A distanza di 700 anni, Dante continua e suscitare emozioni, ad evocare immagini, a provocare riflessioni. La sua colossale opera gli ha donato la vita eterna nel ricordo di chi la legge. In occasione del DanteDì, l’associazione Ex allievi del Liceo classico presieduta dalla Prof.ssa Maria Grazia Falconeri ha organizzato un concorso di pittura dal titolo ‘NOI E DANTE: Viaggio nell’Animo Umano’, rivolto agli alunni delle scuole medie e superiori che si sono cimentati nella realizzazione di opere sul tema della Divina commedia. La manifestazione, coordinata dalla Prof.ssa Lella Oresti, si è svolta ieri nell’auditorium dell’ IIS E. Majorana diretto dalla Prof.ssa Linda Bentivegna alla presenza dei soci, insegnanti e studenti. Sullo sfondo la musica del Maestro Ottavio Duchetta con le voci di Jolanda Abbate e Chiara Lo Chiano.
“La partecipazione è stata superiore alle nostre aspettative – ha detto il presidente della commissione esaminatrice, l’arch. Saverio Scicolone – i ragazzi che si sono cimentati nella realizzazione dei disegni sono stati 70 e tutti con opere di ottima qualità, tanto da indurci, non sono ad assegnare i premi ma anche di attribuire menzioni speciali a chi si è distinto per la fattura originare e la fantasia”. Immagini tratte dall’Opera per eccellenza sono state associate ad elementi della vita del XXI secolo creando un ponte virtuale che lega ancora oggi l’uomo moderno al Sommo opera ed alla sua creatura letteraria senza tempo. La commissione ha scelto il sistema dei codici per l’individuazione delle opere in maniera da esprimere il giudizio più oggettivo possibile ed i nomi da associare ai disegni sono stati conosciuti nel momento della premiazione.
Ecco i vincitori:
Per le scuole superiori, il Primo premio classificato è stato assegnato ad Elisea Romano del Liceo delle scienze umane. “La composizione è caratterizzata da corpi, volutamente schematizzati in posizione introversa, quasi fetale, che man mano si schiudono e si distendono fino alla completa apertura liberatoria – si legge nella motivazione – Le sagome sono inserite in un vortice ascendente caratterizzato da anelli colorati, organizzati in un gioco cromatico che, partendo da colori scuri e intensi in basso (grigio, viola, arancio), si schiariscono sempre più verso l’alto (azzurro, celeste giallo). Metafora dell’Animo Umano che, attraverso la travagliata Purificazione, raggiunge la Luce Divina”.
2° classificato: Lucrezia Incorvaia del Liceo classico. Menzioni speciali per Alice Alabiso ( Liceo Eschilo) e Chiara Catania (Liceo Vittorini) .
Per il Liceo Artistico: Primo premio classificato è andato a Chiara Buscemi. “La composizione figurativa – scrivono gli esaminatori nella motivazione – ci presenta l’inconfondibile profilo di Dante accostato alla sagoma di una Tavolozza dei colori, sulla quale è dipinto un dettaglio di una altrettanto inconfondibile opera di Van Gogh. Dalla Tavolozza pende una chiave, simbolo di apertura della mente ma anche di protezione delle cose a noi care.Un omaggio quindi all’Arte come Musa ispiratrice di tutte le opere dell’Uomo, e a Dante come Pittore dell’Animo Umano e dei suoi Sentimenti, stesi sulla Tavolozza della Vita”.
Al secondo posto Joana Capracea. Menzioni speciali a Gloria Romano e Maria Vittoria Luca dell’IIS Majorana.
