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Sindacale

I dipendenti del Comune di Gela proclamano lo stato di agitazione

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I dipendenti del Comune di Gela contro l’ Amministrazione comunale , proclamano lo stato di agitazione. La decisione arriva dopo la presa di coscienza dell’inutilita’ delle assemblee celebrate nell’Aula Consiliare.

Ad oggi non hanno prodotto alcun riscontro, eppure è stata rappresenta l’amarezza dei lavoratori sulle problematiche non risolte benché già definite, in sede di incontri con le scriventi organizzazioni sindacali.


“I dipendenti rendono servizi alla comunità con continuità, efficienza ed efficacia – dicono i rappresentanti di FP CGIL Nicola Cannizzo, CISL FP rappresentata da G. U I L FPL G. Di Maria e G. Catalano , Uil Fpl da Lino Salanitro

nonostante l’organico si sia ridotto notevolmente. I Lavoratori suppliscono quotidianamente alla carenza delle figure professionali specifiche,
per quanto di diversa categoria, dovuta ai pensionamenti di questi ultimi anni, comportando un aggravio maggiore di attività in quanto si aggiunge al carico di lavoro, che l’Amministrazione non ha mai provveduto
ad effettuare la “continua formazione” dovuta e necessaria ad aggiornare costantemente il personale alfine di affrontare i cambiamenti epocali che stiamo vivendo negli ultimi anni.
Essa, inoltre non ha ancora scelto di “aggiornare e valutare” la Programmazione Triennale”, con i
sistemi contrattuali che più volte abbiamo richiesto di adottare e di cui l’amministrazione Comunale è a conoscenza, se ciò fosse avvenuto, certamente, non ci si ritroverebbe con un personale ridotto” .

Ci sono figure professionali non più disponibili in categoria come:

pagamento dei contratti integrativi decentrati già sottoscritti anni 2020 – 2021 e 2022;

stipula contrato integrativo anno 2023;

l’avvio dei concorsi per le progressioni verticali e l’approvazione del relativo regolamento, già
richiesto, e non ultima, con nota prot.n.84591 del 05.09.2023; bisogna stigmatizzare il comportamento ostile e di questa Amministrazione, oltre all’incomprensibile mancato riscontro delle richieste inviate dal Sindacato in tutte le sue declinazioni
(Territoriali, aziendali e RSU), soprattutto ci riferiamo al mancato rispetto istituzionale nei riguardi delle organizzazioni sindacali e dell’attività che svolgono e, nello specifico, ci richiamiamo ai fatti ultimi avvenuti.
Tutto ciò ridurrebbe o farebbe cessare l’utilizzo di istituti “sostitutivi” che risultano essere
soluzioni temporanee e non già strutturali per l’Ente, ne deriva che mantenendo tali condizioni, fatalmente, non si potrà riuscire a raggiungere i livelli ed i risultati di efficienza ed efficacia degli anni precedenti e,
soprattutto, non si risolve con una soluzione strutturale/definitiva quella che riteniamo essere “l’urgenza ed il bisogno” dell’Ente

Vista l’imprescindibile necessità di erogare i servizi alla cittadinanza,le sigle sindacali FP CGIL, CISL FP e U I L FP hanno chiesto al Prefetto l’attivazione del tavolo di raffreddamento presso la Prefettura. Se non ci saranno riscontri le organizzazioni sindacali indiranno una giornata di sciopero.

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Sindacale

Eni Versalis Ragusa. Cna Fita Sicilia: “dichiarazioni Ricci non ci tranquillizzano”

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Ragusa – “Le sue dichiarazioni non ci tranquillizzano per nulla. Lei, provando a rassicurare, ha dichiarato che l’impianto ENI Versalis di Ragusa “verrà riconvertito in un centro servizi e ricerca a servizio di Priolo”. Una riconversione che “riguarderà anche l’indotto” il quale si “cercherà di valorizzare”. Ecco, è la coniugazione del verbo cercare che ci preoccupa e non poco. E’ come se avesse lasciato intendere che ci siano delle clausole, delle riserve, difficili da svelare”.

Lo scrivono Saro Tumino, Daniela Taranto e Giorgio Stracquadanio, rispettivamente presidente e responsabili della Cna Fita Sicilia, in una lettera inviata al direttore operativo di Eni Versalis, Giuseppe Ricci.

“Lei sa benissimo – aggiungono – come il settore del trasporto, che ha fornito fino ad ora servizi all’impianto di Ragusa, sia fatto da centinaia di piccoli padroncini i quali per dare una prestazione di qualità hanno acquistato mezzi rispettosi dell’ambiente. Per onorare i tempi di consegna hanno fatto assunzioni. Sicuramente saprà come attorno al trasporto del polietilene si sia sviluppato un secondo indotto fatto da centinaia di attività di autoriparazione (meccatronici, carrozzieri e gommisti), agenzie di servizi, distributori di carburante, assicurazioni, banche”.

