Si è svolto ieri a Palermo, presso l’Assessorato Regionale della Salute, un incontro per trattare le problematiche del Vittorio Emanuele III di Gela e per sostenere l’iniziativa di ritornare Azienda Ospedaliera.
All’incontro erano presenti l’Assessore Regionale della Salute Dott.ssa Giovanna Volo, il suo Funzionario Dir. Marco Fiorella, il
manager dell’Asp CL 2 l’Ing. Alessandro Caltagirone, il Direttore Sanitario dell’Asp Dott. Luciano Fiorella.
Provenienti da Gela il Sindaco Lucio Greco, il Deputato Regionale Nuccio di Paola, il Presidente del Consiglio Comunale Salvatore Sammito, l’Assessore alla Salute Antonio Pizzardi e il delegato del comitato Sos
Vittorio Emanuele III Filippo Franzone.
Nel lungo incontro, durato oltre un’ora, la delegazione gelese ha cercato di far
notare le carenze ataviche dell’ospedale gelese.
Il Conitato Sos Vittorio Emanuele fa sapere che qualcosa sembra sia stata ottenuta, pur trattandosi di cose discusse e
programmate da anni, e per questo non possiamo fare a meno di restare scettici a delle promesse che si sono rinnovate
per troppo tempo.In tema di assunzioni continuiamo a non registrare dei progressi, perché ogni tanto c’è qualche tiepida assunzione, ma non si tiene conto dei pensionamenti che sopraggiungono, lasciando di fatto, una situazione di stallo.
Le motivazioni addotte ad ogni occasione da parte del Manager Asp Cl 2 il quale sostiene che “a Gela i medici non vogliono venire”, non sono bastate a placare gli animi. Del resto fino al 2009, anno in cui Gela perde l’autonomia
amministrativa dell’ospedale, i medici a Gela venivano tranquillamente, mentre da quando è l’Asp a gestire l’ospedale gelese, i medici non vogliono venire più. Inoltre, i medici e il personale gelese a Caltanissetta svolgono servizio se necessario, lo stesso non può dirsi del contrario: i medici del Sant’Elia “si mettono in malattia per trenta giorni”, così ha
dichiarato il Manager Asp, difeso dall’Assessore Regionale.
L’Azienda Ospedaliera di Gela rimane l’unica vera possibilità di rilancio per il presidio gelese; questo permetterebbe alla sanità locale di organizzarsi autonomamente rispondendo prontamente alle esigenze particolari del territorio.
L’interlocutore in questo caso è l’Ars che dovrebbe legiferare sull’argomento.
Quindi luci ed ombre in questo incontro.
È necessaria una reazione unitaria, cosciente e organizzata della città perché le misure in adozione non renderanno il Vittorio Emanuele III ad essere un ospedale adeguato alle esigenze di un territorio vasto e popoloso qual è quello gelese.