Scuole medie: al primo posto Flavio Gueli I.C. Don Bosco. “Ispirandosi alla moderna Tecnica dei fumetti e sfruttando i prodigi della Tecnologia – dicono gli esperti nella motivazione – il traghettamento Caronteo viene rappresentato con straordinario e studiato effetto realistico, ma reinterpretando, con una visione moderna, i sentimenti dei tre personaggi presenti sulla barca. Le rocce sullo sfondo sono popolate non solo da scene mediate dall’Arte Rupestre, ma anche dai moderni eroi e personaggi dei Cartoni Animati: quasi a voler rimarcare il non ancora appagato desiderio dell’Uomo di riconoscersi in Miti ed Eroi, ma anche l’eterna lotta tra il Bene e il Male”.
Al secondo posto Clara Satorini dell’I.C. Verga. Menzioni speciali Chiara Loggia e Vittoria Cipolla dell’I.C. Verga.
La Ghelas Multiservizi S.p.A., ha provveduto alla pubblicazione sul suo sito istituzionale (www.ghelasmultiservizi.it / Società trasparente /bandi di gara e contratti /avvisi) l’”Avviso di manifestazione d’interesse per la selezione di Agenzie Interinali interessate all’affidamento del servizio di somministrazione di lavoro temporaneo per le esigenze societarie.
L’Avviso esplorativo ha lo scopo di individuare e selezionare la Società che si occupano di somministrazione di lavoro temporaneo (interinale) al fine di rafforzare il Servizio di manutenzione del verde Pubblico della Ghelas, in tempi stretti, con la richiesta di due operai con capacità professionale di giardiniere e n.4 operai aiuto giardiniere per un periodi di 4 mesi.
Ragusa – Non solo a Gela, ma anche a Ragusa. Il problema del personale regionale destinato ai musei è generalizzato. E tutto resta uguale.
“Piove sul bagnato sul museo archeologico ibleo di Ragusa. Alle vecchie inefficienze che denunciamo da tempo inascoltati si aggiunge ora quella delle chiusure improvvise, come quella avvenuta ieri senza alcun preavviso, che ha reso, per la terza volta dall’inizio dell’anno, l’istituzione culturale off limits ai visitatori.
Tutto questo è inaccettabile. Le inefficienze sono ormai troppe e Comune e Regione continuano a dormire”. La denuncia è della deputata regionale M5S Stefania Campo. “Ieri Il Museo Archeologico Ibleo di Ragusa è rimasto chiuso senza nessun avviso e preavviso, e non è la prima volta che succede. Dall’inizio dell’anno la mancata apertura si è verificata già due volte, e siamo ancora alle prime settimane di gennaio.
Lo stesso è accaduto anche sotto le festività natalizie. Solo facendo delle specifiche richieste abbiamo appreso che il motivo risiede nella mancanza di personale; un solo impiegato regionale e due lavoratori Asu, in effetti risultano al di sotto di qualsiasi ragionevole parametro. Eppure, per risolvere il problema, sarebbe bastato stabilizzare gli Asu, perché difatti tutti i siti museali in provincia di Ragusa, che fanno capo alla Regione, vantano un organico di 19 dipendenti regionali e di altrettanti Asu, ma evidentemente non sono distribuiti in maniera equa per garantire a tutti i siti archeologici la stessa possibilità di fruizione”.
“In pieno mese di agosto – continua Campo – avevamo già denunciato pubblicamente le condizioni di abbandono del museo ed erano subito arrivate rassicurazioni per una maggiore attenzione e per una serie di provvedimenti, ma ad oggi nulla sembra essere cambiato, se non in negativo, come l’aumento del costo del biglietto. E così il museo Archeologico continua a non venire valorizzato e a rimanere in balìa dei continui rimpalli di responsabilità e oneri fra l’amministrazione del Parco di Kamarina e Cava d’Ispica, soggetto gestore, e il Comune di Ragusa, a guida Cassì, proprietario dell’immobile”.