“Tutto questo, per anni, ha prodotto milioni di euro di fatturato creando lavoro produttivo, reddito e risparmio. Ma dietro tutto questo non c’è solo economia. Prima di ciò vi sono persone, famiglie, che dal 24 ottobre hanno perso la serenità. Forse per Lei tutto questo sarà banale, tant’è che ha detto, con una battuta secca: “l’indotto… si cercherà di valorizzare”. Ma le persone, le famiglie di questo indotto – che hanno bisogni, impegni e scadenze da onorare – vorrebbero capire come, in che modo, in che tempi si “cercherà di valorizzare””. 

“Veda, la retorica aziendalistica, fatta di annunci magniloquenti (investimenti per un miliardo di euro) – concludono – se poi è seguita da un “si cercherà…” perde ogni significato e assume il sapore amaro del poco attendibile. Da Lei e dalla sua Azienda chiediamo, più attenzione, un po’ di rispetto e maggiore concretezza. Prorogare la chiusura dell’impianto, non chiuderlo in modo repentino, consentirebbe all’indotto di adeguarsi verso nuove mansioni. Su questa nostra proposta vorremmo poter avviare un confronto sereno con Lei per capire realmente come si “cercherà di valorizzare” l’indotto e quali intenzioni ha l’ENI nei confronti delle tante imprese di trasporto che collaborano con la stessa e che noi ci onoriamo di rappresentare”.

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Sindacale

Federenergia Cisal: “In Siciliacque personale ridotto all’osso”

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Palermo – “La pazienza dei lavoratori è finita: convocata in Prefettura a Palermo, Siciliacque non ha fornito rispostea nessuna delle legittime rivendicazioni avanzate da Federenergia Cisal e la conseguenza non potrà che essere la continuazione dellanostra protesta con la proclamazione dello sciopero per l’inizio didicembre”.

Lo dice Raffaele Loddo di Federenergia Cisal, in seguito alla convocazione in Prefettura, a Palermo, di ieri.“Nel bel mezzo della più pesante crisi idrica degli ultimi vent’anni –spiega Loddo – Siciliacque pensa di poter garantire i servizi con un personale ridotto all’osso, facendo un massiccio e non più accettabile ricorso agli straordinari, con turni che spesso vanno oltre le 13 ore giornaliere e reperibilità che superano in alcuni le casi le 12 giornate al mese.

Da anni attendiamo l’automazione, a questo siaggiunga il concreto rischio di non rinnovare gli interinali, lamortificazione delle professionalità e una nuova struttura aziendaleche riteniamo inefficace. Se Siciliacque pensa di poter andare avanticon carichi di lavoro insostenibili, si sbaglia di grosso: siamopronti a incrociare le braccia”.

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Flash news

Riforma forestale,sospesa la protesta dei sindacati

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FAI CISL-FLAI CGIL-UILA UIL SICILIA

Fai-Flai-Uila Sicilia hanno sospeso la manifestazione di protesta contro il “valzer dei rinvii” del Governo regionale sulla riforma forestale. L’iniziativa sindacale, programmata per domani (lunedì 18) a Palermo dinanzi la sede della Presidenza, non si terrà – spiegano i segretari di Fai, Flai e Uila Adolfo Scotti, Tonino Russo e Nino Marino – in seguito a una nota ufficiale con la quale l’assessore all’Agricoltura, Salvatore Barbagallo, ha comunicato ieri (sabato 16) alle tre sigle di categoria “che il presidente Renato Schifani organizzerà la prossima settimana, d’intesa con il sottoscritto, un incontro presso Palazzo d’Orleans per discutere con codeste organizzazioni tempi e modalità della riforma forestale”.


Scotti, Russo e Marino avevano annunciato nei giorni scorsi l’autoconvocazione dei gruppi dirigenti di Fai, Flai e Uila per lunedì 18 in piazza Indipendenza a Palermo sottolineando come “ormai da troppo tempo aspettiamo che arrivi in Giunta e, poi, all’Ars la riforma forestale, già scritta e ampiamente concordata dopo un lungo confronto: il valzer dei rinvii, spiegato con sempre minore fantasia e sempre maggiore imbarazzo dalla Regione, è diventato insopportabile”.

Gli esponenti sindacali avevano aggiunto: “Ci dicono che il testo di riforma manca ancora dei pareri dell’Ufficio legale e dell’Economia. Con il verbale sottoscritto alla Presidenza della Regione il primo giugno sembrava di essere arrivati vicini al traguardo. Che fosse ormai prossima, cioè, la trasmissione del disegno di legge e la discussione finale in Parlamento. Il 9 ottobre abbiamo invece appreso dall’assessore all’Agricoltura, in carica da agosto, che non vi è alcuna certezza sui tempi di approvazione della riforma da parte del governo Schifani”.

Adolfo Scotti, Tonino Russo e Nino Marino avevano quindi concluso: “I lavoratori, che vivono una condizione di evidente disagio, non meritano questo trattamento. Né tantomeno lo meritano i siciliani, privati di un servizio stabile e pienamente efficace a tutela del territorio. Siamo pronti ancora una volta a far sentire la nostra voce, proseguendo una battaglia di civiltà e di buon senso che conduciamo da anni e che ha già visto schierarsi accanto a noi centinaia di amministrazioni locali in occasione della grande iniziativa di mobilitazione popolare SvegliaRegione”

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