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Il Convegno Lions Città Murate per rilanciare Gela

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Le mura di Gela al centro dell’attività di divulgazione scientifica del Lions Citta Murate con un evento di livello importante che ha coinvolto realtà variegate del mondo.

Sono arrivati da ogni parte d’Italia, da San Marino, Malta, Francia, Emirati Arabi e da tanti altri siti del mondo per un convegno internazionale del Lions città murate a Gela e Sciacca. Un momento importante per il rilancio dell’immagine della città e del comprensorio.

Al teatro Eschilo di è tenuto il XX Congresso a Gela e a Sciacca: annunciato a Roma un mese fa nell’ambito di una convention ufficiale del Lions Città murate il cui vicepresidente internazionale è il gelese ing. Franco Butera.

Non solo convegno ma anche esplorazioni conoscitive sul territorio giurate da Butera per ammirare le bellezze e la storia della Sicilia: ieri mattina la visita delle mura federiciane e dell’Acropoli con Mulé, nel pomeriggio alle Mura timoleontee con l’archeologia Panvini di fronte alle quali i visitatori hanno espresso giudizi di encomio strabiliati da tanta bellezza. Il direttore del Museo Gattuso ha presentato il progetto Sicilia dei miti, un’iniziativa di valorizzazione del territorio che punta al rilancio della città. Su questo tenore si e’ l’intervento del Presidente della fondazione internazionale Giacomo Beorchia improntato sul confronto dell’intervento sulle mura e sui monumenti tra le varia realtà.

“Sono trascorsi oltre settant’anni dal momento in cui Vincenzo Interlici, che possedeva dei terreni agricoli a a Gela, in località Capo Soprano, riportò alla luce un tratto di una struttura muraria, scambiato con i resti del teatro greco del quale si erano sempre cercate le tracce – ha detto la Panvini ‘

L’archeologo Pietro Griffo, al tempo Soprintendente della Sicilia centro-meridionale, comprese che si trattava di una struttura antica ed intraprese, con una squadra di operai, lo scavo archeologico dell’area affidandone la direzione scientifica a Dinu Adamesteanu, lo studioso rumeno che da un paio di anni operava in Sicilia .

Il muro era coperto da una consistente coltre di sabbia, una vera e propria duna, localmente chiamata maccone, formatasi in un lungo arco di tempo in questo tratto occidentale della collina sulla quale era stata fondata la colonia rodio-cretese di Gela, nel 689-688 a.C. Quest’ultima, fin dagli anni successivi a quelli predetti, si era sviluppata sul tratto orientale della bassa collina, che prospettava sul Mar Mediterraneo e che era lambita, ad Est, dal corso del Gelas, del quale poteva controllare anche la foce.

Non fu difficile rimuovere lo spesso strato di sabbia, che fu accumulato alle pendici e sui pendii del versante meridionale della collina fino alla base del muro che veniva riportato man mano alla luce e che risultò avere, sul quel lato, un’altezza massima di quasi metri 3,20. Gli archeologi si trovarono di fronte ad una struttura di fortificazione molto particolare poiché essa era stata costruita, nella parte inferiore con blocchi di calcare, ben squadrati e, nella parte superiore, da una sopraelevazione di mattoni crudi, disposti a corsi regolari e perfettamente isodomi (m 10 X 15 x 10), legati da malta di argilla e sabbia la quale, al momento della scoperta, conservava ancora le tracce dell’intonaco, usato come rivestimento delle superfici esterne, ma oggi non più visibile.

Il muro venne rimesso in luce per una lunghezza complessiva di 360 metri e si estendeva verso Ovest, ontrollando la piana sottostante e proteggendo una delle porte di accesso alla città sulla direttrice per Agrigento; quindi, aggirava la collina e proseguiva a Nord, in direzione della zona oggi nota con il nome di Piano Notaro dove però esso si conserva soltanto nelle prime assise del basamento in calcare.


Addirittura, Adamesteanu, riteneva che i diversi colori dei mattoni e dell’intonaco steso sulla loro superficie potessero corrispondere a tre differenti di momenti di costruzione della struttura coincidenti con gli assalti di Agatocle alla città: esso era databile a partire dal 339 a.C., ossia nell’età di Timoleonte, il condottiero corinzio, giunto in Sicilia per ristabilire la democrazia nelle città siceliote, dilaniate da lotte politiche.
Anche Gela era rientrata in tale progetto, che comportò la riedificazione della città, distrutta, nel 405 a.C. dai Cartaginesi e proprio l’area di Capo Soprano fu individuata come la più idonea per le nuove costruzioni; infatti, sia la scoperta del muro di fortificazione che i resti” .

