Seguici su:

Sindacale

Femca Cisl ha ottenuto il 37% della Rsu nel gruppo Eni

Pubblicato

il

Con la conclusione della tornata elettorale per il rinnovo della RSU\RLSA, la Femca Cisl dimostra ancora una volta di aver avuto la piena fiducia dei lavoratori, ottenendo un grande risultato, avendo conseguito in tutte le società del gruppo ENI, in media, più del 30% dei voti rispetto ai propri
iscritti. La Femca cisl si aggiudica il 37% delle RSU sul totale degli eletti tra le 4 organizzazioni sindacali che si sono presentate.
“Frutto di questo risultato è il lavoro di squadra svolto da tutto il gruppo dirigente della Femca Cisl in questi anni sul territorio”, asserisce Carmelo Tandurella il Segretario Generale della Femca Cisl Agrigento Caltanissetta Enna. Che, inoltre, aggiunge: “il percorso è stato affiancato da una massiccia formazione fatta a tutti i livelli, cosa che ha permesso di mettere in
evidenza la competenza, la disponibilità,la dedizione e la passione e che ci ha visti,inoltre, coinvolti in maniera partecipativa ,costruttiva e propositiva in tutti i tavoli di trattativa”.


Questi i risultati di Femca: 13 RSU di cui 7 RLSA; Bioraffineria di Gela con 3 RSU elette, Intanno Vincenzo è il candidato più suffragato con 56 preferenze a seguire Spina Cristoforo e Cavaleri Andrea.
Eni Support & Function con 2 RSU eletti, Capizzi Calogero e Caci Rosaria.
EniMed con 5 RSU eletti, Longo Calogero, Campisi Cristoforo, Vullo Fabrizio, Baldi Carlo e Di Paola Salvatore
Enirewind con 1 RSU eletta, Aliotta Vito
Riva & Mariani con 1 RSU eletta, Di Rosa Giuseppe. Caltaqua con 1 RSU eletta, Faletra Salvatore.

clicca per commentare

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Sindacale

Eni Versalis: Cna Fita Sicilia, la vertenza riguarda anche l’indotto

Pubblicato

il

Ragusa – “L’annunciata chiusura dello stabilimento Eni Versalis di Ragusa sta generando, soprattutto nell’indotto e in particolare nel settore dei trasporti, oltre alle ovvie preoccupazioni anche un certo risentimento.

Come accade sempre in questi casi è partita subito la corsa per salvaguardare i posti di lavoro dei dipendenti (cosa buona e giusta) e poi, anche grazie alle prese di posizione della CNA, si è cominciato a parlare dell’indotto (cosa tanto più buona e giusta)”. Lo scrivono Saro Tumino, Daniela Taranto e Giorgio Stracquadanio, rispettivamente presidente e responsabili della Cna Fita Sicilia.

“Il fatto di considerare – spiegano – le centinaia di imprese di trasporto, prestatrici da anni di servizi alla Versalis, una questione da trattare a parte, si è concretizzata anche nella costituzione dei tavoli istituzionali, sia quello regionale che si è tenuto il 13 novembre scorso, sia quello nazionale che si terrà il prossimo 3 dicembre.

E’ come se il ruolo o la valenza di queste imprese, di queste persone, fosse stato ridotto ad un fatto marginale, o meglio, da trattare a parte. Non è così! La vertenza riguarda il territorio nel suo complesso, come un unicum, e non come qualcosa da dividere per poi trattare eventualmente, se c’è tempo, in tavoli separati.

Quando ciò avviene – e purtroppo è avvenuto – si innescano meccanismi strani, alcuni pare si siano già manifestati di recente nei rapporti tra trasportatori e l’ENI”.“Per essere più chiari – continuano – pare che una grossa impresa di trasporti fiduciaria di ENI abbia fatto un’offerta alle imprese di trasporto iblee che prima prestavano direttamente il loro servizio alla Versalis. Praticamente, le attività che prima operavano in modo diretto con ENI, ora, di fronte a questi cambiamenti, rischiano di diventare subappaltatrici e quindi lo stesso lavoro, o eventualmente altri tipi di commesse, dovrebbero essere forniti con importi più bassi rispetto a prima.

