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Il Prefetto sospende le registrazioni degli atti di nascita di figli di coppie omosessuali. Esulta il PdF

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A Torino il sindaco, Stefano Lo Russo, e l’assessore alle Politiche Sociali e ai Diritti, Jacopo Rosatelli, incassano “il disonore per Torino, capitale della tradizione arcobaleno”.

Nicola Di Matteo, Popolo della Famiglia: «Apprezziamo la decisione del Prefetto di Torino che ha sospeso le registrazioni di atti di nascita di figli di coppie dello stesso sesso».

La questione non è nuova per il Popolo della Famiglia, che da sempre si impegna nella difesa della famiglia come Natura e Costituzione riconoscono.
In particolare il Popolo della Famiglia-Piemonte già dal luglio del 2016 organizzava la manifestazione “Di famiglia ce n’è una sola”.
Ricorda Lucianella Presta, Coordinatore regionale del PdF: «Fu una delle prime nostre iniziative. Davanti a palazzo Civico di Torino in oltre duecento, imbavagliati, contestavamo il provvedimento della neoeletta sindaco Appendino che aveva mutato in “famiglie” la titolazione dell’assessorato “alla famiglia”. Un gesto provocatorio ed emblematico che intendeva marchiare con un’impronta omossessualista la giunta torinese».

Questo taglio ideologico, mantenuto per 5 anni, culminò nel 2018 con la trascrizione all’ufficio dello stato civile dell’anagrafe dei figli di tre coppie “omogenitoriali”, prassi poi proseguita fino a raggiungere le 79 trascrizioni.
Non ha inteso essere da meno la nuova amministrazione, che ha proseguito con convinzione sulla linea del predecessore. Il primo atto formale dell’assessore Rosatelli è stato quello di scendere in piazza per manifestare contro la bocciatura del DDL Zan, garantendo al mondo LGBTQ+ di investire sui servizi esistenti e di crearne anche di nuovi «cercando di finanziare tutto adeguatamente». A ruota il sindaco sosteneva a spada tratta la legittimità delle trascrizioni, auspicando il riconoscimento del doppio cognome per i bambini concepiti inevitabilmente con utero in affitto o inseminazione artificiale, contravvenendo così alla legge 40 sulla procreazione assistita che consente la fecondazione eterologa soltanto alle coppie di sesso diverso.

Ma la scorsa estate una sentenza del tribunale civile, confermata di recente in appello, ha dichiarato illegittimo quel tipo di atti, respingendo la richiesta di una coppia che chiedeva il doppio cognome.

Nicola Di Matteo, Coordinatore nazionale e Vicepresidente del PdF, plaude alla attuale decisione del Prefetto: «Non possiamo che apprezzare il fatto che il Viminale, nella persona del Prefetto Raffaele Ruberto, abbia fatto valere la legge e la giustizia. Ricordare al sindaco che è suo dovere agire come ufficiale di governo e non come titolare di un potere proprio ed arbitrario rinvigorisce la fiducia nella nostra magistratura, che con tale decisione ribadisce il valore della Costituzione e la verità della Natura. Il PdF continuerà a vigilare denunciando tutti gli atti che tentassero di minare la solidità della famiglia che le amministrazioni come lo Stato dovrebbero sostenere nella propria identità. Il Comune, inoltre, dovrebbe investire per sostenere le famiglie, in particolare quelle giovani e numerose, nelle difficoltà economiche sempre crescenti».

Popolo della Famiglia

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Politica

Arriva l’impugnativa del Governo sulle elezioni provinciali

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Roma – Il Consiglio dei Ministri su proposta del Ministro Calderoli, ha impugnato, in quanto ritenuta incostituzionale, la norma con la quale, l’ottobre scorso, l’Assemblea Regionale Siciliana ha annullato le elezioni di secondo grado indette con un decreto del presidente della Regione Renato Schifani, in quanto in contrasto con le norme nazionali , legge del Rio.

La norma fu inserita nel disegno di legge di riforma in materia urbanistica.

Furono bloccate le elezioni di secondo grado fissate dal governo Schifani per il 15 dicembre scorso. Si decise di rinviare il voto al 2025 in una domenica compresa tra il 6 e il 27 aprile. Nel frattempo sarebbe stata approvata un’altra norma per ripristinare l’elezione diretta, e non di secondo grado, delle Province.

Lo stop del governo nazionale conferma ancora una volta che, senza la cancellazione della riforma Delrio, che nel 2014 ridefinì il sistema delle Province cancellando le elezioni dirette, qualsiasi legge che punti a reintrodurre le elezioni dirette sarà bloccata.

