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Dall'Italia e dal Mondo

Il Giubileo dei giornalisti dal 24 al 26 gennaio

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PALERMO – Si terrà a Roma il Giubileo del Mondo della Comunicazione dal 24 al 26 gennaio, il primo dei 36 grandi eventi dell’Anno giubilare, che richiamerà a Roma giornalisti, esperti e operatori della comunicazione da tutto il mondo in occasione della Festa di san Francesco di Sales, patrono dei giornalisti.

Al primo evento giubilare sono particolarmente invitate tutte le figure professionali del mondo della comunicazione (giornalisti, operatori dei media, dirigenti e direttori di testata, membri dei CdA, videomaker, grafici, copywriter, PR, social media manager, tecnici audio e video, tipografi, informatici…). Anche dalla Sicilia ci sarà una rappresentanza dei quotidiani, settimanali, periodici, emittenti televisive, radiofoniche, siti web, gruppi di comunicazione, socialmedia, webmaster, agenzia di stampa e dell’Ucsi Sicilia guidati dal presidente Domenico Interdonato, dalla vice presidente Rossella Iannello,  dal consulente ecclesiastico don Giuseppe Longo, dai consiglieri nazionali Gaetano Rizzo e Domenico Pantaleo, dal presidente del Collegio dei Garanti Antonio Foti, dalla segretaria Ucsi Sicilia Laura Simoncini, che è anche presidente provinciale di Messina, dal tesoriere Angelo Di Tommaso e dai presidenti provinciali di Siracusa Alberto Lo Passo, Catania Lucio Di Mauro, Caltanissetta Fiorella Falci, la componente della sezione di Palermo Adele Di Trapani e il referente della Comunicazione di Missione e Carità di Biagio Conte, Riccardo Rossi e da una rappresentanza di consiglieri regionali e soci. 

“Noi giornalisti cattolici ci apprestiamo a partecipare come pellegrini al giubileo – ha detto il presidente regionale dell’Ucsi Sicilia Domenico Interdonato – daremo il nostro contributo per iniziare un percorso di speranza e fiducia, perché tutti noi ne sentiamo la necessità”. 

L’evento si preannuncia come un’importante occasione di riflessione e confronto sulle sfide e le opportunità che la comunicazione offre nel contesto attuale. Il Giubileo dei comunicatori inizierà nel pomeriggio di venerdì 24 e si concluderà la mattina di domenica 26 gennaio con la Santa Messa nella Basilica di san Pietro presieduta da papa Francesco. L’evento del giorno 24 gennaio 2025 si aprirà con un momento di accoglienza internazionale dei pellegrini da parte della diocesi di Roma, nella Basilica cattedrale di San Giovanni in Laterano. L’Ucsi ha organizzato nella parrocchia San Lorenzo in Lucina, dove c’è la sede nazionale un momento spirituale guidato dal Consulente ecclesiastico dell’Ucsi padre Giuseppe Riggio e dal saluto del presidente nazionale Vincenzo Varagona.  Alle 18,30 si celebrerà la Messa in onore di San Francesco di Sales concelebrata dai consulenti ecclesiastici delle singole Regioni e da don Daniele Micheletti, parroco della chiesa San Lorenzo in Lucina in Roma. 

 La giornata di sabato 25 gennaio , inizierà alle ore 7.15 con il Pellegrinaggio alla Porta Santa di San Pietro di giornalisti e operatori della comunicazione, seguito da un coffee break di benvenuto nell’Atrio dell’Aula Paolo VI. A seguire, in mattinata, si terrà l’incontro culturale “In dialogo con Maria Ressa e Colum McCann”. Il giornalista Mario Calabresi modererà il confronto con la giornalista filippina, Premio Nobel per la Pace nel 2021, e lo scrittore irlandese, autore, tra gli altri romanzi, di Apeirogon. La sessione continuerà con una performance musicale del Maestro Uto Ughi e alle 12.30 è prevista l’udienza, sempre in Aula Paolo VI, con il Santo Padre Papa Francesco. Nel pomeriggio del sabato i partecipanti potranno prendere parte a una serie di eventi culturali e spirituali, in vari luoghi di Roma e in diverse lingue, dal titolo “Dialoghi con la città”, tra cui “Il Giornalismo a servizio della democrazia” incontro di formazione giornalistica presso la sede, in presenza,  del Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Giornalisti e in streaming nella sede della Fnsi sul tema “’Il giornalismo a servizio della democrazia. Pellegrini di speranza, comunicare il Giubileo 2025 per costruire insieme un mondo migliore”: questo il titolo del corso di formazione per giornalisti in programma, dalle 15,30 alle 19,30, in presenza nella sala “Ocera” del Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Giornalisti, in via via Sommacampagna, 19, e in streaming nella sala “Walter Tobagi” della Federazione nazionale della Stampa italiana, via delle Botteghe Oscure, 54, a Roma.

