Riceviamo e pubblichiamo il commento del sindaco Di Stefano sulla operazione di Polizia portata a termine oggi.
“All’alba di oggi, la Polizia di Stato ha condotto un’importante operazione denominata “H24 Store”, mirata a contrastare lo spaccio di droga sul territorio di Gela.
Grazie all’azione coordinata con la Procura di Gela, sono stati posti in essere provvedimenti significativi. Il Procuratore Dott. Vella ha evidenziato durante la conferenza stampa come l’operazione abbia messo in luce il crescente fenomeno del consumo di cocaina, che coinvolge sia i giovani che figure con incarichi istituzionali.
Questa azione dimostra il concreto impegno delle Forze dell’Ordine nella tutela della sicurezza e della salute dei cittadini.
Desideriamo esprimere il nostro ringraziamento alla Polizia di Stato e alla Procura di Gela e resta fermo nel proprio impegno di contrastare ogni forma di criminalità, proteggendo così il benessere della nostra comunità”.
Il Centro di Cultura e Spiritualità Cristiana ‘Salvatore Zuppardo’ si schiera dalla parte del ‘perdente’ Altamore e con una nota ‘pepata’ critica aspramente le dinamiche cosiddette politiche che spazzano un assessore per dar posto ad un altro. Ecco cosa scrive il presidente Andrea Cassisi:
‘Con grande rammarico prendiamo atto della richiesta di dimissioni rivolta dal sindaco Terenziano Di Stefano al suo vice, nonché assessore alla Cultura Viviana Altamore. Una decisione che lascia l’amaro in bocca non solo per le modalità con cui è stata ‘suggerita’ ma soprattutto per il significato più profondo che questa porta con sé: ancora una volta, la cultura viene trattata come una variabile secondaria, sacrificata in nome di ‘equilibri politici’ e giochi di potere. Lo scrive in una nota il direttivo del Centro di Cultura e Spiritualità Cristiana “Salvatore Zuppardo”, presieduto da Andrea Cassisi. Il lavoro dell’ormai ex assessore Altamore, in un contesto in cui la cultura troppo spesso viene relegata a un ruolo marginale, ha rappresentato un segnale di forte attenzione nei confronti di un settore fondamentale per la crescita sociale e civile della comunità. Eppure, nonostante tutto questo, il sindaco Di Stefano ha deciso di revocarle l’incarico per esigenze di “turnazione politica”, come se il valore e i risultati di un amministratore si misurassero in base alla necessità di riequilibrare gli assetti interni piuttosto che al servizio reso alla collettività. La cosa che più ci sorprende e ci amareggia è che il primo cittadino fino al momento in cui scriviamo, non ha diffuso neppure un comunicato stampa ufficiale o scritto un post sulle sue pagine social per ringraziarla dell’operato. Solamente ieri, apprendiamo dalla stampa locale, solo perché sollecitato dalla minoranza, in aula consiliare ha detto che, citiamo testualmente “la valutazione del lavoro dell’assessore Altamore è di altissimo livello”, che “non c’è nessuna questione personale” e “non ha fatto nessun errore durante il suo mandato” aggiungendo che “stiamo puntando su altre cose e c’è la necessità di altre figure”. Attenderemo l’ufficialità di queste altre figure così necessarie. Ci faremo bastare queste poche e grate parole.
I commenti di apprezzamento e gratitudine che l’avvocato Altamore ha ricevuto pubblicamente in queste ore sui social, testimoniano che è stata un degno rappresentante del settore culturale come non accadeva da molte stagioni. Eppure, siamo stati costretti a perderlo in nome di una frettolosa, impellente turnazione politica. Una scelta che, a nostro poco esperto parere, magari avrebbe potuto essere rimandata senza alcun danno per la stabilità amministrativa, di almeno altri sei mesi.