Interviene il Movimento 5 Stelle. “L’impugnativa romana del rinvio delle elezioni di secondo livello è la conseguenza dell’arroganza del governo Schifani, che è rimasto sordo non solo ai nostri avvertimenti, ma perfino ai dettami della Corte Costituzionale che ha chiaramente indicato le elezioni di secondo livello come unica via percorribile con la Delrio ancora in piedi. Speriamo che ora Schifani e ĺa sua maggioranza si mettano il cuore in pace, mettano da parte la loro voglia di distribuire nuove poltrone e accantonino il ddl sulla reintroduzione diretta delle Province, attualmente in Prima commissione, smettendola di prendere in giro i siciliani e il Parlamento”.
Lo afferma il capogruppo del M5S all’Ars, Antonio De Luca.

“Questo governo – conclude De Luca – porta in aula pochissime manovre e quando lo fa, lo fa spesso nel peggiore dei modi, tanto da costringere il governo amico di Roma a bocciarlo”.

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Donegani:”Asp reinvesta i soldi dell’affitto di via Parioli nel migliorare i servizi ai cittadini”

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In merito allo spostamento dei servizi e degli uffici sanitari di via Parioli, il movimento PeR sostiene che è notorio che la struttura di via Parioli sia inadeguata con seri rischi per il personale e per gli utenti. Inoltre un cittadino che richiede una visita domiciliare riabilitativa deve prima recarsi in via Madonna del Rosario per prenotare la visita, poi deve recarsi in via Parioli ( ricordando che tra i cittadini ci sono anziani e disabili e anche cittadini non muniti di veicolo) ricevuta l’autorizzazione in via Parioli dal responsabile sanitario deve infine recarsi in via Butera. Un calvario per i cittadini che sicuramente non rispetta il principio di accentramento dei servizi e orientamento e prossimità a favore dei cittadini.
Il nuovo modello prevede la prenotazione della visita ed il pagamento del ticket nella unica sede di via Butera consentendo ai cittadini di accedere ai servizi senza dispendio di tempo e risorse. L’ Asp fa sapere inoltre che ci sarà un risparmio sugli affitti.

“Noi chiediamo – dice il coordinatore regionale di PeR Miguel Doneganj – che le risorse risparmiate dall’affitto dei locali vengano reinvestiti a Gela per migliorare i servizi. Altra vicenda è l’Utin; che deve riaprire subito, ma non perché c’è l’idea di farla a Caltanissetta ma perché è da decenni più di 15 anni per la precisione che é tutto pronto e vergognosamte non é mai partita, argomento che abbiamo sollevato una multitudine di volte e lo diciamo da anni. Quindi non critichiamo la scelta di accentrare i servizi in locali più idonei che vanno incontro ai cittadini, anzi siamo favorevoli, la politica invece alzi la voce con autorevole ruolo e si adoperi e lavori per far migliore le risposte ai cittadini e i relativi servizi presso l’ospedale Vittorio Emanuele.
Come #PeR infine oltre alla riapertura dell’ultin chiediamo l’abbattimento delle liste di attesa ancora troppo lunghe ed infinite, l’applicazione della norma che abbiamo posto circa 2 anni fa:la 124 del 98 che prevede l’abbattimento delle liste di attesa ed il rimborso per il cittadino”

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FdI, lavori in corso per la scelta del nuovo coordinatore.Casciana sembra in pole position

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Sono in corso in casa di FdI le manovre per arrivare alla nomina del coordinatore cittadino che sostituirà l’on.Totò Scuvera.

Non è passata inosservata ieri la presenza in città dell’ex deputato Giuseppe Catania che a luglio, a seguito di un ricorso, ha dovuto cedere il posto all’ Ars a Scuvera. Catania ha tra i meloniani gelesi un gruppo di fedelissimi ed un pacchetto di un centinaio di tessere. Negli ambienti di FdI si parla di un accordo già stretto con l’ex consigliere comunale Vincenzo Casciana. Anche lui detiene un centinaio di tessere ed il suo nome è tra quelli dati come papabili per la guida del partito. Ma i meloniani del sindaco di Mussomeli e il gruppo Casciana che hanno un buon dialogo tra loro da soli non riuscirebbero a far eleggere per acclamazione un coordinatore. Basterebbero però le 70 tessere del gruppo che fa capo alla dirigente Sandra Bennici. Che è già stata contattata. Che farà ora la Bennici? A parte i buoni rapporti con Casciana, la stessa ha sempre detto che sarebbe auspicabile che il coordinatore non sia della stessa area del deputato in carica ma che si lasci spazio ad altre anime del partito.

Lavori in corso dunque in casa FdI con i gruppi non riferibili all’on.Scuvera che sembrano agguerriti. La prossima mossa spetta al deputato in carica. E non può sbagliare.

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