E’ forse questo quello che ENI ha già deciso di proporre alle imprese di trasporto locale? E’ per questo motivo che la Regione e il Ministero, per ora, non hanno sentito l’esigenza di sentire CNA e i trasportatori?”

“Se tutto ciò fosse vero – concludono – è una mortificazione del territorio. Facciamo notare, ma è risaputo, che ENI è una multinazionale il cui controllo di fatto è nelle mani del Ministero dell’Economia e Finanze, quindi dello Stato. E’ in questo modo che un’azienda di Stato avvia la ristrutturazione degli asset industriali e dei rapporti con le imprese del territorio? Domande che giriamo garbatamente al Presidente della Regione Siciliana e al Ministro per lo Sviluppo economico, sperando di ottenere risposte chiare e pertinenti”.

Continua a leggere

Sindacale

Nuovo contratto per i dipendenti comunali di Butera

Pubblicato

il

Butera – La FPCGIL di Caltanissetta ha sottoscritto l’accordo per il nuovo contratto integrativo decentrato dei dipendenti comunali di Butera, in presenza della Rappresentanza Sindacale Unitaria (RSU) del Comune di Butera e della altre sigle sindacali presenti (UIL e CISL) . Lo ha annunciato il Responsabile della Funzione Pubblica CGIL, Nicola Cannizzo.

L’intesa è stata raggiunta con la parte pubblica rappresentata dal Segretario Comunale Dott.ssa BONTA’ e dai Responsabili dei Settori.

Con il nuovo contatto anno 2024 vengono garantiti tutti gli istituti contrattuali già previsti quali (reperibilità – turno – specifiche responsabilità – indennità condizioni di lavoro art.84 bis – indennità di servizio esterno e primi correlati alla perfomance).

L’accordo rappresenta un concreto riconoscimento dell’impegno quotidiano del personale del Comune di Butera e della necessità di valorizzare l’impegno di ciascun lavoratore dell’Ente.

La FPCGIL ribadisce il proprio impegno nella tutela dei diritti dei lavoratori e nell’assicurare una gestione trasparente delle risorse, rimanendo vigile al fine di garantire il pieno rispetto degli accordi e per continuare a costruire insieme un futuro professionale più giusto e inclusivo.Il Responsabile della Funzione Pubblica CGILSig. Nicola CANNIZZO

Continua a leggere

Sindacale

Altragricoltura – CSSA: positiva la posizione del Governo contrario all’Accordo libero scambio Ue-Mercosur

Pubblicato

il

Roma – Per Altragricoltura – CSSA (la Confederazione Sindacale per la Sovranità Alimentare), la pozione del Governo italiano contraria alla conclusione positiva dell’Accordo di libero scambio Ue – Mercosur entro la fine dell’anno sul testo del 2019, privo di qualsiasi riferimento alle condizioni di reciprocità dei requisiti sanitari, ambientali e sociali dei prodotti e pertanto foriero di un dumping senza precedenti nei confronti dei prodotti degli agricoltori italiani e dell’Unione europea è un primo importante e positivo passo avanti anche verso una discussione più ampia sugli altri accordi di libero scambio già vigenti, specie quelli tra Ue e Marocco e altri Paesi del Mediterraneo e, più generalmente, sulle iniziative e le relazioni internazionali del Paese.

