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Dall'Italia e dal Mondo

Ex allievi: “L’interesse economico non autorizza a stringere ‘patti col Diavolo’…”

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Roma – Per gli Exallievi di Don Bosco d’Italia è venuto il momento di dire “Basta” alle guerre dimenticate e di richiamare la comunità internazionale alle regole che si è data. L’Unione Europea deve mettere in atto i propri impegni in materia di promozione di un commercio regolare e trasparente dei metalli rari

Da anni le province nordorientali della Repubblica Democratica del Congo sono il teatro di uno scontro fra truppe governative e gruppi armati ribelli di diversa natura che lottano per il controllo del territorio. Tali gruppi si mantengono principalmente attraverso attività criminali quali le estorsioni ai danni della popolazione e l’estrazione illegale di minerali dal sottosuolo. I combattimenti hanno provocato migliaia di morti, e costretto centinaia di migliaia di persone a fuggire di casa abbandonando tutto. Come accade purtroppo in questi casi, abusi ai danni delle popolazioni, quali violenze di genere su vasta scala, sono commessi quasi ogni giorno.

Negli ultimi tempi diversi osservatori qualificati, fra i quali un gruppo di esperti delle Nazioni Unite, hanno puntato il dito contro il coinvolgimento di paesi della regione a sostegno dei ribelli. In particolare, emerge il ruolo determinante giocato dal Ruanda a supporto del movimento armato M23, che nelle ultime settimane si è impossessato di varie località quali Goma, capoluogo della provincia del Nord Kivu, e Bukavu, capoluogo del Sud Kivu. Attraverso i miliziani il Ruanda si impossessa di tonnellate di minerali rari che appartengono alla RDC per poi venderli sul mercato internazionale. In questo modo si perpetuano le violenze ai danni delle popolazioni locali e un conflitto che sta consumando il paese dell’Africa Centrale.

In quest’ottica, ogni intesa col Ruanda – in particolare se riguardante i metalli rari – che non vada in tale direzione deve essere respinta. L’interesse economico non autorizza a stringere “patti col Diavolo” sulla pelle della popolazione congolese.

Le Federazione Italiana Exallievi/e Don Bosco ha deciso di inviare alle più alte cariche delle istituzioni e ad esponenti politici una lettera per richiamare tali questioni e chiedere misure concrete.

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Dall'Italia e dal Mondo

In calo, nel 2024, gli omicidi di donne. Quasi raddoppiati gli Ammonimenti del Questore

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Roma – Oggi alla Direzione Centrale Polizia Criminale, ufficio interforze del Dipartimento della
Pubblica Sicurezza, è stato presentato il report di analisi “8 Marzo – Giornata internazionale della donna”, elaborato dal Servizio Analisi Criminale, che esamina, attraverso l’elaborazione degli elementi acquisiti dalla Banca dati delle Forze di polizia, la tematica della violenza di genere e della relativa azione di contrasto.
Nel 2024 gli omicidi con vittime donne sono stati 113, 99 delle quali in ambito familiare/affettivo; di queste, 61 hanno trovato la morte per mano del partner/ex partner. Dati, questi, tra i più bassi dell’ultimo decennio, che testimoniano il forte impegno della società per la sensibilizzazione sul fenomeno e, in particolare, delle Forze di polizia per l’attenta e costante attività di prevenzione. L’attenzione che le donne e gli uomini in uniforme rivolgono a combattere questo odioso fenomeno è testimoniata dal costante incremento delle misure
adottate per prevenire possibili reati e garantire sicurezza alle vittime di violenza: nel 2024 sono quasi raddoppiati gli Ammonimenti del Questore (+94%) e più che triplicati gli allontanamenti del maltrattante dalla casa familiare (+224%).
Il trend dei reati sentinella, pur se in costante aumento, potrebbe testimoniare il risultato di una crescente consapevolezza delle vittime, che denunciano più di prima confidando nell’operato delle Istituzioni, grazie anche all’introduzione di
misure legislative atte a garantire loro maggiore tutela e sostegno.
Questo e molto altro il contenuto del Report in parola che, realizzato attraverso lo studio e l’analisi dei dati acquisiti dalla Banca Dati delle Forze di polizia, confrontati con le informazioni fornite dai presidi territoriali di Polizia di Stato ed Arma dei Carabinieri, offre una ricostruzione particolareggiata della violenza di genere nel periodo 2019 – 2024,
soffermandosi sul biennio 2023-2024, con approfondimenti incentrati su età e nazionalità delle vittime e sulle relazioni intercorrenti con gli autori, nonché su altri aspetti caratterizzanti i principali reati, tra cui i c.d. “reati sentinella” che, spesso già parte integrante della violenza di genere, possono costituire un campanello d’allarme.
Il documento contiene poi approfondimenti sulle mutilazioni genitali e sulla violenza assistita. Vi sono anche inserite alcune storie con protagoniste donne vittime di violenza di genere, le cui vicende, pur ispirandosi a fatti realmente accaduti, sono volutamente rese anonime e romanzate, ma rispecchiano il fenomeno e ne sono testimonianza.
In appendice, da ultimo, per una maggior consapevolezza sul fenomeno ed una maggiore aderenza al territorio, sono riportati i dati dell’ultimo triennio, disaggregati a livello provinciale, relativi ad alcune delle fattispecie di reato prese in esame.