“Ieri – racconta la deputata – non siamo riusciti a entrare per fare un ulteriore sopralluogo ma sappiamo di certo, che le problematiche denunciate in estate non sono state affrontate e ci riferiamo, solo per fare qualche esempio, alla mancanza di collegamento internet fisso, all’assenza di una biglietteria elettronica, alla mancanza di un impianto di condizionamento climatico, alla totale assenza di un sistema di efficiente allarme e di opportuna videosorveglianza, e si potrebbe continuare. Ciliegina sulla torta, ci risulta che non sia stata ancora restituita al sito ragusano l’intera collezione ‘Il ripostiglio di Castelluccio’ trasferita, si diceva, momentaneamente, al Convento della Croce a Scicli. Pertanto, i visitatori, che pagano per intero il biglietto a Ragusa, troveranno ben tre teche ancora vuote e senza alcuna spiegazione”.
“L’assessore regionale ai Beni culturali, Francesco Scarpinato – conclude Campo – ci aveva promesso lo scorso agosto che sarebbe venuto a constatare di persona, ma finora non lo ha fatto. Ci piacerebbe che la stessa solerzia che l’assessore ha avuto nell’intitolare il museo all’archeologo fascista Pace, senza confrontarsi con la città di Ragusa, l’avesse anche per la buona conduzione del museo
L’assessore regiomale alla Sanità Giovanna Volo ha convocato una riunione sull’Utin del Vittorio Emanuele non attivato da 15 anni per il 23 gennaio a Palermo.
Questo il testo della lettera scritta dal sindaco Di Stefano e dall’assessore Franzone ai vertici del governo regionale e alla depurazione nazionale e regionale:
“Siamo venuti a conoscenza,tramite la stampa, della richiesta formale fatta al Tavolo tecnico per la rimodulazione ospedaliera, per prevedere una Utinpresso il Presidio Ospedaliero Sant’Elia di Caltanissetta. Premesso che l’Utinè già prevista all’interno del territorio dell’ASP CL 2, più precisamente all’interno del Presidio Ospedaliero Vittorio Emanuele III di Gela, sin dal 2010 (D.A. 25 maggio 2010) e perennemente riconfermata fino all’ultimo riordino ospedaliero. Che i cittadini e le associazioni del gelese hanno più volte manifestato, negli anni, a sostegno dell’attivazione dell’Utin, finanche presentando esposti, interrogazioni al Ministro della Salute, persino facendo venire a Gela la troupe di Mi Manda Raitre per un servizio sulla mancata apertura dell’Utin.
Ad oggi, dopo 15 anni, quella di Gela rimane l’unica Utin siciliana a non essere in funzione.
L’utin venne individuata a Gela nel 2010, dopo l’intervento della Commissione Parlamentare di Inchiesta sugli errori Sanitari, allora presieduta dall’On. Leoluca Orlando, a seguito dei dati fatti pervenire ad esso dal CSAG (Comitato per lo Sviluppo dell’Area Gelese), tali dati indicavano tre precisi punti, ancora oggi attuali:
1) L’area Gelese ha un numero di nascite notevolmente superiore alla zona di Caltanissetta.
2) A Gela c’è una altissima incidenza di malformazioni neonatali, superiore a qualunque altra area della Sicilia.
3) Gela (70.856 ab) dista 80 km dall’Utin più vicina, Caltanissetta (58.353 ab.) dista appena 15 KM in linea d’aria dall’Utin più vicina, localizzata ad Enna (25.332 ab.).
Inoltre, ogni Libero Consorzio siciliano ha al proprio interno una sola Utin, i Liberi Consorzi di Siracusa, Trapani e Agrigento, con circa 400.000 abitanti hanno una sola Utin, quindi, non ci spieghiamo perché si dovrebbe discutere di una ulteriore Utin nel Libero Consorzio di Caltanissetta che ha appena 247.000 abitanti, per giunta in una zona dove già insiste un’altra Utin che dista pochissimi KM.
Come amministrazione di questa città, vogliamo ribadire la nostra posizione, che coincide con quella dell’intera comunità gelese: non siamo disponibili, dopo 15 anni, a tollerare nuove individuazioni di Utin in Sicilia se prima non viene attivata l’Utin di Gela.