Chi perde davvero in questa desolante vicenda, però è l’intera città, costretta a subire l’interruzione della programmazione culturale avviata. Bisognerà ricominciare da capo, siamo abituati a questo, è la ragione per cui Gela cammina col passo del gambero. Resta anche la speranza che la cittadinanza sappia riconoscere il valore di chi lavora per il bene comune e non per logiche di spartizione. La cultura merita rispetto. La città merita di più. La raffinata visione, l’eleganza intellettuale ed il garbo istituzionale dell’assessore Altamore hanno rappresentato un autentico valore aggiunto per la città; mai scontata, ha interpretato il suo ruolo con competenza. Per tutto questo, le rivolgiamo un sentito e sincero ringraziamento. Per quel che ci riguarda, noi saremo sempre dalla parte della cultura e restiamo a disposizione di questo sindaco per collaborare”.
Pioggia di note di plauso per l’operazione di polizia di oggi.
“Vogliamo esprimere un plauso alla magistratura e alle forze dell’ordine per aver smantellato un sistema criminale che, nel comprensorio, era dedito allo spaccio di droga. Una piaga per il territorio e non solo, che distrugge il futuro di giovani e famiglie, da condannare fortemente e da contrastare con la prevenzione e la sensibilizzazione.
Occorre sostenere i giovani e tutta la comunità con strumenti di relazione, integrazione sociale e supporto psicologico”.
Lo dichiara il gruppo del Movimento 5 Stelle di Gela, unitamente ai consiglieri comunali, deputazione regionale e nazionale del M5S, a proposito dell’operazione condotta dalla Polizia e coordinata dalla Procura, denominata “H24 Store”.
NISCEMI – Di nuovo Maida e Ristagno dentro le bare per esorcizzare la morte e tentare di sensibilizzare le istituzioni. ‘Mai più sangue sulla Sp 11’ è lo slogan sulla strada provinciale che dal bivio Priolo porta a Niscemi, la strada assassina che fa strage di giovani vite. È questo l’obiettivo dell’ultima, solo in ordine cronologico, clamorosa protesta, organizzata per venerdì 14 e sabato 15 febbraio il noto “cittadino qualunque” Giuseppe Maida, docente di scuola media, con Rosario Ristagno.
I due ‘volontari della giustizia’ sosteranno davanti alla sede della Provincia regionale di Caltanissetta, dentro due casse da morto, a partire dalle ore 17 di venerdì 14 febbraio fino alle 17 di sabato 15.
La singolare protesta del cittadino qualunque è scaturita dall’ultimo grave incidente mortale verificatosi sulla Sp 11, il 28 gennaio scorso, a pochi chilometri dal centro abitato di Niscemi, quando una mamma che stava accompagnando i tre figlioletti a scuola, ha perso il controllo dell’autovettura che si è schiantata contro un muro di cinta.
Nell’urto, ha perso la vita la piccola figlia Aurora, 9 anni, mentre la madre e altri due figli, rispettivamente di 7 e 4 anni, hanno riportato gravi traumi e ferite e venivano ricoverati in ospedale.
Ma i morti sulla Sp 11 non sono solo questi. È una lunga scia di sangue che si perde nel tempo. Giuseppe Maida ha fatto in merito alcune ricerche con risultati sconfortanti. Dal 2019 ad oggi, sulla “Strada assassina” si sono verificati 22 incidenti con morti e feriti. In particolare, dalla notte di Natale 2021 (quando in uno schianto automobilistico autonomo 4 giovani niscemesi persero la vita) al 28 gennaio scorso, 7 giovani vite sono rimaste spezzate mentre altri 5 giovani sono rimasti feriti. «Nella nostra comunità – afferma Maida – siamo continuamente in lutto. Questo stillicidio di morte deve finire, perché la Sp 11 è una strada che presenta gravi insidie e va sottoposta a una radicale manutenzione straordinaria». Durante il loro sit-in a Caltanissetta dentro le bare, Maida e Ristagno chiederanno al commissario straordinario della Provincia regionale impegni urgenti ben precisi: asfalto drenante antipattinamento, segnaletica orizzontale, autovelox, dossi artificiali per la limitazione della velocità, rotatorie, moderna illuminazione. «Gli ultimi 4-5 chilometri, prima di arrivare a Niscemi – sostiene Maida -, sono il tratto più breve e pericoloso d’Italia, dove avvengono i maggiori incidenti. Bisogna intervenire subito. Non possiamo aspettare il prossimo sinistro mortale!