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Giudiziaria

Giustizia dopo 12 anni

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Nell’ormai lontano 2010, l’Università degli Studi di Palermo aveva indetto una procedura selettiva per la copertura di n. 1 posto di ricercatore universitario presso la Facoltà di Architettura ad esito della quale veniva proclamata vincitrice l’arch. E.G.
L’esito della procedura veniva, tuttavia, contestato da altri due partecipanti con ricorso proposto dinanzi al T.A.R. per presunte illegittimità poste in essere dalla Commissione giudicatrice nell’espletamento della procedura.
Si costituiva nel giudizio la vincitrice l’arch. E.G., con il patrocinio degli Avv.ti Girolamo Rubino e Giuseppe Impiduglia, sostenendo la correttezza dell’operato della Commissione esaminatrice, espressione in ogni caso di una discrezionalità tecnica insindacabile dall’Organo Giudicante e insistendo, pertanto, il rigetto del ricorso.
Il T.A.R. Palermo, Sezione Seconda, dopo aver respinto la richiesta cautelare, ha dichiarato improcedibili i ricorsi proposti dieci anni or sono per sopravvenuta carenza d’interesse alla decisione del ricorso da parte degli originari ricorrenti.
A questo punto, l’arch. E.G. decideva di agire nuovamente in giudizio, assistita dagli avv.ti Girolamo Rubino e Carmelinda Gattuso, al fine di ottenere l’indennizzo riconosciuto ai sensi della Legge n. 89/2001, c.d. “Legge Pinto”, per l’eccessiva ed irragionevole durata del giudizio che la stessa aveva subìto e definito dopo dieci anni.
La Corte di Appello di Palermo, accogliendo le censure sollevate in giudizio dagli avvocati Girolamo Rubino e Carmelinda Gattuso, ha accolto la domanda di equa riparazione e riconosciuto all’arch. E.G. l’indennizzo riconosciuto dallo Stato a ciascun cittadino per l’eccessiva durata del giudizio, ai sensi della cosiddetta “Legge Pinto”.
Nelle more del giudizio, l’architetto ha superato anche il concorso di professore associato

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Giudiziaria

Morte Vittoria Caruso: chiesti 8 anni di carcere per il giovane alla guida

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Otto anni di reclusione per Gaetano Vizzini, il 23enne di Catania che il 17 marzo 2019 effettuò un testa coda a 120 chilometri orari, provocando la morte della quindicenne Vittoria Maria Caruso (nella foto) che si trovava sui sedili posteriori dell’auto: è la richiesta formulata dal pubblico ministero Luigi Lo Valvo che era partito da una richiesta di condanna pari a 12 anni di reclusione, poi ridotti a 8 per il rito abbreviato (chiesto e ottenuto dall’imputato nella scorsa udienza) che consente lo sconto di un terzo della pena. La famiglia è assistita da Giesse, gruppo specializzato nel risarcimento di incidenti stradali mortali, e con l’avvocato fiduciario, Rita Parla, si è allineata alle richieste del pubblico ministero chiedendo, in aggiunta, la revoca della patente. L’incidente avvenne poco dopo le 22 sulla strada statale 117 “Contrada Farello” a Gela. Vizzini, alla guida della Fiat Panda della madre, imboccò una strada chiusa al traffico in direzione del cimitero di Farello. In auto, insieme a lui, altri tre ragazzi tra cui appunto Vittoria. Dopo aver raggiunto i 120 chilometri orari, Vizzini tirò il freno a mano, sterzando a sinistra ed effettuando un testa coda. “Giunto a circa 30 metri da uno spartitraffico centrale – si legge nella perizia dell’ingegner Mauro Trombetta, consulente tecnico della Procura – effettuava un’improvvisa e, quasi certamente, volontaria sterzata verso sinistra in moto libero. Tale manovra innescava un moto di imbardata, favorito anche dall’avanzatissimo stato di usura dei suoi pneumatici ed il successivo e repentino ribaltamento a destra dopo aver percorso oltre 13 metri in scarrocciamento”. Quando i ragazzi vennero trasportati in ospedale, si scoprì che Vizzini era sotto l’effetto di alcol (0,46 grammi per litro) e sostanze stupefacenti (cannabis). Rimasero tutti illesi a parte Vittoria Caruso che, purtroppo, riportò ferite che si dimostrarono fatali.Il giudice ha rinviato all’udienza del 18 dicembre per repliche e sentenza.