L’analisi considera le fattispecie delittuose introdotte con la legge n. 69
del 19 luglio 2019 (“Modifiche al codice penale, al codice di procedura penale e altre disposizioni in materia di tutela delle vittime di violenza domestica e di genere”), che ha ampliato il sistema di tutele dedicate alle donne vittime di violenza di genere.
Con riferimento a tale legge, nota anche come “Codice rosso”, analizza, al fine di
approfondirne l’andamento, i dati relativi ai reati di violazione dei provvedimenti di
allontanamento dalla casa familiare e del divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla
persona offesa , diffusione illecita di immagini o video sessualmente espliciti, costrizione o induzione al matrimonio e di deformazione dell’aspetto della persona mediante lesioni permanenti al viso.
L’analisi si estende ai reati sentinella che, spesso già parte integrante della violenza
di genere, possono costituire un campanello d’allarme del fenomeno: sono considerati tali gli
atti persecutori , i maltrattamenti contro familiari e conviventi ,
le violenze sessuali; prosegue con considerazioni generali sule pratiche di mutilazione degli organi genitali femminili.

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Il Parlamento europeo ha approvato il piano di riarmo

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La pace armata è servita.

Bruxelles- Il Parlamento europeo ha approvato una risoluzione non vincolante sul Libro bianco della difesa che la Commissione europea presenterà il 19 marzo, e che conterrà il piano ReArm Europe illustrato dalla presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, nel dibattito in plenaria di martedì.

Il testo è passato con 419 voti a favore, 204 voti contrari e 46 astensioni. I partiti della maggioranza di governo si sono spaccati con il voto contrario della Lega e a favore di Fratelli d’Italia e Forza Italia. Diviso il Pd con 11 eurodeputati astenuti e 10 a favore (incluse Gualmini e Moretti che si sono autosospese dal Pd). No da parte del M5S e della delegazione di Alleanza verdi sinistra. La linea dei gruppi Ppe, S&D e Renew Europe era di votare a favore. Le delegazioni nordiche dei Verdi hanno votato a favore.

Il ministro dell’economia Giancarlo Giorgetti alla Camera nel corso di un question time proprio sul piano di riarmo, ha spiegato la posizione dell’Italia: «Il finanziamento della difesa non potrà avvenire a scapito di settori fondamentali come sanità e servizi pubblici”. Il piano RearmEu prevede la mobilitazione di risorse per 800 miliardi di euro per la sicurezza e difesa europea.

Italia ha salutato positivamente l’attivazione della clausola di salvaguardia per le spese relativa alla difesa ma il Governo ha ben presente che l’attivazione della clausola non deve comportare un aumento significativo del debito pubblico: cosa che aumenterebbe la frammentazione e rischierebbe di compromettere la stabilità finanziaria dell’area dell’euro.

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Test d’ingresso alla facoltà di Medicina, addio!

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Roma – Dopo 38 anni, addio al test di ingresso alle facoltà di Medicina. La Camera dei deputati ha approvato definitivamente la legge delega sulla riforma dell’accesso alle facoltà di Medicina, un cambiamento importante voluto dalla ministra dell’Università Anna Maria Bernini. Il provvedimento, approvato con con 149 voti a favore e 63 contrari, segna la fine del tradizionale test di ingresso per gli studenti che vogliono accedere a Medicina, Odontoiatria e Veterinaria. La legge prevede la delega al governo ad adottare, entro un anno dalla sua entrata in vigore, uno o più decreti legislativi per la revisione delle iscrizioni.

La riforma entrerà in vigore a partire dal prossimo anno accademico, 2025-2026, e riguarderà esclusivamente le università statali. La⁶ novità di questa legge è il cambiamento nel momento della selezione: non più all’inizio del percorso accademico, ma alla fine del primo semestre, quando gli studenti dovranno superare un esame per poter continuare il loro cammino universitario. Resta il numero programmato delle iscrizioni.

La riforma dell’accesso alla facoltà di Medicina segna un cambiamento significativo nel sistema di selezione degli studenti: fino a oggi, infatti, l’ingresso alle università era determinato dal famoso quiz di ingresso, con test a crocette che stabiliva chi poteva accedere alle facoltà universitarie di Medicina, Odontoiatria e Veterinaria, e chi no. Con la nuova legge, approvata definitivamente oggi dalla Camera, il test di ingresso verrà abolito.

La novità sta nello spostamento del momento della selezione: non più all’inizio del percorso accademico, ma alla fine del primo semestre di studi. Questa riforma, voluta dalla ministra Bernini, prevede che gli studenti possano così iscriversi liberamente al primo anno, senza la necessità di affrontare un test preliminare. Il numero programmato rimane tuttavia in vigore per gli anni successivi; la selezione per accedere al secondo anno non avverrà più tramite un quiz, ma attraverso una valutazione basata su una serie di esami superati nel primo semestre. Solo gli studenti che conseguiranno un punteggio sufficiente potranno proseguire il percorso.

Ad introdurre il numero chiuso per legge fu, nel 1987 tramite apposito decreto, l’allora Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca Ortensio Zecchino della Democrazia Cristiana.

Sono note le conseguenze nel mondo della medicina.

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Direttore Responsabile: Giuseppe D'Onchia
Testata giornalistica: G. R. EXPRESS - Tribunale di Gela n° 188 / 2018 R.G.V.G.
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