Il corso organizzato dall’Unione cattolica stampa italiana (Ucsi) in collaborazione con il Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Giornalisti, dell’Ordine dei giornalisti del Lazio, Associazione Stampa Estera in Italia, Fisc, Copercom, WeCa, Federazione internazionale Media Cattolici, Construcitve Network Italia e I – Press e dà diritto a quattro crediti. L’incontro sarà aperto con i saluti di Alessandro Gisotti, vice direttore editoriale dei Media Vaticani, Guido D’Ubaldo, presidente Ordine dei giornalisti del Lazio; Maurizio Di Schino, presidente Ucsi Lazio. Relatori: Vincenzo Varagona, presidente nazionale Unione Cattolica della Stampa Italiana; Carlo Bartoli, presidente Consiglio nazionale Ordine dei giornalisti; Alessandra Costante, segretaria generale della Federazione nazionale della Stampa italiana; Stefano Di Battista, presidente Coordinamento delle Associazioni per la Comunicazione; Maarten van Aalderen, presidente Associazione della Stampa Estera, Mauro Ungaro, presidente della Federazione Italiana Settimanali Cattolici; Fabio Bolzetta, presidente WebCattolici; Assunta Corbo, fondatrice del Constructive Network – Italia, Jean Marie Montel, presidente della Fédération des Mèedias Catholiques. Modera: Salvatore Di Salvo, segretario nazionale Unione Cattolica della Stampa Italiana. Domenica 26,  alle 9.30, nella Basilica di San Pietro  la celebrazione Eucaristica della “Domenica della Parola di Dio” presieduta dal Santo Padre papa Francesco

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Situazione e prospettive della salute mentale in Sicilia.

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Palermo – Situazione e prospettive della salute mentale in Sicilia. Medici, politici e associazioni a convegno martedì prossimo a Palermo.

“Il budget di salute nei dipartimenti di salute mentale”: è questo il titolo di un convegno che martedì 21 gennaio a partire dalle 9 si terrà nella sala Mattarella di Palazzo dei Normanni a Palermo.Medici, politici, manager, dirigenti e associazioni che operano nel settore della disabilità psichica faranno il punto sulla legislazione vigente in Sicilia e sulle prospettive riguardanti il budget della salute mentale, un ambito che vede l’isola all’avanguardia rispetto al resto d’Italia, nonostante i ritardi e le criticità che purtroppo si riscontrano nell’applicazione delle norme esistenti.

Durante il convegno verrà illustrato anche il disegno di legge a prima firma del capogruppo del M5S all’Ars Antonio De Luca che mira a consentire il prolungamento dei piani terapeutici individualizzati per i disabili psichici oltre i due anni attualmente previsti dalle normative vigenti.“Questo ddl – dice De Luca – mira a mettere a disposizione le risorse economiche che consentano ad Asp e Comuni di mettere in piedi serie e importanti politiche sociali attive che ridiano una prospettiva di vita e un’occupazione ai tantissimi disabili psichici che oggi sono quasi abbandonati a se stessi senza uno scopo e senza la possibilità di poter trovare un posto nella società.

Migliaia di famiglie in Sicilia attendono da anni risposte concrete dalle istituzioni dopo decenni di inaccettabile silenzio che il nostro disegno di legge vuole rompere una volta per tutte”.Dopo i saluti istituzionali del presidente della Regione Renato Schifani e di quello dell’Ars Gaetano Galvagno, degli assessori e dei presidenti di commissione, relazioneranno lo psichiatra Fiorentino Trojano, l’ex deputata Valentina Zafarana, il deputato Antonio De Luca, primo firmatario del ddl sulle norme relative ai piani terapeutici individualizzati per disabili psichici e Fabrizio Starace, presidente della terza sezione del Consiglio Superiore di Sanità.

