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Cronaca

Il deputato Di Paola prende l’impegno sul problema degli agricoltori

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In occasione della protesta degli agricoltori avvenuta oggi in contrada Grotticelle, il deputato del Movimento 5 Stelle, on. Nuccio Di Paola ha dichiarato quanto segue:

“La prima diga a noi nota fu costruita nel 4000 a.C. in Egitto. Dopo seimila anni non si riesce a inglobare in terra l’acqua che arriva dal cielo secondo un sistema idrogeologico perfetto.

Non è accettabile che in questo momento in cui abbiamo avuto piogge torrenziali che hanno invaso i comuni e le città siciliane, non si riesca ad accumulare acqua nelle dighe del territorio. La raccolta delle acque non si riesce a fare perché negli anni non è mai stata programmata la manutenzione in maniera corretta. Da oltre sei anni circolano immagini in cui si vedono ingenti quantità di acqua che vengono sversate in mare perché non viene accumulata nelle dighe. Il governo Musumeci ha una fortissima responsabilità perché in questi anni presso l’assessorato all’energie e rifiuti competente sulla manutenzione nelle dighe non è mai stato guidato da assessori provenienti dal mondo della politica che abbiano avuto il contatto con il territorio: si sono succeduti due assessori tecnici che ad oggi non hanno gestito al meglio la risorsa fondamentale per il territorio. Oggi ho assicurato agli agricoltori di profondere il massimo impegno per portare avanti tutte le azioni di mia competenza per cercare di velocizzare l’iter per avviare il progetto di manutenzione sulla conduttura che collega la diga Disueri alla dige Cimia che ad oggi è l’unica che funziona e quindi evitare che il bene più prezioso per l’uomo venga gettato in mare mentre i campi restano a secco con gravi conseguenze per l’economia già in ginocchio per la situazione generale e per gli agenti atmosferici che si sono abbattuti nei giorni scorsi sui terreni, determinando altri gravi danni”

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Cronaca

Colpo sonoro alla mafia del palermitano: 181 in carcere

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Palermo – È una mafia moderna quella che emersa dalle indagini che sono sfociate in una maxi-operazione della Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo. Una mafia che viaggia su internet e che riesce ad organizzarsi via chat, pur mantenendo il sistema piramidale di organizzazione.

Nella operazione messa a segno oggi su input della Magistratura sono stati disposti i fermi e gli arresti di 181 persone, tra boss, “colonnelli”, uomini d’onore, ed estortori di diversi “mandamenti” del capoluogo siciliano e della provincia.   

L’inchiesta, condotta dai carabinieri e coordinata dal procuratore Maurizio de Lucia e dal Procuratore aggiunto Marzia Sabella, ha svelato l’organigramma delle principali famiglie, gli affari dei clan e l’ennesimo tentativo di Cosa nostra di ricostituire la Cupola provinciale e di reagire alla dura repressione che negli ultimi anni ha portato in cella migliaia di persone.

I principali mandamenti coinvolti nell’indagine sono quelli di Santa Maria di Gesù, Porta Nuova, San Lorenzo, Bagheria, Terrasini , Pagliarelli e Carini. I particolari dell’operazione saranno illustrati nel corso di una conferenza stampa che si è tenuta stamattina al Comando provinciale dei carabinieri di Palermo, in piazza Verdi.

Oltre ai 181 arresti sono state notificate due misure di presentazione alla polizia giudiziaria.   

Emerge dalle indagini un’associazione che sfrutta nuove tecnologie, tecniche di comunicazione criptata: così gli affiliati si riuniscono e prendono le decisioni necessarie pensando di non essere scoperti.

Sistemi sicuri ma un giorno la chat si blocca e per ripristinare tutto i mafiosi devono rimemorizzare i contatti, così a voce elencano i partecipanti: l’unico modo per conoscere le identità dei membri della chat. Dal carcere i reggenti del mandamento di Porta Nuova, i Lo Presti, danno ordine di un pestaggio e perfino assistono in diretta, grazie al video-collegamento telefonico, al massacro della vittima. E’ una mafia moderna, che usa nuove tecnologie ma che ha a disposizione un enorme quantitativo di armi: la nuova Cosa nostra è una commistione tra vecchio e tecnologie .

Nell’operazione sono complessivamente impegnati – con la copertura aerea di un elicottero del 9° Elinucleo di Palermo – 1.200 Carabinieri dei comandi provinciali della Sicilia, del Reparto Anticrimine del ROS di Palermo, con il supporto dei “baschi rossi” dello Squadrone Eliportato Cacciatori di Sicilia, del 12° Reggimento “Sicilia”, del 14° Battaglione “Calabria” e altre componenti specializzate dell’Arma. Gli arrestati sono accusati, a vario titolo, di associazione per delinquere di tipo mafioso, tentato omicidio, estorsioni, consumate o tentate, aggravate dal metodo mafioso, associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti, favoreggiamento personale, reati in materia di armi, contro il patrimonio, la persona, esercizio abusivo del gioco d’azzardo.

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Ecco i numeri dell’attivita di polizia e GdF ad Enna

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 Enna – 1025 persone controllate, di cui 65 sottoposte a misure cautelari e/o alternative, 415 veicoli controllati, elevate 33 sanzioni per violazioni al Codice della Strada e 11 esercizi commerciali controllati: è questo il bilancio delle principali attività nell’ambito dei servizi di controllo per la prevenzione e il contrasto della criminalità mafiosa, mediante specifici moduli di coordinamento operativo tra le forze di polizia, effettuati nel mese di gennaio, che ha interessato diversi comuni della provincia di Enna. 

Gli equipaggi della Polizia di Stato, dei Carabinieri e della Guardia di Finanza, impiegati nei suddetti servizi, hanno perseguito l’obiettivo di consolidare la presenza delle Istituzioni nel territorio, focalizzando le suddette attività su centri abitati, zone periferiche, piazze, garantendo maggiore sicurezza, limitando, altresì, i fenomeni legati alla criminalità diffusa.       

La Gdf invita alla collaborazione segnalando tempestivamente situazioni sospette al Numero Unico di Emergenza 112, contribuendo così a rendere più sicuro il nostro territorio.

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Cronaca

Il dott. Tardino nuovo Coordinatore distrettuale della Unità operativa cure primarie

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E’ il dott. Salvatore Tardino il nuovo Coordinatore distrettuale della unità operativa cure primarie del Distretto sanitario di Gela.

La nomina è stata formalizzata pochi giorni fa dalla Direzione dell’Azienda sanitaria provinciale a seguito del pensionamento del precedente coordinatore, la dott.ssa Giacoma Cannizzaro posta in quiescenza dal 1 febbraio scorso.

La figura professionale si muove sulle competenze inerenti l’area di medicina generale, guardia medica, medici di scelta, erogazioni presidi ed ausili in favore dei pazienti del territorio del distretto sanitario che comprende i comuni di Gela, Niscemi, Butera e Mazzarino.

Nonostante il nuovo incarico, il dott. Tardinj continua l’ attività ispettiva di verifica e controllo sulla Casa di cura Santa Barbara convenzionata con l’Azienda sanitaria provinciale.

Per il momento il coordinatore continuerà ad espletare le sue mansioni nell’ufficio di via Parioli n. 46, fino al trasferimento nelle sedi individuate.

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Direttore Responsabile: Giuseppe D'Onchia
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