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Gioco a rimpiattino sulle responsabilità del trasporto dei disabili

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La Consilta per la disabilità presenta una diffida nei confronti dell’ amministrazione comunale per la mancata attivazione del servizio di trasporto destinato ai cittadini diversamente abili. Inmediat la risposta che rimbalza la responsabilità alla Regione.

“Senza dubbio penso che, in tema di trasporto pubblico locale, la Consulta delle associazioni a tutela dei diversamente abili abbia sbagliato ad inviare una diffida a Palazzo di Città per la mancata rimodulazione del servizio concordato a metà giugno. La consulta sa bene che la colpa è della Regione, che come sempre non riesce a dare risposte immediate”.

Si dice amareggiato l’assessore alla Polizia Municipale Giuseppe Licata, alla luce delle accuse provenienti da Orazio Giudice e della diffida ricevuta, che concede 8 giorni all’Ente per adeguare il sistema di trasporto pubblico per i disabili.“Noi abbiamo fatto tutto quello che era in nostro potere, – prosegue Licata – e abbiamo concordato con la Consulta di far partire la vecchia linea del lungomare senza rimodulazione, in attesa dell’autorizzazione dell’assessorato regionale per le fermate da Essa richieste. Risale, infatti, a fine giugno la richiesta di apportare una modifica al percorso inoltrata al Dipartimento Regionale Infrastrutture e Mobilità. Richiesta che abbiamo inviato anche ad AST. Da allora il silenzio, la Regione non ha ancora autorizzato questa variazione e la Consulta conosce la situazione, perché ci confrontiamo costantemente. La diffida andava inviata alla Regione, non al Comune! Noi, oltre sollecitare gli uffici dell’assessorato regionale, cosa che facciamo regolarmente, che altro possiamo fare? Nella lettera inviata ad AST  e Regione siamo stati chiari nel chiedere di apportare una modifica al percorso e strutturarlo come segue: Stazione FS – via Madonna del Rosario – via Venezia – via Dell’Acropoli – Corso Vittorio Emanuele – Corso Salvatore Aldisio – via Palazzi – via Butera – via Corte Maggiore – Lungomare Federico II di Svevia. Noi siamo pronti, ma manca l’autorizzazione alla Regione, cui spetta la competenza trattandosi di fondi e servizi pubblici. Purtroppo, ad oggi, la nostra richiesta non è stata esitata, ma la consulta sa bene che vogliamo non solo mantenere il servizio, partito da circa un mese, ma anche migliorarlo. Quindi, questa diffida nei nostri confronti mi sembra decisamente ingiusta e pretestuosa” conclude Licata

Si dice amareggiato l’assessore alla Polizia Municipale Giuseppe Licata, alla luce delle accuse provenienti da Orazio Giudice e della diffida ricevuta, che concede 8 giorni all’Ente per adeguare il sistema di trasporto pubblico per i disabili.“Noi abbiamo fatto tutto quello che era in nostro potere, – prosegue Licata – e abbiamo concordato con la Consulta di far partire la vecchia linea del lungomare senza rimodulazione, in attesa dell’autorizzazione dell’assessorato regionale per le fermate da Essa richieste. Risale, infatti, a fine giugno la richiesta di apportare una modifica al percorso inoltrata al Dipartimento Regionale Infrastrutture e Mobilità. Richiesta che abbiamo inviato anche ad AST. Da allora il silenzio, la Regione non ha ancora autorizzato questa variazione e la Consulta conosce la situazione, perché ci confrontiamo costantemente. La diffida andava inviata alla Regione, non al Comune! Noi, oltre sollecitare gli uffici dell’assessorato regionale, cosa che facciamo regolarmente, che altro possiamo fare? Nella lettera inviata ad AST  e Regione siamo stati chiari nel chiedere di apportare una modifica al percorso e strutturarlo come segue: Stazione FS – via Madonna del Rosario – via Venezia – via Dell’Acropoli – Corso Vittorio Emanuele – Corso Salvatore Aldisio – via Palazzi – via Butera – via Corte Maggiore – Lungomare Federico II di Svevia. Noi siamo pronti, ma manca l’autorizzazione alla Regione, cui spetta la competenza trattandosi di fondi e servizi pubblici. Purtroppo, ad oggi, la nostra richiesta non è stata esitata, ma la consulta sa bene che vogliamo non solo mantenere il servizio, partito da circa un mese, ma anche migliorarlo. Quindi, questa diffida nei nostri confronti mi sembra decisamente ingiusta e pretestuosa” conclude Licata

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Attualità

Seicento scout in città per il Thinking Day

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Nel fine settimana 600 Scouts hanno invaso Gela per la celebrazione del Thinking Day e , quindi, per ricordare lord Robert Baden Powell e lady Olave Somers.

Gli scout erano provenienti da Isola delle Femmine, Palermo, Delia, Favara, Mazzarino, Niscemi, Gela 1 e Gela 2 della Sezione Scout di Gela. Insieme hanno riflettuto e gareggiato sul tema della giornata “Il vero successo è la Felicità”. La serata del sabato ha visto l’effettuazione di un grande fuoco da campo dove, tra canti, scene, danze e ombre cinesi, tutti i Gruppi, dai lupetti, scouts e Guide, e Rovers e Scolte, hanno presentato il tema della giornata e creato grande socializzazione e fraternità.