Sono previsti interventi pure di dirigenti generali degli assessorati della Salute e della Famiglia, del garante regionale della disabilità, del presidente Anci, di rappresentanti delle associazioni datoriali e delle famiglie, nonché di deputati e del presidente della Consulta sanità mentale Dsm di Catania.

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Messina: uccide la madre con 15 coltellate

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Orrore a Messina. Una donna di 62 anni è stata uccisa dal figlio con 15 coltellate nella sua abitazione.

Il terribile omicidio sarebbe stata la reazione del giovane al culmine di una lite. Giosuè Fogliani avrebbe inseguito la donna, Caterina Pappalardo, per poi stordirla utilizzando uno spray al peperoncino ed quindi accoltellatla.

Sul posto sono intervenuti gli agenti della squadra mobile della Questura e i carabinieri del comando provinciale di Messina che hanno arrestato il 26enne. Polizia e carabinieri sono stati allertati dai vicini di casa, che si erano allarmati sentendo le grida della donna.

Il figlio avrebbe aperto la porta di casa alla polizia mentre aveva un coltello di tipo militare, con una lama di 18 centimetri.

Il 26enne ha confessato subito ed è stato arrestato e portato alla caserma Calipari: sul posto gli agenti della Mobile guidati dal capo Vittorio La Torre e la Polizia scientifica dei Carabinieri. Il corpo della donna trasportato all’obitorio. Le indagini sono coordinate dal Sostituto Procuratore Vito Di Giorgio

Madre e figlio non vivevano più insiene da qualche tempo, la donna andava ogni tanto a trovarlo per le pulizie della casa e per cucinare per lui, che, pare, fosse affetto da disturbi psichici.

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Arrestata una prof accusata di tenere comportamenti sessuali con minori

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Castellammare di Stabia – Un’insegnante di 40 anni è stata arrestata con l’accusa di aver tenuto comportamenti di natura sessuale con alcuni alunni della scuola media dove svolgeva il ruolo di insegnante di sostegno.  

La vicenda era andata agli onori della cronaca lo scorso 14 novembre, quando un gruppo di genitori era andata la sede di un istituto di Castellammare di Stabia per “farsi giustizia”, aggredendo la prof, dopo che i figli avevano raccontato di incontri in luoghi appartati a scuola con l’insegnante, durante i quali la donna di 40 anni avrebbe mostrato ai ragazzi – tutti minori di 14 anni – video pornografici e avrebbe tenuto comportamenti a sfondo sessuale.

 indagini svolte dai carabinieri, la donna avrebbe creato anche un gruppo social con alcuni alunni, nel quale gli unici argomenti trattati sarebbero stati di carattere sessuale. Ad eseguire il provvedimento di custodia cautelare in carcere, emesso dal gip del tribunale di Torre Annunziata, su richiesta della Procura, sono stati i carabinieri della compagnia di Castellammare di Stabia: la docente 40enne è accusata di maltrattamenti, violenza sessuale, induzione al compimento di atti sessuali e corruzione di minorenne. La donna è stata portata nel carcere femminile di Benevento.    

   L’indagine per la quale è stata arrestata l’insegnante di sostegno, accusata tra l’altro di violenza sessuale e induzione al compimento di atti sessuali ai danni di studenti di età inferiore a 14 anni, è partita dopo l’aggressione subita dalla donna di 40 anni il 14 novembre scorso da parte dei genitori di alcuni alunni dell’istituto, a seguito della quale la docente e il padre di un ragazzo riportarono delle lesioni (alla prima fu diagnosticato un trauma cranico, il secondo riportò la frattura di un braccio).

   Determinanti sarebbero state in particolare le testimonianze rese dai sette minori coinvolti –  quattro ragazzi e tre ragazze – , ascoltati dagli inquirenti in forma protetta, oltre all’analisi dei file audio estratti dal telefono cellulare degli stessi ragazzini e dell’insegnante.

  Da queste attività sarebbe emerso come la donna, a partire dal mese di ottobre del 2023, in qualità di insegnante di sostegno di uno degli alunni coinvolti ma alla quale di fatto venivano affidati anche gli altri studenti, avrebbe sottoposto i ragazzi a numerose condotte di carattere sessuale. In particolare, i giovanissimi sarebbero stati portati durante l’orario scolastico (con la scusa di impartire loro ripetizioni) in un’aula riservata della scuola, dalla 40enne soprannominata “la saletta”, nella quale la docente avrebbe ripetutamente mostrato loro materiale video pornografico, intavolato continui discorsi di esplicita natura sessuale.

