un giovane di 30 anni, è stato tratto in arresto dovendo espiare la pena definitiva a 2 anni per il reato di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti. Quest’ultimo è stato condotto al carcere di Caltanissetta; gli altri due, ammessi al beneficio delle misure alternative, sconteranno la pena in regime di detenzione domiciliare.

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Giudiziaria

Condanne definitive, due arresti

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La Polizia di Gela ha dato esecuzione a due provvedimenti emessi dall’Autorità giudiziaria nei confronti di altrettante persone condannate all’espiazione di pene definitive.

Un settantenne e è stato arrestato dovendo espiare la pena definitiva a 2 anni e 12 giorni di reclusione per i reati di atti sessuali e violenza sessuale con minorenne, commessi nel 2022; un sessantenne è stato, invece, arrestato dovendo espiare la pena della reclusione a un anno e 4 mesi per aver percepito indebitamente il reddito di cittadinanza, reato commesso tra il 2019 e 2020. Dopo gli adempimenti di rito entrambi gli arrestati sono stati condotti, il primo in carcere e il secondo nel proprio domicilio, ammesso al beneficio della misura alternativa della detenzione domiciliare.

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Giudiziaria

Condanne definitive, 9 arresti della Polizia

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La Polizia, a Gela, Caltanissetta e a Niscemi, ha dato esecuzione a nove provvedimenti emessi dall’Autorità giudiziaria nei confronti di altrettante persone condannate all’espiazione di pene definitive in carcere. Nel capoluogo, una 70enne, è stata tratta in arresto dovendo espiare la pena definitiva a 3 anni, 4 mesi e 5 giorni per il reato di sequestro di persona e abbandono di minori. A Gela un 20enne è stato arrestato dovendo espiare la pena definitiva a 3 anni, 4 mesi e 17 giorni per tentata rapina aggravata; analogamente un 25enne di Niscemi, condannato per rapina e detenzione di armi.

Gli altri arrestati devono scontare pene definitive per essere stati condannati, a vario titolo, per violazioni di leggi urbanistiche, lesioni aggravate, indebita percezione di denaro e violazione degli obblighi di assistenza familiare.

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