Consenso informato, rapporto medico-paziente e cosa succede nel caso di minori, questi gli argomenti trattati nel pomeriggio di venerdì 13 maggio 2022 all’interno della sede dell’Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri della provincia di Caltanissetta. I professionisti del mondo della medicina, avvocatura e magistratura hanno avuto l’opportunità di confrontarsi sul tema nel corso dell’evento di formazione dal titolo “Il consenso informato in tempo di Covid-19 legge n. 219/2017”, promosso dall’OMCeO nisseno, dall’Ordine degli Avvocati di Caltanissetta e dalla Fondazione Scuola Forense, dalla sezione nissena dell’AIAF (Associazione italiana avvocati per la famiglia e per i minori), dalla Scuola Superiore della Magistratura e dalla Camera Civile di Caltanissetta.
Dopo i saluti iniziali del Presidente dell’Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri di Caltanissetta Giovanni D’Ippolito, del Presidente dell’Ordine degli Avvocati di Caltanissetta Pierluigi Zoda e della Vicepresidente della Camera Civile di Caltanissetta Giovanna Giglia, la Presidente AIAF Sicilia Gabriella Rossana Lomonaco ha aperto i lavori. L’idea di approfondire la tematica “è nata dalle problematiche – racconta la Presidente Lomonaco – che sono insorte in tempo di Covid soprattutto per quanto riguarda gli amministratori di sostegno e i tutori dei minori”.
Il primo intervento è stato quello del consigliere della Corte d’Appello di Caltanissetta Giovanbattista Tona, presente per l’occasione anche in rappresentanza della Scuola Superiore della Magistratura nissena. “Il consenso è un momento qualificante della cura del paziente – spiega a seguito della sua relazione – La prestazione del consenso è obbligatoria sempre in base alla legge del 2017, ma è un momento di dialogo tra paziente e medico più che un mero adempimento e in questo senso – prosegue il consigliere della Corte d’Appello di Caltanissetta Giovanbattista Tona – prima ancora che creare le condizioni per esonerare da responsabilità il medico deve essere uno strumento per creare le condizioni per rinsaldare un rapporto di fiducia, che eviti proprio per questo il contenzioso tra paziente e medico anche quando le cose non vanno come il paziente spera”.
Uno dei punti focali della relazione del Presidente dell’OMCeO nisseno Giovanni D’Ippolito, che faceva riferimento proprio al rapporto tra medico e paziente e alle DAT (disposizioni anticipate di trattamento), è stato il concetto di “alleanza terapeutica”, un’alleanza tra le parti che include anche i familiari, “solo così – esclama – con una medicina assolutamente condivisa noi possiamo guardare al futuro in maniera diversa”.
Ha chiarito gli aspetti relativi ai casi pratici quando si parla in particolare di minori e dunque dei genitori, tutori, ma anche degli amministratori di sostegno e delle altre figure come il coordinatore familiare o ancora il curatore speciale, l’avvocato Claudia Alletto nonché socia AIAF. “Il problema del consenso informato per il minore è un problema attualissimo – sottolinea al termine dell’incontro – all’epoca della pandemia la vaccinazione per i minori è un problema che ha suscitato tantissimi quesiti e domande in campo giuridico. Io ritengo che, a seguito dell’orientamento ormai consolidato raggiunto dalla giurisprudenza, questa sera siamo riusciti a chiarire diversi aspetti. Abbiamo parlato delle varie figure che si avvicendano, dei genitori, del ruolo dei genitori e delle altre figure e spero che sia giunto all’uditorato l’auspicio importante di poter procedere con la sempre maggiore serenità che si renda necessaria nel rapporto medico-paziente”.
Le conclusioni sono state affidate al Presidente della Camera Civile di Caltanissetta Francesco Panepinto e i lavori sono stati coordinati dal consigliere dell’OMCeO di Caltanissetta Gianpaolo Alario. “Il consenso informato nelle sue tante sfaccettature, soprattutto nell’articolo 4, che è quello delle DAT, disposizioni anticipate di trattamento, ha un ruolo fondamentale – evidenzia il consigliere Alario che spiega – perché informa il paziente che deve subire un trattamento di tutto quello che deve subire e c’è un’accettazione, poi è chiaro che ci sono diverse sfaccettature che vanno sicuramente regolamentate e ben delineate ma il consenso ritengo che sia necessario al fine di avere un rapporto di condivisione tra medico e paziente”.
“Questa legge 219 del 2017 – spiega subito dopo la fine dell’evento il Presidente dell’OMCeO di Caltanissetta Giovanni D’Ippolito – in effetti porta a discutere di quella che è una legge che nasce per dare la possibilità ai medici, ai pazienti, agli avvocati, ai magistrati di poter lavorare in sinergia cercando di abbattere quelli che sono gli steccati che probabilmente ci sono stati anche in passato e invece di portare avanti sempre di più quello che tutti quanti proviamo a fare, cioè il bene del paziente in quel momento di criticità. Questa riunione – aggiunge – è servita a questo, al confronto tra le tre professioni che maggiormente vengono chiamate in causa che sono quella del medico, del magistrato e dell’avvocato, io penso che sia stato molto costruttivo”.