“La città medievale di Eraclea fu fondata da Federico II di Svevia nel 1233 nell’area dell’antica Gela. In quell’anno l’imperatore sostò a Butera probabilmente per seguire i lavori per la fondazione della nuova città – ha detto Panvini –
– aveva già stipulato accordi commerciali con l’emiro di Tunisi (1231);
– aveva represso la rivolta di Messina, distrutto le città di Centuripe e Troina e fondato Augusta (1232).
Eraclea sorgeva quindi sia per mettere a coltura la pianura retrostante che per essere punto d’osservazione e di controllo importante sulla costa meridionale, priva di abitati tra Licata e Capo Passero.

Fino alla fine degli anni ’80 dello scorso secolo si sapeva poco sulla città medievale e si riteneva che per le trasformazioni avvenute a seguito dell’industrializzazione fossero andate perdute le strutture medievali.
Le ricerche sulla città, le mura e le produzioni ceramiche sono state avviate con la mostra “Fornaci castelli e pozzi dell’età di mezzo” del 1990 curata dalla Soprintendenza di Agrigento allora competente sul territorio ed il relativo catalogo, seguito da un Convegno i cui atti furono pubblicati nel 1991.
Più tardi gli studi sulla cartografia condotti da Liliane Dufour e Ignazio Nigrelli hanno chiarito finalmente il significato di terra vecchia e terra nuova, termini utilizzati da Fazello e dalle carte topografiche e si è compreso che probabilmente a fine ‘300 un muro (dopo la peste, l’assalto dei barbareschi e l’assedio aragonese) dovette dividere la città in due parti: quella ad oriente fu la terranova che continuò ad essere abitata, quella ad occidente la terra vecchia così denominata perché lasciata in abbandono. Nel muro mediano della città e su la strata maiori vocata del curso fu aperta una nuova porta, la porta dei carri…”.

Durante la visita delle mura federiciane i congressisti hanno fatto tappa a alle Mura Federiciane del plesso Santa Maria di Gesù dove gli ospiti hanno potuto godere la musica offerta dal coro gospel e un filmato dei cuccioli del Lions Club Gela Ambiente Territorio Cultura.

Ha collaborato dal cerimoniere del LC Gela Host dott Gaetano Trainito.

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Medicina di genere: percorsi di transizione

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Caltanissetta- Ha riscosso molto successo l’evento dal titolo “Medicina di genere: percorsi di transizione”.  L’appuntamento di sabato 5 aprile 2025 ha richiamato l’attenzione di numerosi professionisti appartenenti non soltanto al campo medico, dato che il corso di formazione è stato organizzato grazie ad una collaborazione tra l’Ordine provinciale dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri, l’Ordine degli Psicologi della Regione Siciliana, l’Ordine delle Professioni Infermieristiche di Caltanissetta e l’Associazione Italiana Donne Medico.


La Presidente nazionale di quest’ultima associazione, non potendo presenziare all’evento, ha mandato i suoi saluti attraverso un video. Presente invece come una delle moderatrici Carmela Ricotta, rappresentante provinciale AIDM, la quale ha sottolineato l’importanza per la stessa associazione di discutere di queste tematiche e dunque di medicina di genere e della diffusione della giusta informazione in merito. Proprio per questo è stata accolta con entusiasmo l’occasione di partecipare attivamente all’evento “proprio per affrontare un argomento che pensiamo coinvolga tutta la società scientifica, tutti i professionisti dagli psicologi, ai medici di medicina generale, agli specialisti e pensiamo ancora di essere molto impreparati – ha concluso la moderatrice nonché nefrologa Ricotta – su questo argomento, pertanto lo scopo del convegno di oggi è proprio questo, cioè cercare di imparare tutti a gestire questo tipo di situazione quando ce la troveremo davanti”.


“Noi siamo dell’avviso che qualunque argomento sanitario debba avere ormai un approccio non soltanto multidisciplinare, quindi più specializzazioni all’interno della classe medica, ma multi-professionale- ha esclamato il Presidente dell’OMCeO nisseno Giovanni D’Ippolito- tant’è che oggi c’è il coinvolgimento in questo interessantissimo convegno, che si svolge qui nella sede del nostro Ordine, sia dell’Ordine degli Infermieri che dell’Ordine degli Psicologi, quindi con una approccio a 360° che mette sempre al centro il paziente”. 


