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Giudiziaria

Il Cga accoglie appello del Centro Studi Pirandello e sconfessa l’Assessorato Regionale all’Istruzione

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L’Assessorato dell’Istruzione e della Formazione Professionale della Regione Siciliana con Avviso n. 8 del 2016 indiceva una procedura volta alla realizzazione di percorsi formativi di qualificazione mirati al rafforzamento dell’occupabilità in Sicilia e finalizzata a finanziare le attività formative della Regione.                                                                                                        

Alla procedura tra gli altri partecipava l’Ente di formazione professionale Centro Studi Pirandello di Bivona, ma l’amministrazione regionale respingeva l’istanza di partecipazione.

Avverso il diniego faceva, quindi, seguito un contenzioso che si concludeva con la dichiarazione di ammissibilità dell’istanza presentata dal Centro di formazione.

Al contempo, il Centro Studi Pirandello, unitamente ad altri Enti di formazione, impugnava il menzionato Avviso innescando un vastissimo contenzioso che veniva definito solamente nel 2020 con l’imposizione dell’obbligo a carico dell’Amministrazione regionale soccombente di modificare alcuni parametri di valutazione incidenti sull’attribuzione dei punteggi ai progetti.

In ossequio a quanto stabilito dai Giudici Amministrativi, l’Amministrazione regionale procedeva alla rimodulazione dei criteri di valutazione ed approvava una nuova graduatoria dei progetti ammessi ai finanziamenti, tra i quali, pur tuttavia, non figuravano i progetti presentati dal Centro Studi Pirandello, in quanto avevano ottenuto un punteggio inferiore rispetto a quello conseguito dall’ultimo progetto ammesso in graduatoria.

A seguito di un controllo il Centro Studi Pirandello si avvedeva che la propria domanda di partecipazione presentava un’indicazione non corretta e che proprio tale errore aveva determinato l’attribuzione di un punteggio erroneo ad i progetti presentati.

Pertanto, alla luce del fatto che la correzione del punteggio avrebbe determinato l’ottenimento di un posto utile nella graduatoria finale per accedere al finanziamento, il Centro Studi Pirandello ha invitato. l’Amministrazione regionale ad operare la correzione dei punteggi attribuiti ai progetti. La richiesta, però, è stata respinta dall’Amministrazione, la quale ha asserito di non poter procedere alla correzione dei punteggi, in quanto impossibilitata a convocare nuovamente la Commissione di selezione.

Con il patrocinio degli Avv.ti Girolamo Rubino e Massimiliano Valenza, il Centro Studi Pirandello ha proposto ricorso innanzi al Giudice Amministrativo al fine di ottenere l’annullamento dei provvedimenti lesivi, nonché l’incremento e la corretta attribuzione del punteggio spettante che avrebbero permesso l’ammissione al finanziamento regionale.

Nel corso del giudizio gli Avv.ti Rubino e Valenza hanno evidenziato la fondatezza delle proprie pretese, nonché come l’Amministrazione regionale non avrebbe potuto denegare un atto dovuto come la mera correzione di un punteggio solo perché non consentito dalla piattaforma informatica.

Condividendo le argomentazioni sostenute dagli Avv.ti Rubino e Valenza, il Consiglio di Giustizia Amministrativa per la Regione Siciliana ha accolto l’istanza cautelare proposta dal Centro Studi Pirandello e con sentenza del 23 gennaio 2023 ha ritenuto fondato l’appello proposto in ordine all’obbligo sussistente in capo all’amministrazione regionale alla correzione della scheda presentata dal Centro ed all’assegnazione del relativo punteggio.

Pertanto, in esecuzione della sentenza l’Assessorato regionale dell’Istruzione e della Formazione Professionale dovrà attribuire i punti aggiuntivi spettanti e collocare il Centro Studi Pirandello nella graduatoria degli Enti ammessi al finanziamento

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Giudiziaria

Il Tar ferma la realizzazione di un impianto di compostaggio

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Bloccato l’impianto integrato per il trattamento e recupero di Frazione Organica da Raccolta Differenziata (FORD), da realizzarsi nel Comune di Montallegro il TAR Palermo accoglie il ricorso del Comune di Montallegro.  

Nel 2017 La Ditta Catanzaro Costruzioni srl otteneva dalla Regione Siciliana – Dipartimento del Territorio e dell’Ambiente Ambiente, nonché dai vari Dipartimenti regionali deputati al rilascio delle autorizzazioni i provvedimenti autorizzativi per la realizzazione di un impianto integrato per il trattamento e recupero di Frazione Organica da Raccolta Differenziata (FORD), da realizzarsi nel Comune di Montallegro. 

I provvedimenti di autorizzazione furono contestati, in un primo momento e sotto vari profili, in sede di conferenza dei servizi dal Comune di Montallegro, sebbene all’esito di detta istruttoria veniva rilasciato in favore della Ditta Catanzaro Costruzioni srl. parere favorevole per la realizzazione dell’impianto.    Conseguentemente, il Comune di Montallegro, in persona del Sindaco Giovanni Cirillo, con il patrocinio degli Avv.ti Girolamo Rubino e Vincenzo Airò, impugnava innanzi al TAR-Palermo tutti i provvedimenti ottenuti dalla Ditta Catanzaro Costruzioni srl., censurando, tra l’altro, il mancato rispetto della distanza minima di 3 km tra il realizzando impianto ed il centro abitato dello stesso comune, come delimitato con la delibera commissariale del 30 del 21 giugno 2021. 

I difensori rilevavano come i provvedimenti di assenso erano stati rilasciati dalle Amministrazioni regionali competenti a seguito di una falsa rappresentazione delle distanze prodotte  dalla Ditta e come tali distanze non avrebbero potuto considerarsi conformi ai criteri di misurazione previsti dal Piano di gestione dei rifiuti adottato con D.P.R.S. 12.03.2021  n. 8, ai sensi dell’art. 8 L.R. 9/2010.