La notte l’hanno trascorsa parte nella Casa Salesiana e parte nella palestra della scuola adiacente al Centro Scout. Hanno portato il saluto il direttore della Casa Salesiana di Gela, don Gianni, il direttore dell’oratorio salesiano don Antonio, la Dirigente dell’istituto scolastico primo comprensivo “Don Bosco” Rosalba Marchisciana. La città di Gela è stata passata al setaccio dai Gruppi per ricercare i punti caratteristici, oggetto di una apposita gara che ha fatto conoscere le bellezze della città alla ricerca del “cuore felice”.

E poi grandi gare giocose nel pomeriggio e la conclusione con la Santa Messa al campo, per i cattolici, celebrata da Don Michelin cappellano della Chiesa San Giovanni Evangelista aiutato dal seminarista Giacomo Pardo, che è proveniente dalla formazione scout. C’è stato un momento spirituale per le altre fedi religiose presenti.

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Le panche erano autorizzate: ecco la prova!

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Ha sollevato un vespaio di polemiche l’amaro sfogo di un gruppo di cittadini che si sono visti sottrarre le panchine della legalità.

Reazioni al di sopra di ogni aspettativa rispetto ad una lettera aperta che sembrava una delle tante.

Indagini interne, accuse contro un consigliere comunale che si trovava al posto sbagliato nel momento sbagliato.

Complice una domenica di dolce far niente, Facebook ha raccolto una quantità di commenti e i giornali hanno fatto notizia.

Qualcheduno più esperto ha fatto di più ed ha cercato i documenti. Quelli che tagliano la testa al toro.

Le panche ‘indiziate’ erano state autorizzate al trasferimento nella piazzetta dell’amicizia, checché ne dicano taluni. E questa è la prova

Il documento risale al 2021 quando era presidente Francesco Trainito. Per i residenti di Borgo Valentina lo scippo è servito e adesso la palla passa al sindaco che ha seguito la vicenda (impossibile non farlo oggi…!), e c’era nel 2021 come vicesindaco della giunta Greco.

Torneranno le panche della legalità autorizzate nel 2021, al loro posto? Al sindaco ‘l’ardua sentenza’ come disse il poeta.

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Giorrannello: “chi ha collocato le panchine in quell’area senza autorizzazioni?”

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La lettera aperta dei residenti di Borgo Valentina sulle ‘panchine vaganti’, ha aperto una polemica infinita che, nel mondo della politica, finisce, come di consueto, con un invito a farsi da parte.

Il consigliere comunale Massimiliano Giorrannello del gruppo politico ‘Una buona idea’, che ha seguito la vicenda in prima persona e che è stato additato in quanto ‘reo’ di essere salito a bordo di un mezzo della Ghelas, risponde e fa chiarezza.

“Mi preme intervenire per fare chiarezza rispetto a post ed articoli di giornale che sono stati emessi nelle ultime ore. Lo ritengo doveroso per evitare strumentalizzazioni in quanto, ogni azione è stata effettuata al fine di garantire la corretta gestione del patrimonio comunale.

Alcuni residenti ci hanno più volte segnalato la presenza di soggetti in un’area del complesso residenziale borgo Valentina che disturbavano la quiete pubblica. È stata effettuata una verifica dagli uffici Comunali ed è emersa anche la presenza di panchine di proprietà comunale collocate in un’area privata e, soprattutto, prive delle necessarie autorizzazioni.

Si tratta di panchine che in origine erano state installate nel piazzale di fronte la Chiesa dei Cappuccini, poi temporaneamente rimosse durante il periodo del Covid e che ritorneranno al proprio posto. Tuttavia, la loro ricollocazione è avvenuta in un luogo che, ad oggi, non risulta essere di competenza comunale. Per quanto mi riguarda, desidero precisare che mi sono recato sul posto col mio mezzo personale e che, mi sono limitato a salire, per un breve tratto, sul mezzo della Ghelas esclusivamente per accompagnare gli operatori, che non riuscivano ad individuare l’area ove erano state posizionate le panchine.

Ritengo di non aver commesso alcun abuso o violazione e di aver agito nell’interesse della città. Garantire il corretto posizionamento degli arredi urbani e pubblici, soprattutto a valle di numerose segnalazioni effettuate dai cittadini, credo sia doveroso da parte di chi lavora giornalmente a fianco dell’ amministrazione in maniera del tutto proattiva. La vera domanda da porsi è semmai, chi ha collocato le panchine in quell’area nel 2020 senza le dovute autorizzazioni.

L’impegno, condiviso con l’amministrazione, è quello di installare le panchine in area comunale rispettando tutti gli iter autorizzativi e ridonare i beni ai cittadini.Mi auguro che questa mia dichiarazione possa spegnere ogni polemica e fare chiarezza su quanto realmente accaduto. Assicuro tutti i cittadini, tutti, che il mio operato è finalizzato solo a lavorare per il bene della mia amata città”.

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