La sinergia tra le parti viene considerata dunque una grande opportunità anche per l’Opi di Caltanissetta, cosi’ come ha spiegato la Presidente Maria La Greca: “Oggi l’Ordine ha accettato di buon grado l’invito dell’Ordine dei Medici perché credo che le collaborazioni facciano crescere insieme tutti i professionisti della salute, perché noi lavoriamo insieme, in sinergia, fianco a fianco, non siamo quindi professioni distanti ma viviamo giornalmente le problematiche dei pazienti e siamo qui ad affrontare tematiche molto importanti”.  E in merito alla formazione ha aggiunto: “Tutti i corsi di formazione servono a crescere e soprattutto a creare un dibattito costruttivo che possa portare alle migliorie della medicina in generale e soprattutto per un buon equilibrio non soltanto fisico ma anche mentale dell’individuo”.


Sono stati approfonditi diversi aspetti nel corso della mattinata che riguardavano la medicina di genere: dalla disforia alla varianza di genere, dall’identità e assistenza agli approcci infermieristici per una cura sensibile e inclusiva.
“La varianza di genere esprime la modalità con cui un individuo può esprimere la sua identità sessuale -ha precisato l’endocrinologo Mario Giuseppe Vetri- che può essere corrispondente a quello assegnato alla nascita e quindi avere una persona cisgender, può invece non diciamo essere coerente con il sesso assegnato alla nascita e abbiamo una persona transgender”. Per quanto riguarda dunque l’identità di genere il “modello binario ha lasciato il posto ad un modello rivoluzionario – ha aggiunto- dove sono presenti molte configurazioni”.


Ma si parla anche di variabilità dell’identità e di novità in termini di trattamenti farmaceutici. “Dal 2020 il trattamento per queste persone, per le persone transgender è un trattamento a carico del Sistema Sanitario Nazionale. Noi abbiamo costruito un’équipe multidisciplinare nell’ambito dell’ASP di Catania – precisa ancora il dott. Vetri- in accordo con l’Istituto Superiore di Sanità dove le persone possono accedere con ricetta del medico di famiglia per visita endocrinologica e diciamo, espletata tutta la fase di assessment, possono ricevere la prescrizione con piano terapeutico”.


Non sempre ci si trova di fronte ad una disforia di genere. “Oggi anche nelle definizioni mediche, diagnostiche il termine disforia di genere è stato allargato e sostituito dal termine incongruenza di genere, varianza di genere, per specificare che appunto l’essere non binari, con tutto quello che significa chiaramente perché è un mondo molto vario, non significa necessariamente avere un disturbo – ha sottolineato Vincenza Zarcone Presidente dell’Ordine Psicologi Regione Siciliana – non significa necessariamente soffrire di depressione, di attacchi di panico, quella purtroppo è una conseguenza che in molti casi sopraggiunge per le difficoltà che queste persone si trovano a incontrare nel nostro contesto sociale”.


Cruciale diventa anche l’aspetto preventivo, “come psicologi -ha aggiunto la Presidente degli Psicologi Zarcone- ci concentriamo molto anche sulla prevenzione, quindi sull’aiutare le persone, le famiglie ad evitare che si innestino e si inneschino situazioni che poi possono portare al disagio psichico”.
Altra moderatrice dell’incontro è stata Mirella Milioto, componente nazionale del Centro Studi e Ricerca FNOMCeO “Promozione all’educazione Terapeutica e alla medicina di Genere”. Si tratta di una commissione “che si occupa di creare informazione e formazione secondo quanto prescritto della legge Lorenzin del 2018 che poi è diventata attuativa nel 2019 – ha spiegato la pediatra dermatologo Milioto- e quindi siamo tante rappresentanti e tanti rappresentanti a livello di tutte le regioni che dobbiamo fare formazione attraverso questi incontri, però poi dobbiamo passare all’atto pratico, dopo gli incontri dobbiamo ovviamente creare delle apposite istituzioni all’interno delle aziende sanitarie con degli ambulatori dedicati diciamo a tutti i generi, quindi non soltanto al genere maschile e femminile ma anche altri generi”.