Gianni Fabbris, segretario generale nazionale di Altragricoltura, che non più tardi del 14 novembre aveva chiaramente espresso la contrarietà all’accordo dell’organizzazione agricola (vedi https://tinyurl.com/yxbtfrbv), intervenendo ieri sera al “Taormina Food L’Agroalimentare Siciliano d’Eccellenza Expo” organizzato dalla Confederazione Nazionale dell’Artigianato (CNA) ha detto: “La presa di posizione della premier Giorgia Meloni dei giorni scorsi, in piena sintonia con il presidente francese Emmanuel Macron, e l’ulteriore precisazione ribadita dal ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida sull’accordo Ue Mercosur, durante la presentazione del Rapporto Ismea sull’Agroalimentare italiano, sono elementi che valutiamo positivamente.”“In particolare il ministro Lollobrigida – ha ricordato Fabbris – pur ammettendo la necessità di aprire nuovi mercati per favorire la crescita dell’agroalimentare italiano, non ha potuto fare a meno di dire che non si possono fare accordi che non tutelino gli imprenditori agricoli italiani e dell’Unione ai quali si chiede già tantissimo in termini di sostenibilità ambientale e sociale, senza dimenticare il rispetto di stringenti norme di carattere igienico e sanitario e che tutte hanno una ricaduta diretta in termini di maggiori costi di produzione, affermazioni rese prima in forma generale e poi riferite all’accordo Ue Mercosur.”

“Del resto già nel marzo scorso al tavolo di crisi aperto con i movimenti e le organizzazioni che stanno sostenendo le iniziative contro la crisi dell’agricoltura e la Pesca, il sottosegretario La Pietra aveva annunciato la posizione del Governo sugli accordi internazionali e, oggi, coerentemente, la ritroviamo nella posizione sull’accordo UE – Mercosur. Questo, in effetti, era ed è uno dei punti centrali nelle rivendicazioni dei movimenti contro la crisi e, per questo, crediamo che siano maturi i tempi per riprendere il confronto con il Governo sul tema più ampio degli accordi di libero scambio e sul commercio internazionale, che in questo momento danneggiano i produttori italiani.” ha sostenuto Fabbris che sottolinea come “molti dei problemi della perdita di funzione e di ruolo della nostra agricoltura e della pesca produttive discendono direttamente dall’impatto del nostro sistema agricolo e della pesca artigianale con le distorsioni della globalizzazione senza regole e delle strategie di dumping commerciale imposte dalla liberalizzazione dei mercati”“È desolante registrare che persino il rapporto Ismea (presentato il 21 novembre) fa emergere il quadro di un’agricoltura italiana presa di mira non solo dagli effetti del cambiamento climatico, che nel 2023 hanno inciso negativamente sul valore aggiunto, ma anche dalla forbice che si allarga fra la capacità della commercializzazione e delle grandi concentrazioni di accumulare valore mentre le aziende produttive chiudono e i territori rurali e le marinerie si spopolano. La nostra politica agricola e la nostra economia agroalimentare non riescono a risolvere i problemi dell’iniqua distribuzione del valore dentro le filiere, con i casi della filiera grano duro pasta e della linea bovino da carne che danno a cerealicoltori e allevatori margini operativi negativi, nel primo caso anche quando i prezzi del grano duro salgono. In questi mesi milioni di tonnellate di arance stanno passando dal Sudafrica alla Turchia e, grazie ai corridoi preferenziali che le scelte politiche garantiscono alla Turchia, stanno invadendo l’Europa mandando fuori mercato i nostri produttori. Per quanto tempo ancora rimarremo inerti?”.

Sulla base di questa premessa Fabbris pertanto sottolinea: “Purtroppo questi dati confermano quanto come Altragricoltura stiamo sostenendo da troppo tempo. Oggi non siamo più solo alle rivendicazioni di un sindacato di agricoltori; i punti critici dell’agricoltura italiana sono certificati dentro un rapporto di un Istituto del ministero dell’Agricoltura. È arrivato il momento che la politica tutta prenda atto della crisi in cui stanno precipitando le nostre aziende produttive e si lavori per dare loro una prospettiva garantendo che questo Paese realizzi un forte piano strategico di Riforma fondato sulla Sovranità Alimentare.

Continua a leggere

Più letti

Direttore Responsabile: Giuseppe D'Onchia
Testata giornalistica: G. R. EXPRESS - Tribunale di Gela n° 188 / 2018 R.G.V.G.
Publiedit di Mangione & C. Sas - P.iva: 01492930852
Pubblicità