Con ordinanza del maggio 2022,  a fronte delle censure mosse dagli Avv.ti Rubino e Airò nell’interesse del Comune di Montallegro, il TAR Palermo fissava l’udienza di merito, ed al contempo, onerava l’Assessorato regionale dell’energia e dei servizi di pubblica utilità e Assessorato del Territorio e dell’Ambiente di esperire incombenti istruttori sulla distanza tra l’impianto in questione e il centro abitato del Comune di Montallegro, così come definito dalla delibera n. 30 del 21 giugno 2021 del commissario straordinario pro tempore.

 Il TAR Palermo, con ordinanza del maggio 2023, ha disposto la verificazione dei luoghi finalizzata all’accertamento dell’effettiva distanza dell’area destinata all’impianto dal centro abitato e rispetto al perimetro di quest’ultimo individuato ai sensi dall’ art. 3 comma 1 punto 8 del nuovo codice della strada d. lgs. n. 285/1992, ed ha nominato verificatore il Preside della Facoltà di ingegneria e architettura dell’Università Kore di Enna, che ha delegato detto incarico al Prof. Ing. Mariangela Liuzzo ed ha rinviato la discussione della causa nel merito all’udienza del 17 gennaio 2025. 

A seguito della disposta verificazione il nominato  verificatore ha osservato, in conformità con quanto disposto dalla normativa di settore, che la distanza dal perimetro del centro abitato si intende misurata dalla recinzione dell’impianto e, che nel caso di specie, dall’analisi grafica e planimetrica condotta dallo stesso risulta che l’effettiva distanza dell’area destinata all’Impianto integrato per il trattamento e recupero di frazione organica da raccolta differenziata (Ford) della Ditta Catanzaro Costruzioni. srl. dal centro abitato di Montallegro risulta inferiore alla soglia dei 3 Km.Ebbene, con sentenza del 29.01.2025, il TAR –Palermo, ha preso atto delle risultanze della disposta verificazione che ha confermato quanto rilevato in giudizio dal Comune di Montallegro in merito al mancato rispetto della distanza minima dei 3 km tra la sede dell’impianto della Ditta Catanzaro e il centro abitato di Montallegro, ed inoltre, ha ritenuto altresì fondata la censura mossa dagli Avv.ti Rubino e Airò in difesa del Comune di Montallegro in merito alla violazione del vincolo boschivo di cui all’art. 10 c. 1 e 2 l.r. 16/1996, in quanto l’impianto in questione è stato localizzato a meno di 200 metri da un ‘area boscata superiore a 10 ettari, dunque i provvedimenti AUA che il PAUR entrambi tempestivamente impugnati dal Comune  risultavano affetti da illegittimità sopravvenuta.Pertanto, il TAR Sicilia –Palermo, con la suddetta pronuncia ha accolto il ricorso proposto dal Comune di Montallegro e, per l’effetto, ha annullato gli atti impugnati, ed ha condannato le Amministrazioni alle refusione delle spese di lite in favore del Comune ricorrente.

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Processo direttissimo per 26 ultras gelesi

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Giudizio direttissimo per 26 tifosi gelesi, che lo scorso marzo, a seguito dell’incontro di calcio di eccellenza siciliana girone B fra Modica e Gela, furono identificati dalla Polizia con l’accusa di porto abusivo di mazze, fumogeni e bombe carta. Nell’immediatezza dei fatti, gli agenti arrestarono quattro persone (due tifosi del Gela per lancio e possesso di artifizi pirotecnici e due tifosi del Modica per porto di bombe carta, una mazza ed un coltello).

Grazie all’ausilio delle immagini della Polizia Scientifica, i poliziotti sono riusciti ad identificare i tifosi gelesi responsabili del porto abusivo di mazze, fumogeni e bombe carta che gli agenti avevano sequestrano durante il prefiltraggio degli stessi, impedendo che questo “arsenale” venisse introdotto ed usato al “Vincenzo Barone”. A seguito degli arresti e deferimenti all’autorità giudiziaria, il Questore della provincia di Ragusa ha emesso ben 26 provvedimenti di Daspo a carico di altrettanti ultras gelesi, con durata da uno a cinque anni e alcuni con obbligo di firma convalidato dal Gip quale misura maggiormente afflittiva in considerazione dei precedesti specifici e delle condotte dei singoli.Sulla base della documentazione raccolta dagli Agenti in fase investigativa, la Procura della Repubblica di Ragusa ha citato tutti i tifosi gelesi a giudizio direttissimo, come prevede la normativa di settore in caso di reati commessi allo stadio per i quali risultano evidenti le prove a carico degli imputati.

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Giudiziaria

Cadono le accuse di maltrattamenti in famiglia

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Cadono le accuse di maltrattamenti ed un uomo viene prosciolto.

Il Gup del Tribunale di Gela ha assolto, a seguito di giudizio abbreviato, L.G.di 49 anni, accusato di maltrattamenti in famiglia aggravati.

L’uomo, di origine pugliese ma residente a Gela da molti anni, era accusato di aver tenuto condotte violente in danno della compagna, e per di più, in presenza dei figli minori.

I legali difensori Rosario Lumia e Dalila Di Dio hanno optato per il rito alternativo, ritenendo che quanto acquisito in sede di indagini non fosse sufficiente a sostenere l’accusa in giudizio.

Nonostante la richiesta del Pubblico Ministero di una condanna a due anni di reclusione, l’imputato è stato assolto perché il fatto non sussiste.

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Direttore Responsabile: Giuseppe D'Onchia
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