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Studenti del Nautico “Majorana” alla Challenge velica a Palermo vincono il “Trofeo dell’Amicizia”

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Quattro studenti del Nautico “Majorana” hanno conquistato il primo posto al Trofeo dell’Amicizia. Una vittoria che è una soddisfazione doppia. Il successo per questi ragazzi arriva in condizioni difficili se non addirittura proibitive perchè Gela non ha il porto agibile e gli studenti non hanno potuto svolgere i dovuti allenamenti per partecipare nelle stesse condizioni altri studenti dei Nautici siciliani alla Challenge Velica. Una grande festa dal tema “Una vela senza esclusi svoltasi dal 4 al 6 Aprile nel Golfo di Palermo.


L’Istituto Ettore Majorana è stato presente con una delegazione di 4 studenti velisti dell’Indirizzo Nautico, sia Coperta che Macchine. Tre giornate di regate sulle boe a bordo delle coloratissime Hansa 303 e delle Azzurra 600, che hanno visto protagonisti gli equipaggi formati da studenti anche diversamente abili degli Istituti Nautici provenienti da tutta Italia.L’edizione 2025 si è avvalsa della collaborazione nazionale recentemente siglata tra la Lega Navale Italiana e la Rete Nazionale dei Nautici d’Italia e la F.I.V. Due giornate sono state dedicate alle regate sulle boe con equipaggi composti esclusivamente dagli studenti degli Istituti Nautici “Mario Paglietti” di Porto Torres, “Vendramin Correr” di Venezia, “Enrico Fermi” di Bagnara Calabra, “San Giorgio” di Genova, “Alessandro Rizza” di Siracusa, “Ettore Majorana” di Gela, “Duca degli Abruzzi” di Catania, “Gioeni Trabia” di Palermo e “Leonardo da Vinci” di Milazzo. Accanto alle regate, la manifestazione ha offerto un ricco programma di attività a terra, aperte ai cittadini, alle scuole e alle associazioni interessate a scoprire il mondo della vela inclusiva. Durante le tre giornate è stato possibile partecipare a laboratori tematici e lezioni di vela aperte al pubblico.
Ma l’emozione più forte per i ragazzi del Nautico è stata vincere il Trofeo dell’ Amicizia, classificandosi al 1° posto.
La squadra era composta dagli alunni del Nautico: Alberto Cirignotta, Matteo Cauchi, Francesco Albo e Lorenzo Mezzasalma. Gli studenti sono stati guidati dal loro insegnante, Prof. Enzo Insalaco, che li ha preparati con dedizione ed entusiasmo alla gara.


Soddisfatta la Dirigente dott. Linda Bentivegna che ha partecipato all’ evento assistendo per l’intera giornata alla manifestazione da una imbarcazione isola. “Il mondo della vela arricchisce la formazione dei nostri studenti e contribuisce a dare voce a una visione del mare come spazio di incontro e di crescita condivisa.Uno spazio dove nessuno resta indietro, dove ognuno può sentirsi parte di un equipaggio, di una rotta, di un progetto che ha nel vento della solidarietà la sua direzione”- ha dichiarato la dirigente del Majorana

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“PretenDiamo Legalità”, vincono due scuole di Niscemi

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Si è conclusa l’ottava edizione del progetto/concorso “PretenDiamo Legalità” della Polizia, per l’anno scolastico 2024/2025, e sono state due le scuole vincitrici in ambito provinciale.

Tra i numerosi e significativi elaborati pervenuti in Questura, per la scuola primaria, ha vinto l’Istituto Comprensivo “Francesco Salerno” di Niscemi, plesso San Giuseppe, con gli alunni della 5^ D, che hanno eseguito un elaborato di testo dal titolo “Lo stemma della Polizia”; per la scuola secondaria di primo grado, ha vinto un altro Istituto niscemese, il Comprensivo “G. Verga”, con l’alunna Emma Di Gregorio della 1^ D, che ha composto una poesia dal titolo “La Polizia”.

Il concorso, promosso in collaborazione con il Ministero dell’Istruzione e del Merito, è rivolto agli alunni e studenti della scuola primaria e secondaria.

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Direttore Responsabile: Giuseppe D'Onchia
Testata giornalistica: G. R. EXPRESS - Tribunale di Gela n° 188 / 2018 R.G.V.G.
Publiedit di Mangione & C. Sas - P.iva: 01492930852
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