Intanto il prossimo 2 novembre, alle 14.30, dinnanzi l’ingresso della zona nuova del cimitero Farello, si terrà un’iniziativa di sensibilizzazione sulla sicurezza stradale e per non dimenticare, promossa dalla mamma di Vittoria, Irene Cassarino. Previsto il volo di palloncini bianchi, con impresso il nome di ogni vittima della strada.

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Giudiziaria

Personale Ata e punteggio per servizio militare: accolto ricorso di decine di lavoratori

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Roma – Nuovo importante pronunciamento in favore di personale scolastico a cui non è stato riconosciuto dal Ministero dell’Istruzione e del merito il corretto punteggio per il servizio militare prestato.

Il Consiglio di Stato, in sede giurisdizionale, ha infatti accolto il ricorso presentato da alcune decine di lavoratori Ata che si sono rivolti allo Studio legale Limblici Palumbo per contestare l’applicazione di una differenza nel calcolo del punteggio attribuito per il servizio militare prestato in costanza di rapporto di impiego con il Mim da quelli attribuiti per il servizio prestato prima dell’impiego.

Una distinzione priva di un effettivo riferimento normativo che la giustifichi, come è stato chiarito in maniera univoca già nel recente passato proprio Consiglio di Stato in una importante sentenza pronunciata proprio in favore di alcuni lavoratori Ata assistiti dallo Studio Limblici Palumbo.

Adesso i giudici amministrativi, in riforma di una sentenza del Tar, hanno accolto l’istanza cautelare proposta ritenendo che “che i motivi dedotti appaiono assistiti da apprezzabili elementi di fumus, con riguardo alla prospettata illegittimità del diverso punteggio assegnato a seconda che il servizio militare sia prestato o meno incostanza di nomina, e meritano quindi adeguato approfondimento nella sede propria di merito”.

Il Consiglio di Stato ha, in particolare, ritenuto sussista il periculum in mora, “atteso che la mancata piena valutazione del servizio militare prestato dagli appellanti con punteggio equiparato al servizio effettivo comporta un posizionamento deteriore nella graduatoria”.

“Si tratta di un nuovo importante risultato che conferma quanto rappresentato fin qui a tutela dei nostri assistiti – spiegano gli avvocati Giuseppe Limblici, Francesca Palumbo e Laura Cacciatore -, cioè che a migliaia di lavoratori viene costantemente negato da anni ormai il riconoscimento di un diritto, che è quello di godere del punteggio spettante per aver svolto non solo il servizio militare, ma anche il servizio civile”.

Il pronunciamento di merito si terrà nel febbraio 2025

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Giudiziaria

Dentista abusivo con la compiacenza di quello vero, rinviati a giudizio

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La Procura della Repubblica di Gela, guidata dal procuratore Salvatore Vella, ha disposto il rinvio a giudizio di due uomini. Si tratta di C.I.C. 60 anni di Gela e P.L. di 70 anni di Niscemi. Il primo è accusato di aver svolto abusivamente l’attività di medico odontoiatrico all’interno dello studio medico dentistico del secondo, con la compiacenza e il concorso di quest’ultimo. La prima udienza è fissata per il prossimo 9 giugno dinanzi al Tribunale di Gela. Le indagini sono scattate a seguito della denuncia di un paziente e sono state compiute dai carabinieri della stazione di Niscemi e dai Nas di Ragusa.

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Testata giornalistica: G. R. EXPRESS - Tribunale di Gela n° 188 / 2018 R.G.V.G.
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