   In alcune circostanze – sempre da ciò che sarebbe emerso dal lavoro degli inquirenti – i giovani sarebbero stati spinti a scambiarsi atti sessuali e in una circostanza l’insegnante avrebbe avuto un rapporto con uno degli alunni. 

   Quando poi l’accesso alla “saletta” sarebbe stato precluso, la professoressa avrebbe creato un gruppo Instagram, chiamato proprio “la Saletta”, nel quale gli unici discorsi effettuati avrebbero avuto contenuto esplicitamente sessuale.  Ai ragazzi la prof inviava anche via chat foto pornografiche dopo avere impostato l’autocancellazione 

   Lo stato di soggezione degli alunni rispetto all’insegnante e le minacce che quest’ultima avrebbe rivolto ai ragazzi, in particolare circa la possibilità di essere bocciati, di fare andare i genitori in carcere e di mandare loro stessi in comunità – minacce che sarebbero state “rafforzate” dalla presunta relazione che la donna avrebbe avuto con un appartenente alle forze dell’ordine – avrebbero portato i minori a mantenere il segreto sulle specifiche vicende.

   A portare alla luce quanto sarebbe avvenuto a scuola, sarebbe stata la sospensione subita da uno degli alunni coinvolti, che avrebbe indotto le vittime a confidarsi con i genitori, in alcuni casi facendo vedere agli stessi alcuni messaggi scambiati tramite Instagram e Whatsapp con la professoressa. I carabinieri della sezione operativa e della stazione di Castellammare di Stabia, coordinati dalla Procura di Torre Annunziata, avrebbero inoltre trovato nel telefono sequestrato all’insegnante numerosi messaggi vocali da lei inviati agli alunni, insieme a materiale pornografico compatibile con quello descritto dalle vittime nel corso delle loro audizioni.

   “Le condotte contestate all’indagata – spiega il procuratore della Repubblica di Torre Annunziata, Nunzio Fragliasso – per la loro estrema, intrinseca, gravità e per la loro incidenza negativa sull’equilibrio psicofisico dei minori, hanno reso necessaria l’adozione della più grave tra le misure cautelari, quella della custodia in carcere, peraltro prevista obbligatoriamente per legge per il reato di violenza sessuale in presenza di esigenze cautelari non diversamente tutelabili, in quanto ritenuta l’unica in grado di arginare il pericolo di reiterazione dei reati. Tutto ciò anche in considerazione del fatto che, da un lato, la docente è ancora formalmente in servizio presso l’istituto scolastico e, dall’altro, la meno afflittiva misura degli arresti domiciliari non avrebbe consentito di inibirle effettivamente l’utilizzo della rete internet, con il conseguente pericolo di avere con altri minori ulteriori contatti analoghi a quelli per cui si procede”. 

   Le mamme della scuola di Castellammare di Stabia che avevano denunciato gli abusi sessuali nei confronti dei ragazzi da parte dalla professoressa di sostegno, sono “soddisfatte” per l’arresto della donna, ma ora chiedono le scuse. “Ci hanno dato delle camorriste e delle bestie, ora chiedete scusa”, scrive una delle mamme su Facebook.

   Nei giorni seguenti all’aggressione della prof da parte dei genitori, nessuno prese le loro parti, mostrando invece solidarietà alla docente che finì al pronto soccorso. Le mamme dei ragazzini abusati affermavano che, venute a conoscenza delle chat che rivelavano i rapporti tra la docente e i figli, la docente doveva essere allontanata. Ad esasperarle era stata la lentezza degli organi scolastici che avevano ritenuto di non dover agire solo sulla loro parola, dovendo attendere l’esito delle indagini.

   “A chi non ha creduto, a chi si è girato dall’altra parte – scrive una delle mamme su Facebook – a chi ci ha dato delle camorriste, bestie e bugiarde…chiedete scusa… giustizia è stata fatta…La docente è stata arrestata!!”. La stessa mamma, intervistata dalla Tgr Campania, ha usato toni pacati: “Siamo soddisfatte ma ancora qualcosa a nostro avviso va chiarito – ha detto -. Comunque non vogliamo che sui docenti buoni possa ricadere le colpe di chi ha agito male”.